ASIA/SIRIA - L'opposizione siriana apre al dialogo: "No alla violenza e alla guerra civile"
Roma (Agenzia Fides) - "Non è troppo tardi per salvare il nostro paese. Pur riconoscendo il diritto dei cittadini alla legittima difesa, ribadiamo che le armi non sono la soluzione. Occorre rifiutare la violenza e lo scivolamento verso la guerra civile perché mettono a rischio lo stato, l'identità e la sovranità nazionale": così recita il messaggio diffuso da un gruppo di esponenti dell'opposizione siriana, riuniti a Roma in un incontro organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio. Il gruppo, guidato da Abdulaziz Alkhayer del "National Coordination Body" e formato da sedici rappresentanti dei partiti dell'opposizione siriana, ha diffuso un appello che invita tutte le parti coinvolte a trovare "una soluzione pacifica al conflitto siriano" tramite un "patto nazionale comune".
"Sappiamo che la Siria, luogo di convivenza di religioni e di popoli diversi, corre oggi un rischio mortale che incrina l'unità del popolo, i suoi diritti e la sovranità dello stato", recita il Documento finale, inviato all'Agenzia Fides. Le potenze straniere, si afferma, non devono "incitare alla militarizzazione" mentre si invita l'Esercito Siriano Libero a "partecipare a un processo politico per giungere a una Siria pacifica, sicura e democratica".
La soluzione politica, che dovrebbe essere guidata dall'Onu, implica dei passi da parte del regime: "Il cessate il fuoco, il ritiro degli apparati militari, la liberazione dei detenuti e dei rapiti, il ritorno dei profughi, gli aiuti di emergenza alle vittime, un vero negoziato globale senza esclusioni che sarà completato da una vera riconciliazione nazionale basata sulla giustizia". (PA) (Agenzia Fides 27/7/2012)
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