Pechino (Agenzia Fides) - Il mese di maggio, dedicato dalla devozione popolare alla Vergine Maria, è stato scelto da diverse congregazioni religiose femminili per promuovere le vocazioni e confermare il proprio "sì" al Signore, come fece Maria, attraverso la professione dei voti e la celebrazione degli anniversari della vita consacrata, a conferma della vitalità delle vocazioni femminili nel continente. Secondo le informazioni pervenute all'Agenzia Fides, domenica 8 maggio una suora della Congregazione delle Piccole Figlie dello Spirito Santo della diocesi di Lan Zhou ha emesso i voti perpetui e altre 7 religiose hanno rinnovato i voti temporanei. Oltre 500 fedeli hanno partecipato a "questo momento di speranza e di vitalità della Chiesa". Anche il Vescovo diocesano, che ha presieduto la celebrazione, ha esortato le religiose a "portare la Croce, dando un segno coraggioso di fede al mondo".
La diocesi di An Yang della provincia di He Nan ha festeggiato 25 anni di vita consacrata di 11 suore della Congregazione di S. Giuseppe, esprimendo la gratitudine per il loro servizio e la loro dedizione, per la loro testimonianza dell'Amore di Cristo e la risposta alla vocazione. Venti sacerdoti hanno concelebrato con il Vescovo diocesano la Messa di ringraziamento, cui hanno preso parte una sessantina di suore e oltre 600 fedeli. Attualmente la Congregazione, che è stata fondata da un missionario italiano del Pime nel 1920, conta 116 religiose: 98 di voti perpetui e 18 di voti temporanei. La maggiore parte delle suore sono impegnate nell'evangelizzazione e nel servizio sociale, attraverso un asilo, una clinica oculistica, ecc. (NZ) (Agenzia Fides 10/05/2011)
Fatti, scritti, immagini, video riguardanti i paesi della Bassa vicini a San Giorgio di Nogaro
martedì 10 maggio 2011
AFRICA/LIBIA - Mancano medicinali, cibo e forniture essenziali per i profughi della regione delle Western Mountains
Sughead (Agenzia Fides) - Gli scontri tra le forze del governo e quelle dell'opposizione nella regione libica delle Western Mountains, conosciuta anche come Nefusa Mountains, hanno bloccato l'accesso di migliaia di civili in fuga, aggravandone l'emergenza umanitaria. Dal mese di aprile infatti sono fuggite almeno 40 mila persone. Secondo fonti dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), oltre 8 mila, prevalentemente donne e bambini berberi, sono arrivati completamente sprovvisti di tutto a Dehiba, località di frontiera in Tunisia. Gli scontri hanno impedito la distribuzione delle forniture essenziali a Yafran, Qalaa e altre città, sollevando preoccupazione sulle condizioni della popolazione. Scarseggiano anche medicine, personale sanitario e cibo.
In una nota diffusa dasll'agenzia Irin, un cooperante della associazione umanitaria libica el-Hurra, una delle principali distributrici di cibo, vestiario, giocattoli e cure mediche nei campi profughi, definisce catastrofica la situazione nel paese. Circa 1.500 persone hanno trovato accoglienza nel campo profughi di Ramada, in Tunisia, 25 chilometri dal confine con la Libia. Secondo l' International Medical Corps (IMC), le forze del governo potrebbero avere inquinato i pozzi che forniscono acqua a Nalut. Le famiglie sono molto preoccupate per la loro permanenza nei campi profughi. Secondo l'IMC negli ultimi giorni le forze del governo hanno lanciato oltre 50 missili Grad a Zintan, e altri attacchi sono stati perpetrati alle periferie di Nalut. Secondo Human Rights Watch (HRW), vista la portata degli attacchi che hanno danneggiato moschee, abitazioni, e sfiorato gli ospedali, il governo si è concentrato poco sugli obiettivi militari da colpire. Il direttore del pronto soccorso dell'ospedale di Tataouine in Tunisia, 100 chilometri da Dehiba, ha dichiarato che ogni giorno in ospedale vengono assistiti almeno 5 profughi libici. Prima dell'inizio degli scontri a febbraio, Zintan, città prevalentemente abitata da arabi, aveva 40 mila residenti. Nalut e Takut, prevalentemente berbere, ne aveva rispettivamente 93 mila e 10 mila. (AP) (10/5/2011 Agenzia Fides
In una nota diffusa dasll'agenzia Irin, un cooperante della associazione umanitaria libica el-Hurra, una delle principali distributrici di cibo, vestiario, giocattoli e cure mediche nei campi profughi, definisce catastrofica la situazione nel paese. Circa 1.500 persone hanno trovato accoglienza nel campo profughi di Ramada, in Tunisia, 25 chilometri dal confine con la Libia. Secondo l' International Medical Corps (IMC), le forze del governo potrebbero avere inquinato i pozzi che forniscono acqua a Nalut. Le famiglie sono molto preoccupate per la loro permanenza nei campi profughi. Secondo l'IMC negli ultimi giorni le forze del governo hanno lanciato oltre 50 missili Grad a Zintan, e altri attacchi sono stati perpetrati alle periferie di Nalut. Secondo Human Rights Watch (HRW), vista la portata degli attacchi che hanno danneggiato moschee, abitazioni, e sfiorato gli ospedali, il governo si è concentrato poco sugli obiettivi militari da colpire. Il direttore del pronto soccorso dell'ospedale di Tataouine in Tunisia, 100 chilometri da Dehiba, ha dichiarato che ogni giorno in ospedale vengono assistiti almeno 5 profughi libici. Prima dell'inizio degli scontri a febbraio, Zintan, città prevalentemente abitata da arabi, aveva 40 mila residenti. Nalut e Takut, prevalentemente berbere, ne aveva rispettivamente 93 mila e 10 mila. (AP) (10/5/2011 Agenzia Fides
Iscriviti a:
Post (Atom)