mercoledì 29 giugno 2011

Si è spento mons. Domenico Pecile

versione testuale
Già vescovo di Latina, da tre anni risiedeva alla Fraternità sacerdotale

UDINE (29 giugno, ore 18.20) - Lutto nella Chiesa friulana per la morte di mons. Domenico Pecile, già vescovo di Terracina – Latina Priverno e Sezze.
 
Nato a San Vito di Fagagna, il 9 ottobre 1922; fu ordinato presbitero nel 1948. Segretario di un altro vescovo friulano a Latina, mons. Emilio Pizzoni, fu poi cancelliere della curia e arciprete della Cattedrale di Udine. Fu vescovo a Latina del 1984 al 1998, poi vicario capitolare di San Giovanni in Laterano.
Da tre anni per il peggiorare delle sue condizioni di salute era ospitato alla fraternità sacerdotale.
I funerali di mons. Domenico Pecile si svolgeranno probabilmente sabato prossimo in cattedrale a Udine e saranno presieduti dall’Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato.

martedì 28 giugno 2011

Il Patriarca di Venezia successore del card. Tettamanzi

Scola Arcivescovo a Milano: «Vengo con animo aperto»   versione testuale
 

VENEZIA (28 giugno, ore 18.30) - Oggi Benedetto XVI ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Milano presentata dal card. Dionigi Tettamanzi, in conformità al can. 401 § 1 del codice di Diritto canonico, e ha nominato arcivescovo metropolita di Milano il card. Angelo Scola, finora patriarca di Venezia. "Nel solco ideale del magistero dei suoi predecessori, e in particolare della straordinaria figura di sant'Ambrogio, sono certo che l'operato di Sua Eminenza sarà fonte d’ispirazione per la ricerca del bene comune, in spirito di concordia e di solidarietà, da parte di tutte le forze civili e sociali", ha scritto nel suo messaggio augurale al neoarcivescovo di Milano il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, auspicando il proseguimento, “anche a Milano”, del “proficuo lavoro avviato a Venezia in favore della reciproca comprensione tra le religioni, basata sui valori dell'accoglienza e del mutuo rispetto".
 
La “Chiesa madre”. “Lasciare Venezia dopo quasi dieci anni domanda sacrificio. D’altro canto la Chiesa di Milano è la mia Chiesa madre. In essa sono nato e sono stato simultaneamente svezzato alla vita e alla fede”. È quanto scrive il neoeletto arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola, nel suo primo messaggio di saluto alla diocesi ambrosiana chiedendo a tutti, vescovi, presbiteri e laici, “l’accoglienza della fede e la carità della preghiera. Lo chiedo in particolare alle famiglie, anche in vista del VII Incontro mondiale”. “Vi assicuro che il mio cuore ha già fatto spazio a tutti e a ciascuno – prosegue l’arcivescovo eletto –. Sono preso a servizio di una Chiesa che lo Spirito ha arricchito di preziosi e variegati tesori di vita cristiana dall’origine fino ai nostri giorni. Lo abbiamo visto, pieni di gratitudine, anche nelle beatificazioni di domenica scorsa. Mi impegno a svolgere questo servizio favorendo la pluriformità nell’unità. Sono consapevole dell’importanza della Chiesa ambrosiana per gli sviluppi dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso”.
 
Con umile e realistica fiducia. Rivolgendosi alle autorità civili, il card. Scola dichiara: “Vengo a voi con animo aperto e sentimenti di simpatia e oso sperare da parte vostra atteggiamenti analoghi verso di me. Chiedo al Signore di potermi inserire, con umile e realistica fiducia, nella lunga catena degli arcivescovi che si sono spesi per la nostra Chiesa”. “Ho bisogno di voi, di tutti voi, del vostro aiuto, ma soprattutto, in questo momento, del vostro affetto”, prosegue il porporato chiedendo in particolare la preghiera dei bambini, degli anziani, degli ammalati, dei più poveri ed emarginati. “Lo scambio d’amore con loro, ne sono certo, è ancor oggi prezioso alimento per l’operosità dei mondi che hanno fatto e fanno grande Milano: dalla scuola all’università, dal lavoro all’economia, alla politica, al mondo della comunicazione e dell’editoria, alla cultura, all’arte, alla magnanima condivisione sociale...”. Un augurio “particolare” alle migliaia di persone impegnate negli oratori, nei campi scuola, nelle vacanze guidate e “in special modo ai giovani” che si preparano alla Gmg di Madrid. Infine la manifestazione dell’“intenso affetto collegiale” ai cardinali Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi.
 
Uno scambio d’amore. Alla comunità veneziana convocata alle 12 di oggi nel Palazzo patriarcale il card. Scola ha dichiarato: “Potete ben capire come non sia facile per me darvi questa notizia... Vi dico semplicemente che ho accolto in obbedienza la decisione del Papa perché è il Papa”. “Debbo riconoscere – ha proseguito – che in questo momento il mio cuore è un po’ travagliato”; tuttavia molto più che gli “argomenti di carattere personale, conta la disposizione ad accogliere il disegno di Dio nella mia vita” che “passa dall’azione dello Spirito Santo nella Chiesa e in essa, in modo speciale, dal ministero del Santo Padre”. “Dio è sempre più grande e il Suo disegno su di noi, quando è accolto con animo aperto, è sempre il più conveniente, non solo per la propria persona ma anche per quanti ci sono stati affidati”. Di qui l’esortazione: “Siamo chiamati a guardare il disegno del Padre, voi e io insieme, con gli occhi e il cuore di chi ama la Chiesa nella sua splendente universalità che poggia su un’incessante comunione tra le Chiese particolari”. “Voglio vivere questa nomina come uno scambio di amore”, ha assicurato il card. Scola. “Con questo spirito accolgo la decisione del Santo Padre e chiedo a voi di fare parimenti”.

Scola a Milano Totoprevisioni in moto!

