ASIA/SIRIA - Appello dalla popolazione della Mesopotamia, abbandonata a se stessa
Hassakè (Agenzia Fides) - Hassakè, capoluogo della Mesopotamia
(Siria Orientale), è una città fantasma, isolata dal resto del mondo. La
popolazione soffre il freddo, non ha carburante, l'acqua scarseggia,
c'è solo un'ora di elettricità al giorno. Oltre 25mila cristiani
(siro-ortodossi, siro-cattolici, caldei, armeni) assiepati nella città,
molti dei quali rifugiati dalle aree circostanti, lanciano un allarme
per la sopravvivenza tramite alcuni messaggi pervenuti all'Agenzia
Fides.
Dopo l'appello diffuso due mesi fa dai tre Vescovi della regione, che
"lanciavano un SOS per evitare la catastrofe" (vedi Fides 23/11/2012),
"nulla è stato fatto: nessuno si cura della popolazione stremata di
Hassake, che ha urgente bisogno di aiuti umanitari", ribadiscono i
Presuli. I Vescovi, come il siro-cattolico Mons. Jacques Behnan Hindo e
il siro-ortodosso Mons. Matta Roham, stanno intensificando i contatti
con gli altri leader cristiani siriani e con le organizzazioni
umanitarie, ma la riposta che ricevono non lascia spiragli: "E'
impossibile portare aiuti ad Hassakè perchè è troppo pericoloso e
mancano le minime condizioni di sicurezza".
Dopo la città di Tall Tamr, la regione è infestata da gruppi islamisti e
terroristi che impongono numerosi posti di blocco sulle strade. Si
tratta dei militanti di "Jubhat el Nosra", fazione salafita che anche
gli Stati Uniti hanno di recente inserito nela lista nera dei "gruppi
terroristi". A loro si aggiungono banditi comuni che compiono rapine,
razzie, sequestri, saccheggi, anche in città. La popolazione "sta
morendo lentamente, abbandonata a se stessa", nota a Fides p. Ibrahim,
prete cristiano residente ad Hassakè.
"La popolazione soffre la fame e vive nel terrore" racconta. "Ogni
giorno, alle 3 del pomeriggio, scatta una sorta di coprifuoco, perchè
per le strade scorrazzano gruppi armati. Si susseguono i sequestri, a
volte con richiesta di riscatto, a volte no. Nei giorni scorsi due
fratelli della famiglia Bashr e due giovani della famiglia Fram sono
stati uccisi a bruciapelo per strada. I giovani cristiani sono
minacciati e terrorizzati, al 90% sono fuggiti dalla città. Se i giovani
se ne vanno, a cosa serviranno le nostre chiese?", dice sconsolato.
Secondo quanto racconta all'Agenzia Fides Georgius, studente
universitario cristiano che ha la famiglia ad Hassakè e che da pochi
giorni si è rifugiato in Libano, "i miliziani con le bandiere nere del
gruppo Jubhat el Nosra hanno preso di mira tutti i giovani nati fa il
1990 e il 1992. Li cercano, li accusano di essere militari in servizio
di leva, li uccidono a sangue freddo. Vogliono terrorizzare i giovani
per impedire di arruolarsi". La popolazione di Hassakè, allo stremo
delle forze, riferisce Georgius, "teme l'assalto finale alla città che
potrebbe causare l' esodo definitivo dei cristiani da Hassakè". (PA)
(Agenzia Fides 17/1/2013)