lunedì 24 marzo 2014

La seconda, con 292 persone a bordo, è affondata

AFRICA/RD CONGO - Più di 250 rifugiati congolesi annegano cercando di rientrare in patria dall’Uganda
Kinshasa (Agenzia Fides) - Oltre 250 rifugiati congolesi sono morti nel ribaltamento di un’imbarcazione che stava riportandoli nella Repubblica Democratica del Congo. Sono una nota inviata all’Agenzia Fides dal Coordinamento della Società Civile del Nord Kivu, la tragedia si è verificata il 22 marzo. I rifugiati erano fuggiti dalla località di Watalinga, nel territorio di Beni, nel Nord Kivu (est della RDC), tra luglio e dicembre 2013. In un primo momento erano stati accolti in alcune località di frontiera tra la RDC e l’Uganda. In seguito erano stati trasferiti dalle autorità ugandesi nel campo di rifugiati di Kyangwali (Uganda) a più di 350 km dalla frontiera.
Quando i rifugiati hanno appreso la notizia che l’esercito congolese aveva liberato i loro villaggi dalla presenza dei ribelli ugandesi dell’ADF-NALU, hanno chiesto di rientrare nella RDC.
Due imbarcazioni motorizzate erano state messe a loro disposizione per attraversare il Lago Alberto. La prima ha effettuato la traversata senza problemi, mentre la seconda, con 292 persone a bordo, è affondata nel mezzo del lago. Secondo la nota inviata a Fides, l’incidente si è verificato alle 9 del mattino del 22 marzo. Solo 41 persone sono sopravvissute, compreso il comandare e l’intero equipaggio (tutti ugandesi) e qualche rifugiato. La società civile del Nord Kivu chiede al governo congolese un’inchiesta indipendente per accertare le circostanze della tragedia. (L.M.) (Agenzia Fides 24/3/2014)

mercoledì 5 marzo 2014

ASIA/SIRIA - L'Arcivescovo armeno cattolico di Aleppo: in Quaresima preghiere e digiuni per chiedere il dono della pace
Aleppo (Agenzia Fides) – In Siria le Chiese di rito orientale sono già entrate nella Quaresima, il tempo liturgico durante il quale il cristiano si dispone, con un cammino di conversione, a vivere in pienezza il mistero della resurrezione di Cristo nella sua memoria annuale. Per il terzo anno consecutivo, l'inizio della Quaresima viene vissuto dai cristiani siriani in un Paese dilaniato dalla guerra civile. “nelle nostre parrocchie” riferisce all'Agenzia Fides L'Arcivescovo armeno cattolico di Aleppo Boutros Marayati “abbiamo celebrato l'inizio della Quaresima già nel pomeriggio di domenica scorsa. I fedeli sono venuti in gran numero e la partecipazione è stata intensa. Quest'anno intensificheremo le occasioni di preghiera, penitenza e digiuno per chiedere con più forza che il cammino verso la resurrezione di Cristo sia benedetto dal dono della pace”.
Nella parte centrale di Aleppo – conferma a Fides l'Arcivescovo Marayati – la situazione è di stallo apparente. Ma anche nella giornata del 3 marzo un colpo di mortaio caduto vicino a una scuola nel quartiere di al-Khadilieh ha provocato la morte di un bambino e di un adulto. Mentre in una località periferica precedentemente controllata dai miliziani dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL, gruppo della rete di al-Qaida) gli attivisti di altre fazioni anti-Assad hanno rinvenuto una fossa comune con almeno sei cadaveri. Di recente i miliziani dell'ISIL hanno abbandonato alcune località della regione di Aleppo in seguito all'offensiva di altri gruppi armati d'insorti siriani. (GV) (Agenzia Fides 4/3/2014).