Venezia, 28 giu. (TMNews) - Il patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, sempre più vicino all'Arcidiocesi di Milano. Il Cardinale ha convocato un incontro straordinario alle 12 con stampa e vertici della Chiesa veneziana per il probabile annuncio delle sue dimissioni a causa del trasferimento alla guida della curia milanese. Nella giornata di oggi, infatti, è atteso l'annuncio ufficiale del Vaticano sulle scelte di Papa Benedetto XVI per la successione di Dionigi Tettamamnzi a Milano e, di conseguenza, di Scola a Venezia. In pole position per la successione di Scola a Patriarca di Venezia viene dato monsignor Pietro Parolin, della Diocesi di Vicenza, ma sono in salita le quotazioni anche di Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste e dell' Arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzocato, trevigiano

Da Sete Di Parola: i Santi del 29 giugno

Mercoledì 29 giugno 2011

pubblicata da Sete di Parola il giorno martedì 28 giugno 2011 alle ore 19.39
 Dal Vangelo secondo Matteo           16,13-19
Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

SPUNTI DI RIFLESSIONE                                    (mons. Roberto Brunelli)

E' tale l'importanza dei santi Pietro e Paolo che quando, come quest'anno, la loro festa cade in domenica la liturgia sospende il normale corso delle celebrazioni. I due santi, in quanto apostoli, sono importanti per tutta la Chiesa, la quale proclama sé stessa "una, santa, cattolica e apostolica"; lo sono poi a maggior ragione per quei cristiani che, come i mantovani, seguono il rito romano, vale a dire quello adottato a Roma, la città dove i due apostoli hanno coronato col martirio la loro vita terrena e hanno tuttora, entro splendide basiliche, il loro venerato sepolcro, da sempre frequentatissima meta di pellegrinaggi. Quest'anno l'attenzione si appunta in particolare su Paolo. Di lui si sa molto, ma non la data di nascita; poiché si ritiene sia avvenuta tra l'anno 5 e il 10 dopo Cristo, per non lasciar cadere il bimillenario, il papa ha deciso di celebrarlo a cominciare da oggi con un "Anno Paolino", denso di iniziative volte a cogliere meglio i doni che tramite lui il Signore ha fatto alla Chiesa e al mondo intero. Tramite lui: la sua vita, quale è narrata negli Atti degli apostoli , e il suo insegnamento, quale emerge in particolare dalle sue tredici intense Lettere, di cui ogni domenica si legge un brano. Per verità, in Paolo vita e dottrina non si possono scindere; egli ha insegnato, instancabile pur tra mille pericoli e ostilità, quello che ha compreso a partire dalla sua stessa esperienza. Cinque o sei anni dopo la conclusione della vita terrena di Gesù, il giovane Saulo, come allora si chiamava, pieno di zelo per il Dio dei suoi padri, riteneva suo dovere combattere i traditori, divenuti seguaci di quel rabbi di Nazaret che si ostinavano a dichiarare risorto dai morti. Allo scopo aveva partecipato alla lapidazione del primo martire, Stefano, e riuscì a ottenere dai capi del popolo ebraico l'autorizzazione di andare ad arrestare gli ebrei cristiani dimoranti a Damasco. Alla testa di un drappello di soldati era ormai prossimo alla città, quando una luce accecante lo gettò a terra, e una voce gli chiese: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?" La risposta fu un'altra domanda: "Chi sei, tu?" E la voce: "Io sono quel Gesù che tu perseguiti". Sconvolgente. Egli non aveva conosciuto Gesù, non l'aveva ascoltato parlare né visto guarire; avrà saputo che era morto in croce, e con ciò riteneva conclusa la vicenda. Ecco ora che il Crocifisso si manifestava vivo, e dunque risorto come sostenevano i suoi seguaci; non solo, egli riteneva fatto a sé quello che facevano ai suoi amici: "perché mi perseguiti?" A partire da questi elementi, egli si mise a riflettere, si informò adeguatamente su Gesù e giunse alla conversione, di cui in certo modo è segno il cambio del nome: dall'ebraico Saulo al romano Paolo. Alla conversione seguì dapprima un silenzioso ritiro nella sua città natale, Tarso; poi però, sollecitato dai compagni di fede, egli cominciò un'intensa attività apostolica, rivolta ai componenti del suo stesso popolo, ma anche e soprattutto ai pagani. Senza
nascondere di essere stato un persecutore di quella fede che ora poteva annunciare, per averne sperimentato di persona i fondamenti; una fede basata sull'amore di Gesù per gli uomini, da ricambiare amando coloro in cui Gesù si identifica. 

 PER LA PREGHIERA              (Cardinal Carlo Maria Martini) 



Padre dell'umanità, Signore della storia,
guarda questo continente europeo
al quale tu hai inviato tanti filosofi, legislatori e saggi,
precursori della fede nel tuo Figlio morto e risorto.

Guarda questi popoli evangelizzati da Pietro e Paolo,
dai profeti, dai monaci, dai santi;
guarda queste regioni bagnate dal sangue dei martiri
e toccate dalla voce dei Riformatori.

Guarda i popoli uniti da tanti legami
ma anche divisi, nel tempo, dall'odio e dalla guerra.
Donaci di lavorare per una Europa dello Spirito
fondata non soltanto sugli accordi economici,
ma anche sui valori umani ed eterni.

Una Europa capace di riconciliazioni etniche ed ecumeniche,
pronta ad accogliere lo straniero, rispettosa di ogni dignità.
Donaci di assumere con fiducia il nostro dovere
di suscitare e promuovere un' intesa tra i popoli
che assicuri per tutti i continenti,
la giustizia e il pane, la libertà e la pace.


INTENZIONE MISSIONARIA MESE DI LUGLIO

"Per le religiose che operano nei territori di missione, affinché siano testimoni della gioia del Vangelo e segno vivente dell'amore di Cristo" - Commento all'Intenzione Missionaria di luglio 2011

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il beato Papa Giovanni Paolo II affermava che le parole di S. Paolo, "l'amore del Cristo ci possiede" (2 Cor 5, 14), dovrebbero essere uno stimolo per i religiosi ad evangelizzare in terra di missione, dal momento che è compito delle persone consacrate lavorare in tutto il mondo per consolidare ed espandere il Regno di Cristo, portando l'annuncio del Vangelo ovunque, anche nelle regioni più lontane (cfr. VC 78).
Non bisogna dimenticare che la vita consacrata è parte essenziale della Chiesa, appartiene indiscutibilmente al mistero della sua vita e della sua santità (cfr. LG 44). Nelle Chiese di nuova fondazione la presenza della vita consacrata è necessaria, in quanto rivela la realtà di tutta la Chiesa, mostrandone così l'intera sua ricchezza.
I religiosi e le religiose hanno lasciato tutto per seguire Cristo, facendone la loro unica ricchezza e il loro unico tesoro. Per amore di Lui, per imitarlo più da vicino e seguendo il suo invito, hanno abbracciato il suo stile di vita in povertà, castità e obbedienza al Padre, dimostrando così che Dio merita di essere amato sopra ogni cosa. Coloro che amano Dio in questo modo, devono necessariamente amare i loro fratelli, e non possono restare indifferenti di fronte al fatto che molti di loro non conoscono ancora la piena manifestazione dell'amore di Dio in Cristo.
Certamente di fronte alla scarsità di vocazioni di cui soffrono alcuni istituti, si può essere tentati di pensare che non è possibile destinare alcuni membri al servizio delle missioni. Invece è solo donandola che la fede si rafforza, e Dio continua a benedire la generosità di chi, come la vedova del Vangelo, offre tutto quello che ha.
Dalla generosità scaturisce la gioia. Il cristianesimo è caratterizzato dalla gioia, come ha promesso il Signore: "nessuno potrà togliervi la vostra gioia" (Gv 16, 22). E' questa gioia della vittoria di Cristo che i missionari annunciano con la propria vita, sapendo che il Signore ci ha guadagnato la gioia con il dono totale di sé stesso, e quelli che vogliono essere messaggeri di gioia devono anche vivere così. Persone vicine alla beata Teresa di Calcutta hanno affermato, parlando della sua gioia, che questa era il frutto della beatitudine della sottomissione. Cercò di non rifiutare nulla a Dio nella sua vita, e dalla consegna alla sua volontà, scaturì una gioia incrollabile che la missionaria portò dappertutto.
Gesù Cristo è l'amore di Dio fatto carne per noi. Annunciarlo significa essere testimoni del suo amore per ogni uomo, attraverso un amore che si manifesta in azioni concrete. Ma il missionario deve sapere andare sempre alla fonte dell'amore. "È pertanto Dio, che è Amore, a condurre la Chiesa verso le frontiere dell'umanità e a chiamare gli evangelizzatori ad abbeverarsi 'a quella prima originaria sorgente che è Gesù Cristo, dal cui cuore trafitto scaturisce l'amore di Dio'. Solo da questa fonte si possono attingere l'attenzione, la tenerezza, la compassione, l'accoglienza, la disponibilità, l'interessamento ai problemi della gente, e quelle altre virtù necessarie ai messaggeri del Vangelo per lasciare tutto e dedicarsi completamente e incondizionatamente a spargere nel mondo il profumo della carità di Cristo". (Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2008, n.2).
La Vergine Maria, che si fece missionaria portando ad Elisabetta la gioia della salvezza che si era fatta carne nel suo grembo, sostenga e rafforzi tutti i religiosi e le religiose che operano nelle missioni per far conoscere agli uomini l'amore di Dio. (Agenzia Fides 28/06/2011)

