giovedì 18 agosto 2011

Il Padre Pizzaballa al prossimo Meeting

Un incontro al prossimo Meeting di Cl con il Custode padre Pizzaballa dimostra come le organizzazioni e i movimenti cattolici di massa guardino sempre di più verso Gerusalemme

Giorgio Bernardelli Roma
Una mostra sugli scavi archeologici di Cafarnao, per raccontare il volto di Gesù “con gli occhi degli apostoli”. E un incontro con il Custode di Terra Santa, il francescano padre Pierbattista Pizzaballa, in programma nell'auditorium della Fiera per il pomeriggio di mercoledì 24 agosto.



C'è la Terra Santa tra i temi quest'anno al centro dell'attenzione del Meeting di Rimini - la kermesse del popolo ciellino in programma dal 21 al 28 agosto. E il fatto che Comunione e liberazione guardi verso Gerusalemme non è un caso. L'evento del Meeting, infatti, è il volto visibile di una presenza sempre più forte del movimento nella Città Santa. E - più specificamente - si ricollega all'impegno all'interno di Ats pro Terra Sancta, l'ong della Custodia che sostiene sì l'attività archeologica e la conservazione dei Luoghi santi, ma anche i tanti interventi pastorali e assistenziali promossi dai frati francescani in Israele e in Palestina. Uno degli esempi più recenti di questa collaborazione è il progetto “Sostenere l'emergenza educativa nei Territori dell'Autonomia palestinese”, un programma triennale di formazione per gli educatori delle scuole  cattoliche della Palestina che l'Avsi (l'ong legata a Cl) sta portando avanti con il sostegno della Cooperazione italiana.







Il caso di Cl non è, però, isolato: sono tanti, infatti, i movimenti che in questi ultimi anni hanno inaugurato proprie attività in Terra Santa. Se un tempo, infatti, erano gli ordini religiosi ad ambire ad avere almeno una propria presenza a Gerusalemme, oggi sono queste nuove forme di aggregazione ecclesiale ad aver raccolto il testimone. E non è raro il caso di movimenti che, nella gestione di case o lughi di accoglienza per i pellegrini, subentrano o si affiancano a congregazioni di religiosi o religiose in crisi di vocazioni. Uno dei casi più significativi è quello di Chemin Neuf, realtà francese fondata dal gesuita Laurent Fabre, che dal 2006 affianca le Suore di Nostra Signora di Sion al convento dell'Ecce Homo, sulla Via Dolorosa. Luogo molto visitato dai pellegrini, dal momento che al suo interno si trova il Lithostrotos, un antico graffito realizzato dai soldati romani che si trovava nella Fortezza Antonia, la prigione dove con ogni probabilità fu condotto Gesù dopo il suo arresto. A un gruppo di Chemin Neuf è affidato poi anche un nuovo progetto molto ambizioso che ha appena aperto i battenti a Nazareth: il Centro internazionale Maria di Nazareth, moderno museo interattivo dedicato alla figura della Madonna che sorge a pochi passi dalla basilica dell'Annunciazione.



Sempre durante la primavera scorsa ha aperto poi i battenti a Tiberiade, sulle rive del lago, l'Oasi dell'Emmanuele, una casa di accoglienza per pellegrini legata alla spiritualità dell'omonimo movimento francese, che fa parte dei gruppi del Rinnovamento carismatico. Contano invece già più di trent'anni di presenza in Terra Santa i Focolarini; che in questo 2011, però, hanno comunque vissuto un evento particolare: la visita della presidente Maria Voce, accompagnata da tutto il direttivo. Anche questa è stata l'occasione per parlare coi responsabili locali di nuovi progetti. Uno - in particolare - era un grande sogno di Chiara Lubich: far sorgere un focolare su un terreno di proprietà del movimento che si trova vicino alla chiesa di San Pietro in Gallicantu, ai piedi del monte degli Ulivi, proprio là dove Gesù pregò per l'unità dei cristiani. Non sarà facile ottenere i permessi edilizi dalla municipalità di Gerusalemme e infatti per ora il progetto è quello di un parco da utilizzare per raduni all'aperto. «Nonostante le difficoltà - ha dichiarato però Maria Voce - non rinunciamo all'idea del focolare; perché fa parte della nostra spiritualità, in un certo senso del nostro carisma».



Discorso a parte lo merita la Domus Galilaeae, la grande struttura del Cammino neocatecumenale che si trova a Korazym, su un'altura che domina il lago di Tiberiade. Fu Giovanni Paolo II a benedirla durante il suo pellegrinaggio nel 2000 e da allora la presenza dei neocatecumenali è molto cresciuta. Ma proprio questa esperienza ha creato anche qualche difficoltà nei rapporti con la Chiesa locale. Al punto che nel febbraio 2007 l'assemblea degli ordinari cattolici della Terra Santa decise addirittura di inviare una lettera pubblica alle comunità neocatecumenali, invitandole a rispettare le tradizioni liturgiche locali e a “ prendere posto nel cuore della parrocchia nella quale annunciate la Parola di Dio, evitando di fare un gruppo a parte”.



