Fatti, scritti, immagini, video riguardanti i paesi della Bassa vicini a San Giorgio di Nogaro
domenica 31 luglio 2011
Appello per la laguna Documento unitario di sei Comuni, da Grado a Precenicco
I Comuni di Grado, Marano Lagunare, Latisana, Lignano Sabbiadoro, Palazzolo dello Stella e Precenicco hanno elaborato un documento congiunto, di indirizzo amministrativo, sui problemi riguardanti la Laguna di Marano e Grado e i territori che vi si affacciano. Evidenziati i notevoli pregi naturalistici ed ambientali della zona "costituendo un esempio unico a livello europeo, tanto da essere tutelata come zona umida di interesse per l’avifauna con la convenzione Ramsar e anche come Riserva naturale regionale", il documento denuncia "i gravi problemi, che nel tempo si sono accumulati, dovuti in particolare al conflitto che si è sviluppato in passato fra le attività industriali e l’ambiente della laguna". Oggi si registrano "situazioni di pericolo per la navigazione, l’impossibilità di intervento da parte di mezzi di soccorso e gravissimi fenomeni di contaminazione anche per la presenza di sostanze inquinanti riconducibili alle attività produttive svolte nelle aree contermini alla laguna".
L’intero territorio lagunare interessa quindici comuni ( 85.000 abitanti ) e risulta essere un importante crocevia di interessi ed opportunità. La ricchezza della zona si realizza attraverso attività spesso contrastanti, dalla produzione industriale dell’Aussa-Corno e ai traffici portuali di Porto Nogaro alla pesca, all’acquacoltura fino al turismo di Grado e Lignano e degli ambienti storici, culturali e ambientali quali la foce del fiume Stella, Aquileia e l’isola di Barbana. Le prime risposte riguardano la sicurezza della navigazione e comportano interventi di dragaggio dei corsi d’acqua ( fra i quali il Corno, lo Stella, il Cormor ) e le vie d’accesso ai casoni dei pescatori in laguna e le relative strutture di conferimento quali le casse di colmata nei comuni di Grado e di Lignano e le vasche di stoccaggio il località Fearul a San Giorgio di Nogaro. I sei Comuni che hanno presentato il documento per l’approvazione nei consigli comunali, comprendendo la complessità del territorio lagunare nelle sue dinamiche naturali e la varietà degli interessi che vi convivono, chiedono in particolare l’istituzione di una struttura tecnica capace di condurre la fase di passaggio dal regime di emergenza all’ordinarietà della gestione, auspicando che sia messa in condizioni di «dare risposte efficaci e specifiche ai problemi». Il documento sarà inviato al Governo, alla Regione, alle Province, all’Anci Fvg.
sabato 30 luglio 2011
XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - A
31 Luglio 2011
«Voi stessi date loro da mangiare»
Così dice il Signore:
«O voi tutti assetati, venite all’acqua,
voi che non avete denaro, venite;
comprate e mangiate; venite, comprate
senza denaro, senza pagare, vino e latte.
Perché spendete denaro per ciò che non è pane,
il vostro guadagno per ciò che non sazia?
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone
e gusterete cibi succulenti.
Porgete l’orecchio e venite a me,
ascoltate e vivrete.
Io stabilirò per voi un’alleanza eterna,
i favori assicurati a Davide».
Parola di Dio
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.
Tu apri la tua mano
e sazi il desiderio di ogni vivente.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.
Nessuna creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo.
Fratelli, chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?
Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati.
Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
Parola di Dio
Alleluia, alleluia. Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Alleluia.
Tutti mangiarono e furono saziati.
In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
Parola del Signore
PREGHIERA DEI FEDELI
C – Fratelli e sorelle, ci siamo nutriti in abbondanza alla mensa della Parola e tra poco saremo nutriti del Pane di vita. Eleviamo con fiducia la nostra preghiera affinché il Signore mostri ancora la sua compassione per l’umanità affamata ed assetata e su tutti splenda la misericordia del Padre.
L - Preghiamo insieme e diciamo: Saziaci di te, Signore!
1. Ci hai detto: «Porgete l’orecchio.., ascoltate e voi vivrete». Aprici, Signore, la mente ed il cuore, perché sappiamo essere una Chiesa attenta ad ogni cenno della tua volontà, una Chiesa che vive del dono ricevuto in un perenne rendimento di grazie e in una condivisione con tutti. Ti preghiamo.
2. Ci hai detto: «Nessuna creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio». Rendici forti, Signore, perché molti vogliono strapparci da te: le tribolazioni della vita; le persecuzioni, quelle cruente e quelle dell’ironia; le proposte allettanti; i miraggi di felicità; le ideologie insensate. Fa’ che non venga meno la nostra fede. Ti preghiamo.
3. Ci hai detto: «Date loro voi stessi da mangiare». Concedi, Signore, alla tua Chiesa di essere esperta in umanità, raggio vivente della tua carità, sorella e madre nella condivisione dei tuoi doni. Per la sua capacità di accogliere e di distribuire, fa’ che divenga educatrice di figli generosi nel portare gli uni i pesi degli altri, esemplari nel servizio e nel dono di se stessi. Ti preghiamo.
4. Ci hai detto che apri la tua mano e sazi la fame di ogni vivente: sfama questo nostro mondo del dono della Pace, che solo tu puoi dare. Il rumore della guerra, delle armi e della distruzione sia placato dal tuo Amore e della tua Misericordia. Ferma la mano assassina di coloro che, mossi da fanatismo e odio, seminano terrore e morte; converti i loro cuori a pensieri di riconciliazione e di pace, perché sappiano riconoscerti quale “Dio della Vita”. Ti preghiamo.
5. Ci hai detto: «Tutti mangiarono e furono saziati». Sono infinite, Signore, le povertà fisiche e morali, culturali e spirituali; solo il tuo aiuto può renderci in grado di saziare la fame di vita, di felicità e di amore. Sostieni gli sforzi dei credenti e di tutti gli uomini di buona volontà perché ogni forma di miseria conosca l’abbondanza dei tuoi doni. Ti preghiamo.
C – Benedetto sei Tu, Dio Padre nostro, per la mensa abbondante che anche oggi offri a tutti. Fa’ che ciascuno di noi possa nutrirsi del pane moltiplicato e ringraziarti con una vita spesa a servizio del bene e della gioia del mondo. Per Cristo nostro Signore. T - Amen.
venerdì 29 luglio 2011
Puglialive ci racconta i risultati degli atleti pugliesi a San Giorgio di Nogaro
Un fine settimana di spettacolo e sfide a San Giorgio di Nogaro (Udine) dove sono stati protagonisti i pagaiatori Master (Over 35) della canoa velocità e fondo, che hanno lottato per portare a casa le medaglie di Campione Italiano di categoria.
Due le società pugliesi partecipanti e ottimi i piazzamenti che hanno effettuato gli “instancabili” Master pugliesi. Sabato si sono dati battaglia sulla distanza dei 1000 e dei 500 metri. Domenica, invece, hanno lottato fino all’ultimo colpo per vestire il tricolore sul podio dello sprint nella distanza dei 200 metri e hanno affrontato la difficile prova di resistenza sulla distanza dei 5 Km. La Canoa Kayak Academy primeggia su tutte le distanze con Canu Giuseppe che conquista l’ambito oro nel K1 Master D sui 200mt, 500mt, 1000mt e nella faticosa prova dei 5km di fondo.
Anche il C.C. Barion si distingue nella categoria Master A dove il K2 Carella – Ernesto conquista tutte le finali e ottiene ottimi piazzamenti classificandosi rispettivamente quarto sui 200mt, ottavo sui 500mt sesto sui 1000mt e quinti nella prova dei 5km. Lo stesso Carella si posiziona settimo nella difficile finale del K1 Master A sulla distanza breve dei 200mt.
Due le società pugliesi partecipanti e ottimi i piazzamenti che hanno effettuato gli “instancabili” Master pugliesi. Sabato si sono dati battaglia sulla distanza dei 1000 e dei 500 metri. Domenica, invece, hanno lottato fino all’ultimo colpo per vestire il tricolore sul podio dello sprint nella distanza dei 200 metri e hanno affrontato la difficile prova di resistenza sulla distanza dei 5 Km. La Canoa Kayak Academy primeggia su tutte le distanze con Canu Giuseppe che conquista l’ambito oro nel K1 Master D sui 200mt, 500mt, 1000mt e nella faticosa prova dei 5km di fondo.
Anche il C.C. Barion si distingue nella categoria Master A dove il K2 Carella – Ernesto conquista tutte le finali e ottiene ottimi piazzamenti classificandosi rispettivamente quarto sui 200mt, ottavo sui 500mt sesto sui 1000mt e quinti nella prova dei 5km. Lo stesso Carella si posiziona settimo nella difficile finale del K1 Master A sulla distanza breve dei 200mt.
Da Agropoli un articolo sulle gare di Canoa
Importante affermazione del Circolo Nautico A.S.D. Canottieri Agropoli. L’atleta-allenatore Orazio Manzo del Circolo Nautico Canottieri Agropoli si è aggiudicato tre titoli di “Campione d’Italia” nella categoria Master “C”. Il Campionato italiano si è svolto a San Giorgio di Nogaro in provincia di Udine nei giorni 23/24 luglio 2011. L’atleta agropolese è tornato a casa con tre risultati su tre distanze differenti: 1° classificato K1 velocità 1000 mt.; 1° classificato K1 velocità 200 mt.; 1°classificato K1 velocità 5000 mt.
Canoa: il matuziano Davide Albarelli due volte sul podio ai campionati italiani master
Sabato e domenica si sono svolti a S.Giorgio di Nogaro (UD) i Campionati Italiani di Fondo e Velocità categoria Master. La Canottieri Sanremo ha partecipato con 1 solo atleta Davide Albarelli nella categoria Master A che già in primavera era salito sul podio in occasione dei Campionati Italiani di Maratona.
