mercoledì 25 gennaio 2012

Firenze Sport ne parla

Scherma - Terza tappa del Circuito Nazionale Master

Scherma - 25/01/2012

SAN GIORGIO DI NOGARO (Udine) - La terza tappa del Circuito Nazionale Master, che ha registrato la partecipazione di 328 atleti, è stata caratterizzata dalla tripletta messa a segno dalla serba Svetlana Visnjic che si è aggiudicata tutte e tre le prove di spada, fioretto e sciabola della categoria 0 e dalla doppia vittoria diIris Gardini (nella foto il podio categorie 2-3), portacolori della C.S. Imola, nelle rispettive prove di spada e sciabola di categoria. Nella prova poi di spada femminile categoria 1 si è, invece, imposta Iliana Diana Bonato; mentre in quelle di fioretto femminile sono salite sul gradino più alto Magda Melandri (Zinella scherma) nella categoria 1 ed nella 2-3 Silvana Esposito (Mangiarotti Milano). Nella spada maschile vincono la prova Stefano Mazzetti (Grifoscherma) della categoria 0, Luca Magni (Chiti Pistoia) della categoria 1, Pierpaolo Battigalli e Andrea Parudcci della Mangiarotti Milano nelle categorie 2 e 3-4. Elvis Gregory (C.S. Roma) cat. 0-1, Maurizio Galvan (C.S. Mestre Livio Di Rosa) cat. 2 e Giulio Paroli (Fides Livorno) cat. 3-4 si aggiudicano le gare di fioretto maschile. A chiudere la due giorni di gara sono i vincitori delle prove di sciabola maschile Stefano Lanciotti (C.S. Roma) per le categorie 0-1 e Vittorio Carrara (Officina della scherma) cat. 2-3. Per i fiorentini l'8° posto di Gabriella Starnotti nella Sciabola Femminile.
Fonte:http://www.fisport.it/news.asp?idnew=17104

Non è un filmato estraneo alle nostre attività parrocchiali!



Si e' svolta a Ein Karem la tre giorni di ritiro proposta ai giovani cristiani di Gerusalemme Israele e Palestina dalla parrocchia latina di Gerusalemme. Non un evento isolato, ma un cammino di formazione e incontro guidato dai francescani della Custodia More
ASIA/MYANMAR - Continua la discriminazione verso il gruppo etnico dei rohingya: circa 40 mila bambini non risultano registrati all'anagrafe

Yangon (Agenzia Fides) - Sono circa 40 mila i bambini appartenenti all'etnia rohingya che vivono attualmente in Myanmar senza essere registrati all'anagrafe. Ne conseguono per loro limitate opportunità di accesso al mondo del lavoro, all'alimentazione e ai servizi sanitari. Si tratta di una delle tante minoranze etniche di cui è composto il Myanmar e si concentrano in una regione isolata al confine col Bangladesh. Sono per lo più di religione musulmana e si stima che la loro popolazione ammonti a circa tre milioni di persone. Nonostante le recenti riforme avviate nel paese, il Governo ha riconfermato le sue politiche profondamente discriminatorie contro questo gruppo etnico e a pagarne le conseguenze sono i minori. Secondo i responsabili del Proyecto Arakan, il problema è direttamente relazionato sia con le mancate concessioni delle autorizzazioni per contrarre matrimonio sia con la 'politica dei figli' imposta dal governo birmano. Da una parte, i bambini che non vengono registrati sono una prova dell'esistenza di matrimoni non autorizzati dallo Stato, 'crimine' che viene perseguito con 10 anni di carcere. Dall'altra, i terzi o quarti figli che non vengono registrati rientrano per tutta la vita in una 'lista nera' che impedisce loro di trovare un lavoro, studiare o sposarsi. Secondo la Ley sobre Ciudadanía del 1982, i bambini rohingya, registrati e no, sono catalogati come 'apolidi', e hanno accesso limitato agli alimenti e all'assistenza medica. La maggior parte non possono frequentare la scuola e sono sfruttati per lavori forzati. Il tasso di analfabetismo è di circa l'80% e oltre il 60% dei bambini di età compresa tra i 5 e i 17 anni non sono mai andati a scuola. (AP) (25/1/2012 Agenzia Fides)

L'ingresso nella più piena obbedienza al Padre



La Chiesa, comunità dei discepoli, è il luogo in cui continua la missione di Cristo: "condurre il mondo fuori dall'alienazione dell'uomo da Dio e da se stesso, fuori dal peccato, affinché ritorni ad essere il mondo di Dio". Così oggi Benedetto XVI, dedicando la catechesi dell'udienza generale alla preghiera che Gesù rivolge al Padre nell'ora del suo sacrificio, sullo sfondo della festa giudaica dell'espiazione, Yom kippùr. Il Figlio di Dio, sacerdote e vittima, "prega per se stesso, per gli apostoli e per tutti coloro che crederanno in Lui, per la Chiesa di tutti i tempi". "La glorificazione che Gesù chiede per se stesso", ha spiegato il Papa, "è l'ingresso nella più piena obbedienza al Padre"; mentre ... More

korazym.org sul Cammino neocatecumenale

Cammino Neocatecumenale, un'altra approvazione. Ma c'è sempre quel qualcosa che non va

