sabato 27 luglio 2013

GMG: in Cile nel frattempo...

AMERICA/CILE - Irruzione nella cattedrale, intervento del presidente del Cile

Santiago (Agenzia Fides) – Il presidente del Cile, Sebastián Piñera, ha condannato l'attacco alla Cattedrale di Santiago che ha avuto luogo Giovedì sera durante la celebrazione della festa della città, la commemorazione di San Giacomo. "Desidero esprimere la nostra condanna assoluta ed il rifiuto di questi atti, perché significa non rispettare i diritti degli altri", ha detto Piñera.
Giovedì sera, circa 5.000 persone hanno marciato attraverso il centro di Santiago per chiedere "l'aborto libero". Un gruppo di manifestanti è entrato nella Cattedrale Metropolitana, ha interrotto la Messa, provocando il caos, distruggendo una parte della chiesa, imbrattando qualche altare laterale e tentando di incendiare le panche della chiesa.
"Ho parlato con l'arcivescovo di Santiago per esprimere la nostra piena solidarietà e ratificare l'impegno di questo governo a favore della libertà religiosa, della libertà di culto e della tutela della vita del nascituro", ha aggiunto presidente cileno.
Il sindaco di Santiago, Carolina Toha, ha riferito ai giornalisti che lei "non è credente", ma ha ritenuto che "le persone che erano nella cattedrale a quel momento sono state aggredite in forma gratuita e questo non è accettabile". La Toha era tra coloro che partecipavano alla Messa che celebrava l'arcivescovo metropolita di Santiago, Mons. Ricardo Ezzati, in occasione della festa di San Giacomo, patrono della città.
(CE) (Agenzia Fides, 27/07/2013)

mercoledì 24 luglio 2013

martedì 23 luglio 2013

Papa in aereo

“Blasfemia tecnologica”: coppia di cristiani arrestati per insulti a Maometto via SMS

ASIA/PAKISTAN - “Blasfemia tecnologica”: coppia di cristiani arrestati per insulti a Maometto via SMS

Islamabad (Agenzia Fides) – Un nuovo “fronte” della blasfemia sembra aprirsi in Pakistan: dopo la condanna all’ergastolo di un uomo per avere inviato SMS blasfemi (vedi Fides 15/7/2013), aumentano i casi e le denunce di blasfemia via SMS. Come appreso da Fides, un altro caso di blasfemia è stato registrato contro una coppia cristiana nella città di Gojra, in Punjab. Shafaqat Masih 35 anni, e sua moglie Shagufta Bibi sono stati arrestati dalla polizia locale perchè accusati dal musulmano Rana Mohammad Fiaz di avergli inviato SMS blasfemi sul Profeta Maometto. La polizia ha rintracciato la scheda SIM e arrestato la coppia. Un tribunale di primo grado ha convalidato l’arresto, disponendo ulteriori indagini. Shafaqat Masih è disabile e sua moglie è cameriera in una scuola locale. I loro due figli adolescenti sono stati ora a presi in cura dalla Ong “World Vision in Progress”, che intende fornire anche assistenza legale. Gojra è un località “religiosamente sensibile” fin da l 2009, quando, per un caso di presunta profanazione del Corano, il quartiere cristiano della città fu dato alle fiamme, con 8 morti, 40 case e una chiesa distrutte.
Attualmente in Pakistan è vivo il dibattito sulla blasfemia tramite le nuove tecnologie, i cellulari, i mezzi informatici. L’Autorità per le Telecomunicazioni e il governo stanno discutendo di soluzioni tecniche al problema della presenza di materiale blasfemo su Internet, su YouTube, sui social network. Molti chiedono una legge che limiti e censuri i siti Internet blasfemi.
Un’altra questione sentita è l’abuso della legge di blasfemia, a volte usata strumentalmente per colpire avversari. Come riferito a Fides, di recente una delegazione di 15 ulema di Karachi, della corrente di pensiero islamica “Deobandi”, ha assicurato alla comunità cristiana il proprio sostegno per proporre un emendamento alla legge sulla blasfemia: il fine è fermarne l’uso improprio contro i membri delle minoranze religiose.
Fra i casi segnalati da Fides, quello del 15enne cristiano di Karachi, Ryan Brian Patras, accusato di aver inviato SMS blasfemi ad alcuni coetanei (vedi Fides 12/10/2012) e vittima di una macchinazione. Il ragazzo e la sua famiglia sono fuggiti per miracolo alla furia omicida di alcuni estremisti. (PA) (Agenzia Fides 23/7/2013)

