domenica 30 settembre 2012

Domenica 30 settembre 2012


   XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)



PRIMA LETTURA (Num 11,25-29)
Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo!

Dal libro dei Numeri

In quei giorni, il Signore scese nella nube e parlò a Mosè: tolse parte dello spirito che era su di lui e lo pose sopra i settanta uomini anziani; quando lo spirito si fu posato su di loro, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in seguito.
Ma erano rimasti due uomini nell’accampamento, uno chiamato Eldad e l’altro Medad. E lo spirito si posò su di loro; erano fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda. Si misero a profetizzare nell’accampamento.
Un giovane corse ad annunciarlo a Mosè e disse: «Eldad e Medad profetizzano nell’accampamento». Giosuè, figlio di Nun, servitore di Mosè fin dalla sua adolescenza, prese la parola e disse: «Mosè, mio signore, impediscili!». Ma Mosè gli disse: «Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 18)
Rit: I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.

Anche il tuo servo ne è illuminato,
per chi li osserva è grande il profitto.
Le inavvertenze, chi le discerne?
Assolvimi dai peccati nascosti.

Anche dall’orgoglio salva il tuo servo
perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile,
sarò puro da grave peccato.

SECONDA LETTURA (Giac 5,1-6)
La vostre ricchezze sono marce.

Dalla lettera di san Giacomo apostolo

Ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni!
Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore onnipotente.
Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage.
Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 17,17)
Alleluia, alleluia.
La tua parola, Signore, è verità;
consacraci nella verità.
Alleluia.

VANGELO (Mc 9,38-43.45.47-48)
Chi non è contro di noi è per noi. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi.
Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».

Parola del Signore

 

sabato 29 settembre 2012

ASIA/LIBANO - La Chiesa maronita: nuova legge elettorale e diritto di voto per i libanesi all'estero

Bkerkè (Agenzia Fides) - Il dibattito sulla legge elettorale è "una priorità assoluta". Va accantonato il modello del 1960, utilizzato alle ultime elezioni del 2009, perchè non garantisce "un'equa rappresentanza dell'elettorato". E soprattutto, la nuova legge dovrà accordare agli espatriati il diritto di voto, nel rispetto della parità tra musulmani e cristiani, sancita dalla Costituzione. Sono alcune indicazioni contenute in un intervento dell'Episcopato maronita, riunito in questi giorni sotto la presidenza del Patriarca Béchara Boutros Raï. I Vescovi rimarcano l'urgenza di una riforma elettorale che "assicuri la libertà del voto" e punti a "salvaguardare il risultato elettorale da ogni potenziale manipolazione".
In un comunicato pervenuto all'Agenzia Fides, l'assemblea chiede misure concrete per garantire la piena democraticità del voto, previsto a giugno 2013: istituire una commissione indipendente incaricata di monitorare lo scrutinio; garantire la piena libertà d'accesso ai media per tutti i candidati; contrastare la compravendita di voti.
Nel dibattito sulla legge elettorale, in vista delle prossime consultazioni politiche, si contrappongono con crescente animosità i blocchi politici libanesi. La legge elettorale in vigore alle elezioni del 2009 era caratterizzata da un sistema maggioritario secco e dalla divisione del Libano in numerose circoscrizioni elettorali di piccole dimensioni (corrispondenti grosso modo ai distretti qada'), caratterizzate da forte omogeneità confessionale. Tale modello ora viene considerato inadeguato dalla gran parte delle sigle politiche. Ipotesi proporzionaliste, sostenute dagli sciiti Hezbollah, si oppongono a progetti basati su piccole circoscrizioni elettorali, come quello presentato dal partito delle Forze libanesi (FL) di Samir Geagea. (GV) (Agenzia Fides 29/9/2012)
L'Arcivescovo mons. Mazzocato ha incontrato i catechisti   versione testuale
"Prima d'insegnare ai ragazzi dovete essere voi i veri credenti"

UDINE - (29 settembre, ore 17) - “Catechisti, prima d’insegnare la fede ai ragazzi dovete essere voi dei veri credenti”. L’arcivescovo di Udine si è rivolto così ai numerosi catechisti giunti in cattedrale a Udine per l’incontro con mons. Mazzocato, sabato pomeriggio, durante il quale è stata presentata anche la nuova lettera pastorale. Un momento di preghiera e riflessione in cui il presule ha sottolineato, più volte, che “genitori ed educatori devono mostrare per primi di credere, non con le parole ma con la loro vita spirituale. I bambini non pretendono che siate perfetti – ha proseguito – ma che siate cristiani. E questo significa prendere sul serio il cammino della fede con tutte le sue debolezze e fatiche”. Mons. Mazzocato ha ricordato anche che “essere genitori e catechisti è un’occasione privilegiata per crescere nella propria santità perché i ragazzi stimolano continuamente a crescere nella fede e nell’amore”.


venerdì 28 settembre 2012

ASIA/INDIA - Film di Bollywood: tagliate le scene blasfeme verso i cristiani

Mumbai (Agenzia Fides) - Le scene ritenute "blasfeme" riguardanti persone e simboli della fede cristiana, contenute nel film di Bollywood "Kamaal Dhamaal Malamaal" (vedi Fides 27/9/2012), saranno eliminate prima dell'uscita nelle sale: lo ha assicurato il "Censor Board", organismo di controllo delle pellicole cinematografiche in India. Come riferiscono fonti cattoliche dell'Agenzia Fides, i produttori del film hanno accettato il richiamo ricevuto e, con un atto di autodisciplina, hanno deciso di eliminare dal film le scene incriminate.
In un comunicato inviato a Fides, gruppi cattolici come "Catholic Secular Forum" (CSF), "Association of Concerned Catholics" (AOCC), "Maharashtra Christian Youth Forum" (MCYF), "Catholic Residents Organization for Social Services" (CROSS), "Catholics for Preservation of Faith" (CPF), che due giorni fa avevano inscenato una manifestazione di protesta pacifica a Bombay, hanno accolto con soddisfazione l'esito della vicenda e hanno sospeso ogni manifestazione, nonchè l'intenzione di denunciare i produttori per "blasfemia". Sul film si erano espressi anche i Vescovi indiani, comunicando a Fides "forte disappunto" e chiedendo alle autorità preposte un intervento per la tutela dei simboli religiosi. (PA) (Agenzia Fides 28/9/2012)

martedì 25 settembre 2012

Quel battesimo previsto tra pochi giorni


Il figlio più piccolo ha solo 4 mesi. La vittima tornava da una messa in memoria della madre

giovedì 20 settembre 2012

ASIA/SIRIA - Migliaia di bambini non possono tornare a scuola

Damasco (Agenzia Fides) - In Siria l'anno scolastico dovrebbe iniziare questa settimana, ma la realtà della guerra civile che sta vivendo il paese non permette a migliaia di bambini di frequentare le lezioni. Oltre 2 mila delle 22 mila scuole del paese sono state danneggiate o distrutte. Intanto il governo libanese sta lavorando per cercare una sistemazione nelle scuole pubbliche per 32 mila piccoli profughi. Nel campo Zaatari, in Giordania, l'Unicef è impegnata nella costruzione di una scuola per oltre 5 mila studenti. (AP) (20/9/2012 Agenzia Fides)

mercoledì 19 settembre 2012

ASIA/TURCHIA - Il governo turco finanzia i restauri della chiesa rupestre di San Pietro ad Antiochia