L'atleta si è subito messo in luce nella finale del K1 1000 aggiudicandosi un bronzo. Un altro bronzo è stato confermato nella finale dei 500 mt.. Buone anche le prestazioni delle gare di domenica dove l'atleta della Canottieri è giunto 4° sulla distanza dei 500 mt. e 7° su quella dei 200 mt.. Prossimi appuntamenti che coinvolgeranno tutte le categorie degli atleti Matuziani sabato e domenica ad Origlia per i Campionati Regionali sulla distanza dei 500 e 1000 mt. e i Campionati Italiani di Società il 6/7 agosto 2011 a Castelgandolfo.
Fonte
L'atleta si è subito messo in luce nella finale del K1 1000 aggiudicandosi un bronzo. Un altro bronzo è stato confermato nella finale dei 500 mt.. Buone anche le prestazioni delle gare di domenica dove l'atleta della Canottieri è giunto 4° sulla distanza dei 500 mt. e 7° su quella dei 200 mt.. Prossimi appuntamenti che coinvolgeranno tutte le categorie degli atleti Matuziani sabato e domenica ad Origlia per i Campionati Regionali sulla distanza dei 500 e 1000 mt. e i Campionati Italiani di Società il 6/7 agosto 2011 a Castelgandolfo.
Fonte
Stefano Michero
sabato 23 luglio 2011
Radiovaticana: Alcolismo
Nel Nordest firmato documento di lotta all’alcolismo, presente anche l’arcivescovo di Udine
L’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha voluto partecipare, ieri, a Lignano Sabbiadoro, alla firma di un protocollo d’intesa da parte dell’assessore alle Politiche sociali del Friuli Venezia Giulia, Vladimir Kosic, del suo omologo dal Veneto, Remo Sernagiotto e dalla rappresentante della Land della Carinzia, in Austria, Christine Gaschler-Andreasch, che li vede uniti nella lotta all’alcolismo. “Scelte coraggiose come queste possono promuovere nelle nostre terre una cultura sempre attenta alla vita e sensibilizzare notevolmente l’opinione pubblica – è stato il commento del presule – non solo sul problema specifico, ma soprattutto sull’urgenza di rispondere insieme alla sfida educativa urgente, vitale e impegnativa, che il nostro tempo ci presenta”. La piaga dell’alcolismo affligge da tempo il Nordest e coinvolge, in particolar modo, i giovani che hanno meno di 16 anni, coloro ai quali la legge vieta la somministrazione di alcolici agli esercenti; divieto, però, che è facilmente aggirato acquistando nei supermercati, non sottoposti a questa legge che proibisce la somministrazione, ma non la vendita. Il documento siglato è una dichiarazione d’intenti con la quale le tre regioni s’impegnano a non interrompere le iniziative avviate con il progetto “Alcohol Drinking Awareness”, promosso congiuntamente nell’ambito del programma Interregionale IV Italia-Austria 2007-2013 e si articola in 11 punti che mirano a sostenere le famiglie e le istituzioni scolastiche nei loro compiti educativi, concentrare l’attenzione sui soggetti considerati più a rischio e limitare al massimo le iniziative che promuovono le bevande alcoliche, oltre a incoraggiare controlli più severi da parte delle forze dell’ordine. L’arcivescovo, da parte sua, ha assicurato il pieno sostegno delle comunità ecclesiali, a partire dalla diocesi per proseguire con le singole parrocchie, al progetto. Il consumo di alcol tra i giovanissimi, oltre al problema morale connesso e all’aspetto medico, perché a una certa età l’organismo non è ancora “pronto” a smaltire certe sostanze, ha gravi conseguenze: oltre a essere la causa di molti incidenti stradali, è spesso propedeutico all’uso di altre sostanze illegali. (A cura di Roberta Barbi)
L’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha voluto partecipare, ieri, a Lignano Sabbiadoro, alla firma di un protocollo d’intesa da parte dell’assessore alle Politiche sociali del Friuli Venezia Giulia, Vladimir Kosic, del suo omologo dal Veneto, Remo Sernagiotto e dalla rappresentante della Land della Carinzia, in Austria, Christine Gaschler-Andreasch, che li vede uniti nella lotta all’alcolismo. “Scelte coraggiose come queste possono promuovere nelle nostre terre una cultura sempre attenta alla vita e sensibilizzare notevolmente l’opinione pubblica – è stato il commento del presule – non solo sul problema specifico, ma soprattutto sull’urgenza di rispondere insieme alla sfida educativa urgente, vitale e impegnativa, che il nostro tempo ci presenta”. La piaga dell’alcolismo affligge da tempo il Nordest e coinvolge, in particolar modo, i giovani che hanno meno di 16 anni, coloro ai quali la legge vieta la somministrazione di alcolici agli esercenti; divieto, però, che è facilmente aggirato acquistando nei supermercati, non sottoposti a questa legge che proibisce la somministrazione, ma non la vendita. Il documento siglato è una dichiarazione d’intenti con la quale le tre regioni s’impegnano a non interrompere le iniziative avviate con il progetto “Alcohol Drinking Awareness”, promosso congiuntamente nell’ambito del programma Interregionale IV Italia-Austria 2007-2013 e si articola in 11 punti che mirano a sostenere le famiglie e le istituzioni scolastiche nei loro compiti educativi, concentrare l’attenzione sui soggetti considerati più a rischio e limitare al massimo le iniziative che promuovono le bevande alcoliche, oltre a incoraggiare controlli più severi da parte delle forze dell’ordine. L’arcivescovo, da parte sua, ha assicurato il pieno sostegno delle comunità ecclesiali, a partire dalla diocesi per proseguire con le singole parrocchie, al progetto. Il consumo di alcol tra i giovanissimi, oltre al problema morale connesso e all’aspetto medico, perché a una certa età l’organismo non è ancora “pronto” a smaltire certe sostanze, ha gravi conseguenze: oltre a essere la causa di molti incidenti stradali, è spesso propedeutico all’uso di altre sostanze illegali. (A cura di Roberta Barbi)
Nuovo accesso alla Ziac: referendum il 16 ottobre
http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2011/07/22/news/nuovo-accesso-alla-ziac-referendum-il-16-ottobre-1.742082
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Stella Maris a Trieste? Come a Porto Nogaro!
Anche a Trieste un centro Stella Maris |
Scritto da Alessandro Perich | |
giovedì 21 luglio 2011 | |
Si è svolto a Trieste il 16 e 17 luglio, presso la Capitaneria di Porto, il corso ICSW “Ship Visitor Training Course” (Corso di formazione per visitatori di nave). Voluto da don Alessandro Amodeo, rettore della Cappella del Porto, con l’intento di fornire, ai futuri volontari dell’Apostolato del Mare, una conoscenza completa in materia di protocolli, sicurezza personale e security per gli impianti portuali e le navi. Il corso ha avuto come docente don Giacomo Martino, direttore nazionale dell’Opera dell’Apostolato Marittimo ed istruttore certificato dall’International Committee on Seafarers’ Welfare (Comitato internazionale per il benessere della gente di mare). Il corso, al quale hanno partecipato una decina di volontari di diversa età, è stato propedeutico per la costituzione anche a Trieste di un Centro Stella Maris (attualmente in Italia ve ne sono una trentina presso i principali porti marittimi — www.stellamaris.tv): una vera e propria “casa lontano da casa” dove viene offerta ai marittimi, questi “stranieri in ogni porto”, il calore di un’ospitalità davvero disinteressata. La realizzazione di questo Centro riveste particolare importanza in quanto dovrà garantire all’interno del costituendo Comitato Territoriale di Welfare della Gente di Mare una presenza cattolica. «Un’accoglienza — dice don Giacomo Martino — che nel rispetto della persona non tenga conto dell’ambito spirituale dell’uomo, non è un’accoglienza vera». L’Opera dell’Apostolato Marittimo, istituita con motu proprio dal beato Giovanni Paolo II, pur non costituendo un’entità canonica con propria personalità giuridica, è l’istituzione che promuove la cura pastorale specifica rivolta alla gente del mare, e mira a sostenere l’impegno dei fedeli chiamati a dare testimonianza in questo ambiente con la loro vita cristiana. Si pone l’obiettivo di assicurare l’assistenza religiosa ai migranti, italiani e stranieri, promuovendo, nelle comunità cristiane, atteggiamenti e opere di fraterna accoglienza nei loro riguardi. Abbiamo intervistato Olivia Zaina, referente Area Nord Est per la Federazione nazionale Stella Maris. Questo è un corso di preparazione per volontari specificatamente tecnico. Come portate avanti la pastorale? L’appartenenza della Stella Maris è in prima battuta un’appartenenza ecclesiale. L’approccio è quello pastorale. La Stella Maris è un esempio meraviglioso, dal mio punto di vista, di ecumenismo perché, pur nella ferma consapevolezza della propria identità, andiamo verso chiunque, offriamo a chiunque lo stesso tipo di accoglienza. Ovviamente con una specifica attenzione per i marittimi cattolici. A Trieste, ad esempio, c‘è una forte componente di marittimi Filippini che cerca il contatto con la Chiesa quando arriva in porto. Noi prepariamo i nostri volontari alla “pastorale in 5 minuti”. Andando a bordo, dove i marittimi lavorano o fanno turni di guardia, per gli “ship visitors” è difficile trovare tempi appropriati per un dialogo. Sta ad ognuno inventarsi le modalità: un momento di preghiera comune, la consegna di un rosario o quella del testo dei Vangeli scritto in 5 lingue, che la Santa Sede ci ha messo a disposizione. Sono gesti d’attenzione piccolissimi, ma per chi li riceve, magari lontano da mesi dalla propria comunità ecclesiale o dalla parrocchia di appartenenza, significano veramente molto. Oltre ai servizi tecnici d’accoglienza, come si concretizza l’annuncio del Vangelo ai marittimi, anche appartenenti ad altre religioni? Penso all’esperienza di Porto Nogaro. Tra i volontari c’è una suora che sale a bordo con l’abito religioso, dove la maggioranza dei marittimi sono musulmani. Lei è sempre rimasta stupita e meravigliata dal rispetto enorme con cui l’accolgono. Una persona che dedica la sua vita a Dio è già un segno. Portiamo l’immagine della Madonna e il crocifisso esposto, ma nessuno ha mai creato un problema o delle difficoltà. «Si sa che che la vita dell’uomo sul mare — dice spesso don Giacomo — anticipa su molti versanti dinamiche che poi ritroveremo qui probabilmente tra anni». A bordo, il fatto di convivere tra diverse nazionalità esiste da trent’anni. In quello che chiamiamo un microcosmo globalizzato, un gruppo ristretto di persone si trova a sperimentare quotidianamente una convivenza tra lingue, culture, religioni diverse; un luogo dove questo si “vede”. Hanno davvero qualcosa da insegnare a noi in termini in di apertura, di disponibilità verso l’altro. I volontari vanno a bordo da soli, a due a due o con la presenza di un religioso? Dipende dalla persona. Alcuni vanno da soli. Nella mia esperienza personale andando in due è meglio perché le cose che non noto io le nota l’altro e viceversa; poi ci si può dare un sostegno reciproco e, non da ultimo, va anche detto che Gesù inviava a due a due i propri discepoli. La presenza del religioso non è sempre possibile. Nei porti più piccoli non c’è neanche il cappellano. In alcuni il servizio è delegato ad un diacono. L’associazione Stella Maris a Trieste? Sta muovendo i primi passi, ma c’è grande entusiasmo. |
Domenica 24 luglio 2011
XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
PRIMA LETTURA (1Re 3,5.7-12)
Hai domandato per te la sapienza.