Ragazze cristiane rapite e islamizzate, scuole nel mirino di Boko Haram

AFRICA/NIGERIA - Ragazze cristiane rapite e islamizzate, scuole nel mirino di Boko Haram

Maiduguri (Agenzia Fides) – La comunità cristiana nella Nigeria settentrionale è allarmata per un fenomeno che va diffondendosi: ragazze cristiane minori di 18 anni sono rapite e costrette a convertirsi all’islam. Le ragazze sono sequestrate e tenute nelle case di emiri o leader religiosi radicali, a volte legati al gruppo “Boko haram”. E’ la denuncia che giunge a Fides dalla “Northern Christian Association of Nigeria” (CAN), preoccupata per la rapida crescita del fenomeno. L’Associazione riferisce che sta seguendo cinque casi, su incarico delle famiglie delle ragazze sequestrate. Ma “quando si segnala un caso del genere alla polizia, gli agenti rispondono che non possono fare nulla. A volte crediamo essi siano complici”, spiega il Daniel Babayi, segretario della CAN.
I cristiani in Nigeria settentrionale sono vittime del gruppo militante islamico “Boko Haram” che mira a instaurare uno stato islamico. In un campagna terroristica che dura da mesi, molte chiese sono state attaccate e fedeli cristiani uccisi. Secondo alcune dichiarazioni pubbliche, Boko Haram ha detto che “rapire donne cristiane fa parte dei nuovi sforzi per colpire i cristiani e costringerli a lasciare il Nord”.
Uno degli obiettivi primari del gruppo sono le scuole. Agli inizi di luglio oltre 40 persone, per lo più studenti, sono state uccise in un attacco a un collegio nello stato di Yobe. In un altro recente attacco, il dormitorio di un istituto è stato incendiato mentre i bambini dormivano, e quanti cercavano di sfuggire al fuoco sono stati freddati. Boko Haram significa “l'educazione occidentale è peccato”, e il suo leader Abubakar Shekau ha chiesto pubblicamente di moltiplicare gli attacchi contro le scuole “che insegnano l'educazione occidentale”. Per reagire alla guerra lanciata da Boko Haram contro la nazione, da due mesi negli stati nigeriani di Borno, Yobe e Adamawa, dove i militanti rappresentano la minaccia più forte, è in vigore lo stato di emergenza. (PA) (Agenzia Fides 23/7/2013)

lunedì 22 luglio 2013

Prima della GMG

Petrópolis – VedutaAMERICA/BRASILE - GMG: successo della Settimana Missionaria e in particolare degli incontri sulla pace
Petropolis (Agenzia Fides) – Sono stati circa 1.800 i giovani provenienti da El Salvador, Guatemala, Filippine, Venezuela e Colombia che hanno raggiunto la parrocchia di Guapimirim, nella diocesi di Petrópolis, nello stato di Rio de Janeiro, e hanno partecipato attivamente alla Settimana Missionaria, che ha mobilitato tutta la Chiesa brasiliana. La Settimana Missionaria (vedi Fides 19/07/2013) è stata l'evento di preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù, che inizia ufficialmente martedì 23 luglio con la presenza di Papa Francesco.
Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides, solo dal Guatemala sono arrivati più di 400 giovani per partecipare alla Settimana Missionaria: giovani che si sono preparati per un anno con ritiri, pellegrinaggi locali, corsi di formazione e altre attività. Dalla Colombia sono arrivati 900 giovani, ma la delegazione completa ne conta più di 2.500. Coloro che sono arrivati prima, hanno partecipato alla Settimana Missionaria per scambiare esperienze con le altre Chiese locali.
I resoconti di queste delegazioni, inviati alle loro comunità di provenienza, sottolineano la grande accoglienza delle famiglie brasiliane. La Settimana Missionaria ha riscosso grande successo sia per il numero dei partecipanti che per la qualità degli eventi organizzati nelle diverse diocesi coinvolte.
Secondo le testimonianze pervenute a Fides, i giovani hanno sottolineato in particolare l'importanza di uno degli eventi: Il "Mini corso per gli Operatori di Pace". Si è trattato di un ciclo di conferenze tenutesi nella sede del comune di Porto di Pedras, al fine di promuovere una profonda riflessione sulla cultura della violenza, presentare i motivi all'origine della violenza e sottolineare l'urgenza di mettere fine a questa situazione, ricercando nuovi comportamenti di gruppo per agire pacificamente ogni giorno e diventare così propagatori di una cultura di pace.
Oltre alle delegazioni provenienti dagli altri paesi, la Settimana Missionaria ha coinvolto migliaia di giovani brasiliani delle diverse diocesi. (CE) (Agenzia Fides, 22/07/2013)

martedì 16 luglio 2013

Betania

ASIA/TERRASANTA - Monastero greco-ortodosso sotto attacco. Le suore si appellano al Presidente Abbas