lunedì 27 giugno 2011

Natura e spiritualità

Clicca Qui per leggere l'aticolo de ilfriuli.it

 

ASIA/CINA - Mandato missionario a 305 laici della parrocchia di Fu Shun, un segno della vitalità della diocesi di Liao Ning

Fu Shun (Agenzia Fides) - Ben 305 missionari laici, divisi in 11 gruppi, della parrocchia di Fu Shun della diocesi di Liao Ning, hanno ricevuto il mandato missionario dal parroco nella solennità di Pentecoste, confermando così la loro disponibilità ad essere fedeli al servizio della pastorale e dell'evangelizzazione per i prossimi due anni. Secondo le informazioni raccolte dall'Agenzia Fides, il parroco ha consegnato l'attestato del mandato e la croce a tutti i 305 laici, perché svolgano la loro missione nelle comunità ecclesiali di base. È un segno della vitalità della diocesi di Liao Ning, guidata dal giovane Vescovo Paolo Pei Jun Min, 43 anni, approvato dalla Santa Sede e consacrato nel 2006. L'evangelizzazione, la pastorale e la formazione sono le priorità assolute della diocesi. Dal 5 al 6 luglio la diocesi ha organizzato un seminario di studio sul tema "Attualità e sviluppo nel futuro della Chiesa in Cina secondo l'ecclesiologia del Concilio Vaticano II" per aiutare i sacerdoti a conoscere la realtà della Chiesa ed il magistero conciliare.
La parrocchia di Fu Shun, che oggi appartiene alla diocesi di Shen Yang ma in origine era parte della diocesi di Fu Shen, affidata ai missionari di Maryknoll, conta attualmente più di 7.000 fedeli. E'una comunità molto attiva, e tutti i suoi parroci hanno sempre dato la massima importanza alla formazione ed all'evangelizzazione. Secondo le informazioni fornite dalla diocesi di Laio Ning, l'attuale diocesi è stata formata nel 1983 raggruppando le 4 diocesi di Shen Yang, Ying Kou. Fu Shun e Re He. Oggi la diocesi si divide in 5 decanati, conta più di centomila fedeli, un Vescovo, una novantina di sacerdoti, due congregazioni religiose diocesane (le suore del Sacro Cuore di Maria, con più di cento religiose, e le suore del Sacro Cuore di Gesù, con una settantine di suore), il seminario maggiore di Shen Yang, 5 case per gli anziani, tre cliniche gestite dalle suore diocesane e tre centri di servizi sociali. (NZ) (Agenzia Fides 27/06/2011)

Tara Gandhi ha anche espresso soddisfazione, sostegno e auspici positivi sulla candidatura dell'Arcivescovo al Nobel per la pace

ASIA/INDIA - Un Arcivescovo e la nipote di Gandhi: insieme per la pace e la riconciliazione

Guwahati (Agenzia Fides) - Un Arcivescovo lavorerà per la pace e la riconciliazione accanto a Tara Gandhi Bhattacharjee, la nipote del Mahatma Gandhi e vicepresidente della "Gandhi Smriti and Darshan Samiti", importante organizzazione istituzionale, impegnata a tutto campo in India per promuovere i valori della non violenza e la difesa dei diritti civili. Sua Ecc. Thomas Menamparampil, Arcivescovo di Guwahati, noto per il suo impegno nel campo della pace, ha ricevuto nei giorni scorsi la visita della Gandhi e la proposta, accolta con favore, di lavorare insieme. Proprio per le sue qualità di abile pacificatore di conflitti e per i risultati ottenuti nel complesso contesto dell'India Nordest - area travagliata da tensioni etniche, tribali, territoriali, religiose, politiche - l'Arcivescovo è stato proposto di recente per una candidatura al Premio Nobel per la Pace (vedi Fides 6/6/2011). L'iniziativa sta trovando sostenitori in Oriente e Occidente, anche al di fuori del mondo cattolico, come Tara Gandhi.
Come ha raccontato all'Agenzia Fides, l'Arcivescovo ha detto a Tara Gandhi: "Ho sempre lavorato sulle piccole cose. Ma so quanto contano le piccole cose. Piccoli gesti fatti nel modo giusto e al momento giusto ci fanno ottenere grandi risultati nel campo della pace. E' importante trovare il modo giusto di trattare con le persone: è in questo che spesso si fallisce".
Tara Gandhi ha compiuto nei giorni scorsi un viaggio in India nordorientale, per promuovere un approccio non violento alla soluzione dei problemi. La leader ha dichiarato: "Viviamo in tempi in cui gli esempi di odio e di violenza crescono: abbiamo maggiore bisogno di pacificatori, rispetto al passato". L'Arcivescovo le ha illustrato il suo approccio ai conflitti, che è sempre dialogico e che cerca di superare pregiudizi e contrasti: "La violenza genera altra violenza; l'aggressività scatena aggressività e non emerge alcuna soluzione. Quando vi sono divergenze di idee e di interessi, occorre usare l'approccio dialogico e la pedagogia della persuasione". Tara Gandhi ha anche espresso soddisfazione, sostegno e auspici positivi sulla candidatura dell'Arcivescovo al Nobel per la pace. (PA) (Agenzia Fides 27/6/2011)

Unesco, per Cividale

Clikka Qui se vuoi saperne di più

sabato 25 giugno 2011

60 e,,,oltre!

