ASIA/NEPAL - Nessun accordo sulla Costituzione: lo spettro è l'instabilità
Kathmandu (Agenzia Fides) - L'Assemblea costituente del Nepal, a quattro anni dalla sua creazione, non ha ancora raggiunto un accordo sulla redazione della nuova Carta, mentre si avvicina la data di scadenza per la conclusione dei lavori, il 27 maggio prossimo. Come stabilito dalla Corte Suprema del Nepal, la data di scadenza non è più procrastinabile, come già accaduto numerose volte. Sono molte le questioni ancora aperte: la forma di governo, la struttura dello stato federale, il numero dei distretti, e altre ancora. Mentre trionfano interessi particolari, i partiti politici, notano fonti di Fides, non riescono a trovare un accordo per il bene del paese. La società civile e le comunità religiose sono fortemente preoccupate in quanto, se non venisse trovato un accordo nei prossimi venti giorni, il paese potrebbe ricadere nell'instabilità e in un futuro cupo. La posta in gioco, molto alta, è la definitiva transizione del Nepal da regno indù a una democrazia laica.
L'opinione pubblica è piuttosto sfiduciata anche se, secondo gli osservatori, è possibile che un progetto scheletrico di Costituzione possa essere prodotto in extremis, entro il 27 maggio: a tal fine ieri il Premier Baburam Bhattarai, leader del Partito Comunista del Nepal, ha annunciato la formazione di un nuovo esecutivo di ampia coalizione, che includerà i due principali partiti di opposizione, il "Congresso Nepalese" e il "Partito Comunista Marxista Leninista" del Nepal.
In tale fase di incertezza, la comunità internazionale dovrebbe fare pressioni e sostenere gli sforzi dell'Assemblea Costituente, nota in un comunicato inviato a Fides l'Ong "Christian Solidarity Worldwide" (CSW), insistendo sul fatto che si presti debita attenzione alla tutela dei diritti umani fondamentali dei cittadini nepalesi, incluso il diritto alla libertà di religione, e che si mantenga ben presente "una sana cultura del pluralismo religioso". (PA) (Agenzia Fides 3/5/2012)
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ASIA/NEPAL - Il Vicario apostolico: "Libertà religiosa a rischio, cresce l'estremismo indù"
Kathmandu (Agenzia Fides) - "Speriamo vivamente che i lavori per la nuova Costituzione vengano ultimati. Ci appelliamo alla responsabilità e alla buona volontà di tutte le forze politiche. Chiediamo, per il futuro, il pieno rispetto della libertà religiosa in Nepal": è l'appello lanciato tramite l'Agenzia Fides dal Vicario Apostolico del Nepal, Sua Ecc. Mons. Anthony Sharma, SJ, mentre, con l'approssimarsi della scadenza del 27 maggio, l'impasse per la redazione della nuova carta non è ancora superato.
"La Chiesa - ribadisce il Vicario apostolico - chiede che la nuova Costituzione sancisca la piena libertà religiosa. Vogliamo uno stato laico, che tuteli le libertà e i diritti individuali e riconosca tutte le comunità religiose. Auspichiamo una Carta che dia uguali diritti alle donne, pari opportunità, superando definitivamente il sistema delle caste". Se il testo non verrà ultimato, nota mons. Sharma, tali principi fondamentali possono essere in pericolo: "Il Nepal era un regno indù. Oggi esistono ancora partiti e gruppi che vorrebbero fare del Nepal una nazione indù. Questo retaggio ha dato vita al Nepal Defense Army (NDA), gruppo radicale indù che in passato ha colpito persone e obiettivi cristiani. Sospettiamo sia finanziato dai gruppi estremisti indù che operano in India, come il RSS (Rashtriya Swayamsevak Sangh)".
In Nepal, le circa 2.500 comunità cristiane e i 2 milioni di fedeli cristiani intendono contribuire allo sviluppo del paese, operando nel rispetto della dignità di ogni uomo. La Chiesa cattolica (oltre 7.000 anime) si impegna soprattutto con il servizio dell'istruzione, per tutti i cittadini. Le 32 scuole cattoliche insegnano i valori fondamentali a circa 21mila alunni, fra cui 11mila ragazze. "La Chiesa - conclude il Vicario - ha sempre offerto la testimonianza dell'amore di Cristo tramite opere sociali. Così molti ci chiedono di diventare cristiani e abbiamo da 300 a 500 nuovi battezzati l'anno". (PA) (Agenzia Fides 3/5/2012)