Betania (Agenzia Fides) – Le suore del monastero greco ortodosso a Betania hanno indirizzato una lettera al Presidente palestinese Mahmud Abbas per sollecitare i vertici dell'Autorità palestinese a farsi carico con provvedimenti adeguati dell'escalation di aggressioni subite dalla casa religiosa negli ultimi tempi: lanci di pietre, vetri infranti, furti e saccheggi delle proprietà del monastero che configurano una vera e propria strategia intimidatoria. “Non escludiamo” ha scritto la madre superiora suor Ibraxia nella sua lettera al Presidente Abbas “che dietro questi attacchi ci sia chi desidera fomentare discordia tra i figli della stessa nazione palestinese”. Fonti locali riferiscono all'Agenzia Fides che negli ultimi giorni famiglie della zona, sia cristiane che musulmane, hanno fatto visita al monastero in segno di solidarietà, per ribadire che la popolazione di Betania è estranea all'aggressione. “Qualcuno vuole mandarci via” ha scritto suor Ibraxia nella sua let tera “ma noi non fuggiremo”.
In passato il monastero greco-ortodosso rappresentava un'oasi di spiritualità nella città dove Gesù resuscitò Lazzaro, oggi nota col nome arabo di al-Azariyeh e ormai diventata un sobborgo di Gerusalemme Est. In tempi recenti, tutta l'area ha subito un processo di decadimento fatto di urbanizzazione sregolata, inquinamento ambientale, aumento della delinquenza. L'erezione del muro di separazione tra Israele e Territori Palestinesi ha deteriorato ulteriormente la situazione. Il monastero ora si trova in un'area dove l'Autorità palestinese non riesce a esercitare un controllo stabile, una “terra di nessuno” dove dilagano il crimine, il sopruso e la corruzione. Negli ultimi mesi, mentre si continua a registrare un aumento vertiginoso dei prezzo dei terreni dell'area, quelli appartenenti al monastero erano stati in parte sottratti al controllo delle suore ad opera di un clan familiare musulmano locale che ne reclama arbitrariamente il diritto di proprietà. (GV) (Agenzia Fides 1 6/7/2013).

288 ragazzi in Brasile

Papa Francesco e la Giornata mondiale della gioventù: 288 ragazzi umbri pronti a volare in Brasile


domenica 14 luglio 2013

Il Papa a Castelgandolfo

Francesco a Castel Gandolfo: "Aprite le porte alla speranza"
PAPA FRANCESCO
"Noi dobbiamo sempre essere segno di speranza e di pace in questo momento. Aprire le porte alla speranza, affinché la speranza vada avanti, e operare la pace, sempre!"

Così Papa Francesco ai dipendenti delle Ville Pontificie incontrati questa mattina nel cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, insieme al vescovo di Albano Semeraro e al sindaco della cittadina del Castelli romani che ospita da quattro secoli la residenza estiva dei pontefici. Arrivato in auto dal Vaticano per la sua seconda visita a Castel Gandolfo, dopo quella del 23 marzo e dello storico primo incontro con il Papa emerito Benedetto XVI, il Pontefice ha ricordato la bellezza del luogo che attira molti vis ...

mercoledì 10 luglio 2013

“Cercano la stabilità e la sicurezza che tutti i bambini meritano”

OCEANIA/AUSTRALIA - Compassione verso i migranti: i giovani australiani accolgono l’appello di Papa Francesco

Sydney (Agenzia Fides) – Un grido di “compassione” verso i migranti e i richiedenti asilo, soprattutto verso i bambini: lo lancia, accogliendo l’appello di papa Francesco a Lampedusa, l’associazione “Australian Young Christian Students” (AYCS), chiedendo alla politica di dare particolare attenzione ai bambini attualmente “confinati” in campi di accoglienza e detenzione, in accordo al sistema di immigrazione vigente in Australia.
Come riferisce un comunicato inviato a Fides, la AYCS ha alzato la voce dopo la visita di Papa Francesco a Lampedusa, che ha riportato l’attenzione internazionale sul fenomeno della migrazione e sulle sofferenze immani dei migranti. In Australia la questione è molto sentita ed è al centro di un vivace dibattito pubblico.
“I bambini sono particolarmente vulnerabili e sono giunti in Australia in cerca di aiuto”, afferma la nota di AYCS inviata a Fides. “Resta di vitale importanza per la loro salute e benessere che i bambini e le loro famiglie non siano sottoposti a lunghi periodi di detenzione”. Un recente rapporto di “Human Rights Watch rivela che, nei flussi migratori che interessano il sudest asiatico e l’area del Pacifico, di frequente i minori e i loro genitori vengono arbitrariamente arrestati, in paesi come Indonesia e Malaysia, e sono vittime di gravi abusi. I bambini che approdano in Australia, dunque, “cercano la stabilità e la sicurezza che tutti i bambini meritano”, rileva l’Associazione dei giovani cristiani, invitando al “pieno rispetto del diritto internazionale”.
Di recente oltre 8.000 studenti delle scuole superiori in tutta l'Australia hanno fatto esperienza di volontario in campi di detenzione per immigrati, riattivati in Australi a partire dal 1992 per tutti gli immigrati che arrivano nel paese senza un visto. (PA) (Agenzia Fides 10/7/2013)