DIOCESI IN PREGHIERA PER IL 60° ANNIVERSARIO DI SACERDOZIO DEL PAPA



Clicca sulla foto per ingrandirla !
Il prossimo 29 giugno ricorre il 60° anniversario di sacerdozio di Benedetto XVI, avvenuta nella solennità di Santi Pietro e Paolo del 1951. E la nostra diocesi, insieme a quelle di tutto il mondo, è invitata dall’Arcivescovo ad unirsi al Papa nella preghiera. L’occasione, sottolinea mons. Mazzocato, è particolarmente propizia per stringerci intorno al Sommo pontefice per testimoniargli tutta la nostra gratitudine, il nostro affetto, la nostra comunione per il servizio che sta offrendo a Dio e alla sua Chiesa e, soprattutto, per quel “risplendere della Verità sul mondo” a cui il suo alto magistero continuamente richiama. Come abbiamo sperimentato nell’incontro diretto con il Santo Padre il 7 maggio scorso ad Aquileia.

In vista di questo anniversario la Congregazione vaticana per il Clero ha diffuso un appello ai cattolici di tutto il mondo: di omaggiare il Papa di una straordinaria corona di preghiera e di soprannaturale unità, in modo particolare attraverso l’adorazione eucaristica, e invocando in modo speciale la santificazione del clero e il dono di nuove e sante vocazioni al presbiterato. “Possiamo farlo in tanti modi - spiega il Vicario generale, mons. Guido Genero -. Intanto con la preghiera personale stando in adorazione davanti alla Santissima Eucaristia che ci aiuta fra l’altro a comprendere l’interiore legame che c’è fra questo Sacramento e il sacerdozio. Questa stessa preghiera di adorazione eucaristica potrà essere organizzata in forma comunitaria in ogni comunità parrocchiale e religiosa. Inoltre per la Santa Messa del 29 giugno, solennità dei Ss. Pietro e Paolo, si aggiunga per il Papa una apposita intenzione di preghiera che faccia memoria dell’anniversario della sua ordinazione sacerdotale”. Il culmine del percorso di preghiera, indica sempre la Congregazione vaticana per il clero, coinciderà con la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, Giornata di santificazione sacerdotale, il prossimo venerdì 1° luglio.

In tali espressioni di amore al Papa e di fedeltà al sua Magistero, mons Genero, ricorda anche la colletta per la carità del Papa (il cosiddetto ‘Obolo di San Pietro’), stabilita per l’ultima domenica del mese, ossia il 26 giugno, che coincide in questo anno con la solennità del Ss. Corpo e Sangue di Cristo: una forma davvero concreta per sostenere l’attività del Santo Padre e per ringraziarlo ancora una volta del dono che ci ha fatto venendoci ad incontrare ad Aquileia.

Intenzione di preghiera

Per il Santo Padre, il Papa Benedetto XVI di cui ricorre il 60° anniversario di ordinazione sacerdotale, perché, con il sostegno orante di tutta la Chiesa, possa continuare ad offrire il suo servizio a conferma della fede comune, preghiamo.

venerdì 24 giugno 2011

Un atto d'amore!

AMERICA/STATI UNITI - Anche le feste dei Santi patroni ispanici nel Messale degli Stati Uniti

Washington (Agenzia Fides) - La Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti (USCCB) ha approvato la traduzione in spagnolo di una serie di aggiunte al Messale Romano per includere le feste dei Santi ispanici e spagnoli. La notizia è stata data dal Vescovo Ausiliare di Brooklyn, Mons. Octavio Cisneros, che ha rilevato come questa decisione rispecchi un "vero bisogno pastorale" per il crescente numero di ispanici residenti negli Stati Uniti.
La Santa Sede ha da poco approvato la nuova traduzione in inglese del Messale Romano, ora dovranno essere approvati anche tali allegati. La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti ha reso noto che questi si riferiscono a preghiere, feste liturgiche e celebrazioni specifiche di ogni paese dell'America Latina, e che non facevano parte del testo comune del Messale in lingua inglese.
Tale decisione è stata approvata dall'Assemblea Plenaria dei Vescovi statunitensi, svoltasi dal 15 al 17 giugno a Washington, ed è il frutto di un anno di lavoro della Commissione per il Culto Divino della USCCB, che è riuscita a raccogliere una serie di testi per la celebrazione della festa dei Santi Patroni più significativi dell'America Latina e della Spagna. Il testo del nuovo Messale dovrà essere usato a partire dal 27 novembre 2011, prima domenica d'Avvento ed inizio del nuovo anno liturgico. (CE) (Agenzia Fides, 24/06/2011)
LUTTO NELLA CHIESA FRIULANA

Si è spento padre Venturini


È morto in Mozambico padre Onorino Venturini, missionario dehoniano originario di Jalmicco. Aveva 88 anni e si è spento martedì nella chiesa infermeria dove era ricoverato da due mesi. La notizia della sua scomparsa è stata accolta con commozione dalla comunità di Palmanova e di Jalmicco dove stasera, alle 19, i fedeli si riuniranno per la messa esequiale.

giovedì 23 giugno 2011

Domenica 26 Giugno 2011

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (ANNO A)




PRIMA LETTURA (Dt 8,2-3.14-16)
Ti ha nutrito di un cibo, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto.

Dal libro del Deuteronòmio

Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi.
Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
Non dimenticare il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri».
Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 147)
Rit: Loda il Signore, Gerusalemme.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. Rit.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce. Rit.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. Rit.

SECONDA LETTURA (1Cor 10,16-17)
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane.
Parola di Dio

SEQUENZA
[Sion, loda il Salvatore, / la tua guida, il tuo pastore

con inni e cantici.



Impegna tutto il tuo fervore: / egli supera ogni lode,

non vi è canto che sia degno.



Pane vivo, che dà vita: / questo è tema del tuo canto,

oggetto della lode.



Veramente fu donato agli apostoli riuniti

in fraterna e sacra cena.



Lode piena e risonante, gioia nobile e serena

sgorghi oggi dallo spirito.



Questa è la festa solenne

nella quale celebriamo la prima sacra cena.



E il banchetto del nuovo Re,

nuova, Pasqua, nuova legge;

e l'antico è giunto a termine.



Cede al nuovo il rito antico,

la realtà disperde l'ombra: luce,

non più tenebra.



Cristo lascia in sua memoria

ciò che ha fatto nella cena: noi lo rinnoviamo,



Obbedienti al suo comando,

consacriamo il pane e il vino, ostia di salvezza.



È certezza a noi cristiani:

si trasforma il pane in carne, si fa sangue il vino.



Tu non vedi, non comprendi,

ma la fede ti conferma, oltre la natura.



