Premessa all'articolo del Portale Della Diocesi: quanti problemi ha la Carnia...Trattiamo meglio chi vive in montagna!
La tappa va al basco Igor Anton
UDINE (21 maggio, ore 22) - La festa è stata rovinata. Sul più bello. Va bene che la salita dello Zoncolan ha sempre il suo fascino, ma la decisione della giuria di far saltare la salita (e soprattutto la discesa) del Crostis ha lasciato tutti senza parole. E il silenzio si è trasformato con il passare delle ore in rabbia. Rabbia di quelle centinaia di persone che da giorni, settimane stavano lavorando, e ci erano riusciti a detta dei tecnici, per mettere in sicurezza la strada.La beffa, poi, è arrivata a tappa già iniziata quando la direzione del giro ha comunicato che la carovana rosa non sarebbe passata più nemmeno per Tualis. La Regione dal canto suo promette un evento “riparatore”, ma intanto c'è e rimarrà a lungo l'amarezza. E' sfumato il sogno dei gemelli della Carnia, Crostis e Zoncolan. La tappa, ridotta di oltre 30 km è sembrata disegnata apposta per Contador che anche oggi ha fatto vedere tutta la sua forza, nonostante Nibali sia riuscito a tenergli testa. Il più veloce, però, è stato Igor Anton, basco, festeggiato da un gruppo di fedelissimi giunto fino in Carnia.
Sul ciglio delle strade si è consumata la festa anche se con molti fischi rivolti alle moto e alle automobili delle squadra, qualcuno anche a Contador e applausi per tutti gli altri. La maglia rosa è diventato, a ragione o torto, il capro espiatorio per quanto successo in Carnia. E mentre il patron, Enzo Cainero, aspetta la fine del Giro per parlare liberamente, senza nascondere la propria amarezza, rimane l'istantanea di due bambini, seduti sull'erba dello Zoncolan che sognano di diventare un giorno eroi della corsa rosa.
Sul ciglio delle strade si è consumata la festa anche se con molti fischi rivolti alle moto e alle automobili delle squadra, qualcuno anche a Contador e applausi per tutti gli altri. La maglia rosa è diventato, a ragione o torto, il capro espiatorio per quanto successo in Carnia. E mentre il patron, Enzo Cainero, aspetta la fine del Giro per parlare liberamente, senza nascondere la propria amarezza, rimane l'istantanea di due bambini, seduti sull'erba dello Zoncolan che sognano di diventare un giorno eroi della corsa rosa.
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