Invasione di meduse nel Golfo di Trieste
lunedì 26 settembre 2011, 15:38 di Peppe Caridi
Le meduse sono riapparse in grande quantita’ lungo le coste del Golfo di Trieste. Si tratta, conferma il direttore regionale dell’Arpa Giorgio Mattassi, della specie Rhizostoma Pulmo, detta anche ‘botte marina’ per le grandi dimensioni che riesce a raggiungere. ”Le stiamo osservando da Punta Sottile, al confine con la Slovenia, alle foci del Tagliamento -conferma Mattassi- compresa la laguna di Grado e Marano. In totale, lungo un centinaio di km di costa. La specie non e’ urticante, lo sono lievemente solo i filamenti interni, ma nessuno abbraccia una medusa”, scherza Mattassi. Nessun panico pertanto, anche gli ultimi bagni di questo settembre piu’ caldo del solito si possono fare in relativa tranquillita’, sempre che si sappia distinguere le meduse innocue da quelle urticanti, cosa che non e’ da tutti.
Dallo scorso febbraio fino a luglio, riferisce Luisella Milani dell’Arpa, nell’alto Adriatico, oltre la Rhizostoma Pulmo e’ stata avvistata anche un’altra specie, a sua volta piu’ o meno innocua, l’Aurelia Aurita. A giugno i biologi dell’Arpa che monitorano il mare con la barca hanno avvistato nel Golfo di Trieste anche la Chrysaora, che puo’ essere leggermente urticante. ”Probabilmente l’accumulo sotto costa delle meduse di questi giorni, e’ dovuto alle correnti e ai venti”, afferma Paola Del Negro, del Laboratorio di biologia marina dell’Ogs (Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale). Infatti questi organismi non sono in grado di decidere autonomamente i grandi spostamenti. ”Le meduse non erano scomparse -precisa Del Negro- semplicemente la temperatura dell’acqua in superficie per loro era troppo calda, ed erano scese in profondita”’. Ora, la temperatura dell’acqua e’ diminuita e sono riaffiorate.
La presenza di Rhizostoma Pulmo e’ piuttosto frequente in tutto il Nord Adriatico. I biologi ritengono che la ripresa della disfusione di questa medusa nell’Adriatico settentrionale sia legata o al calo dei loro predatori naturali o al fatto che la zona sia favorevole alla riproduzione. Ma la vita delle meduse rimane ancora abbastanza misteriosa. ”Il loro studio e’ difficile”, conferma Del Negro, perche’ non ci sono metodi che consentono di catturarle senza rovinarle. Inoltre, non si sa bene quando e dove si riproducono ed e’ difficile quantificarle. Attualmente gli esperti stanno sviluppando un metodo acustico proprio per quantificarle, metodo che si basa sulla diffusione delle onde radio in mare. Infine, e’ difficile mantenere e fare riprodurre le meduse negli acquari. ”Il loro ciclo di vita nell’acqua e’ rapido, si parla di mesi”, conclude Del Negro.
Dallo scorso febbraio fino a luglio, riferisce Luisella Milani dell’Arpa, nell’alto Adriatico, oltre la Rhizostoma Pulmo e’ stata avvistata anche un’altra specie, a sua volta piu’ o meno innocua, l’Aurelia Aurita. A giugno i biologi dell’Arpa che monitorano il mare con la barca hanno avvistato nel Golfo di Trieste anche la Chrysaora, che puo’ essere leggermente urticante. ”Probabilmente l’accumulo sotto costa delle meduse di questi giorni, e’ dovuto alle correnti e ai venti”, afferma Paola Del Negro, del Laboratorio di biologia marina dell’Ogs (Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale). Infatti questi organismi non sono in grado di decidere autonomamente i grandi spostamenti. ”Le meduse non erano scomparse -precisa Del Negro- semplicemente la temperatura dell’acqua in superficie per loro era troppo calda, ed erano scese in profondita”’. Ora, la temperatura dell’acqua e’ diminuita e sono riaffiorate.
La presenza di Rhizostoma Pulmo e’ piuttosto frequente in tutto il Nord Adriatico. I biologi ritengono che la ripresa della disfusione di questa medusa nell’Adriatico settentrionale sia legata o al calo dei loro predatori naturali o al fatto che la zona sia favorevole alla riproduzione. Ma la vita delle meduse rimane ancora abbastanza misteriosa. ”Il loro studio e’ difficile”, conferma Del Negro, perche’ non ci sono metodi che consentono di catturarle senza rovinarle. Inoltre, non si sa bene quando e dove si riproducono ed e’ difficile quantificarle. Attualmente gli esperti stanno sviluppando un metodo acustico proprio per quantificarle, metodo che si basa sulla diffusione delle onde radio in mare. Infine, e’ difficile mantenere e fare riprodurre le meduse negli acquari. ”Il loro ciclo di vita nell’acqua e’ rapido, si parla di mesi”, conclude Del Negro.
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