Dal primo libro dei Re
In quei giorni a Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda».
Salomone disse: «Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per la quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?».
Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te».
Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 118)
Rit: Quanto amo la tua legge, Signore!
La mia parte è il Signore:
ho deciso di osservare le tue parole.
Bene per me è la legge della tua bocca,
più di mille pezzi d’oro e d’argento. Rit.
Il tuo amore sia la mia consolazione,
secondo la promessa fatta al tuo servo.
Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,
perché la tua legge è la mia delizia. Rit.
Perciò amo i tuoi comandi,
più dell’oro, dell’oro più fino.
Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti
e odio ogni falso sentiero. Rit.
Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti:
per questo li custodisco.
La rivelazione delle tue parole illumina,
dona intelligenza ai semplici. Rit.
SECONDA LETTURA (Rm 8,28-30)
Ci ha predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno.
Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.
Parola di Dio
Canto al Vangelo (Mt 11,25)
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.
VANGELO (Mt 13,44-52)
Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Parola del Signore.
Preghiera dei fedeli
Donaci, o Padre, la saggezza del cuore, perché possiamo domandarti ciò che è conforme alla tua volontà ed al tuo progetto di bene sulla nostra vita e sul mondo.
Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.
1. Perché la santa Chiesa abbia la consapevolezza di essere la grande rete che Dio getta ogni giorno nel mare dell’umanità ed impari ad accogliere senza pregiudizi e intransigenza ogni uomo desideroso di salvezza. Preghiamo.
2. Per i governanti, perché sappiano agire con sapienza e discernimento, agendo per il bene dell’uomo, specialmente del povero e del debole. Preghiamo.
3. Per coloro che sono stati travolti dalla fragilità e dall’egoismo, perché si rendano conto che solo Cristo è il tesoro della vita per ogni uomo. Preghiamo.
4. Per tutti i cristiani, perché risveglino la fede, forse impolverata e stanca, aderendo con rinnovato entusiasmo al Vangelo di Gesù. Preghiamo.
5. Per la nostra comunità, affinché sia accogliente e gioiosa, sperimentando nella comunione fraterna la bellezza dell’essere cristiani. Preghiamo.
Tu che da sempre ci conosci, o Padre, e per tua grazia ci hai fatti cristiani, ascolta le nostre preghiere, perché possiamo essere strumenti del tuo amore, diffondendo nel mondo la buona notizia della salvezza. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
venerdì 22 luglio 2011
Friuli economia ci parla di ...dragaggi!
Risolvere il problema dragaggi
a Porto Nogaro e nell'Aussa-Corno
Su questa linea è impegnata Confindustria Udine, come sottolinea il Presidente Adriano Luci, che ricorda la costante attenzione al problema nella consapevolezza che la struttura portuale dell’Aussa Corno sia fondamentale per l’attrattività della zona industriale e per lo scambio dei flussi di merce che interessano le industrie insediate e più in generale del Friuli. L’annoso problema dei dragaggi a Porto Nogaro va affrontato e risolto con una attenta e rigorosa programmazione rivolta ad interventi sia di breve termine per affrontare le criticità che impediscono la navigabilità dei canali che di medio e lungo per assicurare profondità dei fondali adeguate alla movimentazione di navi con un pescaggio superiore.
“Per questa ragione Confindustria si è mossa nell’ambito di iniziative sviluppate insieme con il Consorzio ZIAC, con il Commissario straordinario alla Laguna Menchini e quello di Caffaro Chimica Cappelletto per la definizione di una programmazione organica di interventi la cui soluzione non dipende solo dal territorio. La logica seguita è quella di interventi concertati e coesi perché è solo in questo modo che più efficacemente si possono affrontare i problemi. Le distinzioni e le divisioni invece allontanano le soluzioni.”
“Rassicuro Ernesto Milan e Sandro Midolini sulla presenza passata e futura di Confindustria in merito alla questione dei dragaggi ma anche sulla attenzione riposta nei confronti delle aspettative di tutte le aziende insediate. Ma, prosegue il Presidente Luci, li invito, piuttosto che a rimarcare distinzioni ed a denunciare una supposta lontananza di Confindustria dai problemi del territorio, ad operare insieme nel comune interesse affinchè venga assicurato un livello di operatività e di competitività di Porto Nogaro adeguato alle esigenze delle imprese portuali, da un lato, ed alle attese dell’utenza, dall’altro, operatività e competitività che verrebbero rafforzate nella gestione dal pieno rispetto delle condizioni di mercato. Se ci sono ritardi questi vanno rimossi.
Sul canale Corno i dragaggi sono fermi da 14 mesi ma si sta lavorando per chiudere le procedure con la conferenza dei servizi il più rapidamente possibile. Sparare sul mucchio e prendersela con Confindustria sembra quanto meno miope. Dobbiamo lavorare per Porto Nogaro, conclude Luci, e Confindustria è pienamente impegnata, senza cercare obiettivi diversi che non siano quelli dello sviluppo delle imprese e della promozione delle condizioni più efficaci per sostenerlo. La ricerca della “rissosità” pare fuorviante e non portatrice di soluzioni.”
“Per questa ragione Confindustria si è mossa nell’ambito di iniziative sviluppate insieme con il Consorzio ZIAC, con il Commissario straordinario alla Laguna Menchini e quello di Caffaro Chimica Cappelletto per la definizione di una programmazione organica di interventi la cui soluzione non dipende solo dal territorio. La logica seguita è quella di interventi concertati e coesi perché è solo in questo modo che più efficacemente si possono affrontare i problemi. Le distinzioni e le divisioni invece allontanano le soluzioni.”
“Rassicuro Ernesto Milan e Sandro Midolini sulla presenza passata e futura di Confindustria in merito alla questione dei dragaggi ma anche sulla attenzione riposta nei confronti delle aspettative di tutte le aziende insediate. Ma, prosegue il Presidente Luci, li invito, piuttosto che a rimarcare distinzioni ed a denunciare una supposta lontananza di Confindustria dai problemi del territorio, ad operare insieme nel comune interesse affinchè venga assicurato un livello di operatività e di competitività di Porto Nogaro adeguato alle esigenze delle imprese portuali, da un lato, ed alle attese dell’utenza, dall’altro, operatività e competitività che verrebbero rafforzate nella gestione dal pieno rispetto delle condizioni di mercato. Se ci sono ritardi questi vanno rimossi.
Sul canale Corno i dragaggi sono fermi da 14 mesi ma si sta lavorando per chiudere le procedure con la conferenza dei servizi il più rapidamente possibile. Sparare sul mucchio e prendersela con Confindustria sembra quanto meno miope. Dobbiamo lavorare per Porto Nogaro, conclude Luci, e Confindustria è pienamente impegnata, senza cercare obiettivi diversi che non siano quelli dello sviluppo delle imprese e della promozione delle condizioni più efficaci per sostenerlo. La ricerca della “rissosità” pare fuorviante e non portatrice di soluzioni.”
mercoledì 20 luglio 2011
Tratta delle Donne in Pakistan
ASIA/PAKISTAN - Le organizzazioni criminali continuano a sfruttare donne e bambini per la tratta di esseri umani
Islamabad (Agenzia Fides) - Si stima che ogni anno, in tutto il mondo, oltre 700 mila persone siano vittime del traffico di esseri umani, considerato come la terza fonte di guadagno per le organizzazioni criminali che sottopongono le vittime a prostituzione o lavori forzati, in particolare donne e bambini. Il più grande numero di vittime viene dall'Asia, con oltre 225 mila persone all'anno provenienti dal sudest asiatico e oltre 150 mila dall'Asia meridionale. L'ex Unione Sovietica è considerata ora la più grande nuova fonte di tratta con oltre 100 mila persone all'anno provenienti da questa regione. Altri 75 mila provengono dall'Europa centrale e dell'est, oltre 100 mila da America latina e Caraibi, e oltre 50 mila dall'Africa. La maggior parte delle vittime vengono inviate in Asia, Medio Oriente, Europa occidentale e Nord America.
In Asia il Pakistan è fonte, punto di transito e di destinazione per uomini, donne e bambini soggetti a questo fenomeno. Ragazzi e ragazze vengono comprati, venduti, affittati, o rapiti per farli lavorare in circuiti organizzati, illegali, accattonaggio, lavori domestici, prostituzione, e lavori forzati nei campi. Le ragazze e le donne sono vendute per matrimoni forzati. In alcune zone del Pakistan vengono vendute come animali. Migliore è la 'condizione' della donna, più elevato è il prezzo che viene stabilito dagli acquirenti. Una volta comprate vengono tenute in prigioni private o portate in altre parti del Pakistan e all'estero per essere ri-vendute ed utilizzate per la prostituzione, lo spaccio di droga e i lavori forzati. Una volta che il proprietario non ne vuole più sapere o la donna perde la sua utilità, la vende a qualcun altro. Molte ragazze, alcune minorenni, partoriscono bambini che poi vengono venduti nei mercati.