Antiochia (Agenzia Fides) - Domenica 16 settembre, alla presenza del ministro turco della giustizia Sadullah Ergin, è iniziato il restauro della chiesa rupestre di San Pietro ad Antiochia. Lo conferma all'Agenzia Fides il francescano cappuccino p. Domenico Bertogli, parroco della locale chiesa cattolica di rito latino, curatore del periodico intitolato «Cronaca di Antiochia ». I lavori, finanziati dalle istituzioni pubbliche turche, dureranno circa un anno, secondo un progetto approvato dalla direzione regionale dei monumenti storici della provincia di Adana. La parte più impegnativa dell'opera di restauro consisterà nella messa in sicurezza della chiesa e dell'intera area. Il monte Silpius, sul cui fianco si apre quella che è conosciuta anche come la Grotta di San Pietro, è una montagna friabile e si sta sgretolando. Cresce il pericolo di caduta massi. Per questo tutta la grotta sarà 'ingabbiata' con travi di acciaio, verrà ripulita internamente e verranno realizzate anche misure di protezione per i mosaici. Nell'area sottostante alla Grotta è prevista la realizzazione di un parcheggio con bar e alcuni negozi di souvenir per turisti e pellegrini.
Dal 1967, per volere di Papa Paolo VI, si può lucrare l'indulgenza plenaria visitando in pellegrinaggio la grotta santa, unica traccia storica rimasta dell'antica Antiochia cristiana, la "Regina d'Oriente che gareggiava con Roma", Alessandria, Gerusalemme e Costantinopoli ai tempi della Pentarchia. La chiesa rupestre conserva ancora la fisionomia che le diedero i crociati, che conquistarono Antiochia nel 1098. Ma già i bizantini avevano trasformato in cappella il luogo dove si incontravano i primi cristiani nei periodi di persecuzione, nella città dove per la prima volta i discepoli di Gesù furono chiamati cristiani e dove fu Vescovo san Pietro, prima di venire a Roma.
Lo stato di abbandono della Grotta di Pietro, reso ancora più avvilente da rozzi restauri precedenti, era stato segnalato negli ultimi lustri dalle comunità cristiane della città. In tempi recenti sono comunque aumentati i pellegrinaggi e anche le Messe e le celebrazioni ecumeniche, officiate nell'umida e malmessa chiesa rupestre. Patriarchi e Vescovi sono sempre presenti alle celebrazioni che vi si svolgono in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo. Padre Bertogli smentisce le voci circolate sulla stampa turca secondo cui in tempi recenti sarebbero aumentate le difficoltà burocratiche per accedere alla grotta da parte dei gruppi di pellegrini: "Ora l'area verrà chiusa per i restauri. Ma finora bastava semplicemente dare avvertenza previa alla polizia e alle istituzioni competenti che si intendeva visitare la Grotta e celebrarvi la Messa. Per lo Stato turco essa è semplicemente una succursale del museo di Antiochia. Normalmente, per accedervi, occorre pagare il biglietto. Sarebbe bello che in futuro si tenesse sempre più in conto che quel luogo è una importante memoria cristiana, riservandolo al culto per le comunità cristiane". (GV) (Agenzia Fides 19/9/2012).

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martedì 18 settembre 2012

ASIA/SIRIA - I cristiani formano "comitati popolari" armati per prevenire le violenze

Homs (Agenzia Fides) - Le comunità cristiane in Siria, dopo le ripetute violenze subìte da bande armate, spesso gruppi jihadisti, hanno iniziato a organizzare, in diverse località, "comitati popolari dissuasivi", formati da giovani cristiani armati, che intendono prevenire il banditismo e la violenza e difendere i loro quartieri. Le comunità cristiane hanno subìto abusi, rapimenti, violenze, uccisioni, furti, violazioni di proprietà nella cosiddetta "Valle dei cristiani" (Siria occidentale), nel centro storico di Aleppo, nel quartiere di Damasco "Jaramana", in altri villaggi come Qusayr e Rableh (nell'area di Homs). Nonostante i ripetuti appelli dei Vescovi siriani, che hanno più volte invitato i fedeli a "non prendere le armi" e ad "avere pazienza", tali gruppi difensivi hanno iniziato a formarsi soprattutto in seno alle comunità greco-ortodossa e armena, che "hanno avvertito la necessità di difendersi". Come spiegano fonti di Fides in Siria, "non si tratta di milizie o gruppi combattenti, ma solo di gruppi di sentinelle che sorvegliano e garantiscono la sicurezza delle aree cristiane".
Intanto l'Arcivescovado siro-cattolico di Homs, nel quartiere al-Hamidiyah, nel centro storico della città, è stato dato alle fiamme. L'Arcivescovo siro-cattolico Georges Kassab, i preti e i fedeli della comunità hanno espresso a Fides il loro sdegno per "un atto ingiustificato". Nella notte del 13 settembre, riferiscono fonti di Fides, un gruppo di circa dieci militanti non identificati si è introdotto nella struttura, da mesi chiusa e abbandonata a causa dei combattimenti fra ribelli e forze lealiste. I militanti hanno versato numerose taniche di benzina e poi hanno appiccato il fuoco, che sembra "una rivalsa per motivi ignoti". (PA) (Agenzia Fides 18/9/2012)

lunedì 17 settembre 2012



Benedetto XVI ha lasciato il Libano dall'aeroporto internazionale di Beirut, e nel suo ultimo discorso, ha voluto ringraziare "particolarmente" i rappresentanti delle comunità musulmane, perché la loro presenza agli incontri pubblici del viaggio, ha contribuito alla sua riuscita. "Il mondo arabo e il mondo intero avranno visto -- ha spiegato il Papa - in questi tempi agitati, dei cristiani e dei musulmani riuniti per celebrare la pace".
"Possa il Libano -- si è augurato Benedetto XVI - continuare ad essere uno spazio in cui gli uomini e le donne vivano in armonia e in pace gli uni con gli altri per offrire al mondo non solo la testimonianza dell'esistenza di Dio, ma ugualmente quella della comunione tr ... More
VATICANO - Benedetto XVI in Libano: "in questa regione che ne ha visto gli atti e raccolto le parole, il Vangelo continui a risuonare come 2000 anni fa e sia vissuto oggi e sempre!"

