Caro Saviano, mai sentito parlare di educazione?
D’estate succede spesso che i giornali abbiano poche notizie, o meglio: che le notizie più succulente e ampie siano in calo o in ferie. Poiché i giornali italiani vivono, per buona parte, delle pagine di barzellette, di commenti, di elucubrazioni che hanno a che fare con il mondo politico; poiché il mondo politico è in ferie, devono, sempre i giornali, cercare qualche trafiletto succulento che sostituisca degnamente lo starnazzare del pollaio e il cicaleccio dei bipedi svenduti a qualche pseudo leader da strapazzo.
Ecco
la notiziola “succulenta” e degna di segnalazione: “Uruguay, spinello
di stato per battere il narcotraffico”. Volendo essere puntigliosi,
potremmo dire che chiacchiere su questo tema si fanno da decenni, con
alterne adesioni. Ora, eccoci da capo.
“Qualcuno
deve pur cominciare. L’Uruguay è un piccolo paese (!) e qui sarà più
facile capire se la liberalizzazione funziona”. Anche l’Italia è un
paese piccolo, e in un paese piccolo come l’Italia, Milano sarebbe una
contrada.
Per questo un assessore di nome Boeri, dopo
una botta di sole (perché anche nei paesetti, il sole regala con
abbondanza il suo calore) ha deciso di aprire alle droghe leggere.
Ha, inoltre aggiunto, per documentare la serietà di quanto stava dicendo, una
noterella biografica: “L’ultima canna me la sono fatta tempo fa.
Purtroppo mi viene la tachicardia, e non me la godo più come si
dovrebbe!”.
Sempre, credo a causa del caldo, perfino Saviano ha deciso di sprecarsi e sull’Espresso,
ha scritto un pezzo illuminato nel quale, lodando quanto accade nel
piccolo paese dell’Uruguay, biasima l’Italia, paese nel quale non si fa nulla per battere il narcotraffico e le organizzazioni criminali ne approfittano.
Poi chiarisce e approfondisce: “Una società per dirsi sana e poter funzionare, deve prestare attenzione a tutte
le sue parti. Non possono esistere compartimenti stagni. Non voler
affrontare il problema del consumo di droghe, se non come un problema di
repressione, ha ricadute pesanti”.
Ritorno, ancora una volta, a domandarmi perché persone intelligenti come Saviano, non mettano
nel loro vocabolario la parola educazione. Per loro, o c’è la
liberalizzazione o c’è la repressione. Dopo anni di esperienze e di
testimonianze, si vuole solo e sempre tornare sui luoghi comuni e
politicamente corretti. Perché educare, per questi, è politicamente scorretto.
Se ho capito bene, le grandi organizzazioni, si mantengono e prosperano sulla vendita di marijuana! Fortuna vuole che, in contemporanea, arriva una notizia dall’Olanda. Dal 1 gennaio 2013 ha deciso di dare un taglio proprio alla marijuana.
E,
cosa molto delicata e intelligente, dice (sempre l’Olanda), che la
percentuale di Thc, non deve superare il 15%. In effetti di leggero,
oggi, non c’è più niente, soprattutto non è più leggera la famosa droga
leggera!
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