06/05/2011 - 18:12 - PAPA NEL NORDEST: IL MESSAGGIO DEI VESCOVI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
“Abbiamo la grazia di vivere in un tempo della Chiesa nel quale appare in modo luminoso la verità delle parole che Gesù rivolse a Pietro. Ce ne sono testimoni i due ultimi Successori di Pietro: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Uniti tra loro da una grande fede e da stima e amicizia reciproca, si sono trasmessi l’uno all’altro il ministero – ricevuto dai predecessori – di confermare nella fede i loro fratelli”. È un passaggio del messaggio scritto dai vescovi del Friuli Venezia Giulia - mons. Dino De Antoni (Gorizia), mons. Andrea Bruno Mazzocato (Udine), mons. Giampaolo Crepaldi (Trieste), mons. Giuseppe Pellegrini (Concordia-Pordenone) – in occasione della visita di Benedetto XVI a Nordest (7-8 maggio). Citando l’episodio dell’ultima cena e le parole di Gesù a Pietro – “Io ho pregato per te che non venga meno la tua fede e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32) -, i vescovi ricordano che “la fede di Pietro e dei suoi Successori è custodita da una particolare preghiera di Gesù perché quella loro fede sia il riferimento sicuro per tutti i credenti che formano la Chiesa” e “questo ministero o servizio, proprio di Pietro e dei Vescovi di Roma suoi successori, assicura l’unità della Chiesa, messa spesso alla prova dalle vicende della storia umana”.
Per i vescovi, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI “hanno svolto e stanno svolgendo questo servizio alla Chiesa con una santità, una fedeltà e un coraggio che, in questi giorni, è sotto gli occhi di tutti”. Ancora “conserviamo viva nella memoria l’esortazione, quasi gridata, di Giovanni Paolo II nella sua prima omelia: ‘Non abbiate paura. Spalancate le porte a Cristo’. Ad essa fece seguire il gesto di alzare il crocifisso del bastone pastorale per indicare che suo unico ministero sarebbe stato quello di attirare sguardi e cuori solo verso Gesù crocifisso e risorto, unica Speranza degli uomini”. “Con carità eroica portò avanti con le parole e la vita questo compito: il compito del Successore di Pietro. Mentre la Chiesa riconosce la santità di questo suo Pastore – prosegue il messaggio -, accogliamo nelle nostre terre Benedetto XVI che la Provvidenza ha chiamato a raccogliere il testimone di Giovanni Paolo II. Egli quotidianamente conferma nella fede noi, suoi fratelli, con tale forza e coerenza evangelica che gli possono venire solo dalla preghiera di Gesù la quale continua a custodire il suo Vicario nella Chiesa”. Con umiltà, concludono i vescovi, “dobbiamo confessare che anche nella Regione del Friuli Venezia Giulia i cristiani hanno bisogno di essere confermati nella fedeltà a Gesù, al suo Vangelo e alla grande Tradizione cristiana che ha generato la nostra civiltà”. (Sir)
Per i vescovi, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI “hanno svolto e stanno svolgendo questo servizio alla Chiesa con una santità, una fedeltà e un coraggio che, in questi giorni, è sotto gli occhi di tutti”. Ancora “conserviamo viva nella memoria l’esortazione, quasi gridata, di Giovanni Paolo II nella sua prima omelia: ‘Non abbiate paura. Spalancate le porte a Cristo’. Ad essa fece seguire il gesto di alzare il crocifisso del bastone pastorale per indicare che suo unico ministero sarebbe stato quello di attirare sguardi e cuori solo verso Gesù crocifisso e risorto, unica Speranza degli uomini”. “Con carità eroica portò avanti con le parole e la vita questo compito: il compito del Successore di Pietro. Mentre la Chiesa riconosce la santità di questo suo Pastore – prosegue il messaggio -, accogliamo nelle nostre terre Benedetto XVI che la Provvidenza ha chiamato a raccogliere il testimone di Giovanni Paolo II. Egli quotidianamente conferma nella fede noi, suoi fratelli, con tale forza e coerenza evangelica che gli possono venire solo dalla preghiera di Gesù la quale continua a custodire il suo Vicario nella Chiesa”. Con umiltà, concludono i vescovi, “dobbiamo confessare che anche nella Regione del Friuli Venezia Giulia i cristiani hanno bisogno di essere confermati nella fedeltà a Gesù, al suo Vangelo e alla grande Tradizione cristiana che ha generato la nostra civiltà”. (Sir)
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