mercoledì 23 novembre 2011

Pinnizzotto augura Buon Anno Liturgico a chi segre la Parola Di Dio

Carissimi nel Signore,
all’inizio del nuovo Anno liturgico è mio vivo desiderio porgere a voi, ai vostri cari ed alle Comunità cristiane in cui vivete ed operate il mio fraterno augurio perché la Pace di Colui che viene pervada i vostri cuori.

Inizia il 9° anno in cui preparo e condivido il piccolo/povero servizio del sussidio per la preparazione e l’animazione della Liturgia festiva. E’ un servizio parecchio oneroso, perché i tanti impegni personali, pastorali e di lavoro mi permettono di dedicare sempre meno tempo allo studio e, quindi, alla realizzazione dei fascicoli che ricevete.  Come ho più volte annunciato, la “tentazione” di lasciare questo impegno è stata da me valutata numerose volte… e, soprattutto, all’inizio di un nuovo Anno diventa più insistente la preoccupazione di non poterlo affrontare al meglio. Tuttavia, provo ad andare avanti, confortato e sostenuto da ciascuno di voi e, in particolare, da coloro che in ogni modo mi fanno pervenire segni di affetto, di stima e di riconoscenza, unitamente al preziosissimo sostegno della preghiera nella Comunione più intima e perfetta dei fratelli in Cristo. A tutti e a ciascuno la mia gratitudine!

Un “nuovo inizio” richiede sicuramente di verificare il cammino percorso fino a questo momento. Purtroppo, il “relativismo” domina non solo nel campo morale ma ovunque e, per quel che ci riguarda, anche nel campo liturgico. Troppo spesso nel preparare e curare la Liturgia ci lasciamo trascinare da fantasie personali, da attrazioni catechistiche e ludiche che giustifichiamo come “pastorali”, da gesti improvvisati che abbiamo visto in altre Comunità, ecc.  Sovente mi vengono richieste “novità” da introdurre nelle celebrazioni, dimenticando forse che “La Novità” è da individuare in Cristo stesso, che è venuto, che viene e che verrà. Pertanto, dinanzi a così imperante relativismo liturgico, è bene usare saggezza e prudenza perché distorte novità non ci distraggano dalla vero Novità! Conoscenza dei prenotanda  dei vari libri liturgici e degli insegnamenti del Magistero della Chiesa al fine di una corretta celebrazione della Liturgia sono la sicura medicina.

L’Anno liturgico, come ci siamo detti tante volte, non è un qualcosa di “ciclico”, un qualcosa che si ripete… ma è sempre nuova esperienza della celebrazione del Mistero di Cristo di cui ogni uomo è reso partecipe. Ogni anno deve essere per noi occasione in cui avanzare nell’accoglienza di questo Mistero, nel sentirLo e farLo “nostro”, perché giungiamo ad un fede matura e autentica… quindi, non si tratta di trovare e/o introdurre innovazioni nella Messa! Di grande aiuto sono per noi le parole del Prefazio I/A dell’Avvento: «Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, perché lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno».
La divina Liturgia è lo spazio più bello, più vero e più grande perché ciascuno di noi si ri-trovi parte del Mistero di Cristo, Signore e Salvatore. Vogliamo sciuparlo per noi e per i nostri fratelli? Non sarà meglio intensificare i nostri sforzi perché le nostre celebrazioni, ben preparate e curate, soprattutto accoglienti, decorose, sobrie e solenni allo stesso tempo, e ovviamente corrette edifichino ciascuno? Pastori e laici dobbiamo attuare una sinergia ( = Comunione) che ci aiuti a migliorare la qualità dei nostri servizi e ministeri:
-          pulizia e decoro dell’aula liturgica
-          pulizia e decoro dei lini, dei vasi e delle vesti
-          cura del servizio liturgico (accoliti, ministranti)
-          adeguata preparazione biblica e tecnica di chi proclama la Parola di Dio
-          preparazione dell’omelia e delle varie prese di parola (eventualmente anche da parte del commentatore)
-          uso dei formulari più appropriati per l’eucologia (non è possibile/pensabile scegliere ad ogni Messa la II prece eucaristica!!!)
-          scelta oculata dei canti (adeguati per i tempi liturgici) nonché degli strumenti (tante volte non si capisce se si è in chiesa o a uno spettacolo musicale/teatrale, in cui non ci si riesce a concentrare nella preghiera e nell’ascolto a causa di rumori assordanti!!!)
-          valorizzazione di ogni gesto (per esempio, la comunione sotto le due specie viene distribuita solo occasionalmente e in qualche chiesa!!!) e spazio (luogo della Parola, battistero, cero pasquale “vero” e non “tubo di plastica”…)

Mi sono permesso di richiamare brevissimamente solo alcuni aspetti, quelli che ritengo più importanti e urgenti da rivedere, anche perché di settimana in settimana non ci manca occasione per “ripassare” i vari temi. E, se mi permetto di richiamare sempre le stesse cose, vi prego di perdonarmi ma lo ritengo davvero necessario. Non si tratta di standardizzare le nostre celebrazioni, ma di renderle vere, dignitose, decorose… perché ognuno ne venga fuori edificato, trasformato.
Se il mio piccolo/povero aiuto della traccia per la preparazione e l’animazione della Liturgia serve solo a fare il “copia-incolla” della Preghiera universale o di qualche altra monizione, allora siamo davvero fuori strada!!!
Di profonda ricchezza sono queste espressioni dell’Arcivescovo Piero Marini, già Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, che spero possano esser fatte proprie da ciascuno: «Ho imparato ad amare la liturgia della Chiesa, che ritengo con la fede, il dono più grande ricevuto che dà un senso al mio vivere umano e sacerdotale in questo mondo» (1.X.2007).

Sento di dover rivolgere un pensiero di profonda gratitudine verso tutti coloro che nello studio dei documenti del Magistero, nella preghiera (personale e comunitaria) e nell’impegno fattivo e costante si prodigano per le proprie Comunità cristiane: fratelli Presbiteri e validissimi operatori pastorali.
Ringrazio coloro che, animati da sana e giusta curiosità, non si stancano di ricercare, studiare, capire e intraprendere le migliori strategie pastorali.
Ancora, come già detto sopra, esprimo viva riconoscenza a tutti coloro che mi scrivono, pazientando per le mie risposte che spesso tardano ad arrivare (vi prego di perdonarmi!!!), specialmente a coloro con cui, attraverso il mio servizio, ho avuto modo in questi anni di stringere legami di vera amicizia (anche attraverso incontri personali, spazi comunitari di formazione, ecc.).
Infondere coraggio, dare speranza, tendere alla mano ai tribolati è quanto deve scaturire dalle nostre belle Liturgie in quest’ora drammatica per molti popoli. Ognuno deve impegnarsi a fare in modo che il fratello accanto si senta accolto, aiutato, protetto, sostenuto… questo è il frutto più bello della nostra fede cristiana celebrata!
Ci aiuti il Signore a saperLo riconoscere mentre viene incontro alla nostra povertà, perché ogni cuore sia la Sua dimora, nell’imitazione più alta della Vergine Madre, cui affidiamo il nostro servizio e le nostre persone.

Salutandovi fraternamente, vi auguro di tutto cuore buon Anno liturgico e buon Avvento!!!




Vostro in Cristo
Antonio Paolo

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