mercoledì 4 settembre 2013

...secondo la normativa vigente, risulta del tutto illegale

ASIA/LAOS - Abiurare la fede cristiana o partire: ordine delle autorità a 11 famiglie convertite
Borikhamsai (Agenzia Fides) – Le autorità del villaggio Nongdaeng, nel distretto Borikan, Provincia di Borikhamsai, hanno ordinato a 11 famiglie convertitesi al cristianesimo (in tutto circa 50 persone) di abiurare la loro fede cristiana e di ritornare alla loro religione animista, pena la cacciata dal villaggio. I rappresentanti delle famiglie sono stati convocati il 30 agosto dai funzionari civili per gli affari religiosi, che li hanno invitati ad abbandonare “la religione di una potenza occidentale straniera, che è distruttiva per la nazione laotiana”. Ai cristiani sono stati dati tre giorni di tempo per adeguarsi. Domenica 1° settembre, però, le famiglie cristiane si sono riunite in una casa per una cerimonia liturgica, ribadendo di avere pieno diritto a praticare liberamente la propria fede, come garantito dalla Costituzione del Laos.
La conversione di queste famiglie nel villaggio di Nongdaeng è avvenuta tra aprile e maggio 2013. Tre famiglie hanno iniziato pregare nelle loro case e altre otto famiglie del vicinato si sono pian piano unite a loro, abbracciando la fede cristiana.
In un appello inviato a Fides, l’Ong “Human Rights Watch for Lao Religious Freedom” chiede al governo laotiano di permettere alle persone che vivono a Nongdaeng di praticare il culto della fede cristiana, rispettando la libertà di coscienza e di religione. L’Ong, inoltre, invita il governo a punire i funzionari per un “ordine di abiura e di sfratto dal villaggio” che, secondo la normativa vigente, risulta “del tutto illegale”. (PA) (Agenzia Fides 4/9/2013)

Abbiamo il dovere di difendere l'identità araba di Gerusalemme, e proteggere i suoi Luoghi Santi islamici e cristiani

ASIA/GIORDANIA - Re Abdallah II: cristiani e musulmani si alleino contro il settarismo
Amman (Agenzia Fides) – La protezione dei diritti dei cristiani nei conflitti di matrice religiosa che dilaniano il Medio Oriente “non è una questione di cortesia, ma un dovere”, anche perchè “i cristiani arabi hanno esercitato un ruolo chiave nella costruzione delle società arabe e nella difesa delle giuste ragioni della nostra nazione”. Così Re Abdallah II di Giordania si è rivolto ai partecipanti alla Conferenza in corso ad Amman (The Challenges of Arab Christians, 3-4 settembre) sulle sfide che attendono i cristiani arabi. Il Monarca hascemita, parlando a più di settanta alti rappresentanti delle Chiese e delle comunità ecclesiali radicate in Medio Oriente, nel discorso ha sottolineato la necessità di una alleanza tra cristiani e musulmani per affrontare e sconfiggere insieme le derive settarie che alimentano i conflitti in tutta la regione, presentate come un corpo estraneo rispetto alle “nostre tradizioni e all'eredità umanitaria e culturale”. Cristiani e musulmani – ha detto Re Abdallah nel suo intervento, pervenuto all'Agenzia Fides - devono “coordinare gli sforzi e la piena cooperazione” accordandosi su un “codice di condotta unificante”, perchè proprio l'isolamento tra i seguaci delle diverse religioni può “minare l'edificio sociale”. In questa prospettiva, il capo della Monarchia Hascemita – che rivendica la propria discendenza dalla famiglia del Profeta Mohammad – ha ribadito il suo impegno a collaborare “con ogni sforzo” alla custodia dell'identità araba cristiana. “Gli arabi cristiani” ha riconosciuto Re Abdallah “sono in grado di comprendere più di ogni altro l'Islam e i suoi veri valori” e per questo possono difendere l'Islam dai pregiudizi diffusi da chi “ignora l'essenza di questa fede, che predica tolleranza e moderazione e rigetta estremismo e isolazionismo”. Tra i possibili terreni di collaborazione tra cristiani e musulmani, Re Abdallah ha riproposto anche la comune difesa della fisionomia plurale della Città Santa: “Noi tutti” ha detto il Monarca di Giordania “abbiamo il dovere di difendere l'identità araba di Gerusalemme, e proteggere i suoi Luoghi Santi islamici e cristiani”. (GV) (Agenzia Fides 4/9/2013).