La tratta delle donne è sempre stata presente sin dalla creazione del Pakistan. Durante la partizione, migliaia di donne furono rapite da entrambe le parti dei confini di India e Pakistan per essere vendute o costrette a prostituirsi. Dopo la creazione del Bangladesh si è verificata l'opportunità di trafficare con altre migliaia di donne. Nei periodi delle guerre, alluvioni o altri disastri naturali si registra sempre un aumento della tratta perchè dilaga la povertà, la gente è disperata e le donne vengono costrette a matrimoni con vecchi o all'espianto di organi per poter saldare i debiti. Per limitare il fenomeno, il Pakistan proibisce ogni tipo di traffico transnazionale, attraverso il Prevention and Control of Human Trafficking Ordinance (PACHTO) che prevede punizioni da 7 a 14 anni di carcere. Inoltre, il Bonded Labor System Abolition Act vieta i lavori forzati infliggendo pene che vanno dai 2 ai 5 anni di carcere o multe ai contravventori. Il Governo del paese sta seriamente lottando contro questo grave fenomeno tentando di eliminarne almeno una parte. (AP) (20/7/2011 Agenzia Fides)
Farah resta musulmana
ASIA/PAKISTAN - L'Alta Corte del Punjab chiude il caso: Farah Hatim resta nella famiglia musulmana
Bahawalpur (Agenzi Fides) - La ragazza cattolica Farah Hatim resterà con il suo marito musulmano. È quanto riferiscono fonti di Fides a Bahawalpur, dove si è tenuta oggi, 20 luglio, l'udienza davanti alla sezione locale dell'Alta Corte del Punjab. Il ricorso davanti all'Alta Corte è stato presentato dall'APMA (All Pakistan Minorities Alliance), dopo che un tribunale di primo grado aveva respinto la richiesta di incontrare la ragazza, secondo i familiari sequestrata e sposata con la forza da un uomo musulmano nella città di Rahim Yar Khan (vedi Fides 12/7/2011).
Fra le lacrime, Farah Hatim è comparsa oggi davanti al giudice dell'Alta Corte del Punjab, sezione di Bahawalpur. Alla domanda del giudice su "quale famiglia scegliesse", la ragazza, dopo un interminabile silenzio, ha risposto: "Tutte e due". La Corte ha obiettato che "ciò è impossibile", reiterando la domanda. A quel punto Farah ha scelto la sua nuova famiglia musulmana.
Cala così il sipario su un caso che ha appassionato l'opinione pubblica della comunità cristiana in Pakistan, preoccupata per gli oltre 700 casi l'anno di ragazze cristiane rapite e costrette al matrimonio islamico. Il giudice ha permesso a Farah di avere un colloquio privato con la sua famiglia di origine per 10 minuti. La ragazza, rivelano fonti di Fides, ha raccontato di essere stata in effetti "presa con l'inganno" ma ha anche confidato, visibilmente scossa, di "non poter tornare". Secondo la famiglia di Farah, i motivi della sua scelta non sono chiari: possono esserci dietro minacce di morte o intimidazioni, ma anche la possibilità che la ragazza sia incinta. In tal caso, secondo il diritto consuetudinario pakistano, Farah non può far altro che restare con suo marito, in quanto, se ripudiata, porterebbe uno "stigma eterno" e nessun uomo potrebbe più volerla al suo fianco.
"Al di là delle possibili ragioni, alla fatidica domanda del tribunale, Farah ha risposto di voler restare con il marito musulmano, segnando per sempre il suo destino. D'ora in poi la famiglia di origine non più alcuna autorità su di lei, anche secondo la legge" notano fonti di Fides.
L'Alta Corte aveva stabilito l'udienza ieri, 19 luglio, ordinando alla polizia di Rahim yar khan di prelevare la ragazza. Gli agenti ieri non hanno eseguito l'ordine, dicendo al giudice che era malata. Il giudice ha emanato una nuova ordinanza, imponendo alla polizia di condurre quest'oggi la ragazza davanti alla Corte.
In ogni caso la famiglia di Farah conferma a Fides la sua preoccupazione per le sorti della ragazza, dicendosi "non convinta" dall'esito della vicenda. Chiede per questo alla comunità internazionale di fare pressioni sul governo pakistano per riesaminare il caso. Fonti locali di Fides affermano che Farah è stata comunque vittima di una rete che porta avanti un "traffico di ragazze", con agganci nell'ospedale dove Farah lavorava e nel mondo della politica, per fornire ragazze a uomini politici in vista. (PA) (Agenzia Fides 20/7/2011)
AFRICA/MALAWI - Il Malawi scende in piazza contro la crisi economica; un missionario racconta di atti intimidatori da parte delle milizie del partito di governo
Lilongwe (Agenzia Fides) - Oggi, 20 luglio, è prevista la prima manifestazione generale di protesta nelle maggiori città del Malawi: Blantyre, Zomba, Lilongwe e Mzuzu. I dimostranti scendono in piazza vestiti di rosso, il colore scelto dagli animatori della contestazione.
"Ormai sono allo stremo anche la pazienza e la sopportazione proverbiale del malawiano, capace di ripetere l'antico proverbio 'Osauka satopa' (Il povero non si stanca... non serve dire sono stanco, perché tanto nessuno ti ascolta) o anche 'Akapolo sakwiya' (Lo schiavo non si arrabbia). Allora non resta altro che andare in piazza" afferma all'Agenzia Fides p. Piergiorgio Gamba, missionario monfortano che da decenni vive ed opera nel Paese.
P. Gamba spiega le ragioni del disagio sociale che spingono i malawiani a scendere nelle strade: "Manca la corrente elettrica per oltre sei ore al giorno. Una misura restrittiva che durerà fino a dicembre per poi riprendere a gennaio e per un intero anno. Manca il carburante diesel e la benzina, che si compra al mercato nero al doppio del prezzo, raggiungendo anche i due euro al litro. Dal 18 luglio il costo dei giornali è aumentato a 200 kwache perché è stata aggiunta una tassa del 16.5 per cento su ogni pubblicazione... Il prezzo del cibo poi aumenta giornalmente, così come i trasporti sono sempre più cari".
Il missionario nota inoltre che alla vigilia della manifestazione "sta emergendo in queste ore il volto peggiore del potere, quando sulla macchina blu del partito di governo, un manipolo di CADETS, gli squadristi di turno, con in mano i panga knife, i grandi coltelli usati nelle piantagioni per tagliare la canna da zucchero, hanno fatto un'apparizione nella centralissima Victoria Avenue di Blantyre. Uno spettacolo che ricorda i fatti del genocidio del Rwanda nel 1994. Mai una tale messa in scena era avvenuta in Malawi. Gli squadristi sono andati di proposito nei punti della città dove è più forte l'opposizione e si sono fatti vedere a limare i loro coltellacci, branditi a monito per il giorno che sta per iniziare".
"Lo stesso giorno delle manifestazioni, alla stessa ora, il presidente Bingu wa Mutharika offrirà una Lecture, come l'ha voluta chiamare, una lezione cattedratica per spiegare la sua visione politica ed economica del paese, del perché tutto vada a rotoli, ma lui ha il controllo della situazione. A una persona affamata, ma anche a chi per giorni interi ha fatto la fila per un litro di benzina... l'ultima cosa da proporre è una lezione" conclude p. Gamba.
La Conferenza Episcopale del Malawi e il Malawi Council of Churches (MCC) hanno rivolto un appello comune perché tutti si astengano dalle violenze e la polizia protegga i cittadini ed eviti azioni che possano peggiorare la situazione. I leader cristiani hanno invitato infine i fedeli a pregare per la nazione. (L.M.) (Agenzia Fides 20/7/2011)
Madrid si organizza per la GMG
EUROPA/SPAGNA - Madrid si prepara ad accogliere un milione di giovani per la GMG
Madrid (Agenzia Fides) - I giorni della GMG (Giornata Mondiale della Gioventù), quest'anno a Madrid dal 16 al 21 agosto, costituiscono grandi eventi religiosi e culturali organizzati dalla Chiesa cattolica che riuniscono attorno al Papa migliaia di giovani di tutti i continenti. Secondo la piattaforma di prenotazione "Forwardkeys" le prenotazioni aeree per Madrid per i giorni della GMG sono aumentate del 150% rispetto al 2010. Il Comune di Madrid ha stimato in 4.000 i mezzi di comunicazione provenienti dai cinque continenti che seguiranno l'evento.
L'Ente per il Turismo di Madrid organizza per l'occasione tre visite guidate specifiche: "Madrid imprescindibile nella GMG" per le persone con disabilità, "Madrid Pontificia" e "Le Chiese di Madrid" in cui si visitano gli edifici legati alla Chiesa e al Papato, oltre a conventi e parrocchie. "Giornata Mondiale della Gioventù 2011" e "Madrid per te, il patrimonio ecclesiastico" sono invece i titoli di due pubblicazioni di benvenuto offerte ai pellegrini che riportano informazioni utili sulla capitale. Nei punti fissi di informazione turistica è stato aggiunto un banco di informazioni specifiche sulla GMG e saranno creati nuovi punti all'approssimarsi di questo evento.
Il comune di Madrid ha organizzato anche eventi culturali di carattere spirituale, come l'esposizione "Moved, commosso dalla bellezza" che raccoglie i motivi ispiratori dell'architetto Antonio Gaudi, o l'itinerario speciale che offre il Museo del Prado con dipinti importanti dove è raffigurata l'immagine di Cristo. (CE) (Agenzia Fides 20/07/2011)
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Nuovi Catechisti
Una tre giorni di formazione sul tema «Lo condusse da Gesù»
UDINE (15 luglio, ore 13.15) - Diverse sono le iniziative che l’Arcidiocesi di Udine, nelle sue varie articolazioni, ha messo in programma in questo tempo di estate. Tra le proposte formative diocesane spicca quella dell’Ufficio diocesano per l’iniziazione cristiana e la catechesi: una «tre giorni» di formazione di base, pensata per chi sta per diventare catechista e per chi lo è già da qualche tempo, ma sente il bisogno di chiarire meglio la propria identità, missione e metodologia di lavoro.
