ASIA/SIRIA - Preghiera e digiuno a Maaloula, villaggio simbolo di convivenza, minacciato dai gruppi armati
Damasco (Agenzia Fides) – Si prega e si digiuna per la pace già ora a Maaloula, piccolo villaggio cristiano a Nord di Damasco, dove si parla l’aramaico, la lingua di Gesù. Maaloula è un piccolo paesino cristiano fra le montagne, un simbolo della cristianità in Siria, abitato da gente pacifica. Oggi è sotto minaccia di gruppi armati che potrebbero attaccarlo e distruggerlo: per questo la comunità cristiana in Siria lancia un forte appello per salvare Maaloula, unendosi alle speranza di pace di Papa Francesco. Il villaggio è esso stesso un luogo sacro dove “case e chiese si confondono l’una con l’altra”, spiegano a Fides i fedeli cristiani locali. I santuari di Maaloula – come il monastero di S. Tecla, abitato da monache ortodosse, e il convento di San Sergio che ospita preti greco-cattolici (melkiti) – sono luogo di pellegrinaggio di fedeli cristiani e musulmani: il luogo è divenuto simbolo della convivenza interreligiosa.
Come riferito a Fides, attualmente alcuni gruppi armati, probabilmente della galassia islamista, si sono asserragliati sulla rocca che domina il villaggio e potrebbero sferrare un attacco da un momento all’altro. “Sarebbe un disastro, un colpo al patrimonio storico, culturale e spirituale, l’ennesimo sfregio alla civiltà siriana, al pluralismo e all’armonia”, rimarca allarmata in un colloquio con Fides la laica Maria Saadeh, greco cattolica, in stretto contatto con i fedeli del luogo. “Lanciamo con tutto il cuore un appello ai contendenti, alla comunità internazionale e alla Santa Sede – afferma – si lasci Maaloula fuori dal conflitto. E’ solo un luogo di preghiera, di pellegrinaggio e di pace”. (PA) (Agenzia Fides 5/9/2013)
Come riferito a Fides, attualmente alcuni gruppi armati, probabilmente della galassia islamista, si sono asserragliati sulla rocca che domina il villaggio e potrebbero sferrare un attacco da un momento all’altro. “Sarebbe un disastro, un colpo al patrimonio storico, culturale e spirituale, l’ennesimo sfregio alla civiltà siriana, al pluralismo e all’armonia”, rimarca allarmata in un colloquio con Fides la laica Maria Saadeh, greco cattolica, in stretto contatto con i fedeli del luogo. “Lanciamo con tutto il cuore un appello ai contendenti, alla comunità internazionale e alla Santa Sede – afferma – si lasci Maaloula fuori dal conflitto. E’ solo un luogo di preghiera, di pellegrinaggio e di pace”. (PA) (Agenzia Fides 5/9/2013)
ASIA/SIRIA - La Deputata cristiana Maria Saadeh: “Fermare gli attacchi: siamo uniti al Papa per la pace”
Damasco (Agenzia Fides) – “Tutti i siriani, cristiani e non cristiani, nutrono la speranza che la preghiera e il digiuno servano a fermare la violenza, le violazioni della dignità umana, gli attacchi militari preannunciati. Come cristiani siriani, condividiamo il cuore e lo spirito del Papa. Siamo uniti a lui, lo ringraziamo e speriamo che possa aiutarci”: è quanto dichiara all’Agenzia Fides la donna greco-cattolica Maria Saadeh, deputata al Parlamento di Damasco, in vista della giornata di preghiera e digiuno del 7 settembre. “Apprezziamo molto l’appello lanciato da Papa Francesco – spiega a Fides – rimarchiamo le ragioni fondamentali per cercare di costruire la pace in Siria e in Medio Oriente. Da anni lavoriamo per costruire armonia e pace nella composita società siriana, ci stiamo impegnando per una pace sostenibile. Abbiamo molto da fare per mantenere un pacifica convivenza”.
Oggi, aggiunge Saadeh, “un futuro di pace in Siria non è solo responsabilità della Siria ma anche della comunità internazionale e dell’Europa. La Santa Sede conosce bene la nostra cultura e può sostenere i nostri sforzi per la pace, per fermare la violenza. Dobbiamo chiedere a tutti i paesi di fermare la violenza e la guerra. Chiediamo agli Stati Uniti di non promuovere una azione militare, perché è illegale e tutto il mondo lo riconosce”.
Maria Saadeh si unirà al digiuno e alla preghiera annunciati dal Papa con la comunità greco-cattolica di Damasco: “Vivremo la giornata per la pace, il 7 settembre, con tanti altri fedeli, con tutti i siriani di diverse etnie, culture e religioni”, conclude. (PA) (Agenzia Fides 5/9/2013)
Oggi, aggiunge Saadeh, “un futuro di pace in Siria non è solo responsabilità della Siria ma anche della comunità internazionale e dell’Europa. La Santa Sede conosce bene la nostra cultura e può sostenere i nostri sforzi per la pace, per fermare la violenza. Dobbiamo chiedere a tutti i paesi di fermare la violenza e la guerra. Chiediamo agli Stati Uniti di non promuovere una azione militare, perché è illegale e tutto il mondo lo riconosce”.
Maria Saadeh si unirà al digiuno e alla preghiera annunciati dal Papa con la comunità greco-cattolica di Damasco: “Vivremo la giornata per la pace, il 7 settembre, con tanti altri fedeli, con tutti i siriani di diverse etnie, culture e religioni”, conclude. (PA) (Agenzia Fides 5/9/2013)
Nessun commento:
Posta un commento