ASIA/PAKISTAN - Le organizzazioni criminali continuano a sfruttare donne e bambini per la tratta di esseri umani
Islamabad (Agenzia Fides) - Si stima che ogni anno, in tutto il mondo, oltre 700 mila persone siano vittime del traffico di esseri umani, considerato come la terza fonte di guadagno per le organizzazioni criminali che sottopongono le vittime a prostituzione o lavori forzati, in particolare donne e bambini. Il più grande numero di vittime viene dall'Asia, con oltre 225 mila persone all'anno provenienti dal sudest asiatico e oltre 150 mila dall'Asia meridionale. L'ex Unione Sovietica è considerata ora la più grande nuova fonte di tratta con oltre 100 mila persone all'anno provenienti da questa regione. Altri 75 mila provengono dall'Europa centrale e dell'est, oltre 100 mila da America latina e Caraibi, e oltre 50 mila dall'Africa. La maggior parte delle vittime vengono inviate in Asia, Medio Oriente, Europa occidentale e Nord America.
In Asia il Pakistan è fonte, punto di transito e di destinazione per uomini, donne e bambini soggetti a questo fenomeno. Ragazzi e ragazze vengono comprati, venduti, affittati, o rapiti per farli lavorare in circuiti organizzati, illegali, accattonaggio, lavori domestici, prostituzione, e lavori forzati nei campi. Le ragazze e le donne sono vendute per matrimoni forzati. In alcune zone del Pakistan vengono vendute come animali. Migliore è la 'condizione' della donna, più elevato è il prezzo che viene stabilito dagli acquirenti. Una volta comprate vengono tenute in prigioni private o portate in altre parti del Pakistan e all'estero per essere ri-vendute ed utilizzate per la prostituzione, lo spaccio di droga e i lavori forzati. Una volta che il proprietario non ne vuole più sapere o la donna perde la sua utilità, la vende a qualcun altro. Molte ragazze, alcune minorenni, partoriscono bambini che poi vengono venduti nei mercati.
La tratta delle donne è sempre stata presente sin dalla creazione del Pakistan. Durante la partizione, migliaia di donne furono rapite da entrambe le parti dei confini di India e Pakistan per essere vendute o costrette a prostituirsi. Dopo la creazione del Bangladesh si è verificata l'opportunità di trafficare con altre migliaia di donne. Nei periodi delle guerre, alluvioni o altri disastri naturali si registra sempre un aumento della tratta perchè dilaga la povertà, la gente è disperata e le donne vengono costrette a matrimoni con vecchi o all'espianto di organi per poter saldare i debiti. Per limitare il fenomeno, il Pakistan proibisce ogni tipo di traffico transnazionale, attraverso il Prevention and Control of Human Trafficking Ordinance (PACHTO) che prevede punizioni da 7 a 14 anni di carcere. Inoltre, il Bonded Labor System Abolition Act vieta i lavori forzati infliggendo pene che vanno dai 2 ai 5 anni di carcere o multe ai contravventori. Il Governo del paese sta seriamente lottando contro questo grave fenomeno tentando di eliminarne almeno una parte. (AP) (20/7/2011 Agenzia Fides)