Beirut (Agenzia Fides) - "Con la consegna di questo documento, iniziano il suo studio e la sua appropriazione da parte di tutti i protagonisti della Chiesa, Pastori, persone consacrate e laici, affinché ciascuno trovi una gioia nuova nel portare avanti la propria missione, essendo incoraggiato e fortificato per attuare il messaggio di comunione e di testimonianza declinato secondo i diversi aspetti umani, dottrinali, ecclesiologici, spirituali e pastorali di questa Esortazione". Con tali parole il Santo Padre Benedetto XVI ha accompagnato la consegna dell'Esortazione Apostolica Post-sinodale "Ecclesia in Medio Oriente" ai Patriarchi cattolici del Medio Oriente, ai Presidenti delle Conferenze Episcopali della Turchia e dell'Iran e ad una rappresentanza di fedeli, al termine della Santa Messa celebrata nel City Center Waterfront di Beirut, la mattina di domenica 16 settembre. Rivolgendosi ai "Cari fratelli e sorelle del Libano e del Medio Oriente", il Pontefice ha auspicato che "questa Esortazione sia una guida per avanzare sulle vie multiformi e complesse dove Cristo vi precede", ed ha concluso: "La comunione fraterna sia un sostegno nella vita quotidiana e il segno della fraternità universale che Gesù, Primogenito di una moltitudine, è venuto ad instaurare! Così, in questa regione che ne ha visto gli atti e raccolto le parole, il Vangelo continui a risuonare come 2000 anni fa e sia vissuto oggi e sempre!".
Nell'omelia della Messa, momento culminante del suo viaggio apostolico, alla presenza di 300 Vescovi, di pellegrini e fedeli da tutto il Medio Oriente, del Presidente della Repubblica del Libano e di altre personalità istituzionali, il Pontefice ha commentato le letture del giorno, dove Gesù "fa capire che chi vuol essere suo discepolo deve accettare di essere servo, come Lui si è fatto Servo". Quindi ha proseguito: "prego particolarmente il Signore di dare a questa regione del Medio Oriente dei servitori della pace e della riconciliazione, perché tutti possano vivere pacificamente e con dignità. E' una testimonianza essenziale che i cristiani debbono dare qui, in collaborazione con tutte le persone di buona volontà. Vi chiamo tutti ad operare per la pace. Ciascuno al proprio livello e là dove si trova".
L'invito a lavorare senza sosta "affinché il nostro amore per Cristo ci conduca poco a poco verso la piena comunione tra di noi" è stato ribadito dal Papa durante l'Incontro ecumenico al Patriarcato Siro-Cattolico di Charfet, nel pomeriggio di domenica 16 settembre, dove ha incontrato i Patriarchi Ortodossi, i rappresentanti delle Confessioni protestanti del Libano ed i Patriarchi cattolici del Libano. "Il nostro incontro di questa sera - ha detto il Pontefice nel suo discorso - è un segno eloquente del nostro desiderio profondo di rispondere all'appello del Signore Gesù: 'Perché tutti siano una sola cosa' (Gv 17,21). In questi tempi instabili ed inclini alla violenza, che conosce la vostra regione, è sempre più urgente che i discepoli di Cristo diano una testimonianza autentica della loro unità, affinché il mondo creda nel suo messaggio d'amore, di pace e di riconciliazione. E' questo messaggio che tutti i cristiani e noi in particolare abbiamo ricevuto la missione di trasmettere al mondo, e che acquista un valore inestimabile nell'attuale contesto del Medio Oriente."
Durante la Cerimonia di congedo dal Libano all'aeroporto internazionale "Rafiq Hariri" di Beirut, il Santo Padre ha detto tra l'altro: "I miei ringraziamenti vanno in particolare all'intero popolo libanese che forma un ricco e bel mosaico e che ha saputo manifestare al Successore di Pietro il proprio entusiasmo, con l'apporto multiforme e specifico di ogni comunità. Ringrazio cordialmente le venerabili Chiese sorelle e le comunità protestanti. Ringrazio particolarmente i rappresentanti delle comunità musulmane. Durante tutto il mio soggiorno, ho potuto constatare quanto la vostra presenza ha contribuito alla riuscita del mio Viaggio. Il mondo arabo e il mondo intero avranno visto, in questi tempi agitati, dei cristiani e dei musulmani riuniti per celebrare la pace." (SL) (Agenzia Fides 17/09/2012)

domenica 16 settembre 2012



"E' tempo che musulmani e cristiani si uniscano per mettere fine alla violenza e le guerre". E' l'appello che Benedetto XVI ha lanciato davanti ai giovani libanesi e di tutto il Medio Oriente, incontrati sabato pomeriggio nel piazzale del Patriarcato maronita, a Bkerkè , sul fianco della collina di Harissa. Tra i 25 mila giovani che hanno partecipato con entusiasmo all'incontro, c'erano infatti molti musulmani, e il Papa si è rivolto anche a loro. "Voi -- ha detto -- siete con i giovani cristiani il futuro di questo meraviglioso paese e del Medio Oriente. Cercate di costruirlo insieme". E quando sarete adulti "continuate a vivere la concordia dell'unità con i cristiani". E' necessario, ha aggiunto Be ... More

venerdì 14 settembre 2012

C'è chi dice No

Elettrodotto, Palmanova dice no   versione testuale
A Roma il Comune chiede approfondimenti su tracciato alternative

Palmanova (giovedì 14 settembre, ore 12.50) - Netto no del Comune di Palmanova al progetto dell’elettrodotto Udine – Redipuglia. La contrarietà dell’amministrazione della città stellata è stata ribadita nella conferenza dei servizi tenutasi ieri a Roma a cui ha partecipato l’assessore Luca Piani confermando la non conformità urbanistica dell’opera e ribadendo la necessità di un approfondimento sulla linea del tracciato e sulle possibili alternative di posa (interrato o parzialmente interrato).
 
“Purtroppo – spiega Piani - la richiesta di attuare una revisione del tracciato per allontanarlo il più possibile dall’abitato di Jalmicco e riportarlo sul tracciato esistente di 220 Kv non è stata accolta, con la motivazione che quel tracciato era stato concordato con la passata amministrazione di Palmanova e che pertanto quello era il momento delle decisioni. Rimane il rammarico per quella scelta che riteniamo penalizzante per Jalmicco e per l’intero territorio comunale e resta il rammarico anche per il rifiuto del Ministero di considerare la terza ipotesi delineata dal consulente della regione per l’utilizzo dell’attuale linea esistente, che sarebbe stata per noi meno impattante”.
 
Il Comune ha chiesto uno specifico impegno con tempistiche certe per la dismissione dell’attuale elettrodotto da 220 kv con la
conseguente eliminazione della servitù di passaggio  e l’utilizzo su tutta la tratta di pali tubolari meno impattanti e mensole isolanti che diminuiscano la fascia di rispetto. Inoltre il Comune di Palmanova ha rilevato l’incongruenza tra l’impegno di Terna a dismettere e demolire i tralicci esistenti della rete RFI e la dichiarazione della stessa RFI di non prevedere l’impegno di spesa per tale dismissione, ma al contrario, di essere intenzionata a cedere l’elettrodotto ad altra società interessata, passaggio che vanificherebbe gli accordi presi tra Terna e RFI per la dismissione degli elettrodotti esistenti, considerati elemento imprescindibile per la realizzazione del nuovo elettrodotto Redipuglia –Udine Ovest.
 
Nella conferenza dei servizi sono stati espressi i pareri positivi dei vari Ministeri e della Regione, pertanto resta ora solo il rilascio dell’intesa da parte della Giunta regionale.
 