Tensioni che tante volte hanno scandito il rapporto tra Chiesa locale e movimenti, ma che comunque non preoccupano più di tanto il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal. “Queste nuove presenze - commenta - sono un segno positivo, una ricchezza che apprezzo e amo. Capisco che Gerusalemme attiri tutti quanti e noi dobbiamo essere Chiesa madre che accoglie tutti. Ci aiutano a far sì che la Terra Santa sia luogo di preghiera e non di conflitto. Più ce n'è e più sono contento. Certo, la difficoltà a capire il contesto locale non manca mai - aggiunge il patriarca -. Se uno viene in Terra Santa già pieno di se stesso diventa un'esperienza catastrofica per lui e per noi. Ma io vedo molta apertura su questo. E avremo tutto il tempo per farlo capire ancora meglio”.

"Testimoni di Speranza cristiana nel mondo". L'AC internazionale a Madrid

È stato un incontro di preghiera, ma anche una festa. I giovani di Azione Cattolica di tutto il mondo, a Madrid per la GMG, si sono incontrati per riflettere sull'invito di Benedetto XVI, essere "Testimoni di Speranza cristiana nel mondo intero".Ma anche per ribadire l'amicizia verso le popolazioni della Terra Santa, presenti all'incontro attraverso una delegazione guidata dal vescovo ausiliare Giacinto Marcuzzo, delegato per la Pastorale Giovanile del Patriarcato di Gerusalemme.
"I nostri giovani testimoniano la fede delle origini - ha detto Marcuzzo -. In Terra Santa non solo i luoghi parlano di Gesù, ma anche le persone. Da anni l'Ac italiana e il Fiac sono impegnati attraverso i pellegrinaggi e la formazione continua. Anche stasera vediamo come sia possibile costruire ponti che portino verso la pace, la giustizia e i diritti fondamentali, in ogni angolo del mondo". "Oggi, attraverso i volti giovani della Gmg, -ha continuato - ribadiamo che si può essere testimoni di speranza verso la coesione e la solidarietà universale".

L'appuntamento è stato organizzato dal coordinamento del Forum Internazionale dell'Azione Cattolica, al culmine di un percorso di preparazione fatto nei diversi paesi di provenienza e basato sulla riflessione su numerose figure di santità. Ieri sera invece sono stati due i beati presentati ai giovani: l'italiano Piergiorgio Frassati e lo spagnolo Manuel Lozano Garrido, detto Lolo.

"L'Azione Cattolica vive ordinariamente il suo percorso all'insegna della santità - ha spiegato don Vito Piccinonna, assistente nazionale dei giovani dell'Ac italiana -. Mentre ama la Chiesa particolare serve la Chiesa universale. Questa sera vogliamo ribadire che è possibile avere una fede giovane radicata in Cristo, come diceva Lolo, 'se non ardi a che servi?" "Oggi - ha continuato - stiamo vivendo la bellezza di tutto questo: tante provenienze, tante storie, tanto impegno che accomuna i giovani di Ac di tutto il mondo".

Ed in effetti le bandiere e gli slogan nella Parrocchia Nostra Signora de Guadalupe hanno raccontato quest'afflato internazionale. Si è parlato soprattutto in spagnolo, italiano ed argentino, ma tra le migliaia di giovani presenti c'erano anche le delegazioni di Bulgaria, Burundi, Iraq, Italia, Messico, Myanmar, Moldova, Romania, Terra Santa, Ucraina, oltre ai rappresentanti di Albania, Bielorussia, Malta, Polonia e Slovacchia.



"Durante la messa di apertura della GMG il cardinale arcivescovo di Madrid ha definito noi giovani la generazione di Benedetto XVI - ha spiegato Chiara Finocchietti, responsabile internazionale del coordinamento giovani del Fiac -. L'invito del papa a testimoniare la speranza cristiana ci è sembrata una bella sintesi dell’impegno che i giovani di Ac condividono con tutti i giovani alla sequela di Cristo nella Chiesa".



Ad aprire l'incontro con un momento di preghiera il vescovo di Sigüenza-Guadalajara, Atilano Rodriguez, che è anche assistente generale dell’Azione cattolica spagnola. Subito dopo la presentazione di tutti i gruppi presenti, attraverso tre parole espresse in musica e immagini. Alla fine la "Fiesta", con la musica spagnola e con l'esibizione dei "Filocalia", band formata dai giovani dell'Ac argentina.



Fonte: Avvenire