sabato 31 marzo 2012

Domenica delle Palme, si apre la Settimana Santa   versione testuale
Solenne rito con l'Arcivescovo in Cattedrale. Tutte le celebrazioni

UDINE (30 marzo, ore 18.30) - Con la solenne Messa della Domenica delle Palme, inizia il 1° aprile  la Settimana Santa, il periodo in cui i cristiani celebrano nel modo più intenso i più alti misteri della loro fede: la Passione, morte e resurrezione di Cristo Signore.
 
L’Arcivescovo di Udine presiederà il solenne rito alle ore 10.30 in Cattedrale. Alle ore 16 mons. Mazzocato  condurrà, sempre in Cattedrale, un’ora di adorazione eucaristica e l’apertura delle «Quarant’ore», per introdurre il clima di silenzio, esame di coscienza e conversione che caratterizza i primi giorni della Settimana Santa.
 
Giovedì Santo, 5 aprile, alle ore 9.30, l’importante appuntamento diocesano in Cattedrale con la Messa del Crisma, che chiude la Quaresima. Tutti i sacerdoti e i diaconi del clero diocesano si radunano attorno all’Arcivescovo per questa liturgia, durante la quale saranno consacrati gli olii santi utilizzati durante l’anno per la celebrazione dei sacramenti dell’Ordine e della Cresima (olio del Crisma), per il sacramento dell’Unzione degli infermi (olio degli infermi) e per la preparazione al Battesimo (olio dei catecumeni).In questa celebrazione solenne, tutti i ministri ordinati rinnovano davanti al Vescovo le promesse del loro sacerdozio e si impegnano a collaborare con lui per il bene della Chiesa. Vengono anche festeggiati i giubilei di sacerdozio di 20 presbiteri del clero diocesano. Mons. Mazzocato celebrerà poi alle ore 19, sempre in Cattedrale, la Messa «in Cena Domini», aprendo il «triduo pasquale».
 
Il momento liturgico centrale del Venerdì Santo (6 aprile) sarà celebrato dall’Arcivescovo alle ore 15 in Cattedrale, con la solenne adorazione della croce. Alle ore 9 (anche Sabato Santo), mons. Mazzocato celebrerà in Cattedrale l’Ufficio delle letture e le Lodi assieme ai canonici della Cattedrale, alle religiose consacrate e ai fedeli laici. Alle 21 presiederà poi anche la «Via Crucis» devozionale cittadina, con partenza dalla Cattedrale.
 
La grande Veglia Pasquale verrà presieduta dall’Arcivescovo in Cattedrale alle ore 21 di sabato 7 aprile, con il conferimento dei sacramenti dell’iniziazione cristiana ad un gruppo di adulti. Nella giornata di Pasqua, 8 aprile, mons. Mazzocato presiederà la solenne Eucaristia in Cattedrale alle ore 10.30. Alle 17  presiederà la celebrazione dei Vespri solenni assieme a quanti, sacerdoti, religiosi e laici desiderano partecipare.

venerdì 30 marzo 2012

INTENZIONE MISSIONARIA
"Perché il Cristo risorto sia segno di sicura speranza per uomini e donne del Continente africano" - Commento all'Intenzione Missionaria di aprile 2012

