domenica 30 giugno 2013

Un grande programma di vita

29.06.2013
Quello di Daniele Morettin è un grande programma di vita. Così si è espresso l’Arcivescovo di Udine mons. Andrea Bruno Mazzocato nell’ordinazione a diacono, in vista del presbiterato del 27enne di Beivars avvenuta sabato 29 giugno, nella solennità dei Santi apostoli Pietro e Paolo, in Cattedrale (nella foto). Daniele si impegna, infatti, in un grande ministero, quello di essere una immagine di Gesù Cristo. Come diacono, don Daniele, che attualmente presta servizio nella comunità di Marano Lagunare,  avrà un ministero particolare nei confronti dei poveri, materialmente e spiritualmente e per questo gli è stato consegnato dal Vescovo un Vangelo; un altro ministero sarà quello della preghiera quotidiana per rinnovare la Chiesa attraverso il dono dello Spirito di Dio. «Questi sono impegni di tutti i cristiani, ma il diaconato ha una dimensione pubblica di questo impegno», ha ricordato mons. Mazzocato.

27 anni, di Beivars, Morettin ha maturato la sua scelta di disponibilità totale al Signore nel ministero presbiterale non solo all'interno della sua famiglia e della sua comunità di origine, ma anche nel servizio che ha svolto come catechista ed animatore dei gruppi giovanili nelle parrocchie udinesi di San Gottardo e Gesù Buon Pastore. Prima di entrare in Seminario nell'agosto del 2008, a conclusione degli studi all'Istituto professionale «Ceconi» ha fatto diverse esperienze lavorative: elettricista, panettiere e, per un breve periodo, portantino in ospedale a Udine. Da seminarista è stato impegnato per due anni a livello diocesano nella pastorale vocazionale e attualmente è in servizio nella parrocchia di San Martino vescovo a Marano Lagunare.

Nell'invito alla partecipazione alla sua ordinazione diaconale, Morettin ha riportato un versetto tratto dal Vangelo di Giovanni che dice «Io sono la vite, voi i tralci... Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». È una frase evangelica che è stata illuminante per la sua vita, spiega lo stesso Morettin a «la Vita Cattolica»: «Senza la vite il tralcio non può fare niente, come noi senza il Signore. Solo se rimango in Cristo riuscirò ad avere la sua gioia e a trasmetterla agli altri». Sì, perché il suo «pallino» è proprio quello di trasmettere la gioia di Dio e far capire alle persone che Dio ci vuole per essere felici e gioiosi.

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