È un segno ciò che appare:

nasconde nel mistero realtà sublimi.



Mangi carne, bevi sangue;

ma rimane Cristo intero in ciascuna specie.



Chi ne mangia non lo spezza,

né separa, né divide: intatto lo riceve.



Siano uno, siano mille, ugualmente lo ricevono:

mai è consumato.



Vanno i buoni, vanno gli empi;

ma diversa ne è la sorte: vita o morte provoca.



Vita ai buoni, morte agli empi:

nella stessa comunione ben diverso è l'esito!



Quando spezzi il sacramento / non temere, ma ricorda:

Cristo è tanto in ogni parte, quanto nell'intero.



È diviso solo il segno non si tocca la sostanza;

nulla è diminuito della sua persona.]



Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini,

vero pane dei figli: non dev'essere gettato.



Con i simboli è annunziato, / in Isacco dato a morte,

nell'agnello della Pasqua, / nella manna data ai padri.



Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi:

nutrici e difendici,

portaci ai beni eterni nella terra dei viventi.



Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra,

conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo

nella gioia dei tuoi santi.



Canto al Vangelo (Gv 6,51)
Alleluia, alleluia.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

Alleluia.

VANGELO (Gv 6,51-58)
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli

C – Fratelli e sorelle, il sacramento del Corpo e del Sangue del Signore è culmine e fonte di tutta la vita della Chiesa, pegno di benedizione e di salvezza per il mondo intero. Innalziamo la nostra preghiera unanime, perché da questo grande Mistero scaturisca il dono della nostra unità e della pace.

L - Preghiamo insieme e diciamo:

Per il mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, salvaci, Signore.

1.      Per la santa Chiesa, perché fortificata dal pane della vita e dal calice della salvezza, cammini nelle strade del mondo annunziando con le parole e con le opere il Vangelo, preghiamo.

2.      Per i sacerdoti, ministri dell’altare, perché si conformino sempre più al mistero che celebrano per la lode di Dio e per l’edificazione del suo popolo, preghiamo.

3.      Per i fanciulli, che hanno partecipato per la prima volta al banchetto eucaristico, perché crescano in sapienza e grazia, portando nella famiglia e nella Chiesa l’annuncio della gioia pasquale, preghiamo.

4.      Per i giovani, che oggi dichiarano la loro fede e la loro appartenenza alla Chiesa di Gesù nel sacramento della confermazione, perché possano essere ogni giorno veri cristiani, preghiamo.

5.      Per quanti si gloriano del nome cristiano, perché nell’Eucaristia, segno e vincolo di unità, ricompongano la piena comunione di fede e di amore, preghiamo.

6.      Per noi qui presenti, perché spezzando il pane di vita eterna impariamo a condividere anche il pane terreno e a soccorrere i fratelli che sono nell’indigenza e nel dolore, preghiamo.

C – Signore Gesù, che nel sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue hai posto la sorgente dello Spirito che dà la vita, fa’ che la tua Chiesa, spezzando il pane in tua memoria, diventi il germe dell’umanità rinnovata, a lode di Dio Padre. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.   

T - Amen.








Volley: la nazionale italiana PreJuniores femminile continua il suo tour in Friuli, tra Martignacco, Savogna e San Giorgio

Clicca qui per leggere l'articolo su ilfriuli.it

lunedì 20 giugno 2011

Da "Sete di Parola": il Congresso Eucaristico Nazionale

 La preghiera del prossimo Convegno eucaristico 2011  :

Signore Gesù,
di fronte a Te, Parola di verità
e Amore che si dona,
come Pietro ti diciamo:
Signore, da chi andremo?
Tu hai parole di vita eterna”.

Signore Gesù,
noi ti ringraziamo
perché la Parola del tuo Amore
si è fatta corpo donato sulla Croce,
ed è viva per noi nel sacramento
della Santa Eucaristia.

Fa’ che l’incontro con Te
nel Mistero silenzioso della Tua presenza,
entri nella profondità dei nostri cuori
e brilli nei nostri occhi
perché siano trasparenza della Tua carità.

Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristia
continui ad ardere nella nostra vita
e diventi per noi santità, onestà, generosità,
attenzione premurosa ai più deboli.

Rendici amabili con tutti,
capaci di amicizia vera e sincera
perché molti siano attratti a camminare verso di Te.
Venga il Tuo Regno,
e il mondo si trasformi in una Eucaristia vivente.
Amen.

Presentazione del CEN 2011 




“Signore da chi andremo? L’Eucaristia per la vita quotidiana”. È questo il tema del XXV Congresso Eucaristico Nazionale, che si terrà ad Ancona e nelle diocesi della metropolia dal 3 all’11 settembre 2011. La settimana si articolerà in momenti spirituali e celebrativi, riflessioni e testimonianze e culminerà con una solenne Celebrazione eucaristica domenica 11 settembre 2011 ad Ancona.
I significati del Congresso Eucaristico sono molteplici. In primo luogo, si tratta di un atto di fede nell'Eucarestia e un evento di comunione per l’intera Chiesa italiana che in quei giorni vedrà convergere nel capoluogo marchigiano migliaia di fedeli da tutte le diocesi. L’evento riveste anche un significato sociale e culturale perché l'Eucarestia, sacramento dell'amore di Dio per gli uomini, è pane del cammino storico dei credenti e fermento di novità in tutti gli aspetti del vivere umano.
È per questo che ad Ancona verrà sottolineato il dono dell’Eucaristia per la vita quotidiana, attraverso la ripresa dei cinque ambiti dell’esistenza già al centro del Convegno ecclesiale di Verona nel 2006: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione e la cittadinanza.
Sfondo biblico dell’intero appuntamento sarà il capitolo 6 del vangelo di Giovanni, da cui è tratto il versetto posto nel titolo. “Signore, da chi andremo?” è la domanda che l’apostolo Pietro rivolge a Gesù a conclusione del discorso sulla Parola e il Pane di vita. Ed è anche la domanda che dopo duemila anni ritorna come la questione centrale della vita dei cristiani oggi.
Per la preparazione spirituale al Congresso Eucaristico, il Comitato organizzatore ha predisposto un sussidio biblico, curato da don Ermenegildo Manicardi: “Signore da chi andremo? L'icona biblica del Congresso Eucaristico Nazionale. Ancona 2011” (Ed. San Paolo). Il volume, rivolto a tutti, offre spunti e riflessioni perché l'appuntamento di Ancona segni l'inizio di una nuova e più intensa stagione eucaristica.