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - L'Africa è "il continente della speranza" per eccellenza. Ma come tutte le realtà umane, non è in grado di trovare il fondamento della sua speranza in sé stesso. Se è vero che la Chiesa africana è piena di gioventù e di vitalità, è anche vero che la società africana ha sofferto terribilmente negli ultimi decenni per le lotte fratricide tra i vari gruppi etnici. Come il resto del mondo, ancora oggi l'Africa ha bisogno della salvezza di Gesù Cristo, Lui che è l'unica nostra pace e nostra speranza, l'unica fonte di autentica riconciliazione.
E' necessario che le ferite causate da queste guerre siano guarite dalla grazia divina, con il perdono offerto e ricevuto sinceramente. Come il Buon Samaritano, il Signore si china sull'uomo, su tutto l'uomo, offrendo l'olio profumato del Suo Spirito Santo per guarire le sue ferite, causate da divisioni, odio e violenza. Nei cuori guariti da Cristo, il Medico umile fatto carne per noi, potrà germogliare di nuovo una vera speranza, che non si basa solo sulle parole umane, ma sulla forza e sulla promessa del Signore.
Coloro che accolgono la Parola di Cristo e la pace che sgorga dal suo Mistero Pasquale, potranno essere per gli altri fonte di pace e operatori di riconciliazione. Papa Benedetto XVI ha detto: "Nel Signore Gesù non c'è più né giudeo né pagano, né uomo né donna (cfr Gal 3,28). Nella sua carne Egli ha riconciliato tutti i popoli. Con la forza dello Spirito Santo rivolgo a tutti questo appello: "Lasciatevi riconciliare!" (2 Cor 5,20). Nessuna differenza etnica o culturale, di razza, di sesso o di religione deve divenire tra voi motivo di contesa. Voi siete tutti figli dell'unico Dio, nostro Padre, che è nei cieli. Con questa convinzione sarà finalmente possibile costruire un'Africa più giusta e pacifica, all'altezza delle legittime attese di tutti i suoi figli". (Incontro con il Consiglio Speciale del Sindo per l'Africa, Yaoundé, Camerun, 19 marzo 2009).
In questi giorni in cui celebriamo "i misteri che ci hanno dato una nuova vita", dobbiamo fissare il nostro sguardo sul Crocifisso: Lui ha abolito con la sua morte la nostra condanna. È il Buon Pastore che, salito alla croce, raccoglie i figli dispersi. La croce è quindi fonte di riconciliazione e di unità.
La speranza dell'Africa non è in primo luogo nello sviluppo economico. Vediamo infatti che l'Occidente sviluppato sta soffrendo una tremenda crisi della speranza. Solo Dio può dare fondamento alla speranza. Nella sua enciclica Spe Salvi il Papa Benedetto XVI dice: "In questo senso è vero che chi non conosce Dio, pur potendo avere molteplici speranze, in fondo è senza speranza, senza la grande speranza che sorregge tutta la vita. La vera, grande speranza dell'uomo, che resiste nonostante tutte le delusioni, può essere solo Dio - il Dio che ci ha amati e ci ama tuttora « sino alla fine », « fino al pieno compimento ». Chi viene toccato dall'amore comincia a intuire che cosa propriamente sarebbe « vita »." (Spe Salvi, n. 27).
Il Mistero Pasquale di Cristo, la sua morte e la sua risurrezione, sono la prova dell'amore di Dio per l'uomo, amore nella sua forma più radicale. Questo saperci amati rende possibile "una speranza che non delude". L'Africa, che è stato santificata dalla presenza fisica del Signore durante la sua fuga in Egitto, potrà trovare nel Risorto la ragione e la causa di tutte le sue speranze. (Agenzia Fides 30/03/2012)

Fvg: Giunta Tondo approva nuovo piano dimensionamento scuole


29 Marzo 2012 - 14:27 Leggi l'articolo di Asca.it

giovedì 29 marzo 2012

Domenica 1 Aprile 2012


    DOMENICA DELLE PALME (ANNO B)

Pellegrini scendono dal Monte degli Ulivi




Antifona d'ingresso

Commemorazione dell'ingresso di Gesù in Gerusalemme

ANTIFONA

Osanna al Figlio di Davide.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore:
è il Re d'Israele.
Osanna nell'alto dei cieli. (Mt 21,9)

Il sacerdote saluta il popolo con queste parole:

La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo
sia con tutti voi.

R. E con il tuo spirito.

Quindi rivolge al popolo una breve esortazione, per illustrare il significato del rito e per invitarlo a una partecipazione attiva e consapevole:

Fratelli carissimi,
questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la penitenza e con le opere di carità fin dall'inizio della Quaresima.
Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione.
Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione.

Dopo questa esortazione, il sacerdote dice a mani giunte una delle orazioni seguenti:

Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
benedici + questi rami [di ulivo],
e concedi a noi tuoi fedeli,
che accompagniamo esultanti il Cristo,
nostro Re e Signore,
di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Oppure:
Preghiamo.
Accresci, o Dio, la fede di chi spera in te,
e concedi a noi tuoi fedeli,
che rechiamo questi rami
in onore di Cristo trionfante,
di rimanere uniti a lui,
per portare frutti di opere buone.
Per Cristo nostro Signore.

E senza nulla dire, asperge i rami con l'acqua benedetta.

Segue la proclamazione del Vangelo dell'ingresso del Signore.


VANGELO (Mc 11,1-10)
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

+ Dal Vangelo secondo Marco

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».

Parola del Signore.

Dopo il Vangelo si può fare, secondo le circostanze, una breve omelia. Per dare l'avvio alla processione, il celebrante, o un altro ministro, può fare un'esortazione con queste parole:

Imitiamo, fratelli carissimi, le folle di Gerusalemme, che acclamavano Gesù, Re e Signore, e avviamoci in pace.

Ha quindi inizio la processione verso la chiesa, nella quale si celebra la Messa. Durante la processione, il coro e il popolo eseguono i canti adatti alla celebrazione.

PRIMA LETTURA (Is 50,4-7)
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi, sapendo di non restare deluso. (Terzo canto del Servo del Signore)


Dal libro del profeta Isaìa

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 21)
Rit: Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?


Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d’Israele.

SECONDA LETTURA (Fil 2,6-11)
Cristo umiliò se stesso, per questo Dio l’ha esaltato


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Fil 2,8-9)
Gloria e lode a te, o Cristo!

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte,
e alla morte di croce.
Per questo Dio l’ha esaltato
e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome.
Gloria e lode a te, o Cristo!

VANGELO (Mc 14,1-15,47)
La passione del Signore


+ Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco

- Cercavano il modo di impadronirsi di lui per ucciderlo
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».

- Ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura
Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».

