ASIA/SIRIA - Un sacerdote: "La gente chiede: la Chiesa può mediare per favorire la riconciliazione?"
Damasco (Agenzia Fides) - "In una atmosfera in cui prevale il pessimismo, mentre la popolazione soffre a livello economico e sociale, la gente ci chiede: la Chiesa può svolgere il ruolo di mediazione tra gli antagonisti, per la riconciliazione?": è quanto dice in un'accorata testimonianza inviata all'Agenzia Fides, un sacerdote cattolico siriano di Damasco, che chiede l'anonimato.
Il sacerdote racconta: "Negli ultimi mesi la situazione è divenuta sempre più tesa. I fedeli hanno timore di recarsi in chiesa. La scarsità di combustibile, gas ed elettricità, acuisce la sofferenza quotidiana. La disoccupazione dei giovani, speranza per il nostro futuro, aumenta. Si teme l'esodo dei cristiani d'Oriente, come conseguenza dell'ampliarsi della violenza e del radicalismo religioso. E quale futuro avrebbe la Chiesa senza giovani?".
"La popolazione è pessimista. Il blocco economico e commerciale - prosegue - colpisce soprattutto la povera gente: l'inflazione sale, si ha difficoltà ad acquistare beni di prima necessità. Molti decidono di fuggire dal paese, ma la strada per il Libano è pericolosa, e il cammino è irto di ostacoli".
"E' difficile sollevare il morale dei fedeli: avevamo già molti rifugiati iracheni, ai quali si aggiungono i nuovi sfollati interni siriani, provenienti dalle zone di combattimento. Il confessionale è diventato un 'muro del pianto', dove ascoltiamo il dolore dei fedeli sul loro triste destino", prosegue la sofferta testimonianza inviata a Fides.
Il sacerdote conclude con una domanda: "L'anno prossimo saremo ancora qui? La questione sorge e trova risposta solo nel cuore di Dio e nella speranza cristiana. Ci uniamo alla voce del Santo Padre nel chiedere dialogo, perdono, pace e preghiere da tutti i cristiani del mondo". (PA) (Agenzia Fides 16/3/2012)
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