Corso Navimeteo a San Giorgio di Nogaro


Corso Navimeteo a San Giorgio di Nogaro

     

Interessante l’iniziativa che si tiene a San Giorgio di Nogaro, in provincia di Udine, il prossimo 25 giugno: Navimeteo, il servizio privato di informazioni meteomarine, terrà un corso dedicato all’oceanografia, al posizionamento meteo sul web e alle varie simulazioni di rotta.
La lezione, che si terrà presso il Marina Sant’Andrea, approfondirà i temi legati alle esigenze pratiche di chi naviga. Insegna tra le altre cose ad affrontare il mare essendo in grado di avvertire la circolazione generale dell’atmosfera, interpretare la pressione e l’umidità e leggere nel dettaglio i bollettini e le osservazioni, utilizzando anche le tecnologie e i software più moderni.
L’oceanografia rappresenta senza dubbio uno degli argomenti più affascinanti del corso: grande spazio verrà dato allo studio delle condizioni e dei processi fisici che riguardano appunto l’oceano, con dei piccoli excursus in materie come la geologia, la geografia, l’ecologia e la climatologia. Il corso consentirà ai partecipanti di ottenere un attestato che certificherà le nozioni apprese.
Per informazioni e iscrizioni al corso Marina Sant’Andrea al tel. 0431 622162, oppure via e-mail all’indirizzo info@marinasantandrea.it

Pronto? E' pronto!

Vetro per edilizia. Inaugurato lo stabilimento della Sangalli Vetro Porto Nogaro

Clicca qui per l'articolo

sabato 18 giugno 2011

Domenica 19 Giugno 2011

    SANTISSIMA TRINITA' (ANNO A)



PRIMA LETTURA (Es 34,4-6.8-9)
Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano.

Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà».

Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Dn 3,52-56)
Rit: A te la lode e la gloria nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo.

SECONDA LETTURA (2Cor 13,11-13)
La grazia di Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi.
Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano.

La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Ap 1,8)
Alleluia, alleluia.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,
a Dio, che è, che era e che viene.

Alleluia.

VANGELO (Gv 3,16-18)
Dio ha mandato il Figlio suo perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».
Parola del Signore

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli carissimi, rivolgiamo la nostra unanime preghiera a Dio Padre, che ha rivelato al mondo il suo grande amore nel dono del Figlio unigenito e dello Spirito Santo.

L - Preghiamo insieme e diciamo:

Signore, Dio nostro, ascoltaci.

1.      Per la santa Chiesa, perché attesti al mondo intero la sua realtà di popolo di Dio, convocato dall’amore del Padre, per mezzo di Cristo, nella comunione di un solo Spirito, preghiamo.

2.      Per tutti i popoli della terra, perché illuminati dalla sapienza dello Spirito riconoscano in Gesù Cristo l’inviato del Padre, e siano radunati nell’unica Chiesa, preghiamo.

3.      Per tutti coloro che sono nella sofferenza e nella prova, perché sperimentino l’amore del Padre e la presenza consolante dello Spirito di Cristo, preghiamo.

4.      Per tutti gli uomini lacerati e sconvolti dalle violenze e dai conflitti, perché mediante l’azione dello Spirito si sentano figli dell’unico Padre e fratelli in Cristo, che nel suo sangue ha fatto pace fra cielo e terra, preghiamo.

5.      Per i teologi e i catechisti, perché nell’adempimento del loro prezioso servizio ecclesiale siano pronti a illuminare con semplicità e chiarezza l’esaltante esperienza dell’incontro con Dio. Preghiamo.

6.      Per noi qui presenti, perché la grazia del Battesimo, conferitoci nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, cresca e fruttifichi con un’adesione sempre più convinta e operosa, preghiamo.

C – Guarda, o Padre, al volto del tuo Figlio, e accogli la preghiera di questa tua famiglia, perché fortificata dal dono dello Spirito, diventi segno e primizia dell’umanità partecipe del mistero uno e trino del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.   T - Amen.

mercoledì 15 giugno 2011

Eccellenza, è a conoscenza del caso di Farah Hatim?

ASIA/PAKISTAN - L'Osservatore vaticano alle Nazioni Unite: sul caso di Farah giusto un intervento dell'Onu

Ginevra (Agenzia Fides) - Sul caso di Farah Hatim, la ragazza cristiana rapita e costretta al matrimonio e alla conversione all'islam "c'è un abuso della libertà di coscienza e di religione"; per questo è auspicabile "un intervento dell'Alto Commissario Onu per i diritti umani", in quanto "la libertà di religione è un test per il rispetto di tutti i diritti umani". E' quanto afferma Sua Ecc. Mons. Silvano Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Ufficio Onu di Ginevra in una intervista all'Agenzia Fides. Commentando il caso di Farah Hatim, Mons. Tomasi nota che in Pakistan occorre "una revisione del sistema giudiziario" perché si possano tutelare realmente i diritti delle minoranze.

Eccellenza, è a conoscenza del caso di Farah Hatim? Qual è la sua opinione?

Quello di Farah Hatim è uno dei tanti casi segnalati dai mass-media o da comunicazioni private di famiglie o Chiese locali del Pakistan: sono casi di ragazze cristiane rapite, costrette a sposarsi, a rinunciare alla loro fede e islamizzate a forza. Secondo la famiglia di Farah, il caso è su questa linea: la ragazza è stata presa contro la sua volontà. Il problema è che nessuno riesce a comunicare con lei ora. Dovrebbe esistere un meccanismo che, in queste situazioni, permetta un dialogo diretto con gli avvocati, con la famiglia, con i funzionari dello stato, per investigare e accertare la verità. Secondo l'esperienza, si tratta di una violazione dei diritti umani, della libertà di coscienza e di religione, e di un abuso sulla più ampia libertà personale, la libertà di poter scegliere come vivere la propria vita.

La Chiesa Pakistan si è attivata per liberarla, alcune Ong cattoliche se ne stanno interessando: pensa sia auspicabile un intervento del Consiglio Onu per i Diritti Umani?

Penso di sì: quando ci sono tali situazioni di persecuzioni contro minoranze religiose, cristiane o di altre fedi, è importante che una documentazione dettagliata sia messa a disposizione dell'Alto Commissario Onu per i Diritti Umani. Questi, secondo il mandato che ricopre, deve avviare una indagine ufficiale. Alcune Ong cattoliche accreditate all'Onu stanno ricevendo informazioni dirette dal Pakistan e stanno raccogliendo i dati per presentare un rapporto al Consiglio Onu, in modo che, secondo criteri di oggettività e trasparenza, si possano applicare anche a queste difficili situazioni i grandi principi dei diritti umani. E' doverosa la solidarietà con i cristiani che soffrono per la loro fede e, in casi come questo, credo si debbano utilizzare le strutture della comunità internazionale, create per la protezione delle persone perseguitate. Inoltre dovrebbe essere un po' scossa l'indifferenza dei media occidentali, che spesso non riportano la discriminazione che soffrono milioni di credenti.

Come valuta la situazione delle minoranze cristiane in Pakistan?

