Non certo un ruolo "residuale" attende la Bassa Friulana ed il suo sistema portuale-industriale centrato sull'Aussa Corno con la decisione dell'Unione europea di porre il Corridoio ferroviario Baltico Adriatico al primo posto della sua nuova lista di priorità infrastrutturale, ha rimarcato l'assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi concludendo, mercoledì 9 novembre, al municipio di San Giorgio di Nogaro l'incontro "Porto Nogaro: disegno di legge regionale per l'Autorità portuale regionale e dragaggi", promosso dal locale Consorzio per lo sviluppo industriale guidato da Tullio Bratta.
Ma affinchè questo scenario di sviluppo possa realmente concretizzarsi, Porto Nogaro ed Aussa Corno devono poter contare su nuovi assi viari, "su gomma" con il secondo accesso alla Zona industriale, e "su ferro" (risolvendo il nodo del transito ferroviario "tra le case di San Giorgio", ha osservato lo stesso Riccardi), e dando finalmente riavvio ai dragaggi del Corno, dopo ben 9 anni di commissariamento, ha osservato il sindaco di San Giorgio Pietro del Frate.
Opere di approfondimento del canale di accesso alle banchine portuali, ha peraltro indicato lo stesso commissario delegato per la Laguna maranese Gianni Menchini, che potrebbero riprendere prossimamente "e velocemente" grazie all'inizio dei lavori di adeguamento alla prima delle tre vasche di stoccaggio temporaneo dei fanghi lagunari: tre mesi, si ipotizzano, per avere a disposizione il primo sito di deposito.
Così "adeguato", il tessuto economico-industriale della Bassa Friulana avrebbe le carte a posto per accettare la sfida che il Corridoio Baltico Adriatico imporrà a tutto il Friuli Venezia Giulia, ai tre scali di Trieste, Monfalcone e Porto Nogaro ("nessuno pensi di giocare da solo", ha ammonito Riccardi), ai quali però non è sufficiente dotarsi di nuove infrastrutture: "è necessario, infatti - ha evidenziato l'assessore regionale - raggiungere una maggior efficienza nei sistemi logistici e nelle gestioni ferroviari", considerato ad esempio che la ferrovia Pontebbana - "la via di Tarvisio" della direttrice baltico/adriatica, come è stata chiamata da Riccardi - viaggia oggi al 25 per cento delle sua potenzialità di traffico o il porto di Trieste "mette su vagone" soltanto 1/4 dei suoi traffici containerizzati.
In questo contesto, oggi che è stata riconosciuta dalla Ue la valenza FVG quale terminale del Corridoio tra Baltico ed Adriatico, si inserisce il disegno di legge sulla portualità regionale "che il prossimo 18 novembre sarà formalmente approvato dalla Giunta Tondo", ha confermato l'assessore.
"Un provvedimento - ha concluso Riccardi - con il quale abbiamo voluto 'occupare' gli spazi di manovra riconosciutici dallo Stato nel nostro Statuto di autonomia e che necessariamente dovrà vedere una chiara condivisione, come espressamente indicato nel ddl, con il sistema delle autonomie locali e gli operatori economici portuali: non a caso - ha ricordato - è previsto che tutto il processo di pianificazione riguardanti i porti debba essere condizionato nelle attività di programmazione da una precisa intesa con gli Enti locali coinvolti. Non c'è difatti nessuna volontà della Regione 'di fare da sola'".
Fonte: Ufficio stampa - Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia