mercoledì 28 dicembre 2011

Solo insieme, cristiani e musulmani, possiamo andare lontano" conclude Mons. Onaiyekan.

AFRICA/NIGERIA - "Il terrorismo minaccia tutti, musulmani e cristiani, ma insieme possiamo vincerlo" dice a Fides l'Arcivescovo di Abuja

Abuja (Agenzia Fides) - "Spero che queste persone non siano morte invano, i nigeriani si stanno rendendo conto che il terrorismo ci minaccia tutti, cristiani e musulmani" dice all'Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. John Olorunfemi Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja, capitale federale della Nigeria, dove a Natale almeno 35 persone sono morte in un attentato che ha colpito la chiesa di Santa Teresa, nel quartiere di periferico di Madalla. Sempre a Natale altre bombe sono esplose presso alcune chiese in altre zone della Nigeria, tra cui una chiesa Pentecostale a Jos, capitale dello Stato di Plateau. Gli attentati sono stati attribuiti alla setta islamica Boko Haram.
"Il giorno di Santo Stefano, quando mi sono recato sul luogo dell'attentato insieme al Nunzio, alla presenza del Ministro dell'Interno, ho approfittato dell'occasione per lanciare un forte appello tramite la stampa locale alla leadership islamica della Nigeria per fare qualcosa" racconta a Fides Mons. Onaiyekan. "Anche se i capi religiosi musulmani continuano ad affermare che i membri della Boko Haram non appartengono al vero islam, devono però riconoscere che questi sono musulmani, buoni o cattivi non importa, e che loro hanno la maggiore possibilità di individuarli e devono dimostrare che lo stanno facendo".
"A questa mia dichiarazione - prosegue Mons. Onaiyekan - è stato dato ampio risalto, ed ha suscitato diversi commenti sui media nigeriani. Diverse importanti organizzazioni e gruppi islamici stanno ora condannando gli attentati. Ho appena ricevuta la telefonata di un gruppo musulmano che ha visitato i feriti all'ospedale e che mi ha chiesto di visitare la chiesa di Santa Teresa.
"Non è il tempo di dire se siamo musulmani o cristiani, dobbiamo affrontare il problema come nigeriani che vivono tutti sotto la minaccia di questa gente. Fra i morti vi erano pure musulmani. La bomba è esplosa in strada, di fronte alla chiesa, ed ha colpito non solo i fedeli che uscivano dalla Messa ma anche passanti comuni. Ho personalmente pregato e benedetto un uomo che è stato gravemente ferito, mentre si trovava in automobile al momento dell'esplosione. E questa persona era musulmana" dice l'Arcivescovo di Abuja.
Mons. Onaiyekan rivela che la Chiesa locale aveva organizzato un servizio di vigilanza per proteggere i luoghi di culto. "Questi coraggiosi giovani hanno creato dei posti di controllo alle due entrate della strada che conduce alla chiesa di Santa Teresa, controllando ogni automobile che passava. L'auto dell'attentatore ha rifiutato di fermarsi. I ragazzi l'hanno seguita fino di fronte alla facciata della chiesa, riuscendo a bloccarla. Mentre stavano discutendo con il guidatore, questi ha fatto esplodere la bomba. Si è quindi trattato di un attentato suicida. Tra le vittime vi è uno dei nostri giovani della sorveglianza, e almeno 3 membri delle forze dell'ordine, tra cui un musulmano" ricorda Mons. Onaiyekan.
"Si tratta di terrorismo che non risparmia nessuno" incalza l'Arcivescovo. "Quando questa gente afferma di volere uno Stato islamico, non si tratta di uno Stato che dà maggiore libertà ai musulmani. Sappiamo cosa intendono per Stato islamico, abbiamo l'esempio della Somalia degli Shabab. Credo che finalmente siamo riusciti a far capire alla stragrande maggioranza dei nostri connazionali musulmani che il terrorismo dei Boko Haram non è solo contro i cristiani. Solo insieme, cristiani e musulmani, possiamo andare lontano" conclude Mons. Onaiyekan. (L.M.) (Agenzia Fides 28/12/2011)

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