Iniziato
l'iter in Senato, ma c'è il rischio che l'iter parlamentare non si
completi entro fine legislatura. Saro: tutti gli emendamenti in
Commissione entro il 2 agosto
Nella foto: Sappada.
SAPPADA (26
luglio, ore 9.40) - Le provocazioni sui Comuni di confine sono tante, a
volte plateali. A parte Sappada e Cinto Caomaggiore sono ben 14 gli
enti locali del vicino Veneto che sono intenzionati a chiedere il
referendum per traslocare in Friuli-Venezia Giulia e in Trentino Alto
Adige. Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, in questi giorni non
fa altro che ripetere che lui ci sta: «Sosterremo ogni comunità locale
che vorrà il distacco, in questo modo arriveremo alla disgregazione del
Veneto e vedremo, a questo punto, che cosa saprà fare Roma. Ci darà o no
l’autonomia fiscale? Noi non vogliamo cancellare la specialità del
Friuli-Venezia Giulia, ma rivendichiamo analoghe prerogative».
Provocazioni, appunto.
Provocazioni, appunto.
È
cosa seria, invece, quanto sta accadendo per Cinto Caomaggiore e,
soprattutto, per Sappada, che hanno ricevuto il via libera del Veneto.
La prima commissione Affari costituzionali del Senato ha esaminato, a
cominciare da martedì 24 luglio, i disegni di legge sul passaggio dei
due Comuni veneti al Friuli-Venezia Giulia. A confermarlo, in
precedenza, erano stati lo stesso presidente della Commissione, sen.
Carlo Vizzini, e il relatore dei due provvedimenti, sen. Stefano
Ceccanti, al presidente del Consiglio regionale del Friuli-Venezia
Giulia, Maurizio Franz, e al suo collega, vicepresidente dell’Assemblea
del Veneto, Matteo Toscani, che l’altra settimana hanno guidato nella
capitale una delegazione di cui facevano parte il sindaco di Cinto
Caomaggiore, Renato Querini con il consigliere comunale Gianluca
Falcomer, e una delegazione di cittadini di Sappada promotori del
referendum. Sono stati proprio Franz e Toscani ad attivarsi per ottenere
l’incontro, con il fine preciso di accelerare l’iter legislativo
previsto per il passaggio dei due comuni in questione dalla Regione
Veneto alla Regione Friuli-V.G. Il sen. Vizzini, dal canto suo, ha messo
in evidenza come le istituzioni debbano tenere in debito conto le
volontà espresse dalle due comunità di Cinto Caomaggiore e di Sappada,
che si sono concretizzate con i due referendum, ma ha anche sottolineato
il peso che deriva dai pronunciamenti dei due Consigli regionali a
supporto di quanto chiedono i cittadini. «Sono storiche, geografiche,
culturali, di affinità linguistica e non solo economiche le ragioni
sulle quali si fondano le richieste dei due Comuni», hanno sottolineato
il presidente Franz e il vicepresidente Toscani, ed è per questo che
l’auspicio è che la volontà di tanti cittadini possa trovare una
risposta positiva da parte delle istituzioni.
La volontà
di procedere speditamente con l’iter legislativo è stata confermata
anche dai senatori Ferruccio Saro e Gianvittore Vaccari, primi firmatari
dei due disegni di legge, che pensano di giungere al voto in I
Commissione di Palazzo Madama già prima della pausa estiva dei lavori.
Saro ha riferito che il termine per la presentazione in Commissione
Affari istituzionali al Senato degli emendamenti alle proposte di legge
relative al passaggio dei due comuni al Friuli-Venezia Giulia è stato
fissato per il 2 agosto. «'Dopo il parere della quinta Commissione
Bilancio - ha aggiunto Saro - il testo verrà esaminato dalla
Commissione. Quindi l'iter prosegue positivamente e mi auguro che nella
prossima seduta il provvedimento - ha concluso - possa essere
approvato''.
Vizzini stesso ha ammesso che ci sono tutte
le condizioni per dire di sì; importantissima, ad esempio, è l’adesione
della Regione Veneto, intervenuta di recente. Ma, come ci è stato
anticipato, non c’è da farsi troppe illusioni che Sappada possa
traslocare in Friuli entro la fine di questa legislatura. Dopo il
passaggio in Commissione c’è quello in aula di Palazzo Madama. La
proposta deve quindi transitare alla Camera, prima in Commissione Affari
costituzionali e poi a Montecitorio. In 8-9 mesi è difficile che questo
percorso si completi. Anche perché alla Camera pare che non ci sia lo
stesso favore e lo stesso fervore che si danno quasi per scontati al
Senato. C’è il rischio, dunque, che si debba ricominciare tutto da capo
con la prossima legislatura. Ma c’è anche un altro fattore ad incidere:
la scomposizione delle Province. Potranno mai Sappada e Cinto
Caomaggiore arrivare tranquillamente in Friuli se fra Udine e Pordenone
non si troverà l’accordo sul nuovo assetto delle autonomie locali?
Intanto il presidente Franz ed il vicepresidente Toscani concordano sul
ruolo che potranno avere questi due Comuni. «Ci sarà il nostro massimo
impegno per avviare in futuro nuove collaborazioni in ambito economico,
turistico, culturale».
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