lunedì 10 ottobre 2011

Terra Santa: i leader cristiani condannano la profanazione di luoghi di culto e cimiteri


Dura condanna e richiesta di provvedimenti severi sono state espresse dall’Assemblea degli Ordinari cristiani di Terra Santa che, in una nota, hanno commentato i sempre più frequenti atti di vandalismo e di profanazione ai danni di luoghi di culto e cimiteri arabi e cristiani in tutta la regione, dalla Galilea a Jaffa, dietro i quali ci sarebbero estremisti ebrei. “Questi atti – affermano gli Ordinari - non hanno nulla a che fare con la religione, non servono agli interessi dello Stato, ma minacciano la coesistenza pacifica e la sicurezza dei cittadini. Di conseguenza li condanniamo e invitiamo tutte le istituzioni, in particolare lo Stato, ad assumersi le proprie responsabilità. Ci auguriamo – prosegue la nota ripresa dall'agenzia Sir - che il governo israeliano, oltre a condannare e manifestare la sua solidarietà, continui a prendere seri provvedimenti per assicurare alla giustizia i colpevoli e i loro mandanti, e perché riesamini il ruolo dello Stato nella formazione dei suoi cittadini riguardo al rispetto della diversità religiosa e del pluralismo. Preghiamo l'Onnipotente di ispirare tutti i leader e i popoli, soprattutto quelli che tendono alla violenza e la profanazione dei luoghi di culto, perché lavorino insieme per costruire una società migliore in cui la religione possa giocare un ruolo costruttivo”. Condanna è giunta anche dal presidente israeliano Shimon Peres. (R.P.)

L'avvicinarsi delle elezioni del 28 novembre contribuisce infine ad eccitare gli animi

AFRICA/EGITTO - "Una violenza che ricorda la repressione iniziale delle rivoluzione egiziana" dice il Direttore nazionale delle POM egiziane

Il Cairo (Agenzia Fides) - "Una protesta pacifica è stata repressa violentemente dai militari. Sono scene che ricordano quelle avvenute all'inizio della rivoluzione egiziana lo scorso gennaio" dice all'Agenzia Fides don Nabil Fayez Antoun, Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) dell'Egitto. Nella serata di ieri, domenica 9 ottobre, almeno 24 persone sono rimaste uccise e circa 200 ferite negli scontri scoppiati quando un gruppo di dimostranti copti si stava dirigendo verso la sede della televisione per protestare contro la demolizione, a fine settembre, di una chiesa nella provincia di Aswan, nel sud dell'Egitto.
"Anche i mass media hanno diffuso notizie che descrivevano i cristiani come coloro che aggredivano i militari. Per questo motivo gruppi di musulmani sono scesi in strada ed hanno attaccato i cristiani, che si erano radunati di fronte all'ospedale dove erano ricoverati i feriti e dove giacevano i corpi delle persone uccise durante gli scontri" afferma il Direttore Nazionale delle POM.
Don Nabil, però, non dispera che il dialogo interreligioso possa continuare e possa contribuire a calmare gli animi. "Questa sera parteciperò ad un incontro promosso da un'organizzazione per i diritti delle donne. Accanto a me ci sarà un rappresentante musulmano. Cercheremo di imbastire un dialogo in un momento così difficile della nostra vita nazionale".
"La tensione nasce anche dalle lentezze nell'affrontare i problemi e nell'avviare i processi sui crimini commessi dal passato regime. L'avvicinarsi delle elezioni del 28 novembre contribuisce infine ad eccitare gli animi" conclude il Direttore Nazionale delle POM.
Il grande Imam Ahmed al-Tayyeb, Rettore dell'Università Islamica di al-Azhar e massima autorità della maggioranza musulmana in Egitto, ha sollecitato colloqui urgenti con e tra i membri della cosiddetta "Famiglia Egiziana", un'organizzazione che comprende leader religiosi di ambedue le confessioni, "allo scopo di contenere la crisi". L'Imam ha anche contattato Papa Shenouda III, la massima autorità della Chiesa ortodossa copta e patriarca di Alessandria. (L.M.) (Agenzia Fides 10/10/2011)