Scritto da Stefano Caredda   
Lunedì 23 Gennaio 2012 20:39
Nuovo via libera della Santa Sede ai neocatecumenali: dopo gli Statuti e il Direttorio Catechetico, i cui decreti di approvazione erano arrivati rispettivamente nel 2008 e nel 2011, ora è arrivata l'approvazione delle celebrazioni in uso nel Cammino che non sono già normate dai libri liturgici. Fra di esse non c’è – ovviamente - la Messa che i neocatecumenali celebrano il sabato sera, ma il modo poco preciso col quale il decreto è stato presentato dai responsabili del Cammino ha (e non è la prima volta) ingenerato confusione, con il risultato che il messaggio che è passato ai più è proprio quello. Completamente fuorviante. E in questo mare di imprecisione, rischiano di passare in secondo piano anche le parole del papa, che – per chi non vuol far finta di nulla – sono chiare e puntuali.
Il decreto con il quale vengono approvate le celebrazioni in uso nel Cammino che non sono già normate dai libri liturgici è un via libera importante, in qualche modo ovvia e naturale conseguenza dell'approvazione, dodici mesi fa, dei tredici volumi (il “Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale”) che illustrano l'intero percorso di riscoperta del Battesimo e che contengono quelle catechesi degli iniziatori Kiko Arguello e Carmen Hernandez che vengono riproposte dai catechisti in ogni singola comunità del Cammino. Un segno rilevante, questo nuovo via libera, della fiducia che la Santa Sede ripone nel Cammino Neocatecumenale, che a poco più di 40 anni dalla sua “invenzione” si vede ormai pienamente riconosciuto e approvato dal Vaticano. Un traguardo non facile e tutt'altro che scontato. Ad oggi, il Cammino neocatecumenale è riconosciuto come un percorso di formazione valido, che viene definito nei suoi tratti essenziali dagli Statuti (approvati in forma definitiva nel 2008 dopo sei anni di formula ad experimentum) e tratteggiato nel dettaglio, dal punto di vista dottrinale e catechetico, dal “Direttorio” approvato dodici mesi fa, ivi comprese – la novità di questo 2012 - le celebrazioni che in esso vi sono contenute. Di per sé, il percorso di approvazione da parte della Santa Sede può ritenersi sostanzialmente concluso, fermo restando che nulla è dato una volta per tutte e che tutto quanto deciso in questi anni è in ogni momento passibile di riconsiderazione da parte della Santa Sede.
Eppure, anche stavolta, come già in passato, non tutto è andato liscio e verosimilmente non tutto continuerà ad andare liscio nella vita quotidiana di questo cammino di formazione. Da un lato c'è la ormai consueta e immancabile confusione sul contenuto preciso dei decreti emessi dalla Santa Sede, confusione generata anzitutto proprio dai responsabili del Cammino neocatecumenale e da quel loro modo (quantomeno così poco puntuale, se non apertamente scorretto) di raccontare gli eventi; dall'altro lato c'è il punto, non ancora chiarito, della pubblicazione del “Direttorio catechetico”, che sarà pure stato approvato nella sua nuova versione rivista e abbondantemente corretta dalla Congregazione per la dottrina della fede, ma che nella pratica continua a rimanere un testo riservato, in uso solamente ai catechisti del Cammino. Il tutto, in un contesto in cui i principali appunti che vengono mossi all'intero movimento (uno su tutti: la scarsa attenzione all'unità con il resto della comunità parrocchiale, con tutti coloro che non appartengono alle comunità del Cammino) vengono dai vertici del Cammino Neocatecumenale apertamente negati e nel concreto sostanzialmente ignorati, come se si trattasse di accuse infondate o di problemi inesistenti. Quando inesistenti, in realtà, davvero non sono. Anche perché, ad ogni udienza papale, vengono evocate e sottolineate – per chi le vuol sentire - dal Pontefice in persona. E’ successo anche stavolta.
IL DECRETO: COSA C’E’ – Il decreto del Pontificio Consiglio per i Laici, testualmente, “concede l’approvazione a quelle celebrazioni contenute nel Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale che non risultano per loro natura già normate dai libri liturgici della Chiesa”. Si tratta di quei riti che accompagnano tutto il percorso di formazione del singolo nelle sue varie tappe di formazione: nel dettaglio, i riti che accompagnano il “primo scrutinio”, lo “Shemà” e il “secondo scrutinio” (passaggi con i quali si passa prima dalle catechesi iniziali al pre-catecumenato e poi da quest’ultimo al catecumenato vero e proprio) e ancora i riti legati all'iniziazione alla preghiera, alla consegna del Salterio, alla consegna del Credo (la Traditio Symboli), alla confessione pubblica della propria fede (la Redditio Symboli), alla consegna del Padre Nostro, e via continuando fino al rito del Rinnovo delle promesse battesimali, che di fatto è il culmine ultimo del Cammino neocatecumenale. Approvate anche le parti delle celebrazioni della Parola di Dio (sono settimanali, ne parlano anche gli Statuti) e delle celebrazioni penitenziali (hanno cadenza mensile) che già non siano regolate altrove.