- Promisero a Giuda Iscariota di dargli denaro
Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.

- Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

- Uno
di voi, colui che mangia con me, mi tradirà
Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».

- Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue dell’alleanza
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

- Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:
“Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse”.
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

- Cominciò a sentire paura e angoscia
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

- Arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.

- Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.

- Non conosco quest’uomo di cui parlate
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.

- Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?
E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.
A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

- Intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

- Condussero Gesù al luogo del Gòlgota
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.

- Con lui crocifissero anche due ladroni
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.

- Ha salvato altri e non può salvare se stesso!
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

- Gesù, dando un forte grido, spirò
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

(Qui si genuflette e si fa una breve pausa)

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».
Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

- Giuseppe fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro
Venuta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

Parola del Signore.



PREGHIERA DEI FEDELI

C – Fratelli e sorelle, nella sua morte vivificante Gesù ci ha mostrato la profondità del suo amore. All’inizio della grande Settimana, che celebra il grandioso evento della nostra redenzione, preghiamo per le necessità della Chiesa e del mondo intero.

L - Preghiamo insieme cantando [dicendo]:

Kyrie, eleison!

1.      Per il Santo Padre, il Papa Benedetto XVI, per il nostro Vescovo Andrea Bruno e per tutti i Pastori del gregge di Cristo, affinché, guidando la Chiesa nella celebrazione del grande Mistero della salvezza, trovino la loro forza nelle sofferenze di Cristo e la loro consolazione nella luce della Sua Pasqua, preghiamo.

2.      Per coloro che governano le nazioni, affinché sostengano la dignità dell’uomo, portino speranza a tutte le genti e promuovano la pace e la riconciliazione tra tutti i popoli, preghiamo.

3.      Per gli innocenti e i perseguitati, e per quanti subiscono scandalo a causa delle ingiustizie, perché non venga meno in loro la certezza pasquale della vittoria del bene sul male, preghiamo.

4.      Per i giovani, nella giornata mondiale loro dedicata, e per coloro che si adoperano per educarli e proteggerli, affinché possano crescere in generosità nel loro servizio a Dio e alla società, preghiamo.

5.      Per gli uomini che non credono, perché, come il centurione ai piedi della croce, vedano nella morte redentrice di Cristo il segno sconvolgente della divina gloria, preghiamo.

6.      Per noi tutti, perché viviamo questi giorni santi non come spettatori ma come attori, seguendo il Signore sulla strada della croce e della gloria, preghiamo.

C – Ascolta, o Padre, la preghiera del tuo popolo che celebra la passione del tuo Figlio; fa’ che dopo averlo acclamato nel giorno dell’esultanza, sappiamo seguirlo con la fedeltà dell’amore nell’ora oscura e vivificante della croce. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.   T - Amen.






Cuba sia la casa di tutti e per tutti i cubani, dove convivano la giustizia e la libertà, in un clima di serena fraternità. Così ha detto il Papa durante la cerimonia di congedo all'aeroporto José Martì dell'Avana, alla presenza del presidente cubano Raúl Castro che ha rivolto parole di ringraziamento al Pontefice. Benedetto XVI ha sottolineato le sofferenze del popolo cubano a causa dell'embargo e ha ribadito che nessuno deve essere impedito nelle proprie libertà fondamentali. Decine di migliaia di cubani si sono riversati per le strade nonostante la pioggia, lungo i 18 chilometri che separano la nunziatura dall'aeroporto, per salutare con affetto il Papa in partenza. In precedenza, in nunziatura, Be ... More

mercoledì 28 marzo 2012



Continuate a fondare la vostra vita sulla roccia salda che è Cristo, lavorate per la giustizia, siate servitori della carità, che niente e nessuno vi sottragga la gioia interiore. Così ha detto il Papa a Cuba, al termine della visita al santuario della Madonna della Carità del Cobre, patrona dell'isola. La presenza di questa statua da 400 anni a Cuba, è un regalo del cielo per l'isola e i suoi abitanti, ha notato Benedetto XVI. Dopo la visita al santuario Benedetto XVI si è recato a L'Avana, capitale del paese, per la visita di cortesia al presidente cubano Raul Castro, nella residenza collocata all'interno del complesso di Piazza della Rivoluzione. More

domenica 25 marzo 2012



Gioia, entusiasmo, spontaneità: sono le note distintive del benvenuto che il Messico ha riservato a Benedetto XVI, giunto nel Paese latinoamericano per "confermare nella fede i credenti in Cristo". Atterrato a Leòn il Papa si è definito un "pellegrino della fede, della speranza e della carità" e ha ricordato che "nessun potere ha il diritto di dimenticare o disprezzare" l'incomparabile "dignità di ogni persona umana, creata da Dio", dignità che "si manifesta in modo eminente nel diritto fondamentale alla libertà religiosa, nel suo genuino significato e nella sua piena integrità". "La fede in Dio offre la certezza di incontrarlo", ha insistito il Pontefice all'aeroporto internazionale di Guanajuato, e ... More

venerdì 23 marzo 2012

AFRICA/MADAGASCAR - Capanne, scuole, chiese e colture distrutte: un quadro dei danni nella diocesi di Moramanga dopo i cicloni Giovanna e Irina