Il corso si terrà da venerdì 22 a domenica 24 luglio al seminario di Castellerio. Il tema su cui si svilupperà è «Lo condusse da Gesù» (Gv, 1,42).
Interessanti gli argomenti che verranno affrontati in 6 tempi di formazione. Perché evangelizzare? La nostra missione oggi; chi è il catechista? Testimone, educatore, maestro; le competenze necessarie; cos’è la catechesi? Il cammino dell’iniziazione cristiana; quali esperienze, quali contenuti? Gesù come centro e la vita cristiana; in che modo accompagnare? Elaborare un progetto catechistico; da soli o insieme? L’alleanza tra gruppo catechistico, comunità e famiglie.
Relatori don Alessio Geretti, direttore dell’Ufficio diocesano per l’iniziazione cristiana e la catechesi; mons. Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio catechistico di Roma; don Roberto Gabassi, già direttore dell’Ufficio catechistico di Udine.
Il programma è costruito in modo da consentire la scelta tra due possibilità: la partecipazione residenziale (pernottamento e pensione completa), o la partecipazione pendolare (rientrando a casa la sera). Si consiglia di vivere il corso interamente: anche pernottare insieme può favorire un clima di fraternità e di più intensa immersione spirituale.
Per informazioni contattare l’Ufficio diocesano per l’iniziazione cristiana e la catechesi ai numeri: 0432/414515 – 414571 – 414516 o tramite e-mail scrivendo a: uff.catechistico@diocesiudine.it
Chiabà 100 anni
Solenne festa per ricordare Chiabà
A 100 anni dalla morte dell’ideatore della casa di riposo(clicca per leggere l'articolo del Messaggero Veneto)
lunedì 18 luglio 2011
Corno d'Africa e Somalia: 2 articoli sulle difficoltà!
VATICANO - Il Papa auspica che "cresca la mobilitazione internazionale" per i soccorsi alle popolazioni del Corno d'Africa
Castel Gandolfo (Agenzia Fides) - Un accorato appello per la catastrofe umanitaria che sta colpendo la regione del Corno d'Africa, e in particolare la Somalia, è stato lanciato domenica 17 luglio dal Santo Padre Benedetto XVI subito dopo la preghiera dell'Angelus, che ha recitato con i fedeli riuniti nel cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Queste le parole del Pontefice: "Con profonda preoccupazione seguo le notizie provenienti dalla regione del Corno d'Africa e in particolare dalla Somalia, colpita da una gravissima siccità e in seguito, in alcune zone, anche da forti piogge, che stanno causando una catastrofe umanitaria. Innumerevoli persone stanno fuggendo da quella tremenda carestia in cerca di cibo e di aiuti. Auspico che cresca la mobilitazione internazionale per inviare tempestivamente soccorsi a questi nostri fratelli e sorelle già duramente provati, tra cui vi sono tanti bambini. Non manchi a queste popolazioni sofferenti la nostra solidarietà e il concreto sostegno di tutte le persone di buona volontà." (SL) (Agenzia Fides 18/07/2011)
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AFRICA/SOMALIA - Negli ospedali della capitale esauriti i farmaci, le epidemie dilagano in tutto il paese
Mogadiscio (Agenzia Fides) - Negli ultimi due mesi, in seguito all'arrivo di numerosi sfollati a causa della siccità, gli ospedali della capitale somala, Mogadiscio, sono rimasti a corto di farmaci. Gli operatori sanitari riferiscono che ogni giorno cinque pazienti muoiono per serie epidemie che si stanno propagando in tutto il paese. La grave siccità che ha colpito molte parti della Somalia ha fatto aumentare il numero dei morti causati da questo fenomeno anche nelle zone dove in passato si verificava raramente. Le persone affamate si muovono in cerca di aiuto verso le città e verso le aree urbane della parte centro meridionale del paese. In una dichiarazione del direttore del più grande ospedale di Mogadiscio, il Banadir Hospital, si legge che la struttura ha esaurito le sue scorte di farmaci in seguito all'aumento improvviso dei pazienti. L'ospedale non è supportato da nessuno direttamente, si serve delle medicine fornite dal DBG (Daryeel Bulsho Guud), una ong di base in Germania, e dall'Unicef e Oms per i farmaci contro diarrea e morbillo. La maggior parte dei bambini arrivano in ospedale in condizioni gravissime. Tre o quattro su 100 ricoverati quotidianamente muoiono perchè mancano i mezzi basilari per poterli assistere.
Nei primi 4 mesi del 2011, al Banadir sono stati ricoverati 160 bambini affetti da morbillo e altri 440 nel secondo quadrimestre; 1.228 affetti da diarrea nel primo quadrimestre e altri 2,003 nel secondo. Le epidemie si diffondono più rapidamente a causa delle mancate vaccinazioni nelle zone attualmente colpite dalla siccità. Nel vicino Kenya, dove molti somali cercano riparo, l'Oms e l'Unicef, insieme al Ministero della Sanità kenyota, stanno programmando campagne di vaccinazioni contro morbillo e polio per 215 mila bambini con meno di 5 anni di Mogadiscio e di quelli che vivono lungo il confine, compreso il campo profughi di Dadaab in Kenya, i distretti di Fafi e Lagdera e le fasce migratorie come quelle del municipio di Garissa. (AP) (18/7/2011 Agenzia Fides)
domenica 17 luglio 2011
il Messaggero Veneto ci parla di don Livio a Cividale
A Cividale l'addio alla piccola Aurora
Duomo gremito per il saluto alla bambina morta annegata a Premariacco. Il parroco: «I piccoli sono prediletti da Dio».(clicca sul titolo per leggere l'articolo)
venerdì 15 luglio 2011
Domenica 17 luglio 2011
XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
PRIMA LETTURA (Sap 12,13.16-19)
Dopo i peccati, tu concedi il pentimento.
Dal libro della Sapienza
Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose,
perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto.
La tua forza infatti è il principio della giustizia,
e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.
Mostri la tua forza
quando non si crede nella pienezza del tuo potere,
e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono.
Padrone della forza, tu giudichi con mitezza
e ci governi con molta indulgenza,
perché, quando vuoi, tu eserciti il potere.
Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo
che il giusto deve amare gli uomini,
e hai dato ai tuoi figli la buona speranza
che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.
Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 85)
Rit: Tu sei buono, Signore, e perdoni.
Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche. Rit.
Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, Signore,
per dare gloria al tuo nome.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio. Rit.
Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso,
lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà,
volgiti a me e abbi pietà. Rit.
SECONDA LETTURA (Rm 8,26-27)
Lo Spirito intercede con gemiti inesprimibili.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.
Parola di Dio
Canto al Vangelo (Mt 11,25)
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia.
VANGELO (Mt 13,24-43 (forma breve: Mt 13,24-30))
Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”».
Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».
Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».
Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
«Aprirò la mia bocca con parabole,
proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».
Parola del Signore.
Preghiera dei fedeli
O Padre, tu sai che il peccato ha confuso la nostra anima a tal punto che non sappiamo neppure ciò che è giusto e bene chiedere. Ma tu ci hai donato lo Spirito, che intercede con insistenza per noi. Per questo osiamo pregarti, affidando le nostre invocazioni a te, che scruti i cuori.
Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.
1. Perché
2. Perché negli uomini lieviti il desiderio di giustizia e di pace, spingendoli ad operare per il bene comune. Preghiamo.
3. Perché ogni battezzato si apra al dono dello Spirito, impari ad ascoltarlo nel suo cuore e sia pronto a tradurre i suoi insegnamenti in comportamenti coerenti. Preghiamo.
4. Per i genitori e per tutti coloro che sono impegnati nell’educazione, perché abbiano la pazienza di rispettare i tempi e i ritmi di crescita di ogni persona, guidandola ad aprirsi all’amore di Dio. Preghiamo.
5. Perché i cristiani maturino la convinzione che nel mondo la zizzania non prevarrà sul buon seme e che il Regno si manifesterà in pienezza secondo la volontà di Dio. Preghiamo.
La tua forza, Signore è principio di giustizia, tu sei indulgente con tutti. Per questo ti supplichiamo di accogliere le nostre preghiere e di esaudirle, secondo i tuoi disegni provvidenziali. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
mercoledì 13 luglio 2011
Santi Patroni 2011
L'appello dell'Arcivescovo durante la Messa dei Santi Patroni
Nella foto: mons. Battisti, mons. Mazzocato e mons. Brollo
alle celebrazioni per i Santi Patroni Ermacora e Fortunato.
UDINE (12 luglio, ore 14) - Un’«alleanza educativa sul nostro territorio a sostegno, prima di tutto, dei genitori e delle famiglie».
È questo il forte appello lanciato dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia pronunciata durante la S. Messa dei Santi patroni, Ermacora e Fortunato, oggi, nella Cattedrale di Udine.
Mons. Mazzocato ha ribadito come l’educazione dei giovani sarà al centro del nuovo Anno pastorale della Chiesa udinese, ma ha anche aggiunto di essere «convinto che questo tema non interessi solo la Chiesa, ma tutta la società. Per questo siamo pronti ad un dialogo e ad una ricera comune con tutti coloro che in città e nel Friuli sentono forte il compito dell’educazione». «Penso ai genitori – ha aggiunto – agli insegnanti delle scuole, ai tanti responsabili delle società sportive, a quanti gestiscono iniziative di tempo libero, agli operatori dei mezzi di comunicazione sociale».
Conscio delle «ricorrenti lamentele sulle difficoltà ad educare oggi i piccoli e i giovani che crescono», l’Arcivescovo ha ricordato come essi non abbiano però bisogno di padri e madri rassegnati, ma capaci di «annunciare una parola sicura che orienta nella vita e che sanno convincerli con l’esempio della vita». La Chiesa, dunque, sull’esempio dell’annuncio della Parola di Dio, fatto con la voce e l’esempio della vita dai Santi patroni Ermacora e Fortunato, è pronta a impegnarsi su questo tema, assieme e in dialogo con tutta la società friulana.
