martedì 7 giugno 2011

lastampa.it . 9000 addetti sono troppi (quante famiglie?)

"L'Italia dei cantieri navali è poco competitiva"

Parla il presidente dei "T. Mariotti", Marco Bisagno DI FABIO POZZO
 "Nove mila addetti sono troppi: Fincantieri deve comunque tagliare. Hanno tagliato in Germania, Francia, Svezia... L’Italia è sovradimensionata rispetto al mercato». Parla senza scorciatoie, Marco Bisagno, ex numero uno di Confindustria Genova, presidente di T. Mariotti, cantiere tra i primi al mondo nella costruzione di navi da crociera ultra lusso (l’ultima commessa, da 550 milioni di dollari, tre unità per la Seabourn),che fa riferimento alla holding Genova Industrie Navali (Bisagno, famiglia Garrè, Paolo Zanetti), attiva anche nella realizzazione di megayacht e nelle riparazioni navali con San Giorgio del Porto, con scali a Genova, San Giorgio di Nogaro e - acquisto recente - Marsiglia.
Partiamo dal mercato?
"La battaglia per la costruzione di navi commerciali di serie l’abbiamo persa: i cantieri asiatici offrono prezzi per noi impossibili. L’Europa è ancora in gioco per le costruzioni più sofisticate, come le navi da crociera. Ma l’Italia è in sofferenza".
Perché?
"Le commesse di nuove navi da crociera si sono ridotte di un quinto, da 20 a 5 l’anno, e la guerra per aggiudicarsele si è inasprita. A spartirsi la torta sono Italia, Germania, Francia, Finlandia. Noi siamo i più deboli perché gli altri Paesi offrono agli armatori sistemi di finanziamento e benefici più convenienti. Parlo di credito all’export e di agevolazioni fiscali. La Francia copre al 100% il progetto, la Finlandia al 95%, in Italia è già difficile raggiungere l’80%. Io mi ci confronto ogni giorno: devo tagliare i costi per poter competere, ma non sempre mi riesce. E finché l’Italia non potrà competere alla pari con gli altri Paesi sarà sempre perdente".
Fincantieri e gli altri cantieri italiani lamentano l’assenza di politiche di sostegno.
"Io non sono per l’assistenza protetta, per le commesse di Stato. Dico però allo Stato di metterci nelle condizioni di competere alla pari con gli altri: e poi vincerà il migliore".
Fincantieri ha ritirato il piano, ma i problemi restano. Il calo di commesse è reale. Anche nel settore crociere.
"Gli armatori ordinano meno navi perché la crisi globale ha contratto i consumi. Ma anche perché molte compagnie hanno raggiunto un equilibrio di flotta. E poi devono far fronte all’aumento di carburante, al cambio sfavorevole dollaro-euro, ai conflitti in Nord Africa".
Può esserci una ripresa?
"I margini di sviluppo ci sono. Ci sarà sempre più bisogno di svago, e le crociere offrono una buona formula. Cresce inoltre l’esigenza di navi più caratterizzate. E poi, ci sono i nuovi turisti, come quelli del mercato emergente  cinese".
Privati per Fincantieri. Onorato della Moby ha parlato di nuovi traghetti per Tirrenia ed ex controllate.
"Lo conosco bene, è un manager attento ai conti. Se costruirà in Italia è perché gli converrà. Gli ultimi traghetti li ha fatti in Corea...".
Si è parlato anche di un suo possibile interesse per il cantiere genovese di Sestri Ponente, che il piano Fincantieri voleva chiudere. Come scalo per le riparazioni navali.
"Non ho nessuna pregiudiziale contro le società miste. Posso diventare socio di Fincantieri. Ma con una società che inglobi tutta la divisione delle riparazioni navali del gruppo: non posso essere socio a Genova e concorrente con Fincantieri Palermo".
Si parla del ribaltamento di Sestri Ponente, cioè dello scavalcamento della linea ferroviaria, che oggi divide in due il cantiere. Che ne pensa?
"E' un'opera che va fatta, per rendere più competitivo lo scalo".
Anche per le riparazioni navali?
"Guardi, Sestri Ponente per le riparazioni navali ha due negatività: c'è il vicino porticciolo turistico, che limita dgli spazi e il pescaggio non è sufficiente, perchè le riparazioni hanno bisogno di fondali maggiori rispetto alle costruzioni ex novo".
A proposito di spazi. Perché siete andati a comprare i cantieri di Marsiglia?
"L’Italia, rispetto ai Paesi concorrenti, è indietro anche nelle infrastrutture. Genova, città leader nel mondo per le riparazioni navali, non ha bacini adeguati per accogliere almeno il 70% delle navi da crociera attuali. Che vanno a rifarsi il make up altrove. Noi, per sopravvivere, siamo andati in Francia. E ci lavoriamo benissimo".
T. Mariotti ha costruito le tre unità gemelle per Seabourn: e adesso?
"Ad agosto variamo un megayacht di 53 metri. Il piccolo della casa: le nostre metrature superano anche i 70 metri, che sono le dimensioni dove siamo più competitivi. Quanto alle navi da crociera, c'è un progetto per ripetere la serie delle gemelle Seabourn e altri due o tre progetti...".
             

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