Moramanga (Agenzia Fides) - Si è conclusa, ieri 22 marzo, la riunione del Consiglio Presbiterale della diocesi di Moramanga, nel corso della quale i parroci degli 8 distretti missionari della diocesi hanno riferito le ultime notizie sui danni causati dal passaggio dei due cicloni, Giovanna e Irina, che hanno di recente devastato il paese (vedi Fides 14,16,17,20/02/2012). Anche Papa Benedetto XVI aveva lanciato un appello per il Madagascar all'Angelus di domenica 11 marzo (vedi Fides 12,13/03/2012). Mons. Gaetano Di Pierro, Vescovo di Moramanga, riferisce all'Agenzia Fides che il quadro generale riporta 8 morti, 1009 persone sinistrate, 809 capanne distrutte (la maggioranza della popolazione della foresta abita in capanne, alcune con il tetto in lamiera), 14 scuole distrutte, 42 chiese distrutte o molto danneggiate, 3 dispensari della missione danneggiati, l'80% delle colture di vario genere distrutte. "Abbiamo quantificato i danni e questo è il risultato ottenuto" sottolinea il Vescovo. "Ci sarebbe bisogno di lamiere per i tetti. Il costo di una lamiera corrisponde a 10 euro: un quarto dello stipendio mensile di un salariato. Sono poi necessari almeno 500 kg di semenze di riso, 200 kg di mais, 200 kg di legumi. Si tratta di cibo sufficiente per tre mesi, almeno fino al prossimo raccolto, per una cinquantina di famiglie - continua il Vescovo -. Occorrono inoltre medicinali di prima necessità contro il paludismo e le malattie intestinali." Mons. Di Pierro conclude ringraziando tutti gli amici che hanno pregato per la gente del suo "bel paese" del Madagascar. (AP) (23/3/2012 Agenzia Fides)

giovedì 22 marzo 2012

Altre parrocchie(o Foranie), Altri foglietti: Mortegliano


Domenica 25 Marzo 2012


    V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B)



PRIMA LETTURA (Ger 31,31-34)
Concluderò un’alleanza nuova e non ricorderò più il peccato.


Dal libro del profeta Geremìa

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore.
Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 50)
Rit: Crea in me, o Dio, un cuore puro.


Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.

SECONDA LETTURA (Eb 5,7-9)
Imparò l’obbedienza e divenne causa di salvezza eterna.


Dalla lettera agli Ebrei

Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito.
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 12,26)
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Se uno mi vuole servire, mi segua, dice il Signore,
e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Gv 12,20-33)
Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Parola del Signore

PREGHIERA DEI FEDELI

C – Con gli occhi rivolti alla Croce, supplichiamo il Padre perché rigeneri i nostri cuori con la forza dello Spirito Santo e faccia di noi un’umanità nuova, degna del mondo nuovo che Cristo inaugura nel suo Sacrificio pasquale.

L - Preghiamo insieme e diciamo:

Attira tutti a te, Signore!

1.      Per la Chiesa, perché sull’esempio di Cristo accetti di morire ad ogni progetto di potenza umana, per servire umilmente gli uomini fino alla croce. Preghiamo.

2.      Per gli uomini e le donne che, come seme che marcisce nella terra, sanno rinunciare al proprio tornaconto e spendere la vita per gli altri, perché Dio sia l’energia inesauribile del loro donarsi. Preghiamo.

3.      Per coloro che distruggono la loro esistenza, sacrificandola al denaro, al successo, alla droga, e non hanno tempo per Dio, perché sappiano intravedere nel Cristo crocifisso la possibilità di una vita diversa. Preghiamo.

4.      Per i catecumeni, che celebreranno la loro Iniziazione cristiana nella Veglia pasquale, perché come Cristo diventino seme che, morendo, dà fecondità alla terra. Preghiamo.

5.      Per noi e per la nostra Comunità parrocchiale, perché ci lasciamo attirare dal Cristo crocifisso, per non perdere la vita ma trovarla in lui. Preghiamo.

C – O Padre, che nel tuo Figlio, fatto uomo dalla Vergine, hai inaugurato la nuova ed eterna alleanza, ascolta la nostra preghiera: concedi a tutti i credenti di rinnovare nel sangue dell’Agnello lo splendore della vita battesimale, perché il cammino della tua Chiesa nel mondo orienti l’intera umanità verso la pienezza della vita. Per Cristo nostro Signore.  

T - Amen.