“In sede di progetto esecutivo chiederemo un incontro a Terna – conclude Piani – per verificare la possibilità di apportare modifiche che almeno allontanino quanto più possibile i tralicci dalle abitazioni. Come già preannunciato valutiamo la possibilità di un ricorso al TAR da definire assieme agli altri comuni interessati, che solleciteremo opportunamente al più presto”.
 

martedì 11 settembre 2012

Archeologia: scoperta mega cisterna acqua sotto Muro Pianto

      
Risale al Primo Tempio ed era ad uso pubblico
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ASIA/LIBANO - Il mosaico religioso libanese

Roma (Agenzia Fides) - Il Libano rappresenta la società religiosamente più composita e diversificata del Medio Oriente, con 18 gruppi confessionali riconosciuti ufficialmente. Tra i cristiani, la Chiesa cattolica maronita - che fa risalire le sue origine alla congregazione monastica autoctona fondata dall'asceta siriaco San Marone all'inizio del V secolo - rappresenta la comunità preponderante. Oltre ai maroniti, la cattolicità libanese comprende anche melkiti, siro-cattolici, caldei, cattolici latini, armeno-cattolici. Le altre denominazioni cristiane comprendono i greco- ortodossi, i protestanti e gli appartenenti alle Chiese orientali ortodosse precalcedonesi (che a suo tempo avevano rifiutato alcune definizioni del Concilio di Calcedonia): Chiesa apostolica armena, Chiesa siro-ortodossa, Chiesa assira, Chiesa copta.
Anche in Libano l'Islam conosce la divisione tra sciiti e sunniti, a cui vanno aggiunti i gruppi - di ascendenza sciita, ma eterodossi - degli alawiti e degli ismailiti e i seguaci della religione drusa, setta di derivazione musulmana che ha assorbito elementi gnostico-esoterici. Permane anche una piccola comunità ebraica, con alcune migliaia di membri concentrati nell'area di Beirut.
I rapporti numerici tra le diverse comunità religiose non possono essere definiti con precisione. I libanesi residenti in patria sono circa 4 milioni e 200mila. Ma dal 1932 nessun censimento ufficiale ha tracciato una mappa dettagliata del Libano dal punto di vista religioso, anche per non alimentare tensioni e mettere a rischio l'equilibrio politico fondato sulla distribuzione delle cariche istituzionali su base confessionale. Le stime ufficiose vanno valutate prendendo atto del fatto che molte comunità tendono a sopravvalutare il numero dei propri membri, e che le statistiche demografiche ufficiali non tengono in conto le centinaia di migliaia di rifugiati palestinesi.
Secondo proiezioni ricorrenti, che fanno riferimento anche alle statistiche fornite dall' Intelligence Usa, attualmente i musulmani insieme ai drusi - valutati da soli intorno al 5 per cento - rappresentano circa il sessanta per cento della popolazione libanese, con una prevalenza degli sciiti sui sunniti e i gruppi minori (alawiti, ismailiti) stimati intorno all'1 per cento. I cristiani nel loro insieme raggiungerebbero la percentuale del 40 per cento della popolazione, con i maroniti valutati intorno al 23 per cento del totale.
Secondo le cifre dell'Annuario Statistico della Chiesa, al 31 dicembre 2011 i cattolici in Libano erano 2.148.000, le circoscrizioni ecclesiastiche 24, i Vescovi 53 (al 31/7/2012), i sacerdoti diocesani 840, i sacerdoti religiosi 703, i diaconi permanenti 33, i religiosi non sacerdoti 147, le religiose 2.650, i catechisti 483, i seminaristi minori 62, i seminaristi maggiori 390. La Chiesa gestisce 647 scuole materne e primarie, 229 scuole medie, 31 scuole superiori e università, 358 centri sanitari, di assistenza e beneficenza. (GV) (Agenzia Fides 11/9/2012)

lunedì 10 settembre 2012

"Il cuore di Maria aiuti il nostro a liberarsi dall'indifferenza"   versione testuale
Durante il pellegrinaggio a Madone di Mont anche un ricordo particolare per mons. Battisti

UDINE (8 settembre, oer 17.30) - “Il cuore di Maria sia vicino al nostro e lo aiuti a liberarsi dalle incrostazioni dell’indifferenza e dalle tante forme di idolatria”. È la richiesta che l’arcivescovo di Udine,mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha elavato alla Madone di Mont, a Castelmone, durante il pellegrinaggio diocesano di sabato 8 settembre. Un appuntamento tradizionale e sentito dalle centinaia di pellegrini che si sono ritrovati per la salita a piedi verso il santuario. Un ricordo particolare, quest’anno, è andato a mons. Alfredo Battisti, scomparso il 1 gennaio 2012: “L’anno scorso era qui con noi a concelebrare la Santa Messa – ha spiegato mons. Mazzocato – sappiamo che il pellegrinaggio a Castelmonte è frutto di una sua felice intuizione sbocciata dalla sua profonda fede e dal suo cuore di pastore. In questo momento Mons. Battisti partecipa alla comunione che stiamo vivendo attorno all’altare”.

Rivolgendosi alla Madonna, madre di Gesù, l’arcivescovo ha chiesto una grazia per tutta la Chiesa di Udine: “Maria ci aiuti a rendere più gioiosa e convinta la nostra fede”. “In particolare – ha continuato – preghiamo perché sia più viva e convinta la fede nel cuore di tutti coloro che, in questo tempo, sono educatori dei più piccoli: i genitori, i sacerdoti, i catechisti e animatori, gli insegnanti e i responsabili delle associazioni sportive”. Secondo mons. Mazzocato, “la prima condizione per essere genitori ed educatori cristiani è parlare di ciò a cui profondamente si crede. I figli crederanno a noi se noi crediamo al Signore Gesù non solo a parole e ogni tanto, ma con la vita e con costanza e fedeltà”. Di fatto il pellegrinaggio, quest’anno, è stato anche un momento di preparazione all’imminente inizio dell’Anno della fede che a Udine sarà celebrato, come in tutta la Chiesa, giovedì 11 ottobre in cattedrale. Si tratta di un’iniziativa voluta da Papa Benedetto XVI a ricordo dei cinquant’anni dall’inizio del Concilio Vaticano II e dei vent’anni dalla promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.
 
Al termine della Santa Messa, celebrata alle 17 sul piazzale del santuario e concelebrata da tutti i sacerdoti presenti, c’è stato l’atto di affidamento a Maria con il canto del «Magnificat» e la solenne benedizione conclusiva.
 


sabato 8 settembre 2012

ASIA/CINA - Una piccola sala di preghiera in una casa privata diventa il centro della comunità in una zona sperduta della Mongolia

Nan Jing (Agenzia Fides) - E' stata inaugurata e benedetta di recente una piccola sala di preghiera di 51 mq, costruita nel cortile di una casa privata di una zelante cattolica, che si trova in una zona sperduta della città di Wu Hai, nella Mongolia Interna. Secondo quanto riferito all'Agenzia Fides da Faith dell'He Bei, i fedeli della zona hanno così potuto partecipare per la prima volta alla Messa celebrata in questa nuova sede senza essere costretti a percorrere decine di chilometri, come uno di loro ha confermato con emozione, sostenendo che "questa sala diventerà anche un centro di evangelizzazione". La comunità cattolica, che appartiene alla parrocchia di Hai Bo Wan, è composta ormai da circa cento fedeli, la maggior parte minatori, operai della fabbrica di mattoni, geologi, contadini. Da anni dovevano percorrere decine di chilometri per partecipare alla Messa domenicale, cambiando anche corriere o autobus.
Una di loro, una devota e zelante cattolica, che insieme ad altri fedeli aveva preparato al battesimo 16 catecumeni, fatto ritornare decine di fedeli che si erano allontanati dalla Chiesa, svolgendo anche una intensa attività caritativa e visitando le famiglie, era molto angosciata, in quanto avvertiva sempre di più l'esigenza di avere un luogo fisso di incontro e di preghiera. Dopo un periodo di preghiera e di ricerca di una soluzione, le è venuta l'idea di costruire una sala nel cortile della propria abitazione. Con il consenso del marito, in due mesi e con una spesa di circa 4 mila euro, finalmente è stata ultimata questa sala, benedetta dal parroco che vi ha presieduto per la prima volta la celebrazione eucaristica cui hanno partecipato le suore della parrocchia e un centinaio di fedeli. (NZ) (Agenzia Fides 2012/09/08)

venerdì 7 settembre 2012

Dalla Cimolai di Porto Nogaro
è partito il ponte di Bordeaux


La Travèe Levante: 2.400 tonnellate di acciaio lunghe 120 metri e larghe 45
Ci vorranno 20 di mare (circa 2.700 miglia) perClicca qui arrivare a destinazione
ASIA/PAKISTAN - Rimsha è libera; il suo caso sostiene il riesame della legge sulla blasfemia