È questo il forte appello lanciato dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia pronunciata durante la S. Messa dei Santi patroni, Ermacora e Fortunato, oggi, nella Cattedrale di Udine.
Mons. Mazzocato ha ribadito come l’educazione dei giovani sarà al centro del nuovo Anno pastorale della Chiesa udinese, ma ha anche aggiunto di essere «convinto che questo tema non interessi solo la Chiesa, ma tutta la società. Per questo siamo pronti ad un dialogo e ad una ricera comune con tutti coloro che in città e nel Friuli sentono forte il compito dell’educazione». «Penso ai genitori – ha aggiunto – agli insegnanti delle scuole, ai tanti responsabili delle società sportive, a quanti gestiscono iniziative di tempo libero, agli operatori dei mezzi di comunicazione sociale».
Conscio delle «ricorrenti lamentele sulle difficoltà ad educare oggi i piccoli e i giovani che crescono», l’Arcivescovo ha ricordato come essi non abbiano però bisogno di padri e madri rassegnati, ma capaci di «annunciare una parola sicura che orienta nella vita e che sanno convincerli con l’esempio della vita». La Chiesa, dunque, sull’esempio dell’annuncio della Parola di Dio, fatto con la voce e l’esempio della vita dai Santi patroni Ermacora e Fortunato, è pronta a impegnarsi su questo tema, assieme e in dialogo con tutta la società friulana.
Qualcuno pensa all'istruzione dei giovani in Afghanistan
ASIA/AFGHANISTAN - Istruzione e formazione professionale: l'impegno dei gesuiti per dare un futuro al paese
Herat (Agenzia Fides) - In un paese dilaniato dalla guerra e dal terrorismo, i giovani afgani, che sono il 68% della popolazione, "vogliono pace e sicurezza e sognano di poter godere di un percorso di istruzione", come tutti gli altri giovani del mondo. "La Chiesa deve aiutare i giovani a realizzare questo sogno, ed è questa la missione dei gesuiti e dei volontari del Jesuit Refugees Service (JRS)": lo afferma in una nota inviata all'Agenzia Fides il gesuita indiano p. Stan Fernandes SJ, Direttore del JRS Afghanistan. Il Direttore nota che "bambini e giovani sono stanchi della guerra e ben pochi di loro hanno l'opportunità di andare a scuola". Su 33 milioni di afgani, "i ribelli sono circa 10mila ma catalizzano l'attenzione della comunità internazionale. La nostra missione è dare voce e speranza al 99,9% della popolazione afgana, che lotta ogni giorno, con tutto il cuore, per andare avanti e per costruire un domani migliore".
"Insieme con la popolazione afgana - prosegue - noi speriamo e preghiamo per la pace e continuiamo il nostro viaggio accanto alla gente, cercando di raggiungere soprattutto gli emarginati. I giovani, che hanno vissuto la guerra e l'esilio, domani guideranno la nazione. Questa generazione deve essere aiutata a concentrare tutte le sue energie, il suo entusiasmo e il suo potenziale, per promuovere pace e sviluppo nella nazione".
Il JRS opera in Afghanistan dal 2005, quando un team di gesuiti indiani ha avviato programmi nel campo dell'istruzione: oggi nella "Technical High School" di Herat vi sono 600 allievi che seguono corsi di elettricità, elettronica, costruzioni, commercio. Dal 2006 i religiosi insegnano anche inglese, informatica, biologia e fisica a oltre 3.000 studenti universitari di Herat, Bamiyan e Kabul.
In un altro programma i gesuiti assistono i profughi rientrati in Afghanistan nella città di Sohadat, e 35 km da Herat, assicurando loro assistenza alimentare, servizi sanitari e istruzione, in una scuola elementare frequentata da oltre 200 bambini e tramite una clinica che cura 250 pazienti a settimana. Sono attivi anche programmi di formazione e sviluppo dedicati specificamente alle donne (PA) (Agenzia Fides 13/7/2011)
Herat (Agenzia Fides) - In un paese dilaniato dalla guerra e dal terrorismo, i giovani afgani, che sono il 68% della popolazione, "vogliono pace e sicurezza e sognano di poter godere di un percorso di istruzione", come tutti gli altri giovani del mondo. "La Chiesa deve aiutare i giovani a realizzare questo sogno, ed è questa la missione dei gesuiti e dei volontari del Jesuit Refugees Service (JRS)": lo afferma in una nota inviata all'Agenzia Fides il gesuita indiano p. Stan Fernandes SJ, Direttore del JRS Afghanistan. Il Direttore nota che "bambini e giovani sono stanchi della guerra e ben pochi di loro hanno l'opportunità di andare a scuola". Su 33 milioni di afgani, "i ribelli sono circa 10mila ma catalizzano l'attenzione della comunità internazionale. La nostra missione è dare voce e speranza al 99,9% della popolazione afgana, che lotta ogni giorno, con tutto il cuore, per andare avanti e per costruire un domani migliore".
"Insieme con la popolazione afgana - prosegue - noi speriamo e preghiamo per la pace e continuiamo il nostro viaggio accanto alla gente, cercando di raggiungere soprattutto gli emarginati. I giovani, che hanno vissuto la guerra e l'esilio, domani guideranno la nazione. Questa generazione deve essere aiutata a concentrare tutte le sue energie, il suo entusiasmo e il suo potenziale, per promuovere pace e sviluppo nella nazione".
Il JRS opera in Afghanistan dal 2005, quando un team di gesuiti indiani ha avviato programmi nel campo dell'istruzione: oggi nella "Technical High School" di Herat vi sono 600 allievi che seguono corsi di elettricità, elettronica, costruzioni, commercio. Dal 2006 i religiosi insegnano anche inglese, informatica, biologia e fisica a oltre 3.000 studenti universitari di Herat, Bamiyan e Kabul.
In un altro programma i gesuiti assistono i profughi rientrati in Afghanistan nella città di Sohadat, e 35 km da Herat, assicurando loro assistenza alimentare, servizi sanitari e istruzione, in una scuola elementare frequentata da oltre 200 bambini e tramite una clinica che cura 250 pazienti a settimana. Sono attivi anche programmi di formazione e sviluppo dedicati specificamente alle donne (PA) (Agenzia Fides 13/7/2011)
VATICANO - Nasce il blog "Being catholics in China"
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - L'Agenzia Fides ha ritenuto necessario istituire il blog "Being catholics in China" come mezzo di informazione e di formazione per i cattolici cinesi di questo grande continente. E' un momento favorevole dello Spirito, che esige una lettura attenta della situazione, perché la Chiesa, che è di casa in ogni nazione e cultura, possa svolgere liberamente la missione affidatagli da Cristo. Per questo, attraverso il blog, si può interloquire ed interpellare coloro che sono preposti a coordinare l'attività di evangelizzazione, sulle questioni attinenti la Chiesa. Questo blog intende essere inoltre uno strumento di unità della Chiesa in Cina con tutte le Chiese del mondo e con la Chiesa Universale. (Agenzia Fides 13/7/2011)
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martedì 12 luglio 2011
Farah
ASIA/PAKISTAN - Approda all'Alta Corte di Multan il caso di Farah Hatim, la cattolica islamizzata a forza
Multan (Agenzia Fides) - Sarà l'Alta Corte di Multan a giudicare e ad appurare la verità sul caso di Farah Hatim, la ragazza cattolica rapita, islamizzata e costretta a sposare un uomo musulmano nella città di Rahim Yar Khan, nel sud Punjab (vedi Fides 25/6/2011 e giorni precedenti). E' quanto l'Agenzia Fides apprende da Paul Bhatti, Consigliere Speciale del Primo Ministro per gli Affari della Minoranze religiose in Pakistan e leader dell'APMA (All Pakistan Minorities Alliance). L'APMA aveva tentato nei giorni scorsi una mediazione, chiedendo alla famiglia musulmana presso cui oggi Farah si trova, di incontrare la ragazza, ribadendo la richiesta ufficialmente a un giudice del tribunale di primo grado a Rahim Yar Khan. Il tentativo è fallito (vedi Fides 7/7/2011) perché la famiglia non si è presentata e il giudice stesso ha detto di "considerare il caso chiuso".
Per questo l'APMA ha deciso, in accordo con i familiari della ragazza, di ricorrere all'Alta Corte di Multan. Una denuncia è stata già presentata e si attende la data dell'udienza, in cui il giudice convocherà Farah, la famiglia di origine e la famiglia musulmana per ascoltare le differenti versioni sulla vicenda e appurare la volontà della giovane. "Non avevamo scelta. Dato l'atteggiamento di ostinata chiusura della famiglia musulmana, vogliamo che la giustizia vada avanti e che Farah possa esprimersi: per questo abbiamo dato mandato agli avvocati di presentare un ricorso all'Alta Corte", dice Bhatti a Fides.
Il giudice può ascoltare Farah pubblicamente ma anche in un colloquio privato. Se avesse l'impressione che la ragazza, terrorizzata o intimidita, non dica la verità (compiacendo i suoi aguzzini), potrebbe decidere di trasferirla per un periodo di tempo nella "Darul Aman" ("Casa della pace"), istituto governativo con sede nelle principali città del paese, che accoglie e tiene sotto protezione della polizia le donne maltrattate o rapite. L'istituto è un'opera voluta fortemente da Asma Jahangir, presidente del Consiglio degli avvocati della Corte Suprema e attiva nel difendere i diritti delle donne pakistane. Gli avvocati dell'APMA, che stanno curando il ricorso, hanno intenzione di chiedere che Farah sia trasferita lì per evitare che possa improvvisamente "sparire".