martedì 9 luglio 2013

ASIA/ISRAELE - La Commissione Giustizia e Pace interviene sull'arruolamento degli arabi cristiani nell'esercito

Gerusalemme (Agenzia Fides) - Un documento appena pubblicato dalla Commissione Giustizia e Pace – organismo collegato all'Assemblea dei vescovi ordinari cattolici di Terra Santa e presieduto dal Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini Michel Sabbah - offre criteri di discernimento sulla questione dell'arruolamento degli arabi cristiani nell'esercito israeliano, tornata al centro del dibattito pubblico negli ultimi mesi. Secondo gli estensori del documento, pervenuto all'Agenzia Fides, l'esercito è utilizzato come “un'istituzione che promuove coesione sociale” e un “luogo chiave” per coinvolgere i cittadini nel progetto nazionale “così come è concepito dalle autorità, cioè promuovendo Israele come uno Stato nazionale ebraico”. In questa prospettiva, secondo la commissione Giustizia e Pace operante in Terra Santa, “parlare dell'arruolamento dei cristiani arabi piuttosto che degli arabi in generale – musulmani e cristiani – è chiaramente un tentativo di infilare un cuneo tra cristiani e musulmani in Israele”. Nell'affronto di questa delicata problematica, la Chiesa dovrebbe tener presente che “l'esercito è usato come un mezzo per imporre e mantenere l'occupazione dei territori palestinesi e quindi impedire ai palestinesi dal raggiungere dignità e indipendenza”. Esso si configura come “un esercito di aggressione e non di difesa”. Quindi “l'uso del servizio militare per dividere in se stessa la popolazione araba danneggia gli interessi degli arabi come comunità”. Nel documento si prende atto che “molti giovani arabi in Israele stanno perdendo la propria identità nazionale, culturale e religiosa e non si identificano più come arabi”. Soprattutto nelle città miste “cercano in ogni modo di assimilarsi nella maggioranza ebraica e identificarsi con essa”. A questo proposito, i membri della Commissione Giustizia e Pace ripetono che “il compito della Chiesa consiste nell'educare i giovani a accettarsi per quello che sono, offrendo loro un'educa zione umana, nazionale e cristiana equilibrata” che aiuti a integrare i vari elementi della loro identità (arabo palestinese, cristiano, cittadino di Israele) senza sacrificarne alcuno.
L'auspicio finale espresso dal documento è che “vescovi e preti aiutino i loro fedeli nel mezzo di questa crisi di identità e si facciano carico dei problemi che essi si trovano a affrontare nella vita quotidiana”. (GV) (Agenzia Fides 9/7/2013).

Le porte dell'Oceano? Si producono a San Giorgio

08 luglio 2013

canale di panama


Da Trieste le nuove
porte dello Stretto


lunedì 8 luglio 2013

.....euro

Stipendi dei sindaci fino a 6 mila euro


Le indennità e i gettoni di presenza che percepiscono gli amministratori degli enti locali da poco rinnovati in Friuli Venezia Giulia 