La missione permanente della Santa Sede a Ginevra è regolarmente intervenuta sul tema delle discriminazioni e delle violenze, soprattutto a sostegno della libertà di coscienza e di religione. Come hanno sottolineato i sommi pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, la libertà di religione è un test per il rispetto dei diritti umani. In Pakistan bisogna inscrivere la questione nel contesto generale del paese, in cui vi sono problemi nel sistema dell'istruzione, problemi di corruzione e di diffusione dell'estremismo. Il paese deve affrontare nodi difficili nel contesto sociale e politico. Un punto nodale è che le strutture giudiziarie diventino oggettivamente disponibili per tutte le minoranze: se il sistema giudiziario non funziona, oppure, per pressioni politiche o di grandi potentati economici, ignora di proposito le procedure corrette, le minoranze non troveranno una via giusta per la tutela dei loro diritti, che diventa condizionata dalle circostanze. Inoltre bisogna favorire un sistema educativo imperniato sul rispetto dell'altro, come pre-requisito per creare un società della convivenza e della pace.

Un punto molto discusso è la cosiddetta "legge sulla blasfemia"...

La "legge sulla blasfemia" (gli articoli 295b e 295c del Codice Penale) è un punto dolente per la questione della libertà religiosa in Pakistan. La legge è ritenuta ingiusta da tante persone, anche da musulmani nel Pakistan. E' indicativo che il Ministro federale per le minoranze religiose, Shabhaz Bhatti, sia stato ucciso per il suo desiderio di modificarla, per impedirne gli abusi e i danni che crea su vittime innocenti. Cercare di modificare questa legge è, per le comunità cristiane che spesso ne sono vittime, una esigenza prioritaria: tale meccanismo perverso giustifica attacchi a persone innocenti e produce costante incertezza e minaccia, in special modo per le famiglie cristiane e di altre minoranze religiose.

Qual è l'auspicio e l'opera della Santa Sede in tale situazione?

L'opera della Santa Sede, attraverso la diplomazia multilaterale presso il Consiglio Onu per i Diritti Umani, è quella di tenere in evidenza tali questioni e di allargare sempre più la prospettiva, per mostrare che la religione non è fonte di conflitto ma ha alla base dei principi universali che possono essere un aiuto per vivere nel pluralismo e per costruire la fratellanza e la pace. Con la realtà della globalizzazione oggi devono confrontarsi tutte le società. La coesione sociale non può essere imposta forzando le persone a stare dentro schemi oppressivi. La libertà di religione, il diritto a cambiare religione, il rispetto di gruppi minoritari, sono esigenze inderogabili. Speriamo che i cambiamenti in corso nel Nord Africa e nel Medio Oriente portino ad una maggiore apertura delle società coinvolte, che dia speranza alle loro popolazioni e garantisca un vita più dignitosa e libera per tutti, inclusi i cristiani del Pakistan. (PA) (Agenzia Fides 15/6/2011)

lunedì 13 giugno 2011

Referendum: risultati a livello regionale: FVG, naturalmente

Clicca qui

Grande vittoria...altro che mistificazione!

Referendum, quorum raggiunto   versione testuale
I primi commenti. Tondo: «Consultazione strumentalizzata».
Serracchiani: «Grande vittoria»

UDINE (13 giugno, ore 16.45) - «Il responso delle urne sui referendum è una grande vittoria del buonsenso degli italiani contro l'arroganza del Governo Berlusconi». Lo ha affermato l'europarlamentare del Pd Debora Serracchiani.
 
Secondo Serracchiani, «in linea generale, l'afflusso al voto è un segnale che il corpo vivo del Paese manda alla politica, la quale ora ha il compito di farne tesoro: quando sono in gioco temi sensibili i cittadini si muovono e nemmeno un'orchestrata campagna di disinformazione riesce a distoglierli dal far pesare la loro opinione». «E andando a votare – ha osservato Serracchiani – i cittadini hanno anche decretato una sonora bocciatura della politica del Governo Berlusconi, di cui la materia referendaria era ampiamente rappresentativa».    
Un altro elemento che Serracchiani invita a valutare è «il dato politico che Berlusconi e Bossi, con i loro inviti a non andare alle urne, hanno gettato loro stessi sul piatto della bilancia e hanno dimostrato di non pesare a sufficienza neanche per orientare il loro elettorato».
 
Tondo: «Una mistificazione»
«Questi referendum erano e sono una mistificazione colossale. L'unico motivo era il tentativo di dare una spallata al Governo su leggi che la stessa sinistra(ad esempio quello sull'acqua) aveva approvato», ha detto il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Renzo Tondo (Pdl), che non ha votato, secondo il quale bisognerebbe modificare la norma che prevede 500 mila firme per indire un referendum.    
«La mistificazione – secondo Tondo – sta tutta nella non corretta informazione sui temi dell'acqua pubblica». «Quella sull'acqua pubblica è qualche cosa che grida vendetta – ha aggiunto il presidente del Friuli-Venezia Giulia – perché è stata comunicata dai promotori come la privatizzazione di un bene generale ma non era così».    
Tondo ha citato l'ex ministro Bassanini, il sindaco di Firenze e anche lo stesso Bersani. «La legge sulle privatizzazioni dei servizi era stata promossa addirittura da Napolitano quando era ministro dell'Interno. È la dimostrazione – ha concluso Tondo – di come la sinistra abbia voluto strumentalizzare, riuscendoci, questi referendum».

domenica 12 giugno 2011

Lettera Pastorale di S. E. Mons Andrea Bruno Mazzocato a conclusione della sua prima visita pastorale

Collegati al file pdf cliccando QUI

Foglio Parrocchiale domenica 11 Maggio 2011


Festa della Diocesi di Udine per due nuovi preti

   versione testuale
Ordinati presbiteri don Marcin Gazzetta e don Daniele Antonello

UDINE (11 giugno ore 18) - La Cattedrale di Udine era piena di fedeli per la celebrazione eucaristica in cui sono stati ordinati presbiteri don Daniele Antonello 31 anni della parrocchia di Latisana e don Marcin Gazzetta 24 anni della parrocchia di Torsa. Ad accompagnare i due giovani oltre ai familiari, gli amici, ai padri spirituali e ai sacerdoti che li hanno accompagnati nel loro cammino anche membri delle comunità di provenienza e di Marano e Martignacco dove i due novelli sacerdoti hanno prestato servizio come diaconi.
La celebrazione è stata presieduta dall’Arcivescovo che nella sua omelia ha sottilineato il ruolo dello Spirito Santo nelle scelte vocazionali e dunque la necessità di ascoltare lo Spirito come hanno fatto don Marcin e don Daniele. "Lo Spirito Santo li sta guidando e ispirando già da tanto tempo, prima che loro stessi se ne rendessero con-to. Mi sono venuti in mente d. Daniele e d. Marcin  ascoltando le parole della lettera ai Romani: “Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; è colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito” ha detto mons. Mazzocato.
"Se in questo momento si chiedono come sia venuta loro in mente l’idea di farsi preti, si rendono conto che è venuta dallo Spirito Santo. E’ nata in loro in maniera confusa e, forse, in qualche momento si sono anche spaventati riconoscendo che stava crescendo nella loro mente questa idea. Non se la sono inventata loro e non gliel’ha inculcata dentro qualche altra persona. E’ stata come una voce che si è resa sempre più chiara e più convincente" ha precisato ancora l'Arcivescovo nell'omelia. Al termine della celebrazione a nome di entrambi don Daniele Antonello ha voluto ringraziare chi è stato loro vicino: da mons. Mazzocato a tutti i docenti e ai responsabili del Seminario fino a  tutti i presenti alla celebrazione

Domenica 12 Giugno 2011

    DOMENICA DI PENTECOSTE - MESSA DEL GIORNO (ANNO A)



PRIMA LETTURA (At 2,1-11)
Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.

