martedì 3 gennaio 2012

La nostra preghiera di suffragio sia il nostro dono che restituisce a mons. Battisti tutto il bene che ci ha voluto.

«Si è fatto modello del suo gregge».
L'Arcivescovo Mazzocato ricorda mons. Battisti   versione testuale
Udine (Cattedrale), 3 gennaio 2012
Veglia di preghiera per mons. Battisti
Cari sacerdoti e fedeli,
S. Pietro si rivolge ai pastori, responsabili delle comunità cristiane, con queste espressioni: «Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge.
E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce». (1 Pietro 5,1-4)
Le parole dell’apostolo sembrano il ritratto di S. E. mons. Alfredo Battisti. Sul volto paterno e nel cuore del nostro amatissimo Vescovo ritroviamo tutte le virtù che S. Pietro elenca.
Quando aveva appena 48 anni, Dio gli ha affidato il gregge di Cristo che è in Friuli, generato dalla Chiesa madre di Aquileia. Mons. Battisti lo ha accolto subito «volentieri», come si accoglie la propria famiglia, senza resistenze e condizioni. Per 38 anni si è fatto friulano con i friulani.
Ha guidato la Chiesa di Udine con «animo generoso», libero di ogni interesse, con una sobrietà di vita personale a cui è rimasto fedele fino alla morte. La sua generosità di pastore lo ha portato a stare sempre in mezzo e alla testa del popolo a lui affidato. Ha camminato tra i suoi sacerdoti e la sua gente attraverso le macerie del terremoto e gli anni febbrili della ricostruzione, lungo un tempo di grandi e faticosi cambiamenti della Chiesa e della società. Non si è chiuso e irrigidito, come un pastore impaurito, ma è rimasto sempre aperto al dialogo, al confronto, alla ricerca di nuove prospettive. Le inevitabili sofferenze e amarezze non lo hanno intristito perché il suo animo generoso lo spingeva a non lasciare il gregge in mezzo alle difficoltà ma a cercare nuovi pascoli nutrienti.
Ma possiamo dire di più. In mons. Battisti ritroviamo la più grande delle virtù che S. Pietro chiede ai responsabili delle comunità: «farsi modelli del gregge». Prima che con la parola – pur sempre illuminata e sapiente – mons. Battisti ha guidato la Chiesa friulana facendosi modello del gregge. Nel suo sorriso paterno e paziente, nel suo modo delicato di trattare i suoi sacerdoti e ogni persona, nella sua attenzione immediata verso i più poveri e sofferenti ha mostrato dal vivo il volto di Gesù Buon Pastore.
È questa sua testimonianza di coerenza tra ciò che insegnava e ciò che viveva che maggiormente si è incisa nell’animo del popolo friulano. Sacerdoti e laici hanno percepito in lui un modello degno di essere creduto e seguito perché si coglieva che Cristo viveva in lui; era il centro della sua persona e dei suoi interessi.
Confesso che questa è stata anche la mia impressione nei due anni di frequenti incontri e colloqui che ho avuto con mons. Battisti. Ogni volta si rivolgeva a me con un sorriso e dicendo: «Ecco il mio Arcivescovo». In questa espressione sentivo il grande affetto con cui mi aveva accolto come suo successore, la nobiltà d’animo spoglia di ogni ombra di gelosia, la disponibilità ad aiutarmi e a collaborare per il bene della nostra Chiesa di Udine.
Più a fondo, coglievo una fede matura nel Mistero di Cristo e nel Mistero della Chiesa che ha nel Vescovo un segno visibile da accogliere e da seguire.
Oltre che per tutti i sacerdoti e i cristiani dell’Arcidiocesi di Udine, mons. Battisti è stato e resterà un modello per me e per il mio ministero di Vescovo; come certamente lo è stato per S. E. mons. Brollo che gli è stato vicino ben più a lungo di me.
Chiedo allo Spirito Santo la grazia di seguire non solo le prospettive pastorali ma la testimonianza che mons. Battisti mi ha lasciato in eredità; la sua testimonianza di come si ama e – mi verrebbe da dire – di come ci si fa santi consacrandosi come Vescovi alla Chiesa.
S. Pietro conclude la sua esortazione rivolta ai responsabili delle comunità cristiane facendo loro una promessa: «E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce».
Questa è la grazia che con tutta la nostra fede e il nostro affetto imploriamo per mons. Battisti, nostro Padre e Pastore. Gesù Signore, Pastore supremo, lo accolga nella comunione dei santi dove incontrerà tutti i Vescovi e Patriarchi che l’hanno preceduto alla guida della Santa Chiesa di Aquileia e di Udine. Gli doni la corona di gloria riservata ai servi fedeli. La nostra preghiera di suffragio sia il nostro dono che restituisce a mons. Battisti tutto il bene che ci ha voluto.
Andrea Bruno Mazzocato
Arcivescovo di Udine


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