Arrestato anche il trasportatore friulano Gianni Moretti
UDINE (18 novembre, ore 11.30) - Un anno di indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Firenze hanno consentito di fare luce su un maxi traffico di indumenti usati provenienti dalla raccolta sul territorio, che, in totale violazione della normativa sui rifiuti, venivano inviati ad aziende principalmente campane ed in parte estere ( Slovacchia ) che li commercializzavano al dettaglio simulando trattamenti in realtà mai avvenuti e realizzando ingenti guadagni.
Dalle prime ore di stamane, nelle province di Prato, Napoli, Treviso e Udine, i Carabinieri hanno eseguito 6 ordinanze di custodia cautelare personale in regime di arresti domiciliari, emesse dal GIP di Firenze. Per tutti l’accusa di traffico illecito di rifiuti: si tratta di imprenditori e autotrasportatori che gestivano a vario titolo in concorso tra loro il fiorente traffico secondo ingegnosi e ben collaudati meccanismi in grado di garantire la regolarità di facciata di un giro d’affari molto lucroso.
La base operativa dell’attività illecita era l’impianto per il recupero di rifiuti tessili “TESMAPRI s.p.a.” di Montemurlo (PO). Da qui venivano gestiti i flussi di stracci che, acquistati dai gestori della raccolta sul territorio, spesso realizzata anche da ignare associazioni no profit ( ne sono state censite circa 55 ) che destinavano i ricavi ai propri scopi statutari, venivano rivenduti a ditte che ne curavano la commercializzazione al dettaglio sul mercato dell’usato.
Gli stracci raccolti sul territorio sono dei rifiuti che come tali soggiacciono a precise regole dettate dalla legge: per potere essere recuperati, e re-immessi pertanto sul mercato come merce, necessitano di un trattamento che consiste in operazioni di vaglio e cernita ed in un processo di igienizzazione, operazioni queste che possono essere effettuate solo da aziende e impianti in possesso di apposite autorizzazioni al recupero dei rifiuti. Come la “TESMAPRI ”, appunto, che però ben si guardava dal sostenere i costi connessi alle operazioni di recupero, limitandosi a falsificare una serie di documenti per far figurare il passaggio del rifiuto presso il proprio stabilimento quando, in realtà, esso arrivava direttamente a ditte non autorizzate a trattare rifiuti che, dopo sommaria cernita, re-immettevano sul mercato i pezzi più appetibili, provvedendo a smaltire illecitamente la parte non riutilizzabile contribuendo ad alimentare il degrado del territorio con pratiche, come quella dell’incendio di stracci lungo la pubblica via, tristemente note in Campania.
La cruciale fase del trasporto illecito veniva assicurata dall’imprenditore friulano Gianni Moretti, che metteva a disposizione il consistente parco camion delle società di trasporto a lui riconducibili ELLETI e TRAVELLER di Manzano e dai trasportatori F.lli PARLATI s.a.s. di Cercola (Na).
Il traffico stroncato oggi dall’indagine dei Carabinieri, oltre a recare danno all’ambiente con l’illecito smaltimento dei tessuti non più utilizzabili, esponeva a rischio la salute dei consumatori che acquistavano indumenti non sottoposti ad alcun genere di igienizzazione: una quantità enorme di indumenti usati raccolti alla rinfusa ed imballati, infatti, veniva messa in vendita al pubblico nelle bancarelle dei vari mercati rionali senza alcuna precauzione igienica.
Particolare odioso e per certi versi paradossale è che le indagini hanno dimostrato come buona parte delle donazioni di indumenti usati che i cittadini fanno per solidarietà, finisca per alimentare un traffico illecito dal quale i vari sodali traggono enormi profitti. Per avere idea degli interessi economici in gioco basta considerare che i rifiuti, acquistati alla raccolta a 10 centesimi al chilo, venivano rivenduti ai commercianti a 40, risparmiando illecitamente su tutte le spese di trattamento e sostenendo solo quelle di trasporto quantificabili in 2-3 centesimi al chilo.
La rilevanza del margine di guadagno si spiega ulteriormente considerando che, nei solo 4 mesi di osservazione, verso la campania sono stati eseguiti oltre cento trasporti. Sebbene le indagini abbiano minuziosamente analizzato e ricostruito in ogni passaggio questi 120 trasporti illeciti, documentando il movimento di milioni di kili di indumenti usati, il quantitativo complessivo mosso illecitamente in un anno è tuttavia infinitamente più ampio: esso è stimabile annualmente ( sulla base dell’anno precedente ) in 26 milioni di tonnellate, ed il giro d’affari, pertanto, in decine di milioni di Euro.