"Perché lo Spirito Santo faccia sorgere dalle nostre comunità numerose vocazioni missionarie, disposte a consacrarsi pienamente alla diffusione del Regno di Dio" - Commento all'Intenzione Missionaria di giugno 2011
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Decreto Conciliare Ad gentes afferma che la Chiesa pellegrina è missionaria per sua natura, in quanto trae origine dalla missione del Figlio e dello Spirito Santo, secondo il disegno del Padre, che è la fonte dell'amore (cfr. AG 2). Creandoci liberamente, Egli ci ha chiamato, senza alcun interesse, a partecipare alla sua vita divina, cercando allo stesso tempo la sua gloria e la nostra felicità.
Grazie al mistero pasquale di Cristo, si è diffuso nel mondo il dono dello Spirito Santo. Il suo corpo, come il vaso di alabastro, si è rotto nella sua Passione per diffondere sulla Chiesa il profumo soavissimo dello Spirito. Questo Spirito, Santificatore e Datore della vita, è l'anima della missione della Chiesa. Dalla Pentecoste colma di forza i testimoni dell'amore di Cristo nel mondo e, allo stesso tempo, prepara i cuori di quanti ricevono l'annuncio, in modo che possano accogliere il dono della Parola di Vita, che si è resa visibile in Cristo.
E' ancora lo Spirito che suscita nel cuore degli uomini il desiderio di aderire a Cristo, di condividere la sua missione, di essere inviati in tutto il mondo a predicare la buona novella. La Chiesa non è una impresa umana, che deve il suo successo alla capacità organizzativa di coloro che la dirigono. E' un'opera completamente divina, attraverso la quale, nonostante i limiti degli uomini che la compongono, Dio compie la sua opera di santificazione. E' vero tuttavia che alcune difficoltà interne alla Chiesa sono un ostacolo non indifferente per la vitalità missionaria.
Il Beato Papa Giovanni Paolo II segnalava con tristezza che a volte si percepisce una mancanza di fervore tra i fedeli e i ministri che si manifesta nella stanchezza e nella delusione, nel compromesso con l'ambiente e nel disinteresse e, soprattutto, nella mancanza di gioia e di speranza (cfr. RM 36). Citava anche come uno dei motivi più gravi della mancanza di zelo missionario, una mentalità indifferentista ampiamente diffusa, purtroppo anche fra i cristiani. Questa mentalità è radicata in posizioni teologiche non corrette e segnate da un relativismo religioso che porta a pensare che una religione sia uguale all'altra.
Data questa situazione, è necessaria la fervente preghiera della Chiesa. Le vocazioni missionarie, come ogni vocazione, sono un dono gratuito di Dio. E' necessario pregare il padrone della messe che mandi operai nella sua messe. È necessario creare un clima di apertura allo Spirito Santo che dia un nuovo dinamismo alla Chiesa, sulla base dell'amore universale di Dio per tutti gli uomini. Dobbiamo tornare a riunirci insieme in preghiera con Maria, come gli Apostoli a Pentecoste, per imparare da Lei la docilità allo Spirito Santo.
Molti giovani hanno paura di fronte alla chiamata di Dio, di fronte ad una rappresentazione della sequela di Cristo intesa come perdita di sé stessi e delle cose. L'uomo moderno da una parte cerca Dio, da un altra è atterrito dalle esigenze del vero amore, l'unico che consente di incontrare e godere di Dio. Dobbiamo far capire ai nostri fratelli, specialmente con la nostra vita, che il fuoco di Dio non distrugge, ma crea la vita.
Benedetto XVI affermava nella sua omelia di Pentecoste dell'anno scorso: "Dobbiamo saper riconoscere che perdere qualcosa, anzi, se stessi per il vero Dio, il Dio dell'amore e della vita, è in realtà guadagnare, ritrovarsi più pienamente. Chi si affida a Gesù sperimenta già in questa vita la pace e la gioia del cuore, che il mondo non può dare, e non può nemmeno togliere una volta che Dio ce le ha donate. Vale dunque la pena di lasciarsi toccare dal fuoco dello Spirito Santo! Il dolore che ci procura è necessario alla nostra trasformazione". (Omelia, 23/5/2010).
Chiediamo dunque la grazia di non avere paura di essere toccati dal fuoco. Preghiamo affinché molti giovani siano toccati dal fuoco di Dio, perchè attraverso la loro vita dedicata alla Chiesa, si rinnovi la faccia della terra con l'amore di Cristo, vivente nei suoi missionari. (Agenzia Fides 31/05/2011)
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