E COSA NON C’E’ (ANCHE SE VOGLIONO FARLO CREDERE) – Non si fa alcuna menzione, nel decreto, delle celebrazioni che sono già normate dai Libri liturgici: non c’è la Liturgia delle Ore e ovviamente e naturalmente non c’è la Celebrazione Eucaristica, non c’è la Santa Messa. Ma purtroppo il messaggio che rischia di passare – e sta passando – è proprio questo: è stata approvata la celebrazione del sabato sera nelle comunità, è stata approvata la “messa dei neocatecumenali”. Un’interpretazione che si va diffondendo sui mezzi di comunicazione – e anche fra non pochi appartenenti al Cammino – a causa soprattutto della nota ufficiale emessa dai responsabili del Cammino neocatecumenale (diffusa alla stampa di tutto il mondo e riportata sul sito web ufficiale). Una nota che semplifica oltremodo quanto accaduto e che, sintetizzando troppo, di fatto induce in errore generando una grandissima confusione sui termini reali di quanto approvato. In tutto questo, non ha certo aiutato il fatto che la Santa Sede, rendendo noto il decreto, non gli abbia affiancato alcun commento o alcuna nota esplicativa: forse stavolta era necessaria.
LA MESSA, ECCO LA SITUAZIONE - In verità, non esiste (o non dovrebbe esistere) alcuna “messa dei neocatecumenali”: la Messa è una sola, quella regolata dai libri liturgici, alla quale nelle comunità del Cammino si applicano alcune eccezioni, che sono ben circoscritte, definite nel dettaglio dagli Statuti o nei documenti ufficiali della Santa Sede. Il decreto del 2012 non tocca affatto questo aspetto e le regole in vigore sono quelle disegnate dopo l’approvazione degli Statuti, nel giugno 2008. In breve, le comunità del Cammino possono celebrare la Messa il sabato sera, dopo i primi Vespri della domenica, in piccole comunità: sempre devono essere seguiti i Libri liturgici, con due concessioni. La prima è quella che la Comunione viene distribuita sotto le due Specie del pane azzimo e del vino, e che i neocatecumeni la ricevono in piedi restando al proprio posto. La seconda è lo spostamento del rito dello scambio della pace, che viene anticipata a prima dell’offertorio. Stop. Queste sono le uniche eccezioni consentite. Tutto il resto o è già previsto dal Messale romano (è il caso delle monizioni prima delle letture, purché siano “brevi”) o dovrebbe essere modificato perché non previsto, e dunque non concesso (è il caso delle risonanze prima dell’omelia). Nel Cammino molto è cambiato negli ultimi anni, ma le risonanze sono sempre al loro posto. Peraltro, nel corso dell’udienza, il papa ha sottolineato lungamente il senso della concessione della Messa al sabato sera in piccole comunità (fini esclusivamente pastorali) e ha ribadito che l’obiettivo è quello di “inserire il singolo nella vita della grande comunità ecclesiale”, a partire dalla celebrazione domenicale della parrocchia. Un obiettivo che vale sempre: durante i lunghi anni del cammino, dice il papa, è “importante non separarsi dalla comunità parrocchiale”. Insomma, la messa del sabato sera è fatta per unire, non per dividere; per inglobare, non per separare le comunità neocatecumenali dal resto della comunità parrocchiale. Concetti, questi, su cui il Cammino ancora una volta è chiamato a riflettere.
NEGARE, ANCHE L’EVIDENZA – Ed è chiamato a rifletterci su perché, nonostante tutto, la parola d’ordine dei responsabili sembra essere quella di negare, negare, fortissimamente negare che ci sia qualcosa che non vada, che nel Cammino si siano generate delle criticità che quanto meno sarebbe onesto vedere, per poterci lavorare sopra. Per salvaguardare meglio l’unità delle parrocchie e della Chiesa. Per evitare che un percorso che è un “dono dello Spirito Santo” e che tanto bene sta facendo nella Chiesa possa talvolta portare divisione. Purtroppo, in tutti questi anni e ancora oggi, a giudicare dalla nota sul decreto, i vertici del Cammino (gli iniziatori Kiko Arguello e Carmen Hernandez, con don Mario Pezzi) preferiscono semplificare: “Tutto va bene, la Santa Sede ha approvato tutto, il papa è con noi”. Col risultato che, alla lunga, perdono anche di credibilità: in questi giorni, se ci si rivolge a quelle migliaia e migliaia di persone neocatecumenali, soprattutto giovani, che formano le singole comunità (e che, in linea di massima, con coerenza e senza alcun genere di integralismo, vivono il loro percorso di fede come uno dei tanti percorsi di fede presenti nella Chiesa) e si afferma che la Santa Sede ha dato l’approvazione alle celebrazioni del Cammino, la risposta più frequente che si ottiene è: “Ma perché, non avevano già approvato tutto?”. E in molti pensano, sbagliando, che il decreto abbia approvato proprio la Messa del sabato sera, che invece non c’entra nulla. No, in tutto questo c’è qualcosa che non va.
UNITA’ E LITURGIA: E SE LO DICE IL PAPA, FORSE… – Non va anche e soprattutto perché dovrebbe essere inconcepibile negare che vi siano alcuni problemi sul versante dell’unione ecclesiale e sul versante della liturgia quando – guarda caso – ogni volta che incontra le comunità del Cammino il papa si concentra proprio su questi due aspetti: unità con il vescovo diocesano, rispetto dei libri liturgici, comunione ecclesiale. Così è stato anche nell’udienza del 20 gennaio 2012, dove il papa, riconoscendo l’opera preziosa del Cammino, ha invitato a dare attenzione “all’unità e all’armonia dell’intero corpo ecclesiale” e ha impartito una vera e propria lezione su cosa sia la liturgia e sul senso delle eccezioni riconosciute al Cammino. Non è un caso che il pontefice si concentri sempre su questi aspetti. Riconoscere, da parte del Cammino, che al riguardo c’è del lavoro da fare, e una volta per tutte anche farlo, sarebbe la cosa più sensata e sana che i suoi responsabili potrebbero e dovrebbero fare. Del resto, se lo dice il papa, forse si potrebbe anche dargli retta.