E' tempo di penitenza e conversione

ASIA/SIRIA - Appello alla pace di p. Dall’Oglio per il Ramadan
Roma (Agenzia Fides) – “Il mese sacro del Ramadan è tempo di penitenza e conversione a Dio ed è tempo di richiesta di perdono ai nostri fratelli e sorelle. Chiediamo per tutti la grazia del pentimento. La chiediamo pur rivendicando il rispetto del diritto e della giustizia”: è quanto afferma l’appello alla pace diffuso dal gesuita p. Paolo Dall’Oglio per la fine del conflitto in Siria e in altri paesi del Medio Oriente: sono quei conflitti che esistono dal Pakistan fino al Libano, “come pure quelli a carattere ideologico confessionale che si svolgono dall'Egitto al Marocco, che costano enormi perdite e sfigurano il volto dell'Islam”. Il messaggio, inviato all’Agenzia Fides, spiega: “I credenti in Dio rifiutano il conflitto cruento e il combattimento feroce in corso tra i musulmani sunniti e i musulmani sciiti, che formano assieme l'unica umma dell'Islam”.
“In questo contesto – afferma il Gesuita – la Siria è diventata uno dei campi di battaglia principali del conflitto, deviando così il corso della rivoluzione iniziata dal popolo più di due anni fa per ottenere libertà, dignità e democrazia per i siriani, contro un regime che ha assoggettato l'insieme della popolazione al potere della tortura, dell'intimidazione”.

domenica 7 luglio 2013

Castello sempre più in alto


Fatturato +20% per Birra Castello

L’azienda chiude il 2012 confermando il trend positivo. Nuove linee e attenzione ai mercati esteri

mercoledì 3 luglio 2013

bresciaoggi .it su Caffaro

   Caffaro, ambiente e Occupazione:
l'allarme è doppio

L'EMERGENZA. Dopo l'annuncio di uno spostamento della produzione. Il sindacato: «Via perchè l'energia è troppo cara? La Loggia aiuti ad abbattere i costi». In gioco A2A?

Caffaro, ambiente e occupazione: l'allarme è doppio


martedì 2 luglio 2013

Il califfato della Siria

ASIA/SIRIA - Il “califfato” di Saraqib, dove è stato ucciso p. Murad

Idlib (Agenzia Fides) – Il governatorato di Idlib è diventato “il califfato di Saraqib”. La regione di Idlib, nel Nordovest della Siria, fra Aleppo e Hama, controllata da fazioni islamiste dei ribelli siriani, è il territorio dove si trova la Chiesa latina Sant’Antonio da Padova di Ghassanieh, nel villaggio di Jisr el –Choughour, dove è stato ucciso il sacerdote siriano p. Francois Murad. Attualmente, la città di Idlib, capitale dell’omonimo governatorato, è nelle mani dell’esercito regolare siriano, ma il territorio circostante è controllato da bande di ribelli, con forti infiltrazioni del gruppo jihadista “Jabhat al-Nusra”, che fonti qualificate dell’Agenzia Fides definiscono “fra le più esageratamente fondamentaliste”. Sono quelle fazioni che hanno un unico obiettivo dichiarato: instaurare un “califfato” islamico in cui vige una legge restrittiva che non ammette nemmeno la presenza degli “infedeli” (“kafir”). “Hanno trasformato l’islam in una ideologia da pulizia e tnica”, spiega a Fides l’attivista sociale Farid, un siriano musulmano sunnita di Idlib, che si dice “scioccato e preoccupato per la situazione: tutti abbiamo paura”.
“Si tratta di un nuova edizione del fondamentalismo islamico, il più restrittivo della storia”, spiega Farid. I gruppi islamisti hanno eretto “capitale del califfato” la cittadina di Saraqib, dove è stato proclamato un Emiro ed è stato anche istituito un tribunale islamico, l’unico tribunale competente per ogni tipo controversia, che applica in modo pedissequo la sharia come unica fonte del diritto. “Il fatto è che il giudice supremo è un uomo rozzo e per nulla erudito, era un operaio, ed è affiancato da un altro giudice che viene dall’Arabia Saudita”, spiega Farid.
“In tale situazione, inconcepibile per la storia e per la tradizione della Siria, tutto diventa possibile. Viviamo in una atmosfera di terrore in insicurezza. E’ possibile che avvengano decapitazioni – spiega – perchè per questa ideologia l’infedele dev’essere decapitato. Per altri reati minori, gli uomini vengono mutilati degli arti, percossi o flagellati. E’ sufficiente una fatwa e ogni abuso dei diritti umani diventa legale, soprattutto sulle minoranze come cristiani, alawiti, ismaeliti, sciiti, drusi, ma anche sugli stessi musulmani sunniti. Gli islamisti dispongono liberamente della stessa vita delle minoranze religiose. Le minoranze vengono risparmiate per ‘clemenza’ solo se pagano la jizya, la tassa imposta dalla maggioranza islamica”. Una situazione insostenibile: “La popolazione civile siriana – conclude Farid – non può sopportare questa atmosfera di fondamentalismo, estranea alle nostra cultura e alla nostra società”, conclude Farid, lanciando un monito. “Dove fini remo?” (PA) (Agenzia Fides 2/7/2013)