ASIA/SIRIA - L'Arcivescovo maronita di Damasco: domande, paure e le
preghiere dei cristiani di Siria dopo la strage di Bab Touma
Damasco (Agenzia Fides) - L'attentato stragista perpetrato
domenica 21 ottobre nel quartiere di Bab-Touma, alla vigilia della
missione di pace che porterà in Siria Cardinali e Vescovi delegati del
Sinodo dei Vescovi, rinnova per i cristiani siriani angosce e domande a
cui solo "i giorni che verranno potranno portare una risposta". Ma
intanto "molti hanno già preso la via dell'esodo. Altri si preparano
all'eventualità di una partenza precipitosa". E una Chiesa senza fedeli è
destinata a diventare come "un testimone muto". Così, in una nota fatta
pervenire all'Agenzia Fides, l'Arcivescovo maronita di Damasco, Samir
Nassar, racconta a caldo le prime reazioni registrate tra i cristiani
della capitale siriana dopo che un'auto-bomba fatta esplodere nella zona
cristiana della Città Vecchia ha lasciato sul terreno 13 vittime e
decine di feriti.
L'Arcivescovo Nassar descrive le scene di panico di cui è stato
testimone, con i genitori che corrono angosciati "a cercare i loro
piccoli nelle scuole del quartiere", mentre le sirene delle ambulanze
accentuano la sensazione insostenibile di vivere in un tempo
apocalittico. "Alcuni fedeli - racconta - si sono messi in ginocchio
per recitare il rosario implorando Nostra Signora della Pace, prima
della Messa, che è iniziata con 20 minuti di ritardo... Io ho celebrato
la Messa solenne di domenica alle ore 18, per 23 persone soltanto,
pregando per le vittime della mattina e per i musulmani che in Siria si
preparano a celebrare la festività di Eid al Adha, il prossimo 26
ottobre, nel dolore e nel silenzio".
Il quartiere di Bab -Touma è un luogo-simbolo anche per il martirologio
della cristianità siriana. Qui - ricorda l'Arcivescovo Nassar -, negli
stessi vicoli che San Paolo ha dovuto percorrere al tempo della sua
conversione e del battesimo ricevuto da Anania, "11 mila martiri nel
1860 hanno arrossato col loro sangue ogni centimetro quadrato". Finora
Bab-Touma era stato risparmiato dalle violenze che sconvolgono la Siria
dal 15 marzo 2011. Adesso - si chiede Nassar - quale messaggio si è
voluto dare con una strage programmata di domenica, proprio nella parte
della Città Vecchia dove sono concentrate le chiese cristiane? "E' la
violenza gratuita che bussa alla porta per terrorizzare gli ultimi
cristiani già prostrati?"
Davanti al terrore e alla violenza - conclude l'Arcivescovo maronita -
l'annuncio cristiano si manifesta più che mai come quello "della Croce
redentrice, dell'amore e del perdono". E i cristiani di Damasco e della
Siria hanno bisogno dell'amicizia e della preghiera di tutti per farsi
carico di una condizione segnata da una "solitudine caotica e amara".
(GV) (Agenzia Fides 22/10/2012).