AFRICA/NIGERIA - "La situazione attuale della Nigeria è più pericolosa di quella durante la guerra civile, perché si coinvolge la dimensione religiosa" dice Mons. Kaigama
Abuja (Agenzia Fides) - "La guerra del Biafra aveva radici etniche e politiche, gli attentati della Boko Haram implicano dimensioni etniche, sociali, politiche, religiose e pure criminali. Per questo la situazione attuale è più pericolosa di quella al tempo della guerra del Biafra. La dimensione religiosa attiene infatti all'intimità più profonda delle persone. Si rischia di fare appello agli istinti più irrazionali dell'uomo" dice all'Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Mons. Ignatius Ayau Kaigama, Arcivescovo di Jos, commentando le dichiarazioni rese ieri, 8 gennaio del Presidente Goodluck Jonathan.
"La situazione odierna è persino peggiore della guerra civile" ha affermato il Capo dello Stato nigeriano, facendo riferimento alla guerra per la secessione del Biafra (1967-70) che provocò un milione di morti."Durante la guerra civile, conoscevamo e potevano persino conoscere da quale parte proveniva il nemico...ma la sfida che dobbiamo affrontare oggi è più complicata" ha detto Jonathan, che ha denunciato complicità con i membri della setta Boko Haram nelle forze di sicurezza e nell'esercito.
I recenti attentati in diverse zone nel nord della Nigeria, hanno colpito le locali comunità cristiane, provocando la fuga dei cristiani. "Al momento non mi sembra che vi sia un massiccio movimento di cristiani dal nord, a parte nelle aree dove diverse persone sono state uccise, nelle quali la cadenza delle violenze è stata molta intensa" dice Mons. Kaigama. "In queste aree i cristiani, specialmente quelli originari del sud, come le popolazioni Ibo, sono profondamente in ansia e si stanno organizzando per ritornare nelle zone di origine".
Mons. Kaigama si dice preoccupato perché anche i musulmani che vivono al sud risentono del clima di violenza. "Sono appena tornato da una visita nel sud della Nigeria. Anche lì i musulmani, che sono originari del nord, sono profondamente preoccupati e si stanno preparando a tornare nel settentrione". "Si tratta, a mio avviso, di uno sviluppo molto pericoloso. Il governo deve agire con decisione per fermare le violenze e ricostruire un clima di sicurezza e fiducia reciproca per ogni nigeriano che vive in ogni parte del Paese" conclude l'Arcivescovo di Jos. (L.M.) (Agenzia Fides 9/1/2012)
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AFRICA/NIGERIA - Abolizione del sussidio sulla benzina: "una decisione che colpisce i poveri" affermano i Vescovi, che denunciano la "tempistica insensibile" di fronte agli attentati
Abuja (Agenzia Fides) - I Vescovi della Provincia Ecclesiastica di Ibadan (sud della Nigeria) si dicono "rammaricati" per "la decisione impopolare" di abolire i sussidi sulla benzina, che ha provato un drastico e improvviso aumento dei prezzi del carburante. Il 1° gennaio il governo federale ha abolito la sovvenzione che manteneva il prezzo al dettaglio della benzina intorno alle 65 naira per litro (0.30 euro). Il prezzo del carburante è immediatamente salito fino addirittura a 140 naira al litro (0.66 euro), una cifra proibitiva per molti, in un Paese dove la maggioranza della popolazione vive con meno di due dollari al giorno (1,5 euro). Il provvedimento ha provocato forti proteste da parte dei nigeriani, accrescendo la tensione provocata dagli attentati della setta Boko Haram. "Molti nigeriani che si erano recati nelle loro città e villaggi di origine per celebrare il Natale e il Capodanno non possono nemmeno permettersi di tornare nei loro luoghi di lavoro a causa del rialzo dei prezzi della benzina" denuncia un comunicato inviato all'Agenzia Fides.
Il governo ha motivato il provvedimento come una misura per impedire frodi sulla vendita di carburanti. "Prendiamo atto con profondo rammarico che questo Paese ha ormai una tradizione di far soffrire i poveri a causa degli interessi egoistici di pochi che si sono arricchiti fraudolentemente in collusione con coloro che si trovano al potere. Il povero deve soffrire per far sorridere il ricco?" replicano i Vescovi
I Vescovi concludono mettendo in relazione la rimozione del sussidio con le forti tensioni provocate dall'ondata di attentati scatenati dalla setta Boko Haram, che ha particolarmente colpito le comunità cristiane. "Anche se non è giusto incolpare il governo del Presidente Jonathan di tutti i mali della Nigeria, questo governo deve assumersi la piena responsabilità per la tempistica insensibile della sua politica sul sussidio di carburante. Il governo sembra aver già deciso l'eliminazione del sussidio molto prima dell'avvio delle cosiddette consultazioni o non sembra importagli affatto che decine di nigeriani sono stati orribilmente uccisi pochi giorni prima nelle vicinanze della nostra Capitale Federale?". (L.M.) (Agenzia Fides 9/1/2012)
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