ASIA/PAKISTAN - Paura per Farah, ragazza cattolica drogata e costretta a firmare la conversione all'islam
Lahore (Agenzia Fides) - Si teme per la vita di Farah Hatim, la ragazza cattolica rapita e costretta al matrimonio e alla conversione all'islam nella città di Rahim Yar Khan, nel sud del Punjab (vedi Fides 7 e 8/6/2011). Come riferiscono a Fides i familiari della ragazza, Farah viene costantemente drogata e la sua stessa vita sarebbe in pericolo. Sono tuttora in corso, intanto, i tentativi di scoraggiare la famiglia a proseguire nella sua richiesta di "lasciare libera Farah". Ieri Qasim e Huma Hatim, fratello e sorella della vittima, sono stati convocati dalla polizia locale che ha mostrato loro il certificato di matrimonio, una dichiarazione di conversione all'islam e una foto di Farah, in vesti tradizionali musulmane. La polizia ha concluso che "tutto è regolare", ribadendo l'invito ai familiari di abbandonare ogni rivendicazione. Secondo Huma and Qasim, quei documenti sono palesemente artefatti. Le supposte firme di Farah sono in urdu - notano - mentre la ragazza usava firmare in inglese. Nella foto, inoltre, la ragazza è totalmente velata, "per coprire le percosse ricevute", affermano. "La polizia ci vuole convincere a dimenticare Farah, ma noi andremo avanti" dicono i familiari.
"Sarà molto difficile vincere questa battaglia e riavere la ragazza", commenta a Fides Sua Ecc. Mons Lawrence Saldanha, Arcivescovo emerito di Lahore e per diversi anni Presidente della Conferenza Episcopale. "La legge non è a nostro favore, e poi vi sono molte pressioni sui cristiani e sui funzionari pubblici" rimarca. "Va detto che la nostra Commissione Giustizia e Pace documenta numerosi casi come questo. E molti non vengono alla luce, perché i cristiani sono minacciati e hanno paura di esporsi. Si tratta di palesi violazioni dei diritti umani, della libertà di coscienza e di religione".
Come già segnalato nei mesi scorsi all'Agenzia Fides (vedi Fides 13/4/2011) da fonti locali, in Pakistan sono in aumento le conversioni forzate all'islam, gli stupri e i matrimoni forzati. Le vittime sono soprattutto ragazze cristiane e indù, le più vulnerabili, perché di comunità povere, indifese, emarginate, dunque facilmente esposte a soprusi, minacce e violenze. Spesso non hanno nemmeno il coraggio di denunciare le aggressioni. (PA) (Agenzia Fides 9/6/2011)
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