martedì 28 giugno 2011

Il Patriarca di Venezia successore del card. Tettamanzi

Scola Arcivescovo a Milano: «Vengo con animo aperto»   versione testuale
 

VENEZIA (28 giugno, ore 18.30) - Oggi Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Milano presentata dal card. Dionigi Tettamanzi, in conformità al can. 401 § 1 del codice di Diritto canonico, e ha nominato arcivescovo metropolita di Milano il card. Angelo Scola, finora patriarca di Venezia. "Nel solco ideale del magistero dei suoi predecessori, e in particolare della straordinaria figura di sant'Ambrogio, sono certo che l'operato di Sua Eminenza sarà fonte d’ispirazione per la ricerca del bene comune, in spirito di concordia e di solidarietà, da parte di tutte le forze civili e sociali", ha scritto nel suo messaggio augurale al neoarcivescovo di Milano il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, auspicando il proseguimento, “anche a Milano”, del “proficuo lavoro avviato a Venezia in favore della reciproca comprensione tra le religioni, basata sui valori dell'accoglienza e del mutuo rispetto".
 
La “Chiesa madre”. “Lasciare Venezia dopo quasi dieci anni domanda sacrificio. D’altro canto la Chiesa di Milano è la mia Chiesa madre. In essa sono nato e sono stato simultaneamente svezzato alla vita e alla fede”. È quanto scrive il neoeletto arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola, nel suo primo messaggio di saluto alla diocesi ambrosiana chiedendo a tutti, vescovi, presbiteri e laici, “l’accoglienza della fede e la carità della preghiera. Lo chiedo in particolare alle famiglie, anche in vista del VII Incontro mondiale”. “Vi assicuro che il mio cuore ha già fatto spazio a tutti e a ciascuno – prosegue l’arcivescovo eletto –. Sono preso a servizio di una Chiesa che lo Spirito ha arricchito di preziosi e variegati tesori di vita cristiana dall’origine fino ai nostri giorni. Lo abbiamo visto, pieni di gratitudine, anche nelle beatificazioni di domenica scorsa. Mi impegno a svolgere questo servizio favorendo la pluriformità nell’unità. Sono consapevole dell’importanza della Chiesa ambrosiana per gli sviluppi dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso”.
 
Con umile e realistica fiducia. Rivolgendosi alle autorità civili, il card. Scola dichiara: “Vengo a voi con animo aperto e sentimenti di simpatia e oso sperare da parte vostra atteggiamenti analoghi verso di me. Chiedo al Signore di potermi inserire, con umile e realistica fiducia, nella lunga catena degli arcivescovi che si sono spesi per la nostra Chiesa”. “Ho bisogno di voi, di tutti voi, del vostro aiuto, ma soprattutto, in questo momento, del vostro affetto”, prosegue il porporato chiedendo in particolare la preghiera dei bambini, degli anziani, degli ammalati, dei più poveri ed emarginati. “Lo scambio d’amore con loro, ne sono certo, è ancor oggi prezioso alimento per l’operosità dei mondi che hanno fatto e fanno grande Milano: dalla scuola all’università, dal lavoro all’economia, alla politica, al mondo della comunicazione e dell’editoria, alla cultura, all’arte, alla magnanima condivisione sociale...”. Un augurio “particolare” alle migliaia di persone impegnate negli oratori, nei campi scuola, nelle vacanze guidate e “in special modo ai giovani” che si preparano alla Gmg di Madrid. Infine la manifestazione dell’“intenso affetto collegiale” ai cardinali Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi.
 
Uno scambio d’amore. Alla comunità veneziana convocata alle 12 di oggi nel Palazzo patriarcale il card. Scola ha dichiarato: “Potete ben capire come non sia facile per me darvi questa notizia... Vi dico semplicemente che ho accolto in obbedienza la decisione del Papa perché è il Papa”. “Debbo riconoscere – ha proseguito – che in questo momento il mio cuore è un po’ travagliato”; tuttavia molto più che gli “argomenti di carattere personale, conta la disposizione ad accogliere il disegno di Dio nella mia vita” che “passa dall’azione dello Spirito Santo nella Chiesa e in essa, in modo speciale, dal ministero del Santo Padre”. “Dio è sempre più grande e il Suo disegno su di noi, quando è accolto con animo aperto, è sempre il più conveniente, non solo per la propria persona ma anche per quanti ci sono stati affidati”. Di qui l’esortazione: “Siamo chiamati a guardare il disegno del Padre, voi e io insieme, con gli occhi e il cuore di chi ama la Chiesa nella sua splendente universalità che poggia su un’incessante comunione tra le Chiese particolari”. “Voglio vivere questa nomina come uno scambio di amore”, ha assicurato il card. Scola. “Con questo spirito accolgo la decisione del Santo Padre e chiedo a voi di fare parimenti”.

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