A Betania, con il miracolo di Lazzaro, conosciamo il cuore di Gesu', che resuscita l'amico con un atto d'amore. Qui, con i francescani, hanno fatto tappa le pellegrinazioni quaresimali More

OTTAVARIO

DELLA B.V. MARIA ADDOLORATA

Programma e orari

Domenica 25 marzo

Ore 18.45: Ritrovo presso la Chiesa della  Madonna. Traslazione della Madonna in   Duomo

Ore 19.00: Santa Messa in Duomo
Lunedì 26 marzo

Ore 09.00: Santa Messa con meditazione
  Visita agli ammalati

Ore 14.30: Celebrazione della Riconciliazione per i bambini delle quarte B^ e C^ elementari.

Ore 19.00: Santa Messa in Duomo con le   comunità di San Gervasio, Carlino e   Villanova e Porto Nogaro.

Martedì 27 marzo

Ore 09.00: Santa Messa con meditazione.
 Continua la visita agli ammalati.
Ore 16.00: Celebrazione della Riconciliazione  in Duomo per ragazzi e fanciulli.

Ore 19.00: Santa Messa in Duomo con le comunità di Porpetto, Castello e   Corgnolo.

Mercoledì 28 marzo

Ore 09.00: Santa Messa con meditazione.

Ore 20.30: Celebrazione comunitaria della  Riconciliazione in Duomo per gli adulti
  e i giovani.


Giovedì 29 marzo

Ore 09.00: Santa Messa con Meditazione.
Ore 15.30: Santa Messa in Duomo degli  Ammalati e Unzione degli  infermi.

Ore 19.00: Santa Messa in Duomo in lingua friulana animata dalla comunità di Zellina.
  Cantano i cori di Carlino e Zellina.

Venerdì 30 marzo: FESTA DELLA MADONNA ADDOLORATA

Ore 09.00: Santa Messa con meditazione.
Ore 10.00: Celebrazione della Riconciliazione  in Duomo per i bambini della quarta A^
 elementare

Ore 11.00: Santa Messa per tutti i fanciulli delle elementari e i ragazzi delle medie.
Ore 19.00: Santa Messa Solenne 
  Concelebrata  sostenuta dal coro    femminile parrocchiale.


Sabato 31 marzo

Ore 09.00: Santa Messa con meditazione
Ore 10.00-11.00: Sacerdote a disposizione per  le Confessioni.
Ore 19.00: Santa Messa in Duomo

       Domenica 1 aprile: DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE

Ore 08.30: Santa Messa in Duomo e lettura  della Passione
       
Ore 10.30: Benedizione delle Palme dell’Ulivo presso la Chiesa della
  Madonna e Processione verso il Duomo per la Santa Messa.
Ore 15.30: In Duomo canto Solenne dei Vesperi dell’Addolorata e Processione.

 Ore 19.00: Santa Messa serale in Duomo.         


      

mercoledì 21 marzo 2012

San Giorgio di Nogaro e la Canoa

Maratona di canoa olimpica 2012: nessuna medaglia ma ottime ...
Giornale di Puglia
È stato San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, il palcoscenico scelto dalla Federcanoa per i campionati italiani di maratona di canoa olimpica 2012. Ovviamente alla prima gara nazionale di stagione non poteva mancare il Centro Universitario ...
Circolo Nautico Santa Margherita di Caorle: apertura del ...
ItaliaVela
Sabato 14 aprile si disputerà infine una regata costiera notturna, il Trofeo Soligo Spumanti, aperta anche ai non iscritti al Campionato, con percorso Caorle-Lignano-Pirano-San Giorgio di Nogaro, un ottimo banco di prova in vista degli appuntamenti ...

La Canottieri Sanremo sul gradino più alto del podio ai Campionati ...
Riviera24.it
Grande soddisfazione per la Canottieri Sanremo che sabato scorso ha partecipato ai Campionati Italiani di Maratona a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine. Alla manifestazione che prevedeva gare sulla distanza di 20 /16/12 chilometri hanno ..

Canoa: grandi successi per la Comunali Firenze, vince anche il ...
Il sito di Firenze
A San Giorgio di Nogaro, nel Campionato Italiano di maratona specialità olimpica, in una giornata che per gli assoluti ha riunito sul fiume Corno un record di oltre 500 partecipanti per 77 società da tutta la penisola, è sfuggito allo sprint, ...
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sabato 17 marzo 2012

AFRICA/CONGO RD - L'offensiva "invisibile" dell'esercito congolese contro i civili, con la scusa di proteggerli

