sabato 30 giugno 2012

Giairo e Gesù


Con il Vangelo sul lago di Tiberiade - condotto da padre Giuseppe De Nardi More
VATICANO - Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo: la comunità cristiana incoraggiata "a proseguire forte e serena sulla strada della fedeltà a Cristo e dell'annuncio del suo Vangelo"

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - I Santi Apostoli Pietro e Paolo, "colonne della Chiesa nascente", "testimoni insigni della fede, hanno dilatato il Regno di Dio con i loro diversi doni e, sull'esempio del divino Maestro, hanno sigillato col sangue la loro predicazione evangelica. Il loro martirio è segno di unità della Chiesa". Lo ha ricordato il Santo Padre Benedetto XVI all'Angelus di venerdì 29 giugno, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. "Facendo memoria della loro luminosa testimonianza, noi ricordiamo gli inizi venerandi della Chiesa che in Roma crede, prega ed annuncia Cristo Redentore - ha detto il Pontefice -. Ma i Santi Pietro e Paolo brillano non solo nel cielo di Roma, ma nel cuore di tutti i credenti che, illuminati dal loro insegnamento e dal loro esempio, in ogni parte del mondo camminano sulla via della fede, della speranza e della carità. In questo cammino di salvezza, la comunità cristiana, sostenuta dalla presenza dello Spirito del Dio vivo, si sente incoraggiata a proseguire forte e serena sulla strada della fedeltà a Cristo e dell'annuncio del suo Vangelo agli uomini di ogni tempo".
Quindi il Santo Padre ha proseguito: "In questo fecondo itinerario spirituale e missionario si colloca anche la consegna del Pallio agli Arcivescovi Metropoliti, che ho compiuto stamani in Basilica. Un rito sempre eloquente, che pone in risalto l'intima comunione dei Pastori con il Successore di Pietro e il profondo vincolo che ci lega alla tradizione apostolica. Si tratta di un duplice tesoro di santità, in cui si fondono insieme l'unità e la cattolicità della Chiesa: un tesoro prezioso da riscoprire e da vivere con rinnovato entusiasmo e costante impegno."
Il Santo Padre ha celebrato la Messa nella Basilica Vaticana con gli Arcivescovi Metropoliti che hanno ricevuto il Pallio, alla quale ha partecipato una Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, e "The Choir of Westminster Abbey" ha animato la Liturgia assieme alla Cappella Sistina. Nell'omelia il Pontefice ha sottolineato che "Pietro e Paolo, benché assai differenti umanamente l'uno dall'altro e malgrado nel loro rapporto non siano mancati conflitti, hanno realizzato un modo nuovo di essere fratelli, vissuto secondo il Vangelo, un modo autentico reso possibile proprio dalla grazia del Vangelo di Cristo operante in loro. Solo la sequela di Gesù conduce alla nuova fraternità: ecco il primo fondamentale messaggio che la solennità odierna consegna a ciascuno di noi". Quindi, soffermandosi tra l'altro sul significato della spada con cui la tradizione iconografica raffigura san Paolo, ha spiegato: "noi sappiamo che questa rappresenta lo strumento con cui egli fu ucciso. Leggendo, però, gli scritti dell'Apostolo delle genti, scopriamo che l'immagine della spada si riferisce a tutta la sua missione di evangelizzatore. Egli, ad esempio, sentendo avvicinarsi la morte, scrive a Timoteo: 'Ho combattuto la buona battaglia' (2 Tm 4,7). Non certo la battaglia di un condottiero, ma quella di un annunciatore della Parola di Dio, fedele a Cristo e alla sua Chiesa, a cui ha dato tutto se stesso. E proprio per questo il Signore gli ha donato la corona di gloria e lo ha posto, insieme con Pietro, quale colonna nell'edificio spirituale della Chiesa." (SL) (Agenzia Fides 30/06/2012)

Il diacono Alberto

Chiesa udinese in festa per il nuovo diacono Alberto   versione testuale
Mons. Mazzocato: Non stanchiamoci di chiedere al Signore nuove vocazioni

UDINE (30 giugno, ore 8) - «È una grazia particolare per Alberto ricevere l’ordinazione diaconale sotto l’intercessione dei santi Pietro e Paolo che invocheremo anche nelle litanie dei santi. In essi egli ha anche il più alto esempio di cosa significhi diventare ministri di Cristo e della Chiesa mediante il sacramento dell’ordine sacro». Queste le parole con cui venerdì sera nella Cattedrale di Udine l'arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato si è rivolto ai fedeli nell'omelia (TESTO) della celebrazione di ordinazione del nuovo diacono, Alberto Zanier.
 
«Ricevendo questo sacramento – ha detto mons. Mazzocato –, nel suo primo grado, Alberto consacra per sempre tutta la sua persona e la sua giovane vita a Gesù, alla Chiesa e alla sua missione».
 
23 anni, di Piano d'Arta, Alberto è cresciuto in un ambiente familiare nutrito, con i genitori e due sorelle che sono già sposate e hanno dei bambini. Entrato in seminario a 18 anni, da due anni presta servizio a Gemona del Friuli, poi ha svolto servizio di pastorale vocazionale in tutta la diocesi. Da quest'anno, inoltre, è animatore della comunità di Sant'Andrea, dove segue e accompagna chi desidera entrare in Seminario.
 
«Alberto – ha ricordato l'Arcivescovo – fin da piccolo, ha imparato a rispondere alla domanda di Gesù: “Tu chi dici che io sia? Chi sono per te?”. Ha imparato la risposta in famiglia, dall’insegnamento e dall’esempio di bravi sacerdoti che lo hanno guidato e, negli anni più recenti, nella formazione in Seminario. Ha imparato a fare, come Pietro, la sua professione di fede: “Tu sei il Cristo, il Figlio del io vivente? Tu Gesù, sei il centro e il Signore della mia vita”. Con l’ordinazione diaconale, Gesù gli risponde: “Consegna a me definitivamente la tua vita perché ne ho bisogno per la mia Chiesa, per la mia Chiesa che ho in Udine. Ho bisogno di chi annunci il Vangelo, di chi offra ai fratelli la mia grazia mediante i sacramenti, che porti la mia compassione ai più poveri».
 
Al termine dell'omelia mons. Mazzocato non ha dimenticato di invocare il Signore per il dono di nuove vocazioni. «Non stanchiamoci – ha concluso – di chiedere al Padrone della messe che giungano altri giovani chiamati come Alberto al ministero consacrato diaconale e sacerdotale perché la Chiesa di Udine ne ha bisogno».