ASIA/PAKISTAN - Rimsha è libera; il suo caso sostiene il riesame della legge sulla blasfemia
Islamabad (Agenzia Fides) - Questa mattina il giudice pakistano
Muhammad Azam Khan ha disposto la libertà su cauzione di Rimsha Masih,
l'adolescente cristiana arrestata in Pakistan con l'accusa di blasfemia
per aver bruciato alcune pagine del Corano. La quota per la liberazione è
stata fissata a 500mila rupie, pari a circa 4500 euro. La richiesta di
libertà su cauzione è stata accettata perché le prove sono state
giudicate insufficienti a proseguire lo stato di detenzione della
minorenne, affetta da disabilità mentale. Il pronunciamento del giudice,
dapprima annunciato per le ore 15 locali - quindi dopo la preghiera del
Venerdì - è stata poi anticipato a sorpresa.
"La decisione a favore della bimba è positiva per molte ragioni"
dichiara all'Agenzia Fides il professor Mobeen Shahid, docente di
pensiero e religione islamica presso la Pontificia Università
Lateranense. Secondo il professore, "per la prima volta si è riusciti a
mostrare con evidenza come la legge sulla blasfemia possa essere
manipolata a partire da accuse false. Ciò aiuta la riflessione già in
atto su possibili modifiche nelle procedure di applicazione di questa
legge". Shadid indica alcuni punti che possono essere oggetto di
rettifica: "Prima di accogliere ogni denuncia di blasfemia occorre che i
fatti vengano vagliati con rigore attraverso adeguate investigazioni. E
anche gli accusatori devono essere tenuti in isolamento, per evitare di
istigare reazioni di odio nelle masse, fino a quando l'accusa non è
stata provata. Se poi le accuse si rivelano false - e questo viene
suggerito anche dagli Ulema - gli accusatori devono essere puniti".
"Il caso di Rimsha - aggiunge a Fides padre Inayat Bernard,
condirettore del magazine "The Christian View" di Lahore -, è
un'opportunità per riesaminare nel suo insieme l'applicazione della
legge sulla blasfemia che tante vittime ha fatto in passato tra le
minoranze religiose ma soprattutto fra i musulmani, a causa dei numerosi
abusi. La nuova consapevolezza che il caso di Rimsha ha generato
nell'opinione pubblica pachistana è un passo avanti e un'opportunità da
non perdere per affermare nella società pakistana il rispetto della
dignità umana e dei suoi diritti. Come comunità cristiana speriamo che
le istituzioni, le forze politiche e le comunità religiose, alla luce di
questi ultimi sviluppi, possano convergere nel comune intento di
evitare in Pakistan l'uso strumentale della religione". (GV). (Agenzia
Fides 7/9/2012).