Islamabad (Agenzia Fides) - Questa mattina il giudice pakistano Muhammad Azam Khan ha disposto la libertà su cauzione di Rimsha Masih, l'adolescente cristiana arrestata in Pakistan con l'accusa di blasfemia per aver bruciato alcune pagine del Corano. La quota per la liberazione è stata fissata a 500mila rupie, pari a circa 4500 euro. La richiesta di libertà su cauzione è stata accettata perché le prove sono state giudicate insufficienti a proseguire lo stato di detenzione della minorenne, affetta da disabilità mentale. Il pronunciamento del giudice, dapprima annunciato per le ore 15 locali - quindi dopo la preghiera del Venerdì - è stata poi anticipato a sorpresa.
"La decisione a favore della bimba è positiva per molte ragioni" dichiara all'Agenzia Fides il professor Mobeen Shahid, docente di pensiero e religione islamica presso la Pontificia Università Lateranense. Secondo il professore, "per la prima volta si è riusciti a mostrare con evidenza come la legge sulla blasfemia possa essere manipolata a partire da accuse false. Ciò aiuta la riflessione già in atto su possibili modifiche nelle procedure di applicazione di questa legge". Shadid indica alcuni punti che possono essere oggetto di rettifica: "Prima di accogliere ogni denuncia di blasfemia occorre che i fatti vengano vagliati con rigore attraverso adeguate investigazioni. E anche gli accusatori devono essere tenuti in isolamento, per evitare di istigare reazioni di odio nelle masse, fino a quando l'accusa non è stata provata. Se poi le accuse si rivelano false - e questo viene suggerito anche dagli Ulema - gli accusatori devono essere puniti".
"Il caso di Rimsha - aggiunge a Fides padre Inayat Bernard, condirettore del magazine "The Christian View" di Lahore -, è un'opportunità per riesaminare nel suo insieme l'applicazione della legge sulla blasfemia che tante vittime ha fatto in passato tra le minoranze religiose ma soprattutto fra i musulmani, a causa dei numerosi abusi. La nuova consapevolezza che il caso di Rimsha ha generato nell'opinione pubblica pachistana è un passo avanti e un'opportunità da non perdere per affermare nella società pakistana il rispetto della dignità umana e dei suoi diritti. Come comunità cristiana speriamo che le istituzioni, le forze politiche e le comunità religiose, alla luce di questi ultimi sviluppi, possano convergere nel comune intento di evitare in Pakistan l'uso strumentale della religione". (GV). (Agenzia Fides 7/9/2012).

giovedì 6 settembre 2012

Terex, Cimolai ha fretta: «Operativi entro un mese»


Paola Cimolai (ad del Gruppo): «Dobbiamo rispondere a commesse urgenti» Tra queste le porte del Mose di Venezia. Ci sarà occupazione per 140 persone Clicca Qui
ASIA/CINA - Nella parrocchia di Jiang Yin, della diocesi di Nan Jing, 294 battezzati in otto mesi

Nan Jing (Agenzia Fides) - Nei primi otto mesi del 2012, la parrocchia di Jiang Yin della diocesi di Nan Jing, nella provincia di Jiang Su, ha accolto 294 nuovi membri dopo un lungo cammino di preparazione e di catechesi. Secondo quanto riferisce all'Agenzia Fides Faith dell'He Bei, oltre 400 catecumeni hanno seguito gli incontri di catechismo, e di loro 294 sono stati battezzati. Il responsabile della parrocchia ha sottolineato: "in attesa dell'Anno della Fede, continuiamo a promuovere l'evangelizzazione". Dal 2006 questa parrocchia ha cominciato ad organizzare un Corso per i laici sull'evangelizzazione, che oltre a sensibilizzare i fedeli sulla necessità di contribuire alla missione, intende anche formare i laici sui contenuti della fede e sul metodo più adeguato per rispondere alle esigenze missionarie. La parrocchia inoltre utilizza anche i mezzi più moderni per coinvolgere le persone nella vita parrocchiale e nell'impegno missionario, come contatti sms o via web, senza trascurare la visita alle famiglie. Oggi la diocesi di Nan Jing (Nanchino) conta oltre 100 mila fedeli, una ventina di sacerdoti, una quarantina di suore, 11 chiese e 80 stazioni missionarie. (NZ) (Agenzia Fides 2012/09/06)

Clicca Qui   Dopo le serie dedicate a "Fede e spettacolo" e "Suoni dalle missioni", presentiamo un gruppo di brevi clip prodotte da Nova-T che raccontano, con suoni e immagini, situazioni di vita quotidiana nei quattro angoli del mondo. Nel primo video, ci si immerge nell'atmosfera caotica e sovraffollata di una strada di Guinayangan, remota città delle Filippine: bambini guidano risciò gialli e grigi, in mezzo ai rumori dei motori e dei clacson.

La clip è tratta dal dvd "Il mondo di Barbara Micarelli". Nova-T realizza siti web, documentari per la televisione e web-documentari, fiction e cartoni animati. La serie di clip, che qui presentiamo su gentile concessione di Nova-T, fa parte della serie "Good Noise", rumori e suoni "buoni" dal mondo, che comprende vari dvd, tutti disponibili su richiesta a Nova-T (www.nova-t.it, oppure tel. 011.8991400), o nelle migliori librerie cattoliche. More

martedì 4 settembre 2012

ASIA/PAKISTAN - Dopo il caso di Rimsha, la sfida della legge sulla blasfemia

Islamabad (Agenzia Fides) - Il caso di Rimsha Masih, bambina cattolica accusata di blasfemia, sta avendo un'ampia copertura sui mass media, statali e privati, in Pakistan. E' molto presente anche sulla stampa in urdu, notoriamente più legata ad ambienti islamici conservatori. "Il caso di Rimsha ha dato a leader cristiani e musulmani, opinon makers, intellettuali, leader di Ong, l'occasione di spiegare le dinamiche malvage e l'abuso che viene perpetrato riguardo alla legge sulla blasfemia. Tutto ciò sta generando una nuova consapevolezza nell'opinione pubblica pakistana, che potrebbe portare a una revisione o modifica della legge" nota all'Agenzia Fides p. John Shakir Nadeem, Direttore di "Radio Veritas" in urdu e Segretario della Commissione per le Comunicazioni Sociali, della Conferenza Episcopale del Pakistan. Secondo p. Shakir Nadeem, "tutti si stanno convincendo che l'abuso della legge sulla blasfemia deve essere fermato. Questo è già un grande passo avanti. Si inizia a dire che il governo potrà istituire una Commissione speciale per riesaminare la legge e trovare soluzioni per fermarne gli abusi, soprattutto nel senso di punire quanti la utilizzano con false accuse, come nel caso di Rimsha". In questo dibattito ci sono però anche implicazioni politiche: "Certo, si tratta di un tasto molto delicato, e credo sarà un processo a lunga scadenza, che non penso possa avvenire prima delle elezioni generali del prossimo anno", aggiunge p. Nadeem. (PA) (Agenzia Fides 4/9/2012)

lunedì 3 settembre 2012

Martini, l'abbraccio di Milano al cardinale
Il Papa: pastore generoso

Folla in Duomo per l'ultimo saluto. Il cardinale Comastri: è figlio della Chiesa non sia usato contro