Kinshasa (Agenzia Fides)- "Non si sa praticamente nulla dell'operazione 'Pace Perfetta', avviata da alcune settimane nel sud Kivu ed ora estesa al nord Kivu" riferisce all'Agenzia Fides una fonte della Chiesa locale dall'est da Bukavu, capitale del Sud Kivu. I due Kivu sono province orientali della Repubblica Democratica del Congo, situate al confine con Burundi, Rwanda e Uganda, dove da almeno 20 anni agiscono diversi gruppi armati, alcuni locali, altri di origine straniera. Tra questi vi sono l'FDLR (Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda), i Mai-Mai e l'Esercito di Resistenza del Signore (LRA) di Joseph Kony.
Periodicamente le forze armate congolesi (FARDC) lanciano delle offensive militari allo scopo ufficiale di dare la caccia a questi gruppi, riuniti sotto l'appellativo di "forze negative". Le FARDC sono appoggiate di volta in volta dai Caschi Blu della Missione ONU nella RDC (Monusco) e dagli eserciti dei Paesi vicini. Nel caso dell'operazione "Pace Perfetta" sembra che le FARDC stiano operando da sole, con l'appoggio logistico delle truppe ONU.
"Non c'è nessun giornalista che segua direttamente queste offensive militari che ormai avvengono periodicamente. In mancanza di notizie indipendenti le autorità congolesi e dell'ONU ci raccontano quello che vogliono" afferma la fonte di Fides. "Non si hanno notizie di scontri tra le forze congolesi e i ribelli, ma è certo che queste operazioni militari svuotano la popolazione dell'area, probabilmente per installare qualcun altro al loro posto". Secondo quanto riporta una corrispondenza del quotidiano britannico "The Guardian", l'operazione "Pace Perfetta" ha costretto alla fuga dai loro villaggi circa 100.000 civili. Una cifra che la nostra fonte ritiene credibile.
"L'esercito congolese fa del 'teatro' con la complicità della Missione ONU nella RDC (Monusco): con la scusa di reprimere i gruppi ribelli come quello delle FDLR, si sta portando avanti il disegno strategico di svuotare i due Kivu della popolazione per mettere altri al suo posto" conclude la fonte di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 17/3/2012)

venerdì 16 marzo 2012



Al Getsemani con i francescani, nel luogo della preghiera del Signore prima della sua Passione, per la seconda pellegrinazione quaresimale More
ASIA/SIRIA - Un sacerdote: "La gente chiede: la Chiesa può mediare per favorire la riconciliazione?"

Damasco (Agenzia Fides) - "In una atmosfera in cui prevale il pessimismo, mentre la popolazione soffre a livello economico e sociale, la gente ci chiede: la Chiesa può svolgere il ruolo di mediazione tra gli antagonisti, per la riconciliazione?": è quanto dice in un'accorata testimonianza inviata all'Agenzia Fides, un sacerdote cattolico siriano di Damasco, che chiede l'anonimato.
Il sacerdote racconta: "Negli ultimi mesi la situazione è divenuta sempre più tesa. I fedeli hanno timore di recarsi in chiesa. La scarsità di combustibile, gas ed elettricità, acuisce la sofferenza quotidiana. La disoccupazione dei giovani, speranza per il nostro futuro, aumenta. Si teme l'esodo dei cristiani d'Oriente, come conseguenza dell'ampliarsi della violenza e del radicalismo religioso. E quale futuro avrebbe la Chiesa senza giovani?".
"La popolazione è pessimista. Il blocco economico e commerciale - prosegue - colpisce soprattutto la povera gente: l'inflazione sale, si ha difficoltà ad acquistare beni di prima necessità. Molti decidono di fuggire dal paese, ma la strada per il Libano è pericolosa, e il cammino è irto di ostacoli".
"E' difficile sollevare il morale dei fedeli: avevamo già molti rifugiati iracheni, ai quali si aggiungono i nuovi sfollati interni siriani, provenienti dalle zone di combattimento. Il confessionale è diventato un 'muro del pianto', dove ascoltiamo il dolore dei fedeli sul loro triste destino", prosegue la sofferta testimonianza inviata a Fides.
Il sacerdote conclude con una domanda: "L'anno prossimo saremo ancora qui? La questione sorge e trova risposta solo nel cuore di Dio e nella speranza cristiana. Ci uniamo alla voce del Santo Padre nel chiedere dialogo, perdono, pace e preghiere da tutti i cristiani del mondo". (PA) (Agenzia Fides 16/3/2012)

giovedì 15 marzo 2012

ASIA/SIRIA - L'Arcivescovo Maronita: "Cristiani impotenti, mentre il conflitto è in un vicolo cieco"

