sabato 4 gennaio 2014

Pakistan: tutela della vita

ASIA/PAKISTAN - Nuovo piano di evangelizzazione con i mass-media dedicato alla “tutela della vita”
Lahore (Agenzia Fides) – Nel nuovo anno la Chiesa in Pakistan rilancia l’evangelizzazione con i mass media, con un piano che sarà incentrato sul tema della “tutela della vita”: lo riferisce a Fides p. Nadeem John Shaker, segretario della Commissione per la comunicazioni sociali nella Conferenza Episcopale del Pakistan e Direttore di Radio Veritas in lingua urdu.
La Commissione – sotto la guida del nuovo presidente, mons. Joseph Arshad, neo vescovo di Faisalabad – ha elaborato un piano pastorale per l’evangelizzazione nell’ambito della comunicazione mediatica che parte dalla funzione vitale di “Radio Veritas” in urdu, emittente presente in tutto il territorio nazionale. La Radio offre un servizio di alta qualità, accessibile, grazie alla lingua, all’intera popolazione pakistana, e si propone di coinvolgere sempre più le chiese locali, sensibilizzando sulla missione tramite le nuove tecnologie. In particolare il 2014, afferma il piano, sarà dedicato al tema della “tutela della vita”, intesa in tutte le sue fasi e circostanze: nel seno materno, nell’infanzia, nella malattia. Le comunità locali – nota il piano – saranno protagoniste nel costruire e produrre programmi e nel declinare e realizzare le diverse specifiche iniziative di comunicazione, come pubblicazioni, interventi nelle tv, programmi radiofonici, etc. Ogni servizio inoltre, p rosegue il documento, “sarà chiamato a mettere in evidenza l'insegnamento della FABC (Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia) e i messaggi di Papa Francesco”.
Mons. Joseph Arshad ha confermato il pieno sostegno dei Vescovi a tali iniziative, assicurando che la Conferenza Episcopale del Pakistan continuerà a rafforzare la missione nei mass media, in special modo promuovendo il prezioso servizio di “Radio Veritas”, che giova al bene comune della nazione. (PA) (Agenzia Fides 4/1/2014)

La Siria non è la Libia

ASIA/SIRIA - Il Vescovo caldeo di Aleppo: “Al Ginevra 2 si prenda atto che la Siria non è la Libia”
Aleppo (Agenzia Fides) - “I partecipanti alla Conferenza di Ginevra due dovranno partire rispettando i connotati propri della Nazione siriana”. Così il Vescovo di Aleppo dei Caldei Antoine Audo descrive l'unico approccio che può assicurare risultati concreti alla prossima Conferenza internazionale di Pace sulla Siria in programma a Montreux, in Svizzera, il prossimo 22 gennaio. “Noi riteniamo che si deve rispettare il Paese con i suoi problemi, sostenerlo nel suo cammino progressivo verso la giustizia e la libertà” aggiunge il Vescovo caldeo “piuttosto che approfittare delle sue debolezze per tentare di annientarlo. Come uomini di Chiesa, è questa la prospettiva con cui guardiamo al presente e al futuro della Siria. E ci chiediamo a cosa e a chi serve il tentativo di distruggere un Paese che era stabile e custodiva anche tesori di civiltà. Forse qualcuno pensava che la Siria fosse come la Libia, che fosse facile cambiare il regime dall'esterno, magari per interessi economici. Come si è visto, si trattava di congetture fallaci”.
Il Vescovo Audo esprime riconoscenza “per quello che sta facendo Papa Francesco in favore della pace. Ho saputo che nei prossimi giorni ci sarà in Vaticano una giornata di studio sulla tragedia del popolo siriano. Anche da lì verranno elementi di riflessione che potranno essere utili alla Conferenza di Ginevra 2”. (GV) (Agenzia Fides 4/1/2014).

ASIA/MYANMAR:l’insopprimibile anelito di fraternità” presente nel cuore di ogni uomo

ASIA/MYANMAR - L’Arcivescovo di Yangon: una road map di pace e fraternità per il paese nel 2014
Yangon (Agenzia Fides) – La pace, la fraternità, la democrazia in Myanmar sono “una comune speranza per tutti i cittadini”: all'alba di un nuovo anno, “in Myanmar si prepara l’alba di una nuova era, fatta di libertà, giustizia, pace”. Lo afferma mons. Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon, tracciando, in una nota inviata all’Agenzia Fides, “una road map” per la nazione, che delinea le prospettive per il 2014.
L’Arcivescovo ricorda i molti progressi compiuti negli ultimi due anni dalla nazione che “ha aperto le porte al mondo”. Tuttavia, afferma, si è ancora all’inizio: “Molti detenuti politici restano in carcere e, mentre si parla di pace, continuano attacchi militari contro i civili nello stato Kachin. Mentre si gode di maggiore libertà di parola, alcuni l’hanno usata per incitare alla violenza contro fratelli e sorelle musulmani. La strada da percorrere è lunga, e ci sono molte sfide gravi da affrontare”.
Le riforme democratiche non sono garanzia della fine dei conflitti, ammonisce. “La pace si ottiene, è vero, con un lento e costante processo di dialogo, che comporta una soluzione politica per le minoranze etniche del Myanmar”. Tuttavia, nota mons. Bo, “la vera pace può essere raggiunta solo attraverso una rivoluzione del cuore, un rinnovamento delle menti e una riscoperta del valore della fraternità”. Mons. Bo cita il messaggio di Papa Francesco per la “Giornata Mondiale della Pace”, ricordando “l’insopprimibile anelito di fraternità” presente nel cuore di ogni uomo. E stigmatizza l'ondata di odio e di violenza, scatenatasi negli ultimi 18 mesi verso i cittadini birmani musulmani in diverse aree del paese, atti che, afferma, “portano alla morte della fraternità”.
Per questo il popolo birmano “ha il compito di ricostruire non solo gli edifici distrutti, ma le relazioni interpersonali e intercomunitarie, e di ricostruire il suo cuore”: nella diversità di etnie, società, religioni e culture, spiega il messaggio, “vi sono i semi di una vocazione a formare una comunità composta da fratelli e sorelle che si accettano e si prendono cura l'un l'altro”. La road map per il futuro del paese – conclude – passa per la costruzione di una “nazione arcobaleno”, in cui tutti, soprattutto le minoranze, sono trattate con uguale rispetto e parità di diritti: un nazione prospera perchè scevra da guerre e conflitti religiosi, dalla povertà, definita “una ferita all’anima della nazione”, e dalle violazione dei diritti umani fondamentali. (PA) (Agenzia Fides 4/1/2014)