Rimsha:un guadagno non solo per la comunità cristiana, ma per tutto il Pakistan

ASIA/PAKISTAN - Rimsha, "agnello condotto al macello, salva per grazia di Dio"

Islamabad (Agenzia Fides) - "Il caso di blasfemia, di cui è accusata la bambina cattolica Rimsha Masih, è stato manipolato dall'imam della moschea, Khalid Jadoon, che è stato arrestato. Tale atto inumano di accusa ora è stato spiegato. Sono sicuro che sarà fatta giustizia e Rimsha sarà rilasciata, per grazia di Dio. Rimsha è stata coinvolta come un piccolo agnello da macellare e sarà dimostrato che è una vittima del tutto innocente": è quanto dice all'Agenzia Fides p. James Channan OP, Direttore del "Peace Center" di Lahore, illustrando gli ultimi clamorosi sviluppi sul caso di Rimsha Masih. La polizia ha infatti arrestato l'imam Khalid Jadoon con l'accusa di aver fabbricato prove per accusare Rimsha Masih di aver commesso blasfemia. L'arresto è basato sulla deposizione di un testimone oculare musulmano, Hafiz Zubair, che coraggiosamente ha accusato l'imam.
"Il caso di Rimsha - spiega p. James - è davvero un banco di prova di come la minoranza cristiana sia falsamente accusata tramite questa controversa legge sulla blasfemia. Spero che sia fatta giustizia per tutte le vittime innocenti, e auspico che quanti formulano false accuse siano puniti".
Ieri, domenica 2 settembre, p. James Channan OP, p. Pascal Paulus OP, Provinciale dell'Ordine domenicano in Pakistan, P. Francis Nadeem OFM Cap, hanno celebrato una Santa Messa nella chiesa di San Giuseppe a Lahore con l'intenzione di preghiera per il rilascio di Rimsha. I circa mille fedeli intervenuti hanno anche osservato un giorno di digiuno. P. Pascal Paulus ha detto ai fedeli: "In queste circostanze dobbiamo essere saldi nella fede, pregare perché venga meno l'odio e si costruiscano amore e fratellanza nel nostro paese". P. Francis Nadeem, presidente del "Consiglio nazionale per il Dialgo interreligioso", ha ribadito "la fiducia in Dio Onnipotente che consola i cristiani durante persecuzioni e sofferenze". Dopo la celebrazione, molti fedeli musulmani hanno espresso solidarietà e sostegno alla comunità cristiana. (PA) (Agenzia Fides 3/9/2012)

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ASIA/PAKISTAN - I Vescovi: "Con la verità su Rimsha, tutto il Pakistan ne guadagna"

Islamabad (Agenzia Fides) - "Appurare la verità sul caso di Rimsha Masih, e sulle false accuse, è un guadagno non solo per la comunità cristiana, ma per tutto il Pakistan: sarà un beneficio per la democrazia, per la giustizia, per il rispetto della legalità e dei diritti di tutti i cittadini. False accuse di blasfemia, infatti, hanno colpito le minoranze religiose ma anche centinaia di cittadini musulmani": è quanto dichiara all'Agenzia Fides p. Emmanuel Yousaf, Direttore della Commissione "Giustizia e Pace" della Conferenza Episcopale del Pakistan, esprimendo, a nome di tutto l'Episcopato cattolico, "soddisfazione e speranza perché la verità e il bene vincano nella triste vicenda della piccola Rimsha".
P. Yousaf è stato presente questa mattina, 3 settembre, all'udienza nel Tribunale di Islamabad che tratta il caso e informa Fides che la Corte si è aggiornata a venerdì 7 settembre. "Siamo convinti - spiega - che venerdì Rimsha sarà libera. Il suo rilascio sarà una vittoria della verità ma sarà anche una vittoria per tutta la nazione. Il caso di Rimsha diverrà un caso esemplare: da tempo, infatti, i Vescovi e le minoranze religiose, i difensori dei diritti umani, segnalavano gli abusi di tale legge sulla blasfemia. Ora questa distorsione è sotto gli occhi di tutti".
Il Direttore della Commissione "Giustizia e Pace" nota che "non vi sono state manifestazioni di radicali islamici contro Rimsha o in difesa dell'imam arrestato. Anzi, importanti leader islamici come Tahir Ashrafi, del 'All Pakistan Ulema Council', hanno difeso Rimsha e denunciato gli abusi della legge sulla blasfemia, condannando pubblicamente l'imam e chiedendo che sia punito". Il mufti Naeem della moschea "Jamea Bin Nooria" di Karachi ha perfino espresso la disponibilità ad "accogliere ed accudire Rimsha e la sua famiglia", come gesto di solidarietà interreligiosa.
Come riferito a Fides, per dare un risalto nazionale, giuridico e culturale, alla vicenda di Rimsha e renderla un monito per tutti, l'avvocato cattolico Kahalil Tahir Sindhu ha chiesto che i 17 giudici della Corte Suprema del Pakistan emettano un pronunciamento "suo moto" (di propria iniziativa) ribadendo i punti nodali del caso. (PA) (Agenzia Fides 3/9/2012)

sabato 1 settembre 2012

ASIA/INDIA - Oltre 5.000 cristiani dell'Orissa in strada per chiedere giustizia

Bhubaneswar (Agenzia Fides) - Circa 5.000 cristiani sono scesi in strada in Orissa inscenando una manifestazione pacifica per chiedere giustizia, nell'anniversario dei massacri che colpirono la comunità cristiana nel distretto di Kandhamal nel 2008. Come informano fonti locali di Fides, la manifestazione è stata scandita da slogan e striscioni che chiedevano "giustizia, pace e armonia", mentre molti dei partecipanti si erano coperti la bocca con nastro adesivo nero, a significare il silenzio e l'emarginazione in cui sono stati relegati. Il corteo è stato autorizzato solo il giorno prima dalle autorità, che temevano la reazione di gruppi estremisti indù.
Al corteo ha partecipato S. Ecc. Mons. Sarat Nayak, Vescovo di Berhampur, che ha dichiarato pubblicamente: "La pace può venire solo quando è ristabilita la verità e la giustizia". P. Ajay Singh, attivista per i diritti umani dell'Orissa, ha spiegato:"Questo corteo intende rendere omaggio ai morti, chiedere giustizia, sicurezza e mezzi di sussistenza per le vittime. Serve ad attirare l'attenzione del governo e per incoraggiare le vittime a costruire solidarietà fra loro".
In un comunicato inviato all'Agenzia Fides, l'Ong "Christian Solidarity Worldwide", che monitora la condizione dei cristiani, commenta: "E 'importante ricordare che nel 2008 i massacri in Orissa si sono verificati otto mesi dopo una prima ondata di violenza, che era rimasta impunita. L'unico modo per fermare gli estremisti è garantire legalità e giustizia".
In un messaggio inviato a Fides, Mons. John Barwa, SVD, Arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, in Orissa, definisce gli attacchi del 2008 in Kandhamal "crimini contro l'umanità", poichè "molto diffusi ed eseguiti con un'attenta pianificazione". In Orissa 100 cristiani furono uccisi e i profughi furono 56mila. (PA) (Agenzia Fides 1/9/2012)