Damasco (Agenzia Fides) - "La sofferenza che viviamo è grande. Stiamo assistendo impotenti al dramma. Per fortuna il Santo Padre Benedetto XVI colma il vuoto chiedendo pace, giustizia, dialogo e riconciliazione" dice all'Agenzia Fides Mons. Samir Nassar, Arcivescovo maronita di Damasco, a un anno dall'inizio della rivolta e della violenza in Siria.
In un messaggio inviato a Fides, l'Arcivescovo ricorda che "quella che era iniziata come una piccola manifestazione nella parte meridionale della Siria, il 15 marzo 2011, si è ora trasformata in una crisi che inghiotte ogni città del paese. Di fronte a una crisi che, in un anno, è cresciuta dal livello locale a proporzioni regionali, la Siria è diventata una zona di conflitto internazionale, in cui la posta in gioco, che è politica, militare ed economica, sta plasmando il futuro del paese".
Mons. Nassar nota che "il conflitto è in un vicolo cieco: da un lato, un forte potere centralizzato che rifiuta di farsi da parte; dall'altro, una sollevazione popolare che non accenna ad arrendersi, nonostante l'intensità della violenza. Questo conflitto, che sta paralizzando il paese, ha portato sanzioni economiche, inflazione, svalutazione della moneta locale (-60%), aumento della disoccupazione, distruzione, popolazioni sfollate e vittime a migliaia". La gente "è sottoposta a pressioni enormi e intensa sofferenza, che cresce col passare del tempo. Odio, divisioni e miseria aumentano, in assenza di atti di compassione e di aiuti umanitari. La Siria sembra stretta nella morsa di una impasse mortale", rimarca con preoccupazione.
Sulla condizione dei cristiani, l'Arcivescovo afferma: "L'attuale situazione di stallo sta alimentando l'angoscia dei fedeli che, alla fine di ogni Messa, si salutano con un addio, avvertendo così incerto il loro futuro. Le chiusure delle ambasciate a Damasco ha reso impossibile ottenere i visti, in modo da limitare notevolmente la possibilità di lasciare il paese".
"In questo momento di grande tormento e divisione - spiega Mons. Nassar - la famiglia diventa l'unico rifugio per le vittime della crisi. La famiglia agisce come uno scudo che garantisce la sopravvivenza della società e della Chiesa. Per questo motivo, di fronte a tale tragedia, la Chiesa ha scelto di focalizzare la propria attenzione e preghiera per le famiglie, fornendo loro tutto l'aiuto e il sostegno possibile".
Ma intanto "la crisi non sembra volgere al termine. Piuttosto, la tempesta è sempre più forte e non si vede la fine del tunnel". Il quesito cruciale è: "Dove andrà e che fine farà la Siria?". Con tale preoccupazione, conclude l'Arcivescovo, i cristiani vivono la Quaresima "in silenzio, con le mani vuote, il cuore pesante e gli occhi rivolti a Cristo Risorto, che guida i nostri passi sulla via del perdono e della pace". (PA) (Agenzia Fides 15/3/2012)

mercoledì 14 marzo 2012

AMERICA/CUBA - Il governo di Cuba apre un sito web per la visita del Papa

L'Avana (Agenzia Fides) - "Questo è un popolo coraggioso!" afferma Esteban Lazo Hernandez, vice presidente del Consiglio di Stato di Cuba, riguardo ad "una sincera accoglienza, gioiosa e ben organizzata, con la piena garanzia della sicurezza, dell'ordine e della disciplina", oltre ai servizi che saranno offerti "ai turisti, alla stampa e a tutti coloro che verranno a Santiago de Cuba in occasione della visita di Benedetto XVI, Capo di stato della Città del Vaticano". Queste parole sono la prima notizia che si legge nel sito web aperto ieri dal Governo Cubano in occasione della visita del Santo Padre. Nel sito si possono trovare tutte le informazioni sulla visita di Papa Ratzinger, il secondo Papa che visita l'isola dopo Giovanni Paolo II, nel 1998. Oltre al programma ufficiale della visita, ci sono articoli di attualità e dati significativi per il mondo cattolico, come la biografia del sacerdote Felix Varela e un video sulla Città del Vaticano. I visitatori del sito possono anche scaricare dei video sulla storica visita di Giovanni Paolo II a Cuba.
La visita di Giovanni Paolo II segnò un nuovo inizio nei rapporti tra la Chiesa e lo stato dopo decenni di allontanamento. Il Giornale ufficiale cubano "Granma" ha descritto come "eccellenti" i rapporti con il Vaticano in vista della visita di Benedetto XVI. La Chiesa negli ultimi anni è diventata un protagonista sociale importante e un interlocutore regolare del governo. Come prova di questa situazione, l'Arcivescovo dell'Avana, il Cardinale Jaime Ortega, è apparso ieri, 13 marzo, alla televisione di stato, per parlare della visita pastorale del Santo Padre. Il Giornale "Granma" ha inoltre pubblicato un editoriale che "accoglie" Benedetto XVI nella sua visita, dal 26 al 28 marzo. (CE) (Agenzia Fides, 14/03/2012)

Domenica 18 Marzo 2012


    IV DOMENICA DI QUARESIMA - LAETARE (ANNO B)




Cilindro di Ciro
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PRIMA LETTURA (2Cr 36,14-16.19-23)
Con l’esilio e la liberazione del popolo si manifesta l’ira e la misericordia del Signore.

Dal secondo libro delle Cronache

In quei giorni, tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà, imitando in tutto gli abomini degli altri popoli, e contaminarono il tempio, che il Signore si era consacrato a Gerusalemme.
Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l’ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio. Quindi [i suoi nemici] incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi.
Il re [dei Caldèi] deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all’avvento del regno persiano, attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremìa: «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni».
Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremìa, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!”».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 136)
Rit: Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.


Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.

Perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
«Cantateci canti di Sion!».

Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra.

Mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.

SECONDA LETTURA (Ef 2,4-10)
Morti per le colpe, siamo stati salvati per grazia
.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati.
Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.
Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 3,16)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Gv 3,14-21)
Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.


