Fatti, scritti, immagini, video riguardanti i paesi della Bassa vicini a San Giorgio di Nogaro
martedì 16 agosto 2011
Diocesi di Gorizia: i nostri vicini in Spagna
Luca di Cervignano: Per me questa è la seconda GMG. In questi giorni comincio a rivivere quanto ho vissuto a Sydney, ovvero il senso di comunità con giovani provenienti da diverse parti del mondo. All’inizio sembra di essere diversi, ma poi ci si accorge che siamo tutti uguali, portiamo tutti in noi gli stessi desideri.
Laura di Lucinico: Di questi giorni mi ha colpito l’accoglienza del popolo basco, la cura dei particolari perché ogni cosa sia fatta bene, perché ci sentissimo ben accolti e ben accetti. Ci siamo confrontati con giovani provenienti anche da molto lontano. In modo particolare ho avuto modo di parlare con il gruppo dei coreani: è bello confrontarsi con chi viene da molto lontano e sembra leggere la realtà con criteri diversi dai nostri. Nonostante le differenze riconosciamo però anche le cose che ci accomunano.
Giorgio di Cervignano: Domenica 14 agosto siamo andati in pellegrinaggio al santuario di S. Antonio di Urkiola. E’ stato bello condividere l’eucarestia con giovani provenienti dai diversi paesi (Polonia, Francia, Germania, Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Corea) che è poi continuata in un momento di festa insieme. Per me che sono alla prima GMG tutto è nuovo e interessante.
Riccardo di Cervignano: c’è un clima di festa sempre e comunque. Elisa di Cervignano: Abbiamo visitato Gernika dove abbiamo fatto diverse attività sul tema della pace. C’è un museo della pace: l’idea stessa di fare un museo su questo tema già è un’idea geniale che fa riflettere. Si entra in una stanza dove una signora spagnola ricorda quel giorno del bombardamento... questo permette di mettersi nei panni di chi si trova sotto le bombe.
Lucia di S. Lorenzo Isontino: Nel museo di Gernika l’ultima cosa che si vede è la frase di Gahndi: La pace non è la fine del cammino, la pace è il cammino. Questa frase fa pensare che la pace è possibile, e si costruisce giorno per giorno. La pace è opera di ciascuno di noi: non è solo una responsabilità dei grandi della terra, ma è frutto del nostro impegno.
Emanuele di S. Giusto – Gorizia: Questi giorni sono stati vivaci e spontanei: in tutti i presenti si vedere una grande vivacità e una grande spontaneità nel cucire relazioni. Oltre alla vivacità c’è la capacità nei giovani di concentrarsi nei momenti di riflessione e di preghiera.
Simone di Cervignano: Domenica 14 agosto abbiamo fatto un cammino verso il santuario di S. Antonio di Urkiola... Lungo il cammino ho portato lo striscione ed è stata l’occasione per fare amicizia.
Giulia di Cervignano: Penso che quella di oggi, a Urkiola, sia stata la giornata che ho vissuto più intensamente. Finalmente mi sono sentita contenta, libera dai pensieri e da ogni genere di angoscia o di pregiudizio che solitamente mi assale quando sono sola. Oggi mi sono sentita in un gruppo, che non è il solito gruppo di compagni con cui si scherza e si lavora, ma un gruppo ben più grande composto da persone di ogni paese del mondo. E mentre guardavo la gente che mi circondava ridere e ballare, tutti insieme, mi sono commossa e domandata perché, al di fuori di occasioni grandi come una GMG e del contesto religioso, i diversi gruppi che popolano il pianeta non riescono a convivere in pace tra loro, senza guerra o razzismo. Noi giovani siamo il futuro, e guardano avanti spero ci si possa aspettare un mondo migliore. Non si può sperare quando si vive un’unione così grande!
Laura di Lucinico: Di questi giorni mi ha colpito l’accoglienza del popolo basco, la cura dei particolari perché ogni cosa sia fatta bene, perché ci sentissimo ben accolti e ben accetti. Ci siamo confrontati con giovani provenienti anche da molto lontano. In modo particolare ho avuto modo di parlare con il gruppo dei coreani: è bello confrontarsi con chi viene da molto lontano e sembra leggere la realtà con criteri diversi dai nostri. Nonostante le differenze riconosciamo però anche le cose che ci accomunano.
Giorgio di Cervignano: Domenica 14 agosto siamo andati in pellegrinaggio al santuario di S. Antonio di Urkiola. E’ stato bello condividere l’eucarestia con giovani provenienti dai diversi paesi (Polonia, Francia, Germania, Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Corea) che è poi continuata in un momento di festa insieme. Per me che sono alla prima GMG tutto è nuovo e interessante.
Riccardo di Cervignano: c’è un clima di festa sempre e comunque. Elisa di Cervignano: Abbiamo visitato Gernika dove abbiamo fatto diverse attività sul tema della pace. C’è un museo della pace: l’idea stessa di fare un museo su questo tema già è un’idea geniale che fa riflettere. Si entra in una stanza dove una signora spagnola ricorda quel giorno del bombardamento... questo permette di mettersi nei panni di chi si trova sotto le bombe.
Lucia di S. Lorenzo Isontino: Nel museo di Gernika l’ultima cosa che si vede è la frase di Gahndi: La pace non è la fine del cammino, la pace è il cammino. Questa frase fa pensare che la pace è possibile, e si costruisce giorno per giorno. La pace è opera di ciascuno di noi: non è solo una responsabilità dei grandi della terra, ma è frutto del nostro impegno.
Emanuele di S. Giusto – Gorizia: Questi giorni sono stati vivaci e spontanei: in tutti i presenti si vedere una grande vivacità e una grande spontaneità nel cucire relazioni. Oltre alla vivacità c’è la capacità nei giovani di concentrarsi nei momenti di riflessione e di preghiera.
Simone di Cervignano: Domenica 14 agosto abbiamo fatto un cammino verso il santuario di S. Antonio di Urkiola... Lungo il cammino ho portato lo striscione ed è stata l’occasione per fare amicizia.
Giulia di Cervignano: Penso che quella di oggi, a Urkiola, sia stata la giornata che ho vissuto più intensamente. Finalmente mi sono sentita contenta, libera dai pensieri e da ogni genere di angoscia o di pregiudizio che solitamente mi assale quando sono sola. Oggi mi sono sentita in un gruppo, che non è il solito gruppo di compagni con cui si scherza e si lavora, ma un gruppo ben più grande composto da persone di ogni paese del mondo. E mentre guardavo la gente che mi circondava ridere e ballare, tutti insieme, mi sono commossa e domandata perché, al di fuori di occasioni grandi come una GMG e del contesto religioso, i diversi gruppi che popolano il pianeta non riescono a convivere in pace tra loro, senza guerra o razzismo. Noi giovani siamo il futuro, e guardano avanti spero ci si possa aspettare un mondo migliore. Non si può sperare quando si vive un’unione così grande!
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