Anche avvocati musulmani in sua difesa /"Liberate Rimsha": lettera dei Senatori USA al presidente Zardari

ASIA/PAKISTAN - "Rimsha è innocente e presto sarà libera": anche avvocati musulmani in sua difesa

Islamabad (Agenzia Fides) - "Rimsha è innocente, non ci sono prove contro di lei. Presto sarà libera". È fiducioso Paul Bhatti, Consigliere del Primo Ministro per l'Armonia nazionale e presidente della "All Pakistan Minorities Alliance" (APMA), sul caso della bambina cristiana accusata di blasfemia. Il procedimento a carico davanti a un tribunale di primo grado di Islamabad è stato per l'ennesima volta aggiornato al lunedì 3 settembre, anche perché il giudice è cambiato, mentre la custodia cautelare per la piccola era stata prolungata di 14 giorni. Ma l'andamento del procedimento - nonostante i discorsi infiammatori dell'avvocato di controparte - sembra in discesa: infatti, come riferito a Fides da Bhatti, la perizia operata dalla Commissione medica, che aveva definito Rimsha "minorenne e disabile mentale", è stata confermata dagli esperti. E a seguire il caso di Rimsha l'APMA ha nominato un team di cinque avvocati musulmani, tutti di grande levatura professionale, che operano insieme all'avvocato Tahir Naveed Chaudry. Vista la palese ingiustizia, visto il procedimento legale, visto il sostegno nell'opinione pubblica, nelle istituzioni e anche dei leader musulmani, il collegio difensivo esprime "massima fiducia in un esito positivo della vicenda".
Intanto la bambina resta in carcere: è affidata alle cure di una guardia carceraria donna, che la cura a la accudisce con amorevolezza, ma che non può fare a meno di notarne la sofferenza: la bimba è traumatizzata, piange spesso e cerca i genitori. (PA) (Agenzia Fides 1/9/2012)

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ASIA/PAKISTAN - "Liberate Rimsha": lettera dei Senatori USA al presidente Zardari

Islamabad (Agenzia Fides) - Un gruppo bipartisan di sei senatori americani ha scritto una lettera al presidente pakistano Asif Ali Zardari, chiedendo la liberazione di Rimsha Masih, la minorenne cristiano arrestato con l'accusa di blasfemia, e maggiore impegno per contrastare l'intolleranza religiosa in Pakistan. Nel testo della missiva, pervenuta a Fides, I senatori notano che occorre "garantire sicurezza e un trattamento equo, secondo la legge, a tutti i cittadini pakistani, indipendentemente dalla loro religione", ricordando che i recenti casi di discriminazione religiosa, compreso quello di Rimsha Masih, denotano "un peggioramento della situazione delle minoranze religiose nel paese. Il testo ricorda che, come nel caso di Rimsha, la legge sulla blasfemia "continua a perseguitare persone innocenti". "Sollecitiamo il vostro governo - si legge - a fare di più per prevenire gli abusi e le violenze commesse contro i cristiani, ahmadi, indù e altri minoranze religiose, così come verso membri della comunità musulmana".
I politici USA auspicano, dunque, che Zardari intraprenda "un serio sforzo per porre fine alla ingiusta detenzione di Rimsha. La missiva è stata firmata dai senatori Robert Menendez, Roy Blunt, Ben Cardin, Mark Kirk, Bob Casey, e Mike Johanns. (PA) (Agenzia Fides 1/9/2012)

La Vita Cattolica propone, ma le province unite formano una regione?

Provincia del Friuli con capoluogo Aquileia   versione testuale
La proposta del settimanale diocesano «la Vita Cattolica» in Consiglio regionale


UDINE (30 agosto, ore 15.30) - Due enti di area vasta, uno per la Venezia Giulia e uno per il Friuli, al posto delle attuali 4 Province: un’area metropolitana per Trieste e il suo hinterland, quindi, e una innovativa Provincia di Aquileia, che nasca da un patto di sviluppo territoriale tra Gorizia, Udine e Pordenone. Questa la proposta che oggi, giovedì 30 agosto, ha portato in Consiglio regionale il direttore de «la Vita Cattolica», Roberto Pensa. Una posizione «storica» del settimanale diocesano, da più di due decenni, che nasce anche dall’applicazione di alcuni dei principali cardini della dottrina sociale della Chiesa.

Sussidiarietà: Regione «snella»Il primo obiettivo di una buona riforma istituzionale – dirà ai commissari il direttore Pensa – deve essere il decentramento di competenze e funzioni verso «il basso» da parte della Regione, agli enti pubblici in grado di esercitarle che siano più vicine al cittadino, quindi Comuni e Province. La Regione va, invece, focalizzata sulle funzioni (di assoluta preminenza e rilevanza) legislative, di alto indirizzo e di controllo delle autonomie locali, mantenendo naturalmente la gestione diretta dei servizi che per loro natura risultano indivisibili su scala regionale («in primis» la sanità).

No a enti di «nominati»La dottrina sociale evidenzia come essenziale la partecipazione del cittadino, come singolo o in associazione con altri, direttamente o a mezzo di propri rappresentanti, alla vita culturale, economica, sociale e politica della comunità civile cui appartiene. Questa non verrebbe senz’altro promossa trasformando le Province in enti di secondo grado, cioè non governati da rappresentanti eletti dai cittadini, ma «nominati» dai Comuni. Grande attenzione va posta poi al tema della fusione dei piccoli Comuni. È indiscutibile la necessità di associarsi per lo svolgimento dei servizi. Ma i piccoli Comuni, specie nelle aree montane, ma anche in pianura, sono un elemento fondamentale di aggregazione e di identità delle comunità locali. Vanno comunque mantenuti i municipi e le rappresentanze politiche, il cui costo, comunque, è irrisorio.

La Provincia di AquileiaPer bene comune la dottrina sociale della Chiesa intende «l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente». Essendo la nostra Regione composta da due realtà culturali, sociali, economiche, sociologiche e linguistiche molto differenti, ne discende che ciascuna ha diritto di trovare un proprio assetto istituzionale peculiare. Trieste, incentrata sull’attività del porto e delle sue importanti istituzioni culturali e scientifiche, potrebbero trovare risposta nella forma dell’area metropolitana che unisce i livelli amministrativi comunale e provinciale. Per l’area friulana, invece, appare logica l’ipotesi di creare una unica Provincia del Friuli o comunque di avviare un processo federativo tra le Province di Gorizia, Pordenone e Udine, che mantenga l’identità dei singoli enti, ma che imponga la messa in comune di strategie e servizi. Non un «Grande Friuli», cioé la mera «annessione» a Udine delle altre Province, ma una realtà istituzionale nuova e policentrica che nasca da un patto territoriale. L’elemento storico unificante è quello delle comuni radici della Chiesa e del Patriarcato di Aquileia, nel cui ambito hanno trovato storicamente pari dignità tutti i territori che compongono il Friuli e le loro componenti culturali e linguistiche (i friulani, gli sloveni, i germanofoni, le comunità venetofone dell’Isontino, di Grado, Marano e della Destra Tagliamento). Il Friuli trarrebbe una grande utilità dall’affrontare unito le sfide della globalizzazione. Per cogliere queste opportunità, va pensato un ente di area vasta nuovo, che non concentra uffici, personale e competenze al centro, ma che, grazie alle tecnologie dell’informazione e ad assetti organizzativi decentrati (con assessorati distribuiti nelle tre Province), è in grado di lavorare a rete sul territorio, vicino ai cittadini, al tessuto sociale e imprenditoriale, là dove certe tematiche ed esigenze sono particolarmente sentite e sviluppate. Lo stesso capoluogo provinciale potrebbe essere posto non a Udine, ma in un altro luogo che identitariamente possa rappresentare il Friuli intero. Aquileia in primis.

