AFRICA/COSTA D’AVORIO - “Ci sono violente esplosioni nel centro di Abidjan” dice a Fides l’Arcivescovo Kutwa prima che si interrompa la comunicazione
Abidjan (Agenzia Fides) - “Mi trovo in un luogo nascosto. Sono in corso violenti combattimenti. Si sentono dei colpi molto forti” dice, prima che si interrompa la comunicazione, Sua Ecc. Mons. Jean-Pierre Kutwa, Arcivescovo di Abidjan, raggiunto dall’Agenzia Fides nel centro della capitale amministrativa della Costa d’Avorio, dove il Presidente uscente Laurent Gbagbo è ancora asserragliato nella residenza presidenziale, presa d’assalto dalle Forze Repubblicane, vicine al Presidente eletto Alassane Oattara. Secondo notizie di agenzia, forti esplosioni provengono sia dal Palazzo Presidenziale che dalla residenza del Capo dello Stato.La battaglia finale degli uomini di Ouattara, che è riconosciuto dalla comunità internazionale come legittimo Presidente della Costa d’Avorio, è iniziata ieri, 5 aprile. L’ONUCI (la missione delle Nazioni Unite in Costa d’Avorio) e le forze francesi hanno attaccato le armi pesanti delle forze di Gbagbo, sulla base della Risoluzione 1975 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che prevede la protezione dei civili. Durante la notte tra il 5 e il 6 aprile, Gbagbo, che non ha riconosciuto la vittoria di Ouattara nel ballottaggio del novembre 2010, avrebbe cercato una via negoziale, senza esito. (L.M.) (Agenzia Fides 6/4/2011)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Un “appello alla tolleranza per evitare nuove violenze” lanciato attraverso internet dal parroco del porto di Abidjan
Abidjan (Agenzia Fides) - “Dobbiamo continuare a lanciare appelli alla pace attraverso la rete delle parrocchie, anche grazie a Internet almeno nelle zone dove ancora funziona, perché i responsabili religiosi devono fare appello allo spirito delle persone, invitandole alla tolleranza” dice all’Agenzia Fides, p. Celestine Ikomba, scalibriniano, parroco e cappellano del porto di Abidjan, dove in queste ore infuria la battaglia condotta dalle Forze Repubblicane, vicine al Presidente eletto Alassane Ouattara, per conquistare il Palazzo presidenziale e la residenza del Capo dello Stato, dove è asserragliato il Presidente uscente Laurent Gbagbo. Ogni tentativo negoziale per convincere Gbagbo alla resa sembra essere fallito.“Chi ha ancora Internet funzionante, legga questi messaggi di tolleranza, e chi non lo ha può passare la voce di parrocchia in parrocchia, per diffondere l’appello alla tolleranza. Deve essere fatto ogni sforzo in questo senso” afferma p. Celestine. A seguito di settimane di combattimenti, la situazione umanitaria nel Paese si è aggravata. Secondo l’ONU gli sfollati ivoriani sono più di un milione. Anche ad Abidjan, la capitale economica ed amministrativa del Paese, le condizioni umanitarie sono molto gravi. Le strutture della Chiesa sono state messe a disposizione degli sfollati, come testimonia p. Celestine: “nella parrocchia del porto, dedicata a Sant’Antonio, abbiamo accolto solo ieri 80 sfollati in fuga dai combattimenti, stiamo cercando di trovare il modo di nutrirli e sostenerli”. (L.M.) (Agenzia Fides 6/4/2011)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Il Nunzio ad Abidjan denuncia gravi violazioni dei diritti umani e testimonia l’aiuto alle vittime da parte della Chiesa
Abidjan (Agenzia Fides) - “Le popolazioni civili sono le prime vittime: subiscono violenze gravi” ha affermato Sua Ecc. Mons. Ambrose Madtha, Nunzio Apostolico in Costa d’Avorio, alla sezione francese di Aiuto alla Chiesa che soffre (Aide à l’Église en Détresse, AED), la quale ha inviato all’Agenzia Fides un comunicato al riguardo. “Vi sono molteplici uccisioni (persone sono state assassinate dai colpi delle armi pesanti, sgozzate, bruciate vive), vi sono rapimenti, saccheggi, ecc…” denuncia il Nunzio. “Le famiglie scappano dalle violenze e si rifugiano in gran parte nelle chiese”. La diocesi di Man (in particolare le città di Agboville e di Duékoué, dove sono state scoperte fosse comuni con centinaia di cadaveri) e le arcidiocesi di Abidjan e di Gagnoa sono le più colpite.“Gli sfollati sono veramente privi di tutto, perché sono stati costretti ad abbandonare ogni cosa per fuggire” spiega Mons. Madtha. “Mancano cibo, acqua potabile, medicine, vestiti. Assistiamo queste persone condividendo con loro il poco che abbiamo. Ma di fronte alla gravità della situazione ed ai bisogni immensi, vi chiediamo di aiutarci” conclude il Nunzio.
L’AED ha inviato aiuti per 25mila euro come prima forma di soccorso. “Non siamo specialisti degli aiuti d’emergenza” dichiara Marc Fromager, Direttore dell’AED, “ma non possiamo rimanere insensibili a questo dramma che si svolge sotto i nostri occhi”.
Papa Benedetto XVI ha lanciato oggi, 6 aprile, un appello per la fine delle violenze in Costa d’Avorio. “Continuo a seguire con grande apprensione – ha detto il Santo Padre - le drammatiche vicende che le care popolazioni della Costa d'Avorio e della Libia stanno vivendo in questi giorni. Mi auguro inoltre - ha aggiunto - che il Cardinale Turkson, che avevo incaricato di recarsi in Costa d'Avorio per manifestare la mia solidarietà possa presto entrare nel Paese. Prego per le vittime - ha proseguito il Papa - e sono vicino a tutti coloro che stanno soffrendo. La violenza e l'odio sono sempre una sconfitta”. (L.M.) (Agenzia Fides 6/4/2011)