AFRICA/NIGERIA - Ragazze cristiane rapite e islamizzate, scuole nel mirino di Boko Haram
Maiduguri (Agenzia Fides) – La comunità cristiana nella Nigeria settentrionale è allarmata per un fenomeno che va diffondendosi: ragazze cristiane minori di 18 anni sono rapite e costrette a convertirsi all’islam. Le ragazze sono sequestrate e tenute nelle case di emiri o leader religiosi radicali, a volte legati al gruppo “Boko haram”. E’ la denuncia che giunge a Fides dalla “Northern Christian Association of Nigeria” (CAN), preoccupata per la rapida crescita del fenomeno. L’Associazione riferisce che sta seguendo cinque casi, su incarico delle famiglie delle ragazze sequestrate. Ma “quando si segnala un caso del genere alla polizia, gli agenti rispondono che non possono fare nulla. A volte crediamo essi siano complici”, spiega il Daniel Babayi, segretario della CAN.
I cristiani in Nigeria settentrionale sono vittime del gruppo militante islamico “Boko Haram” che mira a instaurare uno stato islamico. In un campagna terroristica che dura da mesi, molte chiese sono state attaccate e fedeli cristiani uccisi. Secondo alcune dichiarazioni pubbliche, Boko Haram ha detto che “rapire donne cristiane fa parte dei nuovi sforzi per colpire i cristiani e costringerli a lasciare il Nord”.
Uno degli obiettivi primari del gruppo sono le scuole. Agli inizi di luglio oltre 40 persone, per lo più studenti, sono state uccise in un attacco a un collegio nello stato di Yobe. In un altro recente attacco, il dormitorio di un istituto è stato incendiato mentre i bambini dormivano, e quanti cercavano di sfuggire al fuoco sono stati freddati. Boko Haram significa “l'educazione occidentale è peccato”, e il suo leader Abubakar Shekau ha chiesto pubblicamente di moltiplicare gli attacchi contro le scuole “che insegnano l'educazione occidentale”. Per reagire alla guerra lanciata da Boko Haram contro la nazione, da due mesi negli stati nigeriani di Borno, Yobe e Adamawa, dove i militanti rappresentano la minaccia più forte, è in vigore lo stato di emergenza. (PA) (Agenzia Fides 23/7/2013)
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