lunedì 3 marzo 2014

40 milioni

Aussa Corno a un passo dalla liquidazione

Eliminare l'esenzione dal servizio militare dei membri delle scuole rabbiniche

ASIA/ISRAELE - Gli ebrei ultraortodossi protestano contro il progetto di legge sulla leva obbligatoria
Gerusalemme (Agenzia Fides) – Centinaia di migliaia di ebrei ultra-ortodossi hanno paralizzato interi quartieri di Gerusalemme nella giornata di domenica 2 marzo per pregare e protestare contro il progetto di legge che minaccia di eliminare l'esenzione dal servizio militare di cui godono tutti gli studiosi e gli affiliati alle scuole rabbiniche. I manifestanti hanno esposto cartelli in cui tra l'altro chiedevano l'intervento dell'Unione europea per “difendere la libertà di religione in Israele”, rivendicando con forza che la scelta di religiosa di dedicare la vita allo studio della Torah e del Talmud è incompatibile con il coinvolgimento nelle attività militari.
Fin dalla nascita dello Stato ebraico, gli Haredim (ebrei ultraortodossi) sono stati affrancati dall'impegnativo servizio militare che devono prestare tutti i giovani d'Israele al raggiungimento della maggiore età. Con l'attuale governo, non condizionato dalla pressione dei partiti ultra-ortodossi, si è fatto strada in parlamento un disegno di legge – sostenuto dal Comitato speciale della Knesset per l’“equa ripartizione del carico militare” - che potrebbe essere approvato nelle prossime settimane e prevede l'arruolamento semi-universale obbligatorio anche per tutti i giovani haredim oltre i diciassette anni a partire dal 2017.
La questione – fanno notare gli analisti – è strettamente connessa con le dinamiche demografiche e economiche che pesano sul futuro di Israele. Gli Haredim costituiscono un gruppo in forte crescita e appartengono alle fasce più povere della popolazione israeliana. Secondo previsioni demografiche dell’Ufficio centrale di statistica (Cbs) e del Taub Centre, fra trent'anni il 78% dei bambini iscritti nelle scuole primarie apparterranno ai due gruppi esonerati dalla leva, cioè gli ebrei ultra-ortodossi e gli arabi. Queste tendenze demografiche spiegano anche le recenti iniziative e proposte per aprire le porte dell'esercito israeliano anche ai cittadini arabi cristiani d'Israele. (GV) (Agenzia Fides 3/3/2014).

Ex Commissari

Inquinamento in laguna: gli ex commissari chiedono l’archiviazione

Carisio Sguazzin

San Giorgio di Nogaro, addio all’imprenditore Carisio Sguazzin

Aveva 82 anni, con la sua azienda è stato uno dei protagonisti della crescita industriale della Bassa friulana 

sabato 1 marzo 2014

Una bomba mano

ASIA/TERRA SANTA - Attentato contro la parrocchia cattolica di Gaza
Gaza (Agenzia Fides) – Nella notte tra mercoledì 26 e giovedì 27 febbraio ignoti assalitori hanno fatto esplodere una bomba a mano nel cortile della chiesa cattolica latina di Gaza, nel quartiere meridionale di Zeitun. L'esplosione, nel cuore della notte, non ha causato danni a persone o cose. Sui muri che circondano la chiesa sono state anche tracciate scritte minacciose contro i cristiani.
“Il fatto è grave” spiega all'agenzia Fides il Vescovo William Shomali, Vicario patriarcale del Patriarcato latino di Gerusalemme “ma il parroco e i suoi collaboratori continueranno a operare al servizio della popolazione di Gaza, senza farsi intimidire. Il governo di Hamas ha subito condannato questo atto. I rappresentanti di Hamas hanno espresso la loro solidarietà e l'intenzione di perseguire in maniera sollecita i malfattori. Questo ci ha tranquillizzato”.
Anche il Centro palestinese per i diritti dell'Uomo (PCHR) ha condannato l'attentato, chiedendo che siano fatte indagini approfondite per identificare gli attentatori.
Non è la prima volta che nella Striscia di Gaza – dove il potere è nelle mani dell'organizzazione islamista Hamas dal 2007 – vengono colpiti obiettivi cristiani. Nel 2011 una bomba era stata lanciata contro il direttore del locale Ospedale anglicano, rimasto illeso. (GV) (Agenzia Fides 28/2/2014).