Regione unita contro le disparitàInfine il principio della solidarietà: impegno primario della Regione (la cui unità non può essere messa in discussione) deve rimanere l’impegno forte per superare le diseguaglianze territoriali, economiche e sociali, che colpiscono le aree montane e quelle più acutamente soggette a processi di deindustrializzazione.

La proposta completa del settimanale è consultabile sul sito www.lavitacattolica.it alla sezione «Documenti».

A Molmenti il «Carati d'autore» lignanese

PREMIO AL CAMPIONE OLIMPICO

 


Daniele Molmenti, medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra 2012 nella specialità canoa- kayak, ha ricevuto mercoledì 29 agosto a Lignano Sabbiadoro, alla Terrazza a Mare, il VII Premio Carati d'autore. A Molmenti, il Premio è andato per «la caparbietà e la tenacia, prettamente friulane, con le quali il campione di Cordenons ha saputo condurre la propria preparazione dalle Olimpiadi di Pechino a quelle di Londra». Alla domanda «Quando hai sentito che avresti vinto la medaglia?», Daniele ha risposto: «A Pechino, quando, nell'altra Olimpiade, l'avevo persa».

Prego per il figlio e tutti i familiari

A Lignano celebrati i funerali dei coniugi uccisi   versione testuale
Durante la Messa il parroco don Fabris ha letto il messaggio dell'Arcivescovo di Udine


UDINE (30 agosto, ore 16.30) - Sono stati celebrati a Lignano i funerali di Paolo Brugato e Rosetta Sostero. Durante la Messa, che si è svolta senza la presenza di telecamere e fotografi, su espressa richiesta dei familiari delle vittime, il parroco della cittadina balneare, don Angelo Fabris, ha letto anche il messaggio inviato dall'Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato.
 
IL MESSAGGIO DELL'ARCIVESCOVO.
 
Dopo aver celebrato domenica scorsa la Santa Messa in suffragio dei coniugi Rosetta Sostero e Paolo Burgano, partecipo, ora, spiritualmente alla celebrazione del loro funerale cristiano.
 
Li affido a Dio Padre e alla sua Misericordia che accoglie tutti i suoi figli che confidano in Lui, purifica i loro peccati e asciuga le loro lacrime.
 
Prego per il figlio e tutti i familiari perché il Signore doni loro forza interiore per  superare questo tremendo momento e continuare, con rinnovata speranza, il cammino della vita.
 
La preghiera unisca, poi, i nostri cuori creando legami di benevolenza e solidarietà reciproca che ci renda più forti contro ogni forma di male.
 
Scenda su tutti benefica la benedizione di Dio Padre per intercessione Maria, Madre della consolazione.
 + Andrea Bruno Mazzocato
 
Udine, 30 agosto 2012

La città testimonierà la propria riconoscenza ai frati cappuccini

Udine saluta e ringrazia i Cappuccini   versione testuale
Messa domenica 2 settembre. Lunedì riapre la mensa. Chiesa affidata a don Driussi

Udine (31 agosto, ore 13) - L’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, lo aveva promesso. La città testimonierà la propria riconoscenza ai frati cappuccini accompagnando con una celebrazione la loro partenza da Udine. E soprattutto che la loro preziosissima opera avrebbe avuto continuità.
 
Promesse mantenute. Domenica 2 settembre, infatti, alle ore 18.30 avrà luogo – nella suggestiva chiesetta di via Ronchi – la Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo, quale segno di gratitudine per la significativa presenza dei Cappuccini nella Chiesa e nella società udinese. Ciò che più conta però è il fatto che il loro prezioso testimone è stato raccolto dalla diocesi. Come già anticipato, infatti, continuerà il servizio della «mensa dei poveri», a gestirlo sarà la Caritas. Ma c’è di più. È notizia degli ultimi giorni che anche le attività spirituali curate dai Cappuccini non verrano meno. L’Arcivescovo ha infatti affidato la chiesa di via Ronchi a don Giovanni Driussi - attualmente parroco di San Paolino e della Beata Vergine del Rosario (Laipacco) -, saranno quindi così garanti sia la celebrazione della Santa Messa che il Sacramento della riconciliazione. A coadiuvare don Driussi sarà l’Ordine secolare dei francescani. Una presenza, quella francescana, che - annuncia Sergio Ceccotti - membro del Consiglio di fraternità - «in città aumenterà significativamente perché qui si sposterà il Centro regionale che ora ha sede a Gorizia».
 
Il 3 settembre riaprirà anche la «mensa dei poveri», rimasta chiusa per tre settimane. A parlare del futuro di questa importante realtà caritativa è don Luigi Gloazzo, direttore della Caritas diocesana. «Innanzitutto va detto che c’è una riconoscenza straordinaria, da parte della Chiesa e della società, per tutto quello che i Cappuccini hanno fatto in questi anni per Udine. Riapriremo la mensa con l’esperienza fatta finora, consolidando ad esempio quelli che sono gli offerenti dei generi alimentari, sia istituzionali, sia privati. Abbiamo inoltre messo la mensa in collegamento con il nostro "Asilo notturno". In particolare due persone dell’equipé seguiranno, in forma alternata, la sua organizzazione. Abbiamo ritenuto che fosse positivo e opportuno legare queste due realtà». L’obiettivo è non solo mettere in rete realtà che per molti versi sono complementari, ma soprattutto mettere a frutto le risorse «di chi – sottolinea Gloazzo – ha esperienza con le persone che vivono una situazione di difficoltà. La mensa non è un luogo di distribuzione dei pasti, ma di incontro tra le persone. Questa è la qualità che la Chiesa deve dare».
 
Ci sarà poi grande impegno per valorizzare il preziosissimo lavoro dei volontari che qui prestano già servizio, in particolare per dar vita ad un gruppo affiatato, con una precisa identità e una specifica modalità di rapporto e relazione. Ma don Gloazzo guarda lontano e il suo desiderio è che la mensa diventi patrimonio di tutta la città. «Assieme al Vescovo e alla diocesi, facciamo appello affinchè ogni parrocchia costituisca un gruppetto, anche di 2 o 3 persone, che prestino servizio in via Ronchi, come espressione delle diverse comunità parrocchiali. Queste persone avranno poi modo di raccontare, nelle parrocchie, giorno per giorno la loro esperienza e la realtà che hanno incontrato». A tal proposito mons. Mazzocato ha già avuto nelle scorse settimane un incontro con tutti i parroci della città per dar concretezza a questo significativo progetto. E le istituzioni? L’Arcivescovo – durante la conferenza stampa dello scorso 28 giugno – aveva auspicato l’interessamento da parte delle istituzioni cittadine. Messaggio recepito. «Nei prossimi giorni – spiega il direttore della Caritas – avremo un incontro con il Comune di Udine per definire i dettagli di una convenzione». I passi perché via Ronchi diventi cuore della solidarietà udinese vanno ormai nella giusta direzione.