+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Parola del Signore

PREGHIERA DEI FEDELI

C - Sicuri dell’Amore di Dio per noi, rivolgiamo il nostro sguardo alla croce di Cristo. Invochiamo il Padre per tutti coloro che portano la croce sulla terra, per quelli che pagano a caro prezzo il loro impegno per la pace e la giustizia.

L - Preghiamo insieme e diciamo:

Signore, dona al nostro cuore la tua luce!

  1. La Chiesa viva con intensità la Quaresima e aiuti gli uomini a riscoprirlo come tempo di penitenza, di lotta contro il peccato, di tempo favorevole per incontrare Cristo. Preghiamo.
  2. Gli assenti, gli ammalati, quelli che viaggiano, quelli che devono lavorare di Domenica abbiano nel cuore la nostalgia di Dio e possano sperimentare il suo Amore, che tutto perdona. Preghiamo.
  3. Gli esiliati, coloro che vivono all’estero lontani dalla famiglia, gli stranieri presenti fra noi, i deportati e i prigionieri rivolgano fiduciosi lo sguardo a Cristo e trovino solidarietà nei fratelli. Preghiamo.
  4. La nostra Comunità parrocchiale possa comprendere e vivere gli avvenimenti del mondo all’interno della storia della salvezza. Preghiamo.
  5. Il cammino quaresimale ci faccia riscoprire il volto misericordioso di Dio che vuole che tutti gli uomini siano salvi e ci aiuti a crescere nella risposta alla nostra chiamata alla santità. Preghiamo.

C – Signore, tu ci ami sempre, anche quando non ti accogliamo. Tu ci aspetti e non ti stanchi mai di offrirci la tua luce perché ci affidiamo alle tue mani e nel tuo Amore possiamo ricominciare a sperare.

Ti ringraziamo per l’Amore che ci doni nel tuo Figlio: per la Sua Passione e la Sua Croce ascolta ed esaudisci la nostra supplica. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.   T - Amen.






martedì 13 marzo 2012

San Giorgio si è stretta attorno ai suoi alpini


Festa per gli 80 anni della sezione Ana: assegnati i premi alla fedeltà Altre iniziative sono già in programma: dal 31 marzo una mostra di medaglie

Leggi Qui l'articolo del Messaggero Veneto

“Sulle strade delle Fiabe”: Italo Calvino in biblioteca, a scuola e sul Filobus n. 75


Undici biblioteche del Servizio Bibliotecario Intercomprensoriale camminano insieme sulle Strade delle Fiabe.Sulla scia di quanto sperimentato lo scorso anno con il progetto di promozione alla lettura “Sulle strade di Rodari”, la biblioteca comunale Villa Dora ha aderito, insieme alle dieci biblioteche del territorio afferenti al Servizio Bibliotecario Intercomprensoriale di San Giorgio di Nogaro, al progetto “Sulle strade delle fiabe- In viaggio con Calvino e i raccoglitori di fiabe”.
AFRICA/MADAGASCAR - Commozione della popolazione malgascia per l'appello del Papa che si è fatto "voce di chi non ha voce"

Moramanga (Agenzia Fides) - "Ringrazio in modo particolare il Santo Padre, che nel suo appello domenicale si è fatto 'voce di chi non ha voce'. Un ringraziamento sentito da parte della mia comunità, cristiana e civile, a cui ho letto il suo messaggio: la gente era veramente commossa." Sono le parole del Vescovo di Moramanga, Mons. Gaetano Di Pierro, raccolte dall'Agenzia Fides, dopo l'appello di Benedetto XVI per il Madagascar, lanciato all'Angelus di domenica scorsa. La popolazione del paese africano infatti continua a vivere difficoltà enormi in seguito al passaggio del ciclone Giovanna, che il 13 febbraio ha causato gravi danni in diverse zone del paese (vedi Fides 14,16,17,20/02/2012).
"Qui in Madagascar - dice Mons. Di Pierro all'Agenzia Fides - la gente si dà da fare, ci sono stati dei piccoli aiuti che tuttavia non risolvono il problema della sopravvivenza di questa popolazione. Ringrazio, a nome della mia comunità cristiana, tutte le persone, sia qui sul luogo come quelle dall'esterno, che hanno saputo 'donare': il Signore le ricompensi. Anche la Nunziatura qui sul posto ha dato il suo appoggio, sia spirituale che materiale. L'organismo CRS si è fatto presente fin dal primo momento ed ha dato il suo contributo. La popolazione ha bisogno di sentirsi amata prima di tutto, e quindi di avere qualche aiuto materiale, come delle lamiere, che qui costano un quarto dello stipendio di un operaio, per riparare i loro tetti. Tra le altre necessità, occorrerebbero semi di legumi di ogni genere, per poterli ripiantare ed avere così un piccolo raccolto assicurato per quest'anno", conclude mons. Di Pierro. (AP) (13/3/2012 Agenzia Fides)