Domenica 29 Gennaio 2012


Scavi di Cafarnao: colonne della sinagoga
Bizantina
    IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)



PRIMA LETTURA (Dt 18,15-20)
Susciterò un profeta e gli porrò in bocca le mie parole
.

Dal libro del Deuterònomio

Mosè parlò al popolo dicendo:
«Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto.
Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: “Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia”.
Il Signore mi rispose: “Quello che hanno detto, va bene. Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire”».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 94)
Rit: Ascoltate oggi la voce del Signore.


Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

SECONDA LETTURA (1Cor 7,32-35)
La vergine si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso!
Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito.
Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 4, 16)
Alleluia, alleluia.
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta.
Alleluia.

VANGELO (Mc 1,21-28)
Insegnava loro come uno che ha autorità.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Parola del Signore

PREGHIERA DEI FEDELI

C – La Parola che abbiamo ascoltato è fondamento delle nostra fede, nutrimento delle nostra speranza e lievito di fraternità. Con questa certezza, rivolgiamo con fiducia al Padre le nostre intenzioni di preghiera.

L - Preghiamo insieme e diciamo:

La tua Parola, Signore,

sia luce al nostro cammino.

1.      Per la santa Chiesa, perché, guidata dallo Spirito, sappia riconoscere nella vita di tutti giorni i profeti che il Signore suscita e segua un cammino di conversione autentica, preghiamo.

2.      Per quanti amministrano la cosa pubblica, perché si adoperino fattivamente nell’amare, coltivare e difendere la vita di ogni uomo, al di là di ogni popolo, razza e cultura, preghiamo.

3.      Per coloro che sono afflitti da tribolazioni fisiche e spirituali, perché nella Parola di Dio sappiano trovino consolazione e fiduciosa speranza nel proseguire il cammino, preghiamo.

4.      Per la nostra Comunità parrocchiale, perché sappia riconoscere i profeti che il Signore le invia, sapendo discernere la voce senza mai soffocarla, preghiamo.

5.      Per noi che prendiamo parte a questa Liturgia pasquale, perché accogliamo, senza esitazione alcuna, la Parola di Dio, la viviamo nell’esperienza quotidiana, aprendo il nostro cuore ai fratelli e lasciandoci guarire da ogni forma di peccato e di morte che si annida nel nostro intimo, preghiamo.

C – Stendi la tua mano, o Padre, sull’umanità affaticata e oppressa; concedi a tutti i tuoi figli una fede ricca di memoria e audace nella testimonianza profetica del tuo regno. Per Cristo nostro Signore.  

T - Amen.


Foglietto Parrocchiale della domenica 22 gennaio 2011