Dagli Atti degli Apostoli

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 103)
Rit: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature. Rit.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. Rit.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore. Rit.

SECONDA LETTURA (1Cor 12,3b-7.12-13)
Noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo.

Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune.

Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.

Parola di Dio

SEQUENZA
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell'anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Vieni, Santo Spirito,
riempi i cuori dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.

Alleluia.

VANGELO (Gv 20,19-23)
Come il Padre ha mandato me anch’io mando voi.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.

Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
C - Nella gioia e nella freschezza della fede, che deriva in noi dall’unzione dello Spirito Santo, presentiamo a Dio Padre le nostre suppliche, chiedendo l’unità dell’amore in forza del medesimo Spirito che ci ha rigenerato.

L - Preghiamo insieme e diciamo:

Rinnovaci, o Padre, nel tuo Santo Spirito.

1.      Per la Chiesa di Cristo: diffusa nel mondo per celebrare l’amore di Dio si senta impegnata nell’annunzio del Vangelo, testimoniandolo di fronte al mondo con coraggio e coerenza; preghiamo.

2.      Per le guide dei popoli: non perseguano potere e dominio, non sfruttino ed opprimano i deboli e i poveri, ma cerchino nella giustizia e nel dialogo le soluzioni ai problemi, lavorando all’edificazione di un mondo segnato dalla pace, preghiamo.

3.      Per tutti i cristiani: consapevoli di essere, in forza del Battesimo e della Confermazione, profeti, sacerdoti e re del creato per la grazia dello Spirito del Signore, annuncino in ogni linguaggio la Parola che converte e salva; preghiamo.

4.      Per ogni uomo che ama la verità, soffre per la giustizia, lotta per la libertà e per la pace: lo Spirito Santo rinnovi i suoi prodigi e rianimi i cuori alla speranza e alla fiducia; preghiamo.

5.      Per questa nostra Comunità parrocchiale: la conclusione del tempo pasquale ci porti a vivere, ogni giorno, gli impegni del nostro Battesimo per contribuire a rendere nuova la pasta invecchiata del mondo mediante i doni e i frutti dello Spirito; preghiamo.

6.      Per don Marcin e don Daniele nuovi sacerdoti della Diocesi di Udine: perché ripieni dello Spirito che Gesù ha domato loro possano essere sempre fedeli al loro vescovo e vicini alle persone che incontreranno sul cammino cristiano: preghiamo.

C – Dio di amore e di pace, tu raccogli le attese di tutti gli uomini: manda su di noi il soffio del tuo Spirito perché rinnovi la Chiesa e rianimi il mondo. Allora noi potremo proclamare, in mezzo alle nazioni, le meraviglie che tu compi per gli uomini, cosi che una speranza nuova abiti nei loro cuori. Per Cristo nostro Signore.   T - Amen.







sabato 11 giugno 2011

Da Trieste a San Giorgio di Nogaro

Una mamma da medaglia d'oro


"Golden Mama" è un premio istituito dall'Associazione Waterpolo Development, quest'anno è stato assegnato a Giuseppina Granbassi.

Notizia del 10 giugno 2011 - 20:12
Centoventi chilometri al giorno, più o meno, per 5 giorni alla settimana, ogni settimana del mese, per almeno 7 anni buoni. Moltiplicate e scoprirete quanti sono i chilometri che la signora Giuseppina Granbassi, Finy per la famiglia e per gli amici, ha percorso in automobile per permettere a sua figlia Margherita di diventare pluricampionessa del mondo di fioretto individuale e a squadre, di vincere medaglie olimpiche, una Coppa del Mondo, due titoli europei oltre a tante altre medaglie nelle grandi competizioni internazionali.

Cinque giorni alla settimana, dal lunedì al venerdi, prima da Trieste a San Giorgio di Nogaro per fare allenare la piccola Margherita con il suoi primo maestro di scherma Dario Codarin e poi, dopo qualche anno, da Trieste a Udine per affinare la tecnica e far sbocciare la campionessa da Andrea Magro, il suo secondo maestro che poi sarebbe stato il suo commissario tecnico in nazionale.

E dopo queste settimane così serrate, come ci si rilassava nei weekend? Ma andando in trasferta per le gare, naturalmente. Trieste-Salerno e ritorno, Trieste-Foggia e ritorno, Trieste-Roma e ritorno e tante altre “scampagnate fuori porta” di questo genere. Tutte in automobile, tutte con mamma Finy al volante o a supporto morale. Che per questa sua presenza assidua si è presa anche della rompiscatole, da qualcuno. L’automobile come una seconda casa, dagli 8 anni di Margherita in poi.

La signora Finy aspettava la figlia fuori dalla scuola a tempo pieno che frequentava, la caricava in auto e via. Durante il tragitto Margherita faceva i compiti, mamma Finy la interrogava. Quello del resto era l’unico momento per studiare, giacchè a casa si tornava per ora di cena, non prima. Con Margherita è stato così finché lei non ha spiccato il volo e, all’età di 15 anni quando colse l’argento nei mondiali Cadetti, ha iniziato a viaggiare con la nazionale azzurra.

Ma prima qualcosa di simile a mamma Finy era toccato con gli altri figli. Eh sì, perché Margherita è l’ultima dei suoi 4 figli e tutti hanno praticato la scherma. Giovanna, la primogenita che ha fatto da apripista, poi Manlio e Francesco. Non hanno vinto quanto la cucciola della nidiata, ma anche loro qualcosa hanno portato a casa. Francesco, ad esempio, un titolo mondiale militare a squadre, Manlio alcune vittorie nelle gare del Grand Prix italiano e alcuni titoli regionali.

Anche queste, però, la signora Finy le considera grandi soddisfazioni e mai ha vissuto come sacrificio il servizio di mamma taxi svolto per anni. “Ho potuto farlo grazie anche a mio marito Gianfranco che mi ha dato modo di non lavorare e mi ha permesso così di seguire con questa costanza i nostri figli, assecondandomi in pieno. E’ per questo motivo che questo premio lo condivido con lui”.
 Fonte:Libero.it