venerdì 15 giugno 2012

San Vio a Maran

Rimangono ancora timori per la certezza della viabilità lagunare messa in forse dal mancato scavo dei fanghi del canale del porto, ma Marano, dal 15 al 17 giugno,  si prepara con fiducia a celebrare con solennità una delle sue più antiche feste religiose, la festa in onore dei Santi Vito, Modesto e Crescenza. È dal 1362 che questa comunità venera e fa festa per ricordare queste figure di testimoni della fede.
Anticamente questi Santi erano stati scelti come protettori della gloriosa fortezza di Marano. In seguito alla sua demolizione, sono stati associati a San Martino quali compatroni della comunità maranese. Il provveditore dell’antica fortezza di allora Alessandro Morosini, il 26 aprile 1624 offrì alla pieve la nuova urna, dove sono custoditi frammenti ossei dei Santi venerati.
Anche quest’anno viene riproposta l’antica tradizione che voleva il trasporto delle reliquie dei Santi dalla chiesetta del cimitero alla parrocchiale prima della festa per rimanere esposte alla venerazione e alle preghiere dei fedeli. E così, nella serata del 15 giugno le sante reliquie saranno trasportate dal cimitero, via acqua, al molo della vecchia pescheria, e poi in corteo fino alla parrocchiale. Domenica 17 giugno si svolgerà invece la tradizionale processione in laguna. Alle ore 9, dopo la S. Messa, clero, autorità e fedeli usciranno dalla pieve in processione, presieduta da mons. Livio Carlino, arciprete di Cividale del Friuli per raggiungere attraverso le vie del centro storico, il molo dove s’imbarcheranno sui pescherecci.
Al grido del «procedemus in pace», il sacro convoglio, fra le note della banda «Stella Maris» e i canti del gruppo amatoriale «Marano canta», raggiungerà il centro della laguna, dove saranno innalzate suppliche e invocazioni ai Santi con la solenne benedizione delle acque lagunari. Al ritorno il convoglio si fermerà al cimitero urbano dove sul pronao della Chiesetta, intitolata proprio a San Vito, sarà officiata la solenne messa prelatizia in antico canto popolare.

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Domenica 17 giugno 2012


XI Domenica Del Tempo Ordinario B

Prima lettura

Ez 17,22-24
Io innalzo l’albero basso.

   Dal libro del profeta Ezechièle

Così dice il Signore Dio:
«Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami lo coglierò
e lo pianterò sopra un monte alto, imponente;
lo pianterò sul monte alto d’Israele.
Metterà rami e farà frutti
e diventerà un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.
Sapranno tutti gli alberi della foresta
che io sono il Signore,
che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso,
faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farò».

Parola di Dio

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Salmo responsoriale


        È bello rendere grazie al Signore.

È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte.

Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c’è malvagità.

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Seconda lettura

2Cor 5,6-10
Sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere graditi al Signore.

   Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.
Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi.
Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.

Parola di Dio



Canto al Vangelo (Mc 4,30)
Alleluia, alleluia.
Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.
Alleluia.

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Vangelo

Mc 4,26-34
È il più piccolo di tutti i semi, ma diventa più grande di tutte le piante dell’orto.



   + Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Parola del Signore

PREGHIERA DEI FEDELI

C – Fratelli, ogni giorno della nostra vita è una grazia del Signore, un'occasione posta nelle nostre mani per fare del bene e costruire il regno di Dio. Invochiamo il Padre che è nei cieli, perché oggi conceda a ciascuno di noi di camminare nelle sue vie.

L - Preghiamo insieme e diciamo:

La tua Parola, Signore,
sia luce al nostro cammino.

1.      Per la santa Chiesa, perché, guidata dallo Spirito del Signore, sappia riconoscere nella vita di tutti i giorni i segni della presenza di Dio, preghiamo.

2.      Perché in un mondo sempre più immerso nel relativo, la Comunità cristiana affermi in modo coerente i valori assoluti dello spirito, preghiamo.

3.      Per l'uomo che lavora, perché l'impegno quotidiano necessario al sostentamento delle famiglie giovi anche a rendere più giusti e cordiali i rapporti tra tutti i membri della società, preghiamo.

4.      Perché tutte le classi sociali, ritrovando la fiducia nel bene, costruiscano insieme una società nuova, aperta alla partecipazione e alla fraternità universale, preghiamo.

5.      Perché la forza dello Spirito ci aiuti a rinunziare agli idoli che il nuovo paganesimo ha costruito sotto forma di spreco, di cupidigia, e di disprezzo del prossimo, preghiamo.

C – Stendi la tua mano, o Padre, sull'umanità affaticata e oppressa; concedi a noi una fede ricca di memoria e audace nella testimonianza profetica del tuo regno. Per Cristo nostro Signore.  T - Amen.