"La sfida educativa è più importante della crisi economica"
UDINE (24 settembre, ore 18.30) - “La sfida educativa è più seria della crisi economica”. Lo ha detto sabato pomeriggio l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, durante l’incontro in Cattedrale con i catechisti e gli animatori della Chiesa udinese. “Bambini e adolescenti non sanno protestare e scioperare – ha continuato mons. Mazzocato – ma poi li ritroviamo ad ubriacandosi in piazza”. Obiettivo dell’incontro è stata la presentazione della proposta diocesana “La vita buona del Vangelo nella Chiesa di Udine”, un testo di lavoro per riflettere ed interrogarsi come Chiesa per giungere a una concezione condivisa dell’educazione e della situazione attuale. “L’educazione oggi deve superare molti ostacoli – ha detto mons. Mazzocato ai catechisti – ma nessuno si deve rassegnare. Vanno trovate nuove strade per non abbandonare i più piccoli. I nostri figli sono da amare e non da abbandonare nella vita”.
Secondo l'Arcivescovo, "per quest’anno sono due le parole che rappresentano l'impegno verso l'educazione: "coinvolgimento" e "ascolto". Per questo - ha continuato - abbiamo deciso di invitare il maggior numero possibile di cristiani impegnati in compiti educativi. Dobbiamo metterci insieme attivamente".
E' stato l’Arcivescovo di Udine a consegnare ad ogni catechista presente in Duomo il sussidio per l’anno pastorale 2011/2012. Si tratta di una pubblicazione, a mo’ di quaderno, che contiene la cosiddetta «proposta diocesana» sul tema appena citato e, nella seconda parte, le «indicazioni metodologiche» per camminare tutti con lo stesso passo.
In questo primo anno pastorale, sottolinea l’Arcivescovo, ci si impegnerà al coinvolgimento e all’ascolto del numero più alto possibile di educatori. In particolare di preti e diaconi, religiose/i e persone di vita consacrata, associazioni e movimenti laicali, catechisti dei fanciulli, dei ragazzi ed animatori dei giovani, insegnanti di religione cattolica, insegnanti delle scuole cattoliche dell’infanzia, primaria e secondaria, consigli pastorali foraniali e parrocchiali, genitori.
Il primo obiettivo da raggiungere, spiega mons. Mazzocato, è «condividere, di fronte ad un diffuso senso di rassegnazione, la convinzione che il fronte dell’educazione non va mai abbandonato, costi quel che costi, perché i bambini non vanno lasciati andare a se stessi nella vita a cui li abbiamo generati. Educare è la missione storica che ogni generazione riceve nei confronti della persona in crescita. Sul significato di educazione non c’è però uniformità di vedute, ma sussiste una certa confusione. Tale confusione ha inevitabili ricadute sui metodi educativi che si seguono in famiglia, nel catechismo, nella pastorale giovanile, a scuola, nelle associazioni sportive … Per questo miriamo ad avere, anche, un modo condiviso di pensare il senso, le condizioni e gli obiettivi di una buona educazione».
Per rispondere, però, in modo efficace alla sfida educativa è fondamentale capire bene come stanno le cose sul campo dell’educazione; capire i bambini e i giovani, le interferenze che ostacolano il loro dialogo con genitori ed educatori, le vie aperte per raggiungerli in profondità. Un contributo importante possono offrirlo gli adulti che si dedicano a loro con passione e fedeltà.
«Nel prossimo anno pastorale – continua l’Arcivescovo – creeremo, allora, le condizioni perché quanti desiderano possano portare la loro esperienza, sentendosi attivamente coinvolti nell’impegno di tutta la diocesi a favore dell’educazione dei nostri ragazzi».
«Nel prossimo anno pastorale – continua l’Arcivescovo – creeremo, allora, le condizioni perché quanti desiderano possano portare la loro esperienza, sentendosi attivamente coinvolti nell’impegno di tutta la diocesi a favore dell’educazione dei nostri ragazzi».
Per fare tutto questo, ecco pronto, dunque, il sussidio che sarà distribuito capillarmente nei prossimi giorni. Al suo interno la proposta diocesana «Educare alla vita buona del Vangelo nella Chiesa di Udine» che rappresenta la piattaforma comune con la quale confrontarsi.
Composta da una «Introduzione» e dalle «Note sull’educazione», essa è frutto della riflessione del Vescovo con la stretta collaborazione di una commissione di studio e l’apporto del Consiglio Pastorale diocesano, dei direttori degli uffici pastorali diocesani e dei delegati episcopali per la formazione dei laici e della cultura.
«Il testo di lavoro – si legge nel sussidio – è come un canovaccio che si arricchirà progressivamente del contributo degli educatori che si coinvolgeranno nel lavoro fino ad arrivare alla stesura di una lettera pastorale dell’Arcivescovo contenente le scelte qualificanti e orientamenti pastorali per la nostra opera educativa in ambito diocesano».
Ma come diventare protagonisti di questo percorso ecclesiale? Ecco allora alcune indicazioni metodologiche, contenute nella seconda parte del sussidio, che puntano a promuovere incontri di gruppo di educatori a livello foraniale, parrocchiale, associativo o di categoria e a coinvolgere le singole persone interessate e attive in campo educativo. Con l’aiuto di alcuni strumenti di indagine (2 schede verbale per gli incontri di gruppo, questionario individuale, scheda «buona pratica») distribuiti nei vari incontri e scaricabili dal sito diocesano, si raccoglieranno i diversi contributi, in modo ordinato ed omogeneo in tutta la diocesi. Sarà data così a tutte le persone coinvolte, la possibilità di arricchire la proposta diocesana, di dare una lettura approfondita della realtà educativa nella quale si è immersi con le sue difficoltà e opportunità e di raccogliere le esperienze educative ritenute esemplari per i buoni risultati conseguiti. Un contributo che non sarà assolutamente disperso, ma che sarà raccolto e rilanciato nel convegno diocesano a conclusione dell’anno pastorale, già programmato per sabato 19 maggio del 2012: «Un momento di discernimento comunitario – conclude l’Arcivescovo – per capire che cosa lo Spirito Santo ha detto alla nostra Chiesa grazie al coinvolgimento e all’ascolto di tante persone impegnate nell’educazione dei piccoli e dei giovani». Per cominciare a rinnovare l’opera educativa nella Chiesa e nella società.