ASIA/LIBANO - La Chiesa maronita: nuova legge elettorale e diritto di voto per i libanesi all'estero
Bkerkè (Agenzia Fides) - Il dibattito sulla legge elettorale è "una priorità assoluta". Va accantonato il modello del 1960, utilizzato alle ultime elezioni del 2009, perchè non garantisce "un'equa rappresentanza dell'elettorato". E soprattutto, la nuova legge dovrà accordare agli espatriati il diritto di voto, nel rispetto della parità tra musulmani e cristiani, sancita dalla Costituzione. Sono alcune indicazioni contenute in un intervento dell'Episcopato maronita, riunito in questi giorni sotto la presidenza del Patriarca Béchara Boutros Raï. I Vescovi rimarcano l'urgenza di una riforma elettorale che "assicuri la libertà del voto" e punti a "salvaguardare il risultato elettorale da ogni potenziale manipolazione".
In un comunicato pervenuto all'Agenzia Fides, l'assemblea chiede misure concrete per garantire la piena democraticità del voto, previsto a giugno 2013: istituire una commissione indipendente incaricata di monitorare lo scrutinio; garantire la piena libertà d'accesso ai media per tutti i candidati; contrastare la compravendita di voti.
Nel dibattito sulla legge elettorale, in vista delle prossime consultazioni politiche, si contrappongono con crescente animosità i blocchi politici libanesi. La legge elettorale in vigore alle elezioni del 2009 era caratterizzata da un sistema maggioritario secco e dalla divisione del Libano in numerose circoscrizioni elettorali di piccole dimensioni (corrispondenti grosso modo ai distretti qada'), caratterizzate da forte omogeneità confessionale. Tale modello ora viene considerato inadeguato dalla gran parte delle sigle politiche. Ipotesi proporzionaliste, sostenute dagli sciiti Hezbollah, si oppongono a progetti basati su piccole circoscrizioni elettorali, come quello presentato dal partito delle Forze libanesi (FL) di Samir Geagea. (GV) (Agenzia Fides 29/9/2012)