fonte:http://www.collegionazionalecapitani.it/view_news.php?id_news=302
IN ITALIA NON SI TROVANO COMANDANTI E UFFICIALI UOMINI PER LA MARINA MERCANTILE ……….UNA DONNA… MARSHA…COMANDANTE DI UNA NAVE..
Marsha ha una passione per le piante grasse e per i peluche : ce ne sono davvero tanti da adornare il suo ufficio e la messroom,la sala da pranzo.Marsha fa parte di quel 2% circa di donne marittime su un totale di oltre 1 milione e duecentomila lavoratori. Ma l’aspetto forse più inconsueto è il ruolo di Marsha a bordo della nave general cargo Ivan Sergiyenko: altre volte era capitato infatti, di incontrare donne, radiotelegrafiste ,cuoche a bordo delle navi con equipaggi ucraini o russi, ma mai mi ero imbattuto in una donna….comandante!.
Marsha è ucraina , ma – oltre all’inglese e polacco – parla anche un po’ d’italiano, dice di averlo imparato nel corso delle numerose volte in cui la sua nave è approdata in porti italiani; durante l’incontro a bordo mi mostra alcune foto che ha appeso in una bacheca: il lungomare di Odessa e le vedute di kherson si mescolano a scorci di La Spezia.
Mi racconta di essere venuta per la prima volta a Porto Nogaro nella seconda metà degli anni ’80, quando ancora non rivestiva il ruolo di Comandante,
Marsha ha l’aria di chi è abituata allo stupore delle persone che ha di fronte, e con pazienza racconta di sé, di suo figlio a cui trasmesso l’amore per il mare e la navigazione, che ha voluto seguire le orme della madre ed è attualmente secondo ufficiale, della durezza della vita che ha scelto, ma anche delle soddisfazioni ottenute in tanti anni sulle navi.
Mi chiede se vogliamo fare un giro a bordo della sua nave: mi conduce alla plancia di comando, mi mostra le carte, sulle quali le sue dita scorrono sicure, mentre illustra le rotte che la nave deve seguire per risalire l’Aussa-Corno; passiamo nella messroom, e qui Marsha racconta un episodio accaduto diversi anni fa, di cui conserva ancora in una cornice un articolo di giornale, ormai quasi ingiallito.
La nave stava navigando da Istanbul verso Odessa, quando venne sorpresa da una forte tempesta.
Marsha si appella a Dio, e giura che – se tutti arriveranno sani e salvi – farà subito celebrare a bordo una Santa Messa. La foto sul giornale del Pope insieme all’equipaggio testimonia che la celebrazione ha rappresentato il momento di ringraziamento a Dio per il dono ricevuto.
Questo modo mi fa pensare a quei Comandanti che a bordo si adegiano a Dio e non capiscono che sono grandi uomini di mare che devono dare conto a un loro Supremo che non à di questa terra e/o mare.
Marsha mi saluta chiedendo di fare una foto insieme : si scioglie i capelli, li sistema e sorride. Mi manderà la foto via mail..
Arrivederci Marsha, pakà.
Storaci Cap.Angelo
Marsha ha una passione per le piante grasse e per i peluche : ce ne sono davvero tanti da adornare il suo ufficio e la messroom,la sala da pranzo.Marsha fa parte di quel 2% circa di donne marittime su un totale di oltre 1 milione e duecentomila lavoratori. Ma l’aspetto forse più inconsueto è il ruolo di Marsha a bordo della nave general cargo Ivan Sergiyenko: altre volte era capitato infatti, di incontrare donne, radiotelegrafiste ,cuoche a bordo delle navi con equipaggi ucraini o russi, ma mai mi ero imbattuto in una donna….comandante!.
Marsha è ucraina , ma – oltre all’inglese e polacco – parla anche un po’ d’italiano, dice di averlo imparato nel corso delle numerose volte in cui la sua nave è approdata in porti italiani; durante l’incontro a bordo mi mostra alcune foto che ha appeso in una bacheca: il lungomare di Odessa e le vedute di kherson si mescolano a scorci di La Spezia.
Mi racconta di essere venuta per la prima volta a Porto Nogaro nella seconda metà degli anni ’80, quando ancora non rivestiva il ruolo di Comandante,
Marsha ha l’aria di chi è abituata allo stupore delle persone che ha di fronte, e con pazienza racconta di sé, di suo figlio a cui trasmesso l’amore per il mare e la navigazione, che ha voluto seguire le orme della madre ed è attualmente secondo ufficiale, della durezza della vita che ha scelto, ma anche delle soddisfazioni ottenute in tanti anni sulle navi.
Mi chiede se vogliamo fare un giro a bordo della sua nave: mi conduce alla plancia di comando, mi mostra le carte, sulle quali le sue dita scorrono sicure, mentre illustra le rotte che la nave deve seguire per risalire l’Aussa-Corno; passiamo nella messroom, e qui Marsha racconta un episodio accaduto diversi anni fa, di cui conserva ancora in una cornice un articolo di giornale, ormai quasi ingiallito.
La nave stava navigando da Istanbul verso Odessa, quando venne sorpresa da una forte tempesta.
Marsha si appella a Dio, e giura che – se tutti arriveranno sani e salvi – farà subito celebrare a bordo una Santa Messa. La foto sul giornale del Pope insieme all’equipaggio testimonia che la celebrazione ha rappresentato il momento di ringraziamento a Dio per il dono ricevuto.
Questo modo mi fa pensare a quei Comandanti che a bordo si adegiano a Dio e non capiscono che sono grandi uomini di mare che devono dare conto a un loro Supremo che non à di questa terra e/o mare.
Marsha mi saluta chiedendo di fare una foto insieme : si scioglie i capelli, li sistema e sorride. Mi manderà la foto via mail..
Arrivederci Marsha, pakà.
Storaci Cap.Angelo
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