P. Yousaf Emmanuel, Direttore della "Commissione Giustizia e Pace" della Conferenza Episcopale del Pakistan, ha salutato con favore questo passo, ribadendo che "la Chiesa pakistana, che in passato ha salvato e si occupa di proteggere tante giovani cristiane, è vicina a Farah e alla sua famiglia, e intende dare tutto l'appoggio possibile per una felice conclusione di questa triste vicenda". (PA) (Agenzia Fides 12/7/2011)
lunedì 11 luglio 2011
VATICANO - "Domenica del Mare": il Papa prega per i marittimi sequestrati per atti di pirateria
Castel Gandolfo (Agenzia Fides) - Domenica 10 luglio, in occasione della celebrazione della cosiddetta "Domenica del Mare", cioè la Giornata per l'apostolato nell'ambiente marittimo, il Santo Padre ha lanciato all'Angelus un appello per i marittimi sequestati: "Rivolgo un particolare pensiero ai Cappellani e ai volontari che si prodigano per la cura pastorale dei marittimi, dei pescatori e delle loro famiglie. Assicuro la mia preghiera anche per i marittimi che purtroppo si trovano sequestrati per atti di pirateria. Auspico che vengano trattati con rispetto e umanità, e prego per i loro familiari, affinché siano forti nella fede e non perdano la speranza di riunirsi presto ai loro cari."
Prima della preghiera mariana, recitata del cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo dove si trova per un periodo di riposo, il Papa si è soffermato sul Vangelo della domenica, la parabola del seminatore. "E' una pagina in qualche modo 'autobiografica' - ha sottolineato il Papa -, perché riflette l'esperienza stessa di Gesù, della sua predicazione: Egli si identifica con il seminatore, che sparge il buon seme della Parola di Dio, e si accorge dei diversi effetti che ottiene, a seconda del tipo di accoglienza riservata all'annuncio... Ma questo Vangelo insiste anche sul 'metodo' della predicazione di Gesù, cioè, appunto, sull'uso delle parabole... ai discepoli, cioè a coloro che si sono già decisi per Lui, Egli può parlare del Regno di Dio apertamente, invece agli altri deve annunciarlo in parabole, per stimolare appunto la decisione, la conversione del cuore; le parabole, infatti, per loro natura richiedono uno sforzo di interpretazione, interpellano l'intelligenza ma anche la libertà." (SL) (Agenzia Fides 11/07/2011)
venerdì 8 luglio 2011
Un'oasi spirituale per la gente di Hong Kong
ASIA/HONG KONG - I trappisti cistercensi dell'abbazia di Nostra Signora della Gioia da 60 anni a Hong Kong
Hong Kong (Agenzia Fides) - I trappisti (Cistercensi della Stretta Osservanza, O.C.S.O) dell'abbazia trappista di Nostra Signora della Gioia hanno festeggiato i loro 60 anni di servizio a Hong Kong il 2 luglio, con una solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dall'Amministratore dell'Abbazia, p. Raphael Kang, e dal Vicario generale della diocesi di Hong Kong, p. Pierre Lam Ming MEP. Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese), i fedeli di Hong Kong e quelli di Macao hanno assistito numerosi alla celebrazione, durante la quale è stato anche ricordato il 50° anniversario di vita monastica di due trappisti.
Il 2 luglio 1951 i monaci superstiti del Monastero Nostra Signora Consolatrice di Yang Jia Ping, nella provincia dell'He Bei, e del Monastero Nostra Signora della Gioia di Zheng Ding, sempre nell'He Bei, che riuscirono a fuggire dalla sanguinosa persecuzione comunista, raggiunsero Hong Kong dopo tante sofferenze, la perdita di tanti confratelli e senza più niente. Il loro leggendario Abate, Li Bo Lan, riuscì ad ottenere dalle autorità di Hong Kong l'isola sperduta e disabitata di Landau dove i monaci rimasti costruirono, a mani nude, il loro convento. Negli anni successivi hanno costruito una fattoria, hanno iniziato ad allevare le mucche e a produrre latte e biscotti, apprezzatissimi dagli hongkonghesi. Questo luogo comunque rappresenta soprattutto un'oasi spirituale per la gente di Hong Kong, spesso schiava di uno sviluppo economico frenetico. Oggi l'Abbazia conta 9 trappisti sacerdoti, 7 fratelli e un novizio. (NZ) (Agenzia Fides 08/07/2011)
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giovedì 7 luglio 2011
Inaugurata la piazza di Zellina di San Giorgio di Nogaro
http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2011/07/05/news/inaugurata-la-nuova-piazza-di-zellina-1.716158
Utilizza il link per leggere l'articolo del Messaggero Veneto
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ASIA/INDIA - Radicali indù vogliono iscrivere (con la forza) i figli alle scuole cattoliche
Belgaum (Agenzia Fides) - Un gruppo di 50 militanti di gruppi indù radicali ha fatto irruzione nella scuola San Giuseppe, delle suore Canossiane a Belgaum, per imporre alle religiose di iscrivere nella loro scuola due ragazzi, figli di un leader radicale indù. E' accaduto in Karnataka (India sudoccidentale), dove la Chiesa locale riferisce all'Agenzia Fides il verificarsi di un paradosso: gli indù radicali vogliono costringere le scuole cattoliche ad istruire i loro figli. "E' assurdo, in quanto i gruppi estremisti indù criticano e combattono con ogni mezzo possibile l'impegno della Chiesa nel campo dell'istruzione e del servizio sociale" commenta una fonte di Fides nella Chiesa locale. "E segno della schizofrenia di questi militanti radicali, spesso responsabili di attacchi contro i cristiani. Ma, d'altra parte, è anche un implicito riconoscimento all'eccellente istruzione fornita dalle nostre scuole" rimarca la fonte.
Nella scuola San Giuseppe i radicali indù hanno minacciato e maltrattato le religiose e alcuni docenti, per imporre con la forza l'ammissione di due studenti indù. Il tempestivo intervento della polizia e di alcuni genitori ha impedito che la situazione potesse degenerare. A guidare il gruppo dei radicali era Basangouda Sidramani, uno dei leader del partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (BJP), che ha sbandierato la sua appartenenza al "partito al potere" (il BJP è al governo in Karnataka) per imporre la sua volontà a suor Thankam, preside della scuola. Le suore e i fedeli della parrocchia in cui si trova la scuola hanno chiesto l'intervento della polizia per garantire la scurezza dell'istituto e il regolare svolgimento delle lezioni e delle attività scolastiche nelle prossime settimane. (PA) (Agenzia Fides 7/7/2011)
Nella scuola San Giuseppe i radicali indù hanno minacciato e maltrattato le religiose e alcuni docenti, per imporre con la forza l'ammissione di due studenti indù. Il tempestivo intervento della polizia e di alcuni genitori ha impedito che la situazione potesse degenerare. A guidare il gruppo dei radicali era Basangouda Sidramani, uno dei leader del partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (BJP), che ha sbandierato la sua appartenenza al "partito al potere" (il BJP è al governo in Karnataka) per imporre la sua volontà a suor Thankam, preside della scuola. Le suore e i fedeli della parrocchia in cui si trova la scuola hanno chiesto l'intervento della polizia per garantire la scurezza dell'istituto e il regolare svolgimento delle lezioni e delle attività scolastiche nelle prossime settimane. (PA) (Agenzia Fides 7/7/2011)
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Quando una famiglia cristiana viene a piangere da noi...
ASIA/PAKISTAN - Una suora del Punjab: "Cristiani disumanizzati, in un sistema che tutela solo i diritti dei potenti"
Lahore (Agenzia Fides) - "Noi cristiani siamo realmente disumanizzati, siamo trattati come oggetti e come merce da vendere. Viviamo in un sistema in cui solo i potenti hanno diritti. Ai cristiani non viene garantita la giustizia dai tribunali: è una gravissima lacuna nello stato di diritto, e questa è una delle principali cause di sofferenza e di persecuzione dei cristiani in Pakistan". E' la denuncia, consegnata in un colloquio con Fides, di un suora che vive in Punjab. La religiosa, che chiede l'anonimato per motivi di sicurezza, si occupa di accogliere, nascondere, recuperare le ragazze cristiane maltrattate, rapite, stuprate o costrette a matrimoni islamici. E' dunque la persona che meglio conosce il fenomeno, in quanto ascolta quotidianamente le storie delle giovani. Sul caso di Farah Hatim, dice a Fides: "Quella di Farah è una storia molto triste. E purtroppo non è unica né rara. Ne registriamo almeno 700 ogni anno e riusciamo a salvare solo poche decine di ragazze".
"Quando una famiglia cristiana viene a piangere da noi, segnalandoci un caso - racconta a Fides la suora - andiamo dai capi del villaggio per avere il loro appoggio, fondamentale per la cosiddetta 'legge della jirga' (assemblea), consuetudinaria nei villaggi. A volte ci ascoltano e ci aiutano. Ma quando sono in gioco potenti clan musulmani, dicono di non poter far nulla. Allora si dovrebbe applicare il diritto penale nazionale, ma il punto è che i tribunali di primo grado sono corrotti e del tutto manovrati da uomini politici, da leader islamici fondamentalisti o da grandi feudatari. E' un circolo vizioso, per cui alle minoranze cristiane non viene garantita la giustizia: è una grave lacuna nello stato di diritto e una delle principali cause di sofferenza e di persecuzione dei cristiani in Pakistan".
La sofferenza delle cristiane, spiega la suora, si inserisce nel quadro generale della condizione della donna in Pakistan: "Le donne non valgono nulla. Solo l'8% delle donne riceve un'istruzione in Pakistan. Le bambine vengono spesso abortite. C'è un problema di fondo di cultura e di mentalità tribale".
