Il Cairo (Agenzia Fides) - "È stato smentito chi affermava che in Egitto vi sia stata una rivoluzione mancata. I fatti di questi giorni ed ore dimostrano invece che il popolo ha preso coscienza della propria forza, quando scende in piazza per cercare di riprendere le redini in mano" dice all'Agenzia Fides p. Luciano Verdoscia, missionario comboniano, che vive ed opera al Cairo, dove continuano le proteste e gli scontri tra forze di sicurezza e dimostranti in piazza Tahrir. I Fratelli Musulmani si sono sfilati dalle proteste ed hanno affermato di voler partecipare ad un incontro con il Consiglio
Supremo delle Forze armate.
"Questi ultimi avvenimenti smentiscono, a mio avviso, anche alcune voci riportate dai giornali locali, secondo le quali le proteste derivano da una strategia dei Fratelli Musulmani e dei salafiti per creare caos nel Paese e gettare discredito nei confronti dell'esercito e del governo, per poi prendere in mano il potere. Sono interpretazioni alle quali non ho mai creduto" dice p. Luciano. "Si sta verificando ancora quello che è accaduto sotto il regime di Mubarak, sono i giovani che sono scesi ancora in volta in piazza con precise motivazioni e richieste: stop agli arresti e ai processi sommari nei confronti degli attivisti politici, assicurare assistenza alle famiglie di coloro che sono morti o sono rimasti feriti durante la rivoluzione contro Mubarak, protestare contro i principi sovra-costituzionali affermati dai militari (vedi Fides 21/11/2011), l'esistenza della polizia segreta che era stata formalmente sciolta, e così via".
P. Luciano si dimostra prudente sulla possibile avanzata elettorale dei partiti islamisti nella tornata elettorale che inizierà il 28 novembre: "è vero che esiste un consenso all'interno del Paese nei confronti dell'islamismo, che in termine elettorali può rappresentare il 30-35% dei voti. Ma accanto a questo in Egitto si sta diffondendo anche una mentalità laica. Vi sono persone che hanno il coraggio di dire che vogliono distinguere tra lo Stato e la religione. Non penso quindi che i gruppi che si richiamano all'islamismo possano ottenere la maggioranza assoluta. Penso che otterranno una maggioranza relativa, e questo è un bene, perché la gente prenderà coscienza di come questi gruppi agiranno".
Alcuni analisti affermano che esisterebbero accordi di spartizioni di potere tra i militari e i Fratelli Musulmani. "Vi sono stati dei tentativi di accordo di questo tipo - spiega il missionario - ma sono falliti, anche perché gli stessi Fratelli Musulmani si sono divisi e suddivisi in diversi gruppi e sotto-gruppi. Addirittura i giovani della Fratellanza Musulmana che hanno partecipato alla rivoluzione affermano di volere un governo laico, o meglio civile, come si preferisce dire qui. Stiamo attenti dunque a presentare delle teorie o delle ipotesi come fatti. L'Egitto è in movimento e la domanda del popolo di un vero cambiamento diventa sempre più insistente" conclude p. Luciano. (L.M.) (Agenzia Fides 22/11/2011)
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