Carissimi amici ,
ecco il fascicolo n.220 di Sete di Parola. Unisco alcuni versi composti da Karol Wojtyla nel 1946, l’anno della sua ordinazione. Il futuro papa invita a riflettere sul significato profondo della contemplazione:
“Finché tu accogli il mare nelle pupille aperte,
in sembianze di cerchi ondulati,
ti sembra che in te anneghino tutti gli abissi e i limiti,
ma ormai hai toccato l’onda con il piede,
mentre così ti sembrava:
era il Mare che stava dentro di me
spandendo intorno tanto silenzio, tanta freschezza. “
(Canto del Dio nascosto, Karol Wojtyla)
Un caro saluto a tutti