Inoltre "le donne cristiane portano in più lo stigma di appartenere a una minoranza religiosa: sono le più deboli e vulnerabili, non hanno voce. I potenti musulmani ne approfittano. Le ragazze subisco abusi, maltrattamenti, stupri e debbono restare in silenzio, pena altre violenze contro la loro famiglia. C'è una discriminazione di fatto: i cristiani non sono veri cittadini, in quanto non possono avere giustizia rispetto a tali patenti violazioni dei loro diritti individuali e di comunità", conclude la suora. (PA) (Agenzia Fides 7/7/2011)
ASIA/PAKISTAN - Fallisce la mediazione dell'APMA nel caso di Farah, la cattolica islamizzata con la forza
Lahore (Agenzia Fides) - E' fallito, per ora, il primo tentativo di mediazione della "All Pakistan Minorities Alliance" (APMA) nel caso di Farah Hatima, la ragazza cattolica rapita, sposata e convertita all'islam dal musulmano Zeehan Iliyas nella città di Rahim Yar Khan, nel sud della provincia del Punjab (vedi Fides 25/6/2011 e giorni precedenti). L'APMA, fondata da Shabhaz Bhatti, è l'organizzazione della società civile in difesa delle minoranze religiose più diffusa e meglio organizzata nel paese. Il caso di Farah, spiegano fonti di Fides, è emblematico dei circa 700 casi che ogni anno si registrano in Pakistan di ragazze cristiane rapite e convertite all'islam. Per questo sul caso di Farah si è impegnato Paul Bhatti, leader dell'APMA e Consigliere Speciale del Primo Ministro per le minoranze religiose.
Un team di avvocati e di responsabili dell'APMA in Punjab si è interessato del caso nei giorni scorsi, cercando di organizzare un incontro fra la ragazza e la sua famiglia di origine, per accertare le condizioni di salute, fisiche e psicologiche di Farah e, soprattutto, per ottenere la certezza assoluta - ribadita senza condizionamenti, minacce o costrizioni di sorta - della sua volontà di tornare a casa e di abbandonare la famiglia musulmana dove si trova. Un membro dell'equipe dell'APMA spiega a Fides: "Abbiamo chiesto, tramite le autorità locali, un incontro privato con Farah. La famiglia del musulmano che l'ha fatta sua sposa sostiene che la ragazza è consenziente. Se ne sono certi, e se questo è vero, perché impedire ai familiari di vederla e agli avvocati di ascoltare direttamente la sua versione? Questo impedimento per noi è davvero sospetto",
Viste le resistenze incontrate, gli avvocati dell'APMA si sono rivolti nuovamente al tribunale di primo grado a Rahim Yar Khan, chiedendo al giudice di presiedere un'udienza in cui ascoltare Farah, la sua famiglia di origine e la famiglia musulmana coinvolta. L'incontro fissato dal giudice avrebbe dovuto tenersi il 4 luglio, ma la controparte non si è presentata, tantomeno c'era Farah. I familiari della ragazza, delusi e in pena, dicono a Fides di temere che Farah sia stata portata via dalla città e nascosta in un luogo segreto o addirittura venduta all'estero. Inoltre il giudice - raccontano a Fides - li ha nuovamente invitati a "ritirare la denuncia e considerare chiuso il caso", segno dei pesanti condizionamenti che il sistema giudiziario subisce in casi che oppongono le famiglie cristiane a potenti clan musulmani.
L'APMA comunica a Fides che intende percorrere tutte le strade legali possibili per incontrare Farah: l'incontro è propedeutico a un possibile ricorso all'Alta Corte per poterla liberare e salvare. Una autorevole fonte di Fides nella Chiesa pakistana afferma: "Il caso è molto delicato, per tutte le implicazioni che porta con sé. Bisogna continuare ad agire con prudenza ma con perseveranza, chiedendo giustizia, come la vedova importuna del Vangelo". (PA) (Agenzia Fides 7/7/2011)
Un team di avvocati e di responsabili dell'APMA in Punjab si è interessato del caso nei giorni scorsi, cercando di organizzare un incontro fra la ragazza e la sua famiglia di origine, per accertare le condizioni di salute, fisiche e psicologiche di Farah e, soprattutto, per ottenere la certezza assoluta - ribadita senza condizionamenti, minacce o costrizioni di sorta - della sua volontà di tornare a casa e di abbandonare la famiglia musulmana dove si trova. Un membro dell'equipe dell'APMA spiega a Fides: "Abbiamo chiesto, tramite le autorità locali, un incontro privato con Farah. La famiglia del musulmano che l'ha fatta sua sposa sostiene che la ragazza è consenziente. Se ne sono certi, e se questo è vero, perché impedire ai familiari di vederla e agli avvocati di ascoltare direttamente la sua versione? Questo impedimento per noi è davvero sospetto",
Viste le resistenze incontrate, gli avvocati dell'APMA si sono rivolti nuovamente al tribunale di primo grado a Rahim Yar Khan, chiedendo al giudice di presiedere un'udienza in cui ascoltare Farah, la sua famiglia di origine e la famiglia musulmana coinvolta. L'incontro fissato dal giudice avrebbe dovuto tenersi il 4 luglio, ma la controparte non si è presentata, tantomeno c'era Farah. I familiari della ragazza, delusi e in pena, dicono a Fides di temere che Farah sia stata portata via dalla città e nascosta in un luogo segreto o addirittura venduta all'estero. Inoltre il giudice - raccontano a Fides - li ha nuovamente invitati a "ritirare la denuncia e considerare chiuso il caso", segno dei pesanti condizionamenti che il sistema giudiziario subisce in casi che oppongono le famiglie cristiane a potenti clan musulmani.
L'APMA comunica a Fides che intende percorrere tutte le strade legali possibili per incontrare Farah: l'incontro è propedeutico a un possibile ricorso all'Alta Corte per poterla liberare e salvare. Una autorevole fonte di Fides nella Chiesa pakistana afferma: "Il caso è molto delicato, per tutte le implicazioni che porta con sé. Bisogna continuare ad agire con prudenza ma con perseveranza, chiedendo giustizia, come la vedova importuna del Vangelo". (PA) (Agenzia Fides 7/7/2011)
ASIA/AFGHANISTAN - Solo il 48% della popolazione ha accesso all'acqua potabile
Kabul (Agenzia Fides) - Solo il 48% della popolazione afghana ha accesso all'acqua potabile e solo il 37% usa servizi sanitari bonificati. Questa situazione di emergenza si riflette con gravi implicazioni sulla salute, in particolare dei bambini. Mentre alcune zone del paese sono materiamente sprovviste di acqua, la maggior parte delle persone non ha accesso all'acqua potabile a causa delle infrastrutture inadeguate e della loro scorretta gestione, si legge in un rapporto del Centre for Policy and Human Development dell'Università di Kabul, pervenuto all'Agenzia Fides. "Nei tre decenni di sommosse che hanno sconvolto il paese, le infrastrutture per l'approvvigionamento dell'acqua sono state abbandonate o distrutte, mentre le istituzioni responsabili della distribuzione e gestione del servizio sono crollate" si legge nel rapporto dal titolo 'Afghanistan Human Development Report 2011'. "Circa il 73% della popolazione fa affidamento su strutture improvvisate e inadeguate per l'approvvigionamento dell'acqua, mentre le fonti d'acqua stanno diventando sempre più inquinate e sfruttate in luoghi come Kabul". Circa il 70% della popolazione urbana vive in aree non pianificate o insediamenti illegali, mentre il 95% non ha accesso a servizi igienici bonificati. A Kabul l'80% della popolazione vive in insediamenti non pianificati dove sono comuni la scarsa igiene e la mancanza di accesso all'acqua potabile. (AP) (7/7/2011 Agenzia Fides)
Domenica 10 LUglio 2011
XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
PRIMA LETTURA (Is 55,10-11)
La pioggia fa germogliare la terra.
Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».
Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 64)
Rit: Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli.
Tu visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini. Rit.
Così prepari la terra:
ne irrìghi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. Rit.
Coroni l’anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza. Rit.
I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di messi:
gridano e cantano di gioia! Rit.
SECONDA LETTURA (Rm 8,18-23)
L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.
Parola di Dio
Canto al Vangelo (Mt 13,19.23)
Alleluia, alleluia.
Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.
Alleluia.
VANGELO (Mt 13,1-23 (forma breve Mt 13,1-9))
Il seminatore uscì a seminare.
PRIMA LETTURA (Is 55,10-11)
La pioggia fa germogliare la terra.
Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».
Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 64)
Rit: Tu visiti la terra, Signore, e benedici i suoi germogli.
Tu visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini. Rit.
Così prepari la terra:
ne irrìghi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. Rit.
Coroni l’anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza. Rit.
I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di messi:
gridano e cantano di gioia! Rit.
SECONDA LETTURA (Rm 8,18-23)
L’ardente aspettativa della creazione è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio.
La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.
Parola di Dio
Canto al Vangelo (Mt 13,19.23)
Alleluia, alleluia.
Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.
Alleluia.
VANGELO (Mt 13,1-23 (forma breve Mt 13,1-9))
Il seminatore uscì a seminare.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascoltala Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola , ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Parola del Signore.
Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti».
Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete,
guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,
sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi,
perché non vedano con gli occhi,
non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore
e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta
Parola del Signore.
Preghiera dei fedeli
Dio Padre ci ha inviato il suo Figlio, il buon seminatore, che diffonde anche oggi la sua Parola. Chiediamogli che ci renda capaci di accoglierla con animo lieto e di viverla ogni giorno.
Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.
1. Per
2. Perché i cristiani non si lascino catturare dalla logica del mondo, ma promuovano la pace e la concordia tra le nazioni, favorendo la comunione fraterna. Preghiamo.
3. Per i missionari, perché l’annuncio del Vangelo sia testimoniato da una vita coerente con gli ideali del Vangelo e dall’amore sincero a Cristo. Preghiamo.
4. Perché i giovani sappiano trovare momenti di silenzio e di ascolto della Parola, purificando il cuore e ispirando al Vangelo le loro scelte di vita. Preghiamo
5. Per i bambini, i ragazzi i giovani dell’oratorio perché possano passare questo periodo in serenità nei momenti di preghiera, laboratorio e gioco. Preghiamo.
6. Per la nostra comunità, perché la pratica religiosa non si riduca a stanca abitudine, ma sia occasione per l’accoglienza della Parola che si traduce nella comunione fraterna. Preghiamo.
Fa’, o Padre, che i semi del Vangelo ricevuti in questa liturgia mettano radici profonde nei nostri cuori, perché solo così possiamo essere testimoni della verità che ora accogliamo nella fede. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Fa’, o Padre, che i semi del Vangelo ricevuti in questa liturgia mettano radici profonde nei nostri cuori, perché solo così possiamo essere testimoni della verità che ora accogliamo nella fede. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
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