ASIA/GIORDANIA - Il direttore di Caritas Giordania: i profughi siriani sono 250 mila, ne assistiamo più di 50mila, e tra i bambini è già "emergenza psicologica"
Amman (Agenzia Fides) - Il numero di profughi siriani che hanno trovato rifugio in Giordania ha raggiunto la soglia dei 250mila. E se il conflitto tra lealisti del governo Assad e ribelli non trova soluzione, potrebbero diventare mezzo milione entro aprile 2013. I dati e le proiezioni forniti all'Agenzia Fides dal 38enne Wael Suleiman, direttore di Caritas Giordania, descrivono da soli la catastrofe umanitaria che rischia di essere innescata come effetto collaterale dalle atrocità della guerra civile siriana.
L'ultimo report appena redatto da Caritas Giordania conferma che ogni giorno varcano il confine col Regno hashemita almeno 4/500 siriani in fuga. La media mensile degli arrivi negli ultimi tempi ha raggiunto le 12/15mila unità. Il 75% delle persone accolte nei campi e nei centri di assistenza è rappresentato da donne e bambini.
Nel campo profughi più grande, quello di Zaatari, la situazione è esplosiva. Lì, in un'area desertica, quasi 40mila profughi vivono in condizioni al di sotto della dignità umana. Suleiman spiega a Fides: "Abbiamo detto ai funzionari dell'Onu che quel campo andrebbe chiuso. I profughi, una volta entrati, non possono più uscire. Adesso è iniziato l'allestimento di un altro campo a 22 chilometri da Zarqa, che dovrebbe entrare in funzione ai primi di dicembre, dotato di quelle infrastrutture di base che a Zaatari non esistono".
Proprio oggi, 9 novembre, il Card. Robert Sarah - Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, inviato del Santo Padre - incontra a Beirut i rappresentanti di circa venti agenzie cattoliche operanti in Medio Oriente per coordinare l'impegno umanitario della Chiesa cattolica nella regione. In Giordania, i 120 addetti e i 1000 volontari della Caritas forniscono assistenza diretta a più di 52mila rifugiati siriani, con una attenzione particolare ai più deboli e ai bambini. "Con il sostegno della Caritas polacca - spiega Suleiman - stiamo lavorando a un progetto per affrontare l'emergenza psicologica di tanti fanciulli che rischiano di rimanere segnati per tutta la vita dalle cose terribili che hanno visto".
L'impegno di Caritas Giordania sul fronte del dramma siriano è iniziato già nel novembre 2011. Suleiman si rallegra dell'iniziativa del Papa che ha inviato in Libano il Card. Sarah per manifestare la vicinanza della Santa Sede alle popolazioni colpite dal conflitto siriano. Nel contempo, il direttore della Caritas giordana si rammarica che non si sia potuta realizzare la visita in Siria della delegazione che era stata annunciata durante il Sinodo. "Il popolo siriano" dice a Fides Wael Suleiman "sta aspettando qualcuno che possa almeno tentare di portare la pace. Le persone stanno perdendo la speranza e aspettano qualcuno che le aiuti. E la Chiesa su questo piano può fare molto. Me ne sono accorto quando ho accompagnato il Vescovo Maroun Lahham in una sua visita al campo di Zaatari. Lì, dove ci sono solo musulmani, tutti si avvicinavano al Vescovo per chiedergli di aiutarli e soprattutto di pregare per loro". (GV) (9/11/2012).
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