AFRICA/SUDAFRICA - I Vescovi dell’Africa australe esprimono solidarietà alla Chiesa ed al popolo del Giappone
Johannesburg (Agenzia Fides) - A nome dei Vescovi della Southern African Catholic Bishops’ Conference (SACBC), Mons. Buti Tlhagale, Arcivescovo di Johannesburg e Presidente della SACBC, ha inviato un messaggio di solidarità a Sua Ecc. Mons. Peter Takeo Okada, Arcivescovo di Tokjo e Presidente della Conferenza Episcopale del Giappone. Il messaggio, di cui è stata inviata copia all’Agenzia Fides, afferma: “Seguiamo la crisi in Giappone, con tristezza, sgomento e orrore. A nome della Conferenza dei Vescovi Cattolici dell'Africa Meridionale e della Comunità cattolica di Botswana, Sudafrica e Swaziland, desidero assicurarvi la nostra solidarietà nella preghiera. Molti di noi sentono l'enormità del compito che vi attende e la disperazione dei milioni di persone colpite dalle recenti calamità naturali. Vogliamo assicurarvi che noi siamo con voi, con i Vescovi e la comunità cattolica in Giappone e con tutte le persone del Giappone. Ci auguriamo che attraverso il nostro piccolo contributo di preghiera e di solidarietà, il senso di impotenza non si trasformi in un sentimento di disperazione. Ci impegniamo a continuare a pregare per la vostra Chiesa e il vostro Paese durante la Quaresima. Chiediamo a Maria, Madre addolorata di Gesù, di aiutare i cristiani a pregare con noi per voi”. (L.M.) (Agenzia Fides 16/3/2011)top ^
ASIA/GIAPPONE - Un “Centro di Emergenza” per gli aiuti a Sendai, vi sono morti anche fra i cristiani
Sendai (Agenzia Fides) – “Ci sono morti fra i fedeli cristiani, ma non abbiamo ancora cifre precise. Siamo scossi, ma abbiamo ricevuto oggi il conforto dei Vescovi giapponesi, che sono giunti a Sendai. Anche Sua Ecc. Mons. Isao Kikuchi, Presidente della Caritas Giappone, e tutto lo staff della Caritas hanno partecipato all’incontro di emergenza, da cui sono emerse molte buone idee. Il sostegno che stiamo ricevendo dal Giappone e da tutto mondo ci infonde speranza”: lo dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Martin Tetsuo Hiraga, Vescovo di Sendai, la diocesi più colpita dal sisma e dallo tsunami, interpellato a conclusione dell’incontro dei Presuli giapponesi che ha fatto il punto della situazione (vedi Fides 15/3/2011).Il vertice è stato incentrato sulle modalità di intervento della Chiesa per il soccorso alle vittime: le operazioni saranno affidate allo staff della Caritas, grazie alla presenza di numerosi volontari che si stanno proponendo per gli aiuti. Nella diocesi di Sendai, informa il Vescovo, sarà istituito un “Centro di Emergenza” per gestire e coordinare le operazioni umanitarie, sotto la supervisione della Caritas Giappone. E’intanto in fase di elaborazione un comunicato ufficiale sull’incontro, che renderà note le decisioni fondamentali assunte dai Vescovi.
Anche p. Daisuke Narui, Direttore di Caritas Giappone, racconta a Fides: “Gli edifici più grandi a Sendai hanno retto a una scossa sismica fortissima. I danni maggiori derivano dallo tsunami. Il panorama della distruzione è impressionante. D’ora in avanti ci rimboccheremo le maniche, la gente aspetta il nostro aiuto”. (PA) (Agenzia Fides 16/3/2011)
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ASIA/GIAPPONE - “Occorre riconoscere gli errori compiuti sul nucleare”, dice un missionario
Sydney (Agenzia Fides) – “Si potrà valutare meglio la tragedia nei prossimi mesi, e ci vorranno anni per ricostruire migliaia di vite distrutte. Sono certo che i giapponesi vivranno questo terribile evento con forza d’animo e solidarietà. Ma sarà anche necessario riconoscere gli errori compiuti, cosa che è un aspetto importante della cultura nipponica. Questo vale specialmente per la questione della centrale nucleare: le autorità hanno ammesso alcune fughe radioattive da Fukoshima, e non sappiamo quali danni potranno provocare”: è la testimonianza rilasciata all’Agenzia Fides da p. Brian Vale, missionario di San Colombano, per molti anni in Giappone, oggi residente in Australia, all’indomani del terremoto e dello tsunami che hanno colpito il Nordest del Giappone.Su come il paese ha affrontato la questione nucleare, negli ultimi 60 anni, p. Bale ricorda: “In Giappone molti hanno ancora oggi una vera allergia al nucleare, dopo i disastri di Hiroshima e Nagasaki. Gli studenti delle scuole vanno a visitare i siti colpiti e i musei della memoria, e l'educazione alla pace è parte integrate del curriculum scolastico”. “Ma negli anni scorsi – prosegue il missionario – molti hanno sollevato il dubbio che gli uomini politici e i governi che hanno avviato la costruzione di centrali nucleari, nonostante l’alto rischio sismico del territorio, siano legati a doppio filo all'industria che edifica le centrali. Gli oppositori al nucleare, in passato, non hanno comunque avuto la forza politica per fermare la costruzione delle centrali”.
Il missionario è scosso dagli eventi: “Le immagini del terremoto e dello tsunami mi hanno scioccato, ho il cuore appesantito per la grave perdita di vite umane. Ricordo Sendai per la bellezza della costa, con verdeggianti alberi di pino e con le spettacolari rocce a picco sul mare. La gente ora sperimenta un senso di profondo smarrimento. Hanno perso tutto: famiglia, case, amici. E va ricordato che questo è molto difficile e doloroso nella cultura giapponese, dove l'identità personale dipende molto dall’essere membro di un gruppo”.
“Oggi – conclude – si vive una situazione di incertezza e precarietà. I giapponesi affrontano il peggior disastro della loro storia, dopo le bombe atomiche della Seconda Guerra Mondiale, ma sono certo che sapranno rialzarsi, anche con il nostro aiuto e la nostra preghiera”. (PA